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La povera Rita dalla Chiesa si lamenta perchè, dopo la figuraccia di forum, la gente la insulta per strada. Provo una profondissima pena per lei
Rita e la finta terremotata
«Ora mi insultano in strada»
La furia dei terremotati abruzzesi l'aveva messa in conto. «Mi scrivono: "La Palermo onesta che amava tuo padre ti disprezza"; "Come si dorme nel letto di Putin?"; "Tuo padre si sta rivoltando nella tomba"». Agli insulti per strada non era preparata. «Venerdì sono dovuta andare via da una pizzeria di Ponte Milvio: da un tavolo è partita una provocazione e da un altro un applauso di risposta. Scena simile il giorno dopo, fuori dall'Auditorium Parco della Musica: due ragazzi mi hanno urlato "ma non si vergogna, complimenti per la trasmissione!". Lì mi sono fermata: non avevano nemmeno guardato la puntata incriminata, però mi aggredivano...». La cosa che invece non si aspettava Rita Dalla Chiesa, da vent'anni conduttrice di Forum per Mediaset, era il «fuoco amico» delle Iene. Nella puntata di mercoledì scorso Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu hanno usato nei suoi confronti gentilezze tipo: «È ora di cambiare quella vecchia anziana figurante che fa la parte della conduttrice», un «barboncino con la parrucca», che soffrirebbe di «una certa incontinenza». Con l'appello finale a Bertolaso: «È ora di ricostruire completamente la Dalla Chiesa».
quanto sto godendo....
ovviamente quoto la frase evidenziata, che si vergogni
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
Fatemi capire,ma il processo che doveva iniziare domani è stato annullato?
Fortunatamente gli avanzi di galera che siedono in parlamento non hanno ancora questo potere. Semplicemente ora sarà la consulta a decidere ma, nel frattempo, il processo andrà avanti comunque.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Fortunatamente gli avanzi di galera che siedono in parlamento non hanno ancora questo potere. Semplicemente ora sarà la consulta a decidere ma, nel frattempo, il processo andrà avanti comunque.
Si,questo lo sapevo,non mi era chiaro questo passaggio sulle tempistiche:
MILANO - La Camera ha deciso con una maggioranza di 12 voti di sollevare davanti alla corte Costituzionale un conflitto di attribuzione nei confronti dei magistrati di Milano, nel tentativo di togliere loro il processo a Silvio Berlusconi per il caso Ruby, che si apre mercoledì. La maggioranza di centrodestra sostiene che uno dei due reati contestati al premier, la concussione, sia di natura ministeriale e, pertanto, l'inchiesta dovrebbe ricominciare quasi da zero davanti al tribunale dei Ministri, annullando buona parte degli atti compiuti finora dai pm e dal gup di Milano, che ha rinviato Berlusconi a giudizio immediato. Inoltre, di fronte ad un reato di natura ministeriale contestato ad uno dei membri del governo, il Parlamento potrebbe negare l'autorizzazione a procedere. La Camera chiede quindi alla Corte Costituzionale di avallare questa tesi.
L'ACCUSA - L'accusa dice che Berlusconi abbia avuto rapporti sessuali a pagamento con la giovane marocchina Karima el Mahroug, detta Ruby, lo scorso anno, quando era minorenne, e che abbia cercato illegittimamente di ottenerne il rilascio dalla questura di Milano, dove era stata fermata per furto, con l'obiettivo di occultare la sua relazione con la ragazza. La maggioranza alla Camera si è schierata con la tesi che la presunta concussione fosse «ministeriale», perché telefonando in questura, il premier avrebbe agito nell'esercizio delle sue funzioni di premier; infatti, pensava che la ragazza fosse la nipote dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak - una tesi considerata ridicola dall'opposizione. Il tribunale di Milano ha detto di non sentirsi vincolato alle tesi della Camera e che il processo andrà avanti. La Corte costituzionale dovrebbe decidere nei prossimi mesi se accogliere il ricorso ed eventualmente poi decidere nel merito entro un anno dalla sollevazione del conflitto. Ma come funziona il conflitto?
LA LEGGE - La legge costituzionale 1 del 1989 attribuisce alla Camera il potere di dare l'autorizzazione a procedere di fronte a reati ministeriali, commessi da ministri e presidente del Consiglio, secondo quanto disciplinato dall'articolo 96 della Costituzione. Nel caso in cui, dunque, la Camera ritenesse lesa questa sua prerogativa, la Camera può sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri davanti alla Corte Costituzionale. I passaggi parlamentari previsti chiamano rispettivamente in causa Ufficio di presidenza, Giunta per le autorizzazioni e quindi voto dell'assemblea. Sul caso Ruby che vede il presidente del Consiglio a processo mercoledì, si è dunque aperta la prospettiva di un conflitto davanti alla Corte Costituzionale, paventata fin dall'inizio dal Pdl, posta la competenza del Tribunale dei ministri «rivendicata» da subito da parte della maggioranza, che in tal modo si era già espressa negando l'autorizzazione alla perquisizione chiesta dai pm di Milano.
I TEMPI - Ad ogni modo, non si sospende da subito il procedimento ormai avviato davanti ai magistrati. L'ipotesi di sospensiva del procedimento, infatti, nella legge del 1953 che regola il funzionamento della Corte Costituzionale, viene disciplinata dall'articoli 35 e 40 e riguarda il giudizio di legittimità costituzionale delle leggi sollevato in via principale ed il conflitto fra enti e non fra poteri dello Stato: «L'esecuzione degli atti che hanno dato luogo al conflitto di attribuzione fra Stato e Regione ovvero fra Regioni - si legge nell'articolo 40 - può essere in pendenza del giudizio, sospesa per gravi ragioni, con ordinanza motivata, dalla Corte».
LE FASI - Sollevato il conflitto di attribuzione, il giudizio della Consulta si articola invece in due fasi. In una prima fase i giudici costituzionali sono chiamati a conoscere il ricorso del ricorrente, in camera di consiglio e senza contraddittorio. Se giudicano ammissibile il ricorso, la Corte dispone la notificazione alle parti che ha individuato e dà un termine al ricorrente perché ridepositi il ricorso notificato. Per le notifiche in genere il termine è di 60 giorni, 30 o 15 in alcuni casi più urgenti. La Corte dà quindi un termine giorni anche alla parte resistente per decidere di costituirsi in giudizio. Dal momento, dunque dell'eventuale dichiarazione di ammissibilità passerebbero alcuni mesi per giungere alla trattazione nel merito del conflitto sollevato.
GLI EFFETTI - Se la Consulta dovesse riconoscere il ricorso fondato, il giudizio penale verrebbe travolto e il procedimento ripartirebbe secondo la legge costituzionale, che prevede l'autorizzazione a procedere in caso di reato ministeriale
La consulta fino ad oggi ha avuto un andamento piuttosto lineare nelle sue decisioni, non dando sponde alle cagate giuridiche partorite dai vari Ghedini, Alfano e via servendo. Dal momento che di tutte gli aborti prodotti questo è quello più deforme, non credo potrà mai passare.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
A me sta bene la solerzia, ma che venga usata anche e sopratutto quando riguarda tutte quelle norme che vanno a proteggere il premier a livello giuridico, per evitargli i processi e contraddicendo dunque la costituzionale uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini. In difetto, non vedo perchè non si possa abrogare anche una parte "transitoria" della costituzione stessa, che questo governo, quando ne ha interesse, già fa a pezzi.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Parla Barbara serra, l'inviata di Al Jazeera English
«La cosa più difficile? Spiegare
agli arabi che cos'è il bunga bunga»
«Questa storia è oro colato, Berlusconi interessa al mondo»
MILANO - Rovista nella borsa poi tira fuori il trucco a prova di sole, testa il microfono, si posiziona sotto il diffusore di luce, dà un'ultima occhiata alla posta sul cellulare e via... in onda su Al Jazeera English. Barbara Serra, milanese di nascita, 36 anni, è il volto di punta del network arabo con il compito di raccontare la surreale giornata del processo a Silvio Berlusconi nella quale la principale attività dei giornalisti era quella d'intervistare altri giornalisti. Barbara è solo una tra le centinaia di reporter e troupe straniere (120 accreditati) presenti davanti al Palazzo di Giustizia di Milano per la prima udienza del Rubygate.
Tutt'intorno colleghi australiani, canadesi, turchi e argentini. Unici assenti i giapponesi, già super impegnati sul fronte interno. E ora che il sipario si è chiuso, dopo solo sette minuti di udienza cronometrata, la maggior parte corre a Ventimiglia a caccia di migranti diretti in Francia per massimizzare le spese della trasferta. «È un po' difficile - esordisce Barbara Serra - raccontare all'estero i dettagli giudiziari di questa storia e soprattutto il vostro sistema giudiziario. Ad esempio da voi si sa già tutto prima. Da noi è impensabile. Sarei stata licenziata se avessi raccontato prima del processo una storia simile in Inghilterra. Ma questa vicenda va raccontata. Ritengo che "giornalisticamente" valga oro colato: ci sono i soldi, il potere e il sesso e poi accade tutto in Italia. Se fosse successo in Germania non so se avrebbe destato lo stesso interesse». La giornalista di Al Jazeera, che di recente conduce anche una trasmissione «Cosmo» su Raitre, confessa che la cosa più difficile è raccontare che cosa è il bunga bunga. «Non sono entrata nei dettagli, ho raccontato cosa si dice delle feste "particolari" a casa del primo ministro. L'Italia e Berlusconi - spiega - rivestono una posizione chiave, molto delicata anche per le recenti crisi mediorientali e per questo interessa al pubblico di Al Jazeera. Berlusconi dovrebbe dimettersi? Non so, posso solo dire che in Inghilterra questa situazione non sarebbe successa. Chi non si dimette mai, come si è visto, sono i leader dei paesi del nord Africa». E quando le si chiede se questa storia all'estero ha un impatto negativo per il nostro paese Barbara risponde: «Ciò che colpisce all'estero è l'impatto di queste notizie, la headline, e questa headline a mio giudizio può molto danneggiare il paese». Le donne e Berlusconi: come raccontare questa storia al mondo arabo? «Io mi considero una fiera femminista. Mi sorprende che in Italia le donne trovino accettabili cose che non lo sono. Questa storia però conferma tutti gli stereotipi negativi soprattutto quelli riferiti agli uomini italiani. Da italiana sono infastidita. Quanto succede è la prova che non tutto il mondo è paese perché questo non lo stiamo vedendo in altri paesi ma lo stiamo vedendo in Italia». Ci sarà alla prossima udienza, il 31 maggio? «Già vivo tra Fiumicino e Heathrow. Ma spero di tornare».
Ieri mi ha riempito il cuore quel prete che, intervistato ad Exit, ha detto che prega il padreterno affinchè venga un ictus a Berlusconi.
Padre, siamo con lei, preghi con inesauribile fervore per il lieto evento.
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popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Ieri mi ha riempito il cuore quel prete che, intervistato ad Exit, ha detto che prega il padreterno affinchè venga un ictus a Berlusconi.
Padre, siamo con lei, preghi con inesauribile fervore per il lieto evento.
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