Dalla Santa Sede avvertimeno a
Berlusconi: "Siamo preoccupati"
Bossi: "Il premier sia più cauto"
ROMA
Dopo una fase di eloquenti silenzi e l’uscita allo scoperto dei principali organi di stampa cattolici, gli argini sembrano essersi rotti e nel mondo della Chiesa crescono le voci di sconcerto sul Ruby-gate.
A scendere in campo è stato oggi il segretario di Stato Vaticano, cardinal Bertone: «La Santa Sede - spiega - segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana».
«Credo - ha aggiunto Bertone interpellato sul caso Ruby - che moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo». Il di Stato vaticano ha anche specificato che «la Santa Sede ha i suoi canali, le sue modalità di intervento e non fa dichiarazioni pubbliche». Bertone ha quindi espresso il suo richiamo a una maggiore moralità riprendendo l’appello già pronunciato sabato scorso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Città del Vaticano.
Bertone ha poi spiegato di condividere il «turbamento» sulla vicenda espresso da Napolitano. Intanto negli stessi minuti il capo dello Stato è tornato a far sentire la sua voice sulla vicenda, con una posizione netta. La crisi economica che ha investito il Paese richiede «una seria ed approfondita riflessione». In questo, sottolinea il Capo dello Stato in un messaggio agli organizzatori della presentazione del libro che raccoglie due discorsi del 1977 del segretario del Pc, Enrico Berlinguer, «si richiedono alle forze politiche, alle forze sociali, e a ogni cittadino, maggiore consapevolezza e sobrietà nei comportamenti individuali e collettivi».
Il caso Ruby continua a monopolizzare intanto lo scontro politico e aleggia lo spettro di elezioni anticipate. Oggi a dare manforte alla maggioranza alla Camera è arrivato il gruppo dei "responsabili", ex di Fli, Udc e Pd usciti dai rispettivi gruppi in occasione voto di fiducia del 14 dicembre. Per l’esecutivo però si profila una nuova tegola: anche il Terzo polo ha annunciato una mozione di sfiducia al ministro Sandro Bondi. Sul caso inteviene anche Bossi: «Berlusconi deve essere più cauto. Tutti insieme devono abbassare i toni. Anche i magistrati», dice il Senatùr conversando con i cronisti a Montecitorio. E di elezioni parla anche il Pd. Le parole di Berlusconi sui magistrati sono «un atto eversivo», ha detto Rosy Bindi. I premier «sta stracciando la costituzione. Se serve si va alle urne».
La giornata aveva fatto registrare anche una nuova dura presa di posizione di Avvenire. «Tensione altissima. Al livello di guardia», titola il quotidiano dei vescovi aprendo a tutta pagina sull'attacco a mezzo videomessaggio del premier ai giudici che vorrebbero processarlo. Il giornale pubblica integralmente il testo di un appello sul caso Ruby del Movimento politico dell'unità (a cui, come evidenzia lo stesso quotidiano dei vescovi, aderiscono parlamentari cattolici aderenti a gruppi di centrosinistra, centrodestra e centro), dal contenuto inequivocabile. «Il turbamento dell'opinione pubblica sottolineato dal Presidente della Repubblica per le gravi ipotesi di reato del premier - concussione e ricorso alla prostituzione minorile - è anche il nostro». Poi l'affondo: «Il disorientamento e lo sconcerto di tanta gente che continuamente ci avvicina è anche il nostro. Temiamo che questo ulteriore e possente colpo a credibilità e affidabuilità della classe politica nel suo complesso, possa determinare l'allontamento definitivo dalla partecipazione alla vita pubblica del Paese».
D'altra parte, lo stesso direttore di Avvenire Marco Tarquinio, in risposta alle domande di un lettore su un tema diverso dal caso Ruby, coglie l'occasione per tornare a sottolineare come in Italia "c'è urgenza di buoni esempi". «Abbiamo bisogno - scrive fra l'altro Tarquinio- di onestà ed equità in ogni ambito civile e politico. Di dire sempre con coraggio cristiano quando non siamo d'accordo. Dobbiamo avere la forza e la tenacia di remare controcorrente tutte le volte che necessario. E, meglio ancora, fare arginare e correggere correnti sbagliate». È di «un buon esempio che abbiamo bisogno tutti noi, in particolare i giovani». «I risultati dei cattivi esempi, dei cattivi maestri, della cattiva politica e della cattiva informazione sono sotto gli occhi di tutti», scrive il direttore: «Abbiamo bisogno di storie di fedeltà a un’idea chiara e giusta della vita e della famiglia. Abbiamo bisogno di testimoni di un consapevole e alto senso del lavoro e della contribuzione al bene comune, che è fatta di impegno, di pulizia, di onestà e di equità in ogni ambito civile e politico».
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