I burattinai che manovrano le papi-girl
Michelle, la ragazza alla quale è stata affidata Ruby la notte fra il 27 e il 28 maggio: "Su Berlusconi so tutto. L'ho difeso, ma ora sono stanca e nessuno mi aiuta
“Mi hanno fregato”, Michelle Conceicao è terrorizzata. Agli avvocati garantisce di non aver mai detto di aver imbrogliato Ilda Bocassini. “Hanno montato l’intervista come volevano, mi avevano tolto il microfono e io stavo parlando di altro”, ripete agitandosi su un sgabello al bar Hollywood, attaccato al ristorante Giannino, locali dell’universo di Lele Mora. I legali la rassicurano, mentre riguardano sul computer il filmato trasmesso da Exit mercoledì sera. Ma le frasi del video sono fin troppo chiare: “Io so tutto, sono riuscita a imbrogliarla”. Negli atti dell’interrogatorio, infatti, sono riportate le insistenti domande del pm Bocassini seguite dai ripetuti silenzi di Michelle. Le parole dell’intervista suonano dunque come un grande ricatto. Rivolto a Silvio Berlusconi. Ma anche a Lele Mora. Perché la brasiliana sa molto di entrambi. Lo si capisce quando riesce a rilassarsi.
A pranzo la raggiungono anche Caterina Pasquino e Cristina, un’appariscente e biondissima 19enne moldava, che si presenta come vocalist e ha sentito più volte gli sfoghi e le confidenze delle amiche. Michelle ha solo una difficoltà: decidere da dove cominciare il racconto. Ma garantisce che se gli inquirenti la convocheranno risponderà a tutto, di tutti. “Non si può mica fregare quella donna lì”, dice senza però riuscire a nascondere la paura. Fuma una sigaretta dietro l’altra, mangia mezzo toast e si tranquillizza solo quando sente dei guai di Caterina Pasquino, altro personaggio chiave. “Fregata due volte da Ruby”, sintetizza. E racconta: “Karima mi ha convinta a ritirare la denuncia per furto che avevo presentato contro di lei promettendomi che mi avrebbe risarcito anche i danni, invece appena l’ho ritirata lei è sparita”. La moldava Cristina sorride. “Sei pazza, tutto è partito da quella denuncia, io mi sarei comprata mezza Milano, l’hai proprio giocata male”. Michelle scuote la testa: “Io sto zitta, eppure ne avrei di cose da dire”.
A partire da Lele Mora. Che qui è presente anche quando non c’è. “Vedi quello lì?” indica Michelle. “É Fedele, la guardia del corpo di Lele”. Poi ci sono “tutti i suoi ragazzi qui intorno e continuano a guardarci”. Michelle ne saluta un paio, loro la fissano senza ricambiare. Lei s’ infila gli occhiali da sole, irrigidisce il volto. “Il burattinaio di tutto è proprio lui”. Squilla il telefonino di Pasquino. “Sai dove è Ruby adesso? E’ in Montenapoleone a fare shopping con la Marysthell Polanco, capisci? L’altro giorno con me in un pomeriggio ha speso seimila euro; chi glieli da i soldi?”. I loro sguardi si incrociano e fissano Fedele. “Sicuro che i soldi arrivano da lì”. Pasquino riparte: “Il mio avvocato me lo ha indicato proprio Lele ed è lui che mi ha fatto ritirare la denuncia senza che Ruby firmasse un documento né niente”. Insomma, “se fai due più due”.
Michelle la interrompe, la guarda male. Quasi a rimproverarla. “Io vorrei solo andarmene a casa mia, in Brasile; ma so che prima devo risolvere questa storia. So che non ricatterò mai nessuno perché non mi appartiene” ma, aggiunge, “sto difendendo tutti, davvero tutti ma comincio a essere stanca”. Anche perché “sono rimasta sola, nessuno mi aiuta e per il mondo io sono quella con la patente da *******. Da quella notte in questura non ho avuto tregua”, ripete. Ha preso Ruby e se l’è portata a casa. Poi sono spariti tutti. Nicole Minetti, Berlusconi, Mora. Nel domino generato dalla denuncia per furto che ha portato al fermo di Ruby il 28 maggio, alle telefonate del premier in questura per farla liberare e affidarla al consigliere regionale Minetti, Michelle rimane “la prostituta” della storia. “Con tutto quello che ho fatto per loro”. Cosa non vuole dirlo. Al pm, garantisce. Perché, spiega, “non ho mai mentito e non ho mai avuto intenzione di nascondere qualcosa; io ho risposto a tutte le domande che mi hanno fatto”, insiste. Eppure il malumore è evidente. E cresce. In lei come in molte delle ragazze rimaste coinvolte nel bunga bunga presidenziale.
“Attricette” che, come è emerso dalle carte dell’inchiesta, consideravano il “culo flaccido” (copyright: Minetti) un lavoro, una casa, un telefono da chiamare per ottenere la “benzina” (i soldi) dal tesoriere Giuseppe Spinelli. Per Michelle cosa era? “Per me è un’ottima persona, l’ho conosciuto grazie al mio ex fidanzato e solo una volta gli ho parlato di un mio progetto da realizzare”. Poi “c’è stata quella notte con Ruby e non l’ho più sentito”, il premier. Ma allora perché difenderlo? Per qualcosa in cambio del silenzio? “No, io non nascondo niente, niente capito?”, si innervosisce Michelle. Cristina la moldava richiama l’attenzione: ha visto un gran via vai all’ingresso di Giannino. “Quella lì, guardala, non è l’amica di Ruby?” chiede alla Pasquino. “No, non lo so”. La moldava ripete: “Fossi stata in voi due avrei già mezza Milano”.
Michelle, la ragazza alla quale è stata affidata Ruby la notte fra il 27 e il 28 maggio: "Su Berlusconi so tutto. L'ho difeso, ma ora sono stanca e nessuno mi aiuta
“Mi hanno fregato”, Michelle Conceicao è terrorizzata. Agli avvocati garantisce di non aver mai detto di aver imbrogliato Ilda Bocassini. “Hanno montato l’intervista come volevano, mi avevano tolto il microfono e io stavo parlando di altro”, ripete agitandosi su un sgabello al bar Hollywood, attaccato al ristorante Giannino, locali dell’universo di Lele Mora. I legali la rassicurano, mentre riguardano sul computer il filmato trasmesso da Exit mercoledì sera. Ma le frasi del video sono fin troppo chiare: “Io so tutto, sono riuscita a imbrogliarla”. Negli atti dell’interrogatorio, infatti, sono riportate le insistenti domande del pm Bocassini seguite dai ripetuti silenzi di Michelle. Le parole dell’intervista suonano dunque come un grande ricatto. Rivolto a Silvio Berlusconi. Ma anche a Lele Mora. Perché la brasiliana sa molto di entrambi. Lo si capisce quando riesce a rilassarsi.
A pranzo la raggiungono anche Caterina Pasquino e Cristina, un’appariscente e biondissima 19enne moldava, che si presenta come vocalist e ha sentito più volte gli sfoghi e le confidenze delle amiche. Michelle ha solo una difficoltà: decidere da dove cominciare il racconto. Ma garantisce che se gli inquirenti la convocheranno risponderà a tutto, di tutti. “Non si può mica fregare quella donna lì”, dice senza però riuscire a nascondere la paura. Fuma una sigaretta dietro l’altra, mangia mezzo toast e si tranquillizza solo quando sente dei guai di Caterina Pasquino, altro personaggio chiave. “Fregata due volte da Ruby”, sintetizza. E racconta: “Karima mi ha convinta a ritirare la denuncia per furto che avevo presentato contro di lei promettendomi che mi avrebbe risarcito anche i danni, invece appena l’ho ritirata lei è sparita”. La moldava Cristina sorride. “Sei pazza, tutto è partito da quella denuncia, io mi sarei comprata mezza Milano, l’hai proprio giocata male”. Michelle scuote la testa: “Io sto zitta, eppure ne avrei di cose da dire”.
A partire da Lele Mora. Che qui è presente anche quando non c’è. “Vedi quello lì?” indica Michelle. “É Fedele, la guardia del corpo di Lele”. Poi ci sono “tutti i suoi ragazzi qui intorno e continuano a guardarci”. Michelle ne saluta un paio, loro la fissano senza ricambiare. Lei s’ infila gli occhiali da sole, irrigidisce il volto. “Il burattinaio di tutto è proprio lui”. Squilla il telefonino di Pasquino. “Sai dove è Ruby adesso? E’ in Montenapoleone a fare shopping con la Marysthell Polanco, capisci? L’altro giorno con me in un pomeriggio ha speso seimila euro; chi glieli da i soldi?”. I loro sguardi si incrociano e fissano Fedele. “Sicuro che i soldi arrivano da lì”. Pasquino riparte: “Il mio avvocato me lo ha indicato proprio Lele ed è lui che mi ha fatto ritirare la denuncia senza che Ruby firmasse un documento né niente”. Insomma, “se fai due più due”.
Michelle la interrompe, la guarda male. Quasi a rimproverarla. “Io vorrei solo andarmene a casa mia, in Brasile; ma so che prima devo risolvere questa storia. So che non ricatterò mai nessuno perché non mi appartiene” ma, aggiunge, “sto difendendo tutti, davvero tutti ma comincio a essere stanca”. Anche perché “sono rimasta sola, nessuno mi aiuta e per il mondo io sono quella con la patente da *******. Da quella notte in questura non ho avuto tregua”, ripete. Ha preso Ruby e se l’è portata a casa. Poi sono spariti tutti. Nicole Minetti, Berlusconi, Mora. Nel domino generato dalla denuncia per furto che ha portato al fermo di Ruby il 28 maggio, alle telefonate del premier in questura per farla liberare e affidarla al consigliere regionale Minetti, Michelle rimane “la prostituta” della storia. “Con tutto quello che ho fatto per loro”. Cosa non vuole dirlo. Al pm, garantisce. Perché, spiega, “non ho mai mentito e non ho mai avuto intenzione di nascondere qualcosa; io ho risposto a tutte le domande che mi hanno fatto”, insiste. Eppure il malumore è evidente. E cresce. In lei come in molte delle ragazze rimaste coinvolte nel bunga bunga presidenziale.
“Attricette” che, come è emerso dalle carte dell’inchiesta, consideravano il “culo flaccido” (copyright: Minetti) un lavoro, una casa, un telefono da chiamare per ottenere la “benzina” (i soldi) dal tesoriere Giuseppe Spinelli. Per Michelle cosa era? “Per me è un’ottima persona, l’ho conosciuto grazie al mio ex fidanzato e solo una volta gli ho parlato di un mio progetto da realizzare”. Poi “c’è stata quella notte con Ruby e non l’ho più sentito”, il premier. Ma allora perché difenderlo? Per qualcosa in cambio del silenzio? “No, io non nascondo niente, niente capito?”, si innervosisce Michelle. Cristina la moldava richiama l’attenzione: ha visto un gran via vai all’ingresso di Giannino. “Quella lì, guardala, non è l’amica di Ruby?” chiede alla Pasquino. “No, non lo so”. La moldava ripete: “Fossi stata in voi due avrei già mezza Milano”.
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