Intanto siamo alla decisione sul Lodo Alfano:
Lodo Alfano, al via l'udienza
Presenti tutti i giudici
ROMA - Ha preso il via l'udienza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, nella sala gialla di palazzo della Consulta, affollata di giornalisti italiani e stranieri. La Consulta è al plenum, con tutti e 15 i giudici, e il lodo è al primo punto nell'ordine del giorno.
L'udienza si è aperta con un minuto di silenzio per i morti dell'alluvione a Messina. Il presidente della Corte, Francesco Amirante, ha subito passato la parola al giudice relatore, Franco Gallo, per riassumere i motivi dei tre ricorsi contro la legge che sospende i processi contro le quattro più alte cariche dello stato. Nel frattempo televisione e fotografi sono stati fatti uscire dalla sala. Alle 10 e 30 i giudici si sono ritirati in camera di consiglio per decidere se ammettere l'intervento della Procura di Milano, che non sarebbe titolata a intervenire in giudizio come parte.
I ricorsi. Contro il lodo Alfano sono stati presentati tre ricorsi: due dai giudici di Milano, nell'ambito dei processi in cui il premier Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills (che nel frattempo è stato condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi) e per irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset. Il terzo è del gip di Roma chiamato a decidere se rinviare o meno a giudizio Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
Gli avvocati. Ai banchi della difesa sono seduti gli avvocati - e parlamentari - Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini, insieme a Piero Longo. Pecorella arrivando si è detto fiducioso: "Ci aspettiamo che la Corte decida con grande serenità tenendo conto solo degli aspetti giuridici e dimenticando le questioni politiche". E ha aggiunto: "Stiamo parlando di una legge anche frutto delle indicazioni che diede la Corte nel 2004, quando bocciò il Lodo Schifani, ci auguriamo che i giudici apprezzino e condividano ciò". Sui tempi, invece, non si è voluto pronunciare: "Meglio non fare previsioni: è vero che se un giudice chiede un rinvio il presidente di solito lo concede, ma credo che la decisione arriverà a giorni".
Le possibilità. E' molto ampio lo spettro delle possibili sentenze della Consulta. Plausibile il riferimento all'articolo 138 della Costituzione: il lodo, in quanto legge ordinaria dello stato, potrebbe essere giudicato incostituzionale perché va a legiferare su una materia (le prerogative di figure istituzionali) che richiederebbe una norma di rango costituzionale. In questo caso sarebbe praticamente impossibili ripresentare un "lodo bis", dato che una tale sentenza ne metterebbe in discussione proprio la natura di legge ordinaria.
Ma la Corte potrebbe chiamare in causa la violazione di altri articoli della Costituzione. Si va dai più generici, come l'articolo 3 (principio di uguaglianza), ad altri più specifici: il 111, sulla ragionevole durata del processo, l'obbligatorietà dell'azione penale sancita dal 112, delle immunità per i parlamentari, del presidente della Repubblica e dei ministri. E ancora: la Consulta potrebbe invece rilevare nel lodo Alfano una irragionevole disparità di trattamento tra il presidente del consiglio e i ministri.
Nel caso in cui la Corte, invece, giudichi inammissibili o infondati i ricorsi presentati, il lodo resterebbe così com'è. Ma l'Italia dei Valori ha già preparato il referendum abrogativo.
Lodo Alfano, al via l'udienza Presenti tutti i giudici - Politica - Repubblica.it
Lodo Alfano, al via l'udienza
Presenti tutti i giudici
ROMA - Ha preso il via l'udienza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, nella sala gialla di palazzo della Consulta, affollata di giornalisti italiani e stranieri. La Consulta è al plenum, con tutti e 15 i giudici, e il lodo è al primo punto nell'ordine del giorno.
L'udienza si è aperta con un minuto di silenzio per i morti dell'alluvione a Messina. Il presidente della Corte, Francesco Amirante, ha subito passato la parola al giudice relatore, Franco Gallo, per riassumere i motivi dei tre ricorsi contro la legge che sospende i processi contro le quattro più alte cariche dello stato. Nel frattempo televisione e fotografi sono stati fatti uscire dalla sala. Alle 10 e 30 i giudici si sono ritirati in camera di consiglio per decidere se ammettere l'intervento della Procura di Milano, che non sarebbe titolata a intervenire in giudizio come parte.
I ricorsi. Contro il lodo Alfano sono stati presentati tre ricorsi: due dai giudici di Milano, nell'ambito dei processi in cui il premier Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills (che nel frattempo è stato condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi) e per irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset. Il terzo è del gip di Roma chiamato a decidere se rinviare o meno a giudizio Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
Gli avvocati. Ai banchi della difesa sono seduti gli avvocati - e parlamentari - Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini, insieme a Piero Longo. Pecorella arrivando si è detto fiducioso: "Ci aspettiamo che la Corte decida con grande serenità tenendo conto solo degli aspetti giuridici e dimenticando le questioni politiche". E ha aggiunto: "Stiamo parlando di una legge anche frutto delle indicazioni che diede la Corte nel 2004, quando bocciò il Lodo Schifani, ci auguriamo che i giudici apprezzino e condividano ciò". Sui tempi, invece, non si è voluto pronunciare: "Meglio non fare previsioni: è vero che se un giudice chiede un rinvio il presidente di solito lo concede, ma credo che la decisione arriverà a giorni".
Le possibilità. E' molto ampio lo spettro delle possibili sentenze della Consulta. Plausibile il riferimento all'articolo 138 della Costituzione: il lodo, in quanto legge ordinaria dello stato, potrebbe essere giudicato incostituzionale perché va a legiferare su una materia (le prerogative di figure istituzionali) che richiederebbe una norma di rango costituzionale. In questo caso sarebbe praticamente impossibili ripresentare un "lodo bis", dato che una tale sentenza ne metterebbe in discussione proprio la natura di legge ordinaria.
Ma la Corte potrebbe chiamare in causa la violazione di altri articoli della Costituzione. Si va dai più generici, come l'articolo 3 (principio di uguaglianza), ad altri più specifici: il 111, sulla ragionevole durata del processo, l'obbligatorietà dell'azione penale sancita dal 112, delle immunità per i parlamentari, del presidente della Repubblica e dei ministri. E ancora: la Consulta potrebbe invece rilevare nel lodo Alfano una irragionevole disparità di trattamento tra il presidente del consiglio e i ministri.
Nel caso in cui la Corte, invece, giudichi inammissibili o infondati i ricorsi presentati, il lodo resterebbe così com'è. Ma l'Italia dei Valori ha già preparato il referendum abrogativo.
Lodo Alfano, al via l'udienza Presenti tutti i giudici - Politica - Repubblica.it
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