Italiani: egli risorse a Natale

[jhon j]

Nel frattempo è stato intercettato parte del contenuto di una telefonata da Mubarak a Berlusconi:

"Aiutami, sono lo zio di Ruby"

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Mah...Quella foto fa riflettere e non è un bel vedere. Qualche secolo fa la Chiesa ci perse una intera nazione per non dare il permesso ad un re di divorziare. Oggi si dà la comunione in pubblico ad un noto divorziato, e questo non può non turbare la fede dei semplici e la ragione di chi vuol capire. Se quel prete avesse dimostrato più coraggio col potente di turno, avrebbe fatto una grande opera di apostolato ed un servizio alla Chiesa e alla comunità tutta. Come nella scena finale de "In nome del Papa Re" di Magni, ci sarebbe piaciuto vedere il prete che, all'accostarsi di Berlusconi, avesse detto quella frase che un grande Manfredi rivolse al gesuita nel film: no, a voi no. Ma, appunto, erano altri tempi, e ce ne accorgiamo giorno dopo giorno.

Sean purtroppo hai perfettamente ragione....

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eh?
perdona ma_75 e perdonami anche tu sean, ma non è che sia stata una comunione in una sperduta chiesetta o una foto rubata, né un evento imprevisto, se credete ad una chiesa così distratta siete davvero molto lontani dalla verità.
c'è una scelta precisa nel non rifiuto dell'eucarestia a berlusconi, la chiesa - e non quel prete, attenzione - la chiesa ha dichiarato che berlusconi continua ad essere il suo principale referente politico. ovviamente con quel che ne consegue. ed in nome della ragion di stato berlusconi può tranquillamente comunicarsi.

né vedo una "scomunica" in questo senso. berlusconi è - ancora - l'uomo della politica su cui il vaticano investe.

Ma io pensavo investisse nello IOR...

[Sean]

Non è la stessa cosa che diceva Machiavelli?

Machiavelli (con Guicciardini) più che alla disintegrazione del sistema guardava ad una riunificazione dello stesso (siamo a quel tempo in Italia, ricordiamolo, degli stati principeschi) sotto ad una oligarchia illuminata con a capo un princeps che avesse il compito di inserire il paese tra le grandi monarchie europee, formando così compiutamente, oltre al concetto di nazione che già era presente all'epoca, anche quello di Stato, ma, ecco la differenza con l'oggi, non avrebbe voluto un'altra forma statuale, ma semmai sviluppare sino ai massimi termini quella che già, particolareggiata, era presente. Qua invece parliamo (Freda e anche altri indicano) di una distruzione totale del sistema statuale odierno, partendo dal presupposto storico che nessun ordinamento può, senza tema di caduta, riformare se stesso. Va distrutto (o ne va auspicata la autodistruzione) dalle fondamenta, senza nulla da salvare - e difatti sessant'anni di regime democratico liberale ci fanno rendere conto che non resta nulla da salvare, nulla avendo costruito che sia degno di andare oltre l'oggi.

[ma_75]

Intanto B. è alla canna del gas. Oggi scrive una lettera al Corriere per chiedere all'opposizione di unirsi al governo per portare avanti le riforme. Una lusinga che nasconde una profonda disperazione. Speriamo nessuno ci caschi.

[salsa]

Intanto mentre gli altri ministri degli Esteri sono a lavoro per la crisi in Egitto, il caro Frattini se ne va a Sestola per una settimana bianca.....

[odisseo]

Intanto B. è alla canna del gas. Oggi scrive una lettera al Corriere per chiedere all'opposizione di unirsi al governo per portare avanti le riforme. Una lusinga che nasconde una profonda disperazione. Speriamo nessuno ci caschi.

una cosa stranissima,penso che un appello così all'opposizione non l'abbia mai fatto.

[Max_79]

http://www.unita.it/mondo/stampa-africana-scandalizzata-br-berlusconi-e-troppo-anche-per-noi-1.269103

Bye

[odisseo]

http://www.unita.it/mondo/stampa-africana-scandalizzata-br-berlusconi-e-troppo-anche-per-noi-1.269103

Bye

[Socio]

grottesco

[gorgone]

Intanto B. è alla canna del gas. Oggi scrive una lettera al Corriere per chiedere all'opposizione di unirsi al governo per portare avanti le riforme. Una lusinga che nasconde una profonda disperazione. Speriamo nessuno ci caschi.

una mossa geniale, mentre tutti parlano dei bunga-bunga, lui esce dall'angolo e parla di economia.
quello che tutti chiedono da mesi: basta! parliamo dell'italia.

l'ha fatto lui, non bersani, non fini.

(sì so che c'è una proposta amato sulla patrimoniale, ma chi l'ha sentito? cioè se dici una cosa e nessuno ti ascolta a che pro dirla?)

[sotiris]

avvilente

[Cl4ud]

metto un superlol simbolico, ne dovrei dispensare troppi altrimenti:






In fede,
Cl4ud

[600]

Machiavelli (con Guicciardini) più che alla disintegrazione del sistema guardava ad una riunificazione dello stesso (siamo a quel tempo in Italia, ricordiamolo, agli stati principeschi) sotto ad una oligarchia illuminata con a capo un princeps che avesse il compito di inserire il paese tra le grandi monarchie europee, formando così compiutamente, oltre al concetto di nazione che già era presente all'epoca, anche quello di Stato, ma, ecco la differenza con l'oggi, non avrebbe voluto un'altra forma statuale, ma semmai sviluppare sino ai massimi termini quella che già, particolareggiata, era presente. Qua invece parliamo (Freda e anche altri indicano) di una distruzione totale del sistema statuale odierno, partendo dal presupposto storico che nessun ordinamento può, senza tema di caduta, riformare se stesso. Va distrutto (o ne va auspicata la autodistruzione) dalle fondamenta, senza nulla da salvare - e difatti sessant'anni di regime democratico liberale ci fanno rendere conto che non resta nulla da salvare, nulla avendo costruito che sia degno di andare oltre l'oggi.

Parlavo del Machiavelli dei "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio" in cui dice (o dovrebbe dire, ho letto solo dei sunti) che esiste una sorta di ciclo politico naturale per cui il potere si muove da un'accentramento ben definito (Monarchia) a una delocalizzazione sempre maggiore, passa quindi per la Democrazia fino ad arrivare all'Anarchia. A questo punto la legge del più forte e il bisogno d'ordine farebbero prevalere qualche forza, e si ripartirebbe di nuovo dalla Monarchia.

Pur nell'estrema semplificazione, se questo modello può essere vagamente valido nel nostro caso non è difficile capire quale fase stiamo attraversando.

[Sean]

Parlavo del Machiavelli dei "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio" in cui dice (o dovrebbe dire, ho letto solo dei sunti) che esiste una sorta di ciclo politico naturale per cui il potere si muove da un'accentramento ben definito (Monarchia) a una delocalizzazione sempre maggiore, passa quindi per la Democrazia fino ad arrivare all'Anarchia. A questo punto la legge del più forte e il bisogno d'ordine farebbero prevalere qualche forza, e si ripartirebbe di nuovo dalla Monarchia.

Pur nell'estrema semplificazione, se questo modello può essere vagamente valido nel nostro caso non è difficile capire quale fase stiamo attraversando.

E' quello che successe a Roma, che passò da un Repubblica oramai senza soluzioni ed in crisi di sistema alla forma del principato. Qua non possiamo prevedere dove la degenerazione di questo ordine politico ci porterà. Possiamo misurare la malattia ma non gli sbocchi. Sta in cima a tutto la distruzione del sistema, per permettere al "nuovo" di farsi avanti. Come e in quali forme è tutto da vedere. E' certo che mentre anticamente una civiltà che presentiva di essere arrivata alla fine permetteva al seme rinnovatore di prendere il suo posto, ora abbiamo regimi che non si autoriformano, piantati sull'assolutezza di sistemi immutabili (anche la democrazia, secondo le carte statuali di chi la adotta, è un principio assoluto). Ecco perchè, pur nelle spinte disgregatrici, si tende a conservare il potere sino al parossismo. Ecco perchè Machiavelli (un'altra epoca) non potè mai immaginarsi una disintegrazione totale del sistema, ovvero quella che, sulla scorta di alcuni lucidi pensatori contemporanei, io auspico ogni giorno di più.

[germanomosconi]

è alla canna del gas

[Leonida]

Parlavo del Machiavelli dei "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio" in cui dice (o dovrebbe dire, ho letto solo dei sunti) che esiste una sorta di ciclo politico naturale per cui il potere si muove da un'accentramento ben definito (Monarchia) a una delocalizzazione sempre maggiore, passa quindi per la Democrazia fino ad arrivare all'Anarchia. A questo punto la legge del più forte e il bisogno d'ordine farebbero prevalere qualche forza, e si ripartirebbe di nuovo dalla Monarchia.

Pur nell'estrema semplificazione, se questo modello può essere vagamente valido nel nostro caso non è difficile capire quale fase stiamo attraversando.

un modello del tutto inapplicabile alla nostra complessa realtà.