Originariamente Scritto da Leonida
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Italiani: egli risorse a Natale
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Originariamente Scritto da salsa Visualizza Messaggioquando vedo Prodi mi viene da ridere.........con quel viso è stato l'unico che alla fine ha fatto la festa al berlusca....
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Originariamente Scritto da RAS Visualizza MessaggioE' sicuro! Come è risaputo che dopo che si è seduto in macchina il nano si è cosparso la faccia di sangue finto precedentemente preparato, per poi riuscire fuori tutto insanguinato, appunto."Solo gli imbecilli non cambiano mai idea"
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Originariamente Scritto da RAS Visualizza MessaggioTutto sommato era migliore del berlusca, peccato per la cazzata dell'Indulto e per i loschi traffici con i cinesi.I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.
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Originariamente Scritto da RAS Visualizza MessaggioTutto sommato era migliore del berlusca, peccato per la cazzata dell'Indulto e per i loschi traffici con i cinesi.
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Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza MessaggioProdi poteva anche dirci che l'entrata nell'euro segnava la fine totale della nostra sovranità nazionale ,in particolare della sovranità economica e monetaria
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Originariamente Scritto da RAS Visualizza MessaggioQuesta qua:
non sapevo di ste cose, sono tecniche della polizia per far confusione all'interno dei gruppi rivoltosi??
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Originariamente Scritto da boss123 Visualizza Messaggiofigata..
non sapevo di ste cose, sono tecniche della polizia per far confusione all'interno dei gruppi rivoltosi??sigpic
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Originariamente Scritto da bersiker1980 Visualizza MessaggioBoss, hai davvero la stoffa del Parlamentare italianoB & B with a little weed
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Originariamente Scritto da boss123 Visualizza Messaggiofigata..
non sapevo di ste cose, sono tecniche della polizia per far confusione all'interno dei gruppi rivoltosi??Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggiono. gli infiltrati dovrebbero avere un compito di controllo , soprattutto nel caso in cui qualcosa rischia di degenerare, come nel caso del finanziere a terra.
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Si prova ad analizzare un pò il dopo. Romano:
Berlusconi, il peso della vittoria
Dovrà rinunciare ai lodi personali e alle polemiche nei confronti della magistratura
Berlusconi ha certamente vinto. Sarebbe assurdo negarlo e inutile disquisire con acrimonia, in questo momento, sul modo in cui ha sconfitto i suoi avversari. Ma la portata della vittoria e le sue conseguenze dovrebbero suggerire al vincitore qualche riflessione.
Alla vigilia del voto le posizioni dei due gruppi, all'interno del centrodestra, si erano considerevolmente avvicinate. Nessuno aveva rinunciato ai suoi argomenti polemici, ma tutti sembravano d'accordo sull'opportunità che Berlusconi continuasse a governare il Paese e sulla necessità di un governo diverso, per la sua composizione e il suo programma, da quello attuale. Il contrasto era sul modo in cui affrontare la seconda metà della legislatura. L'opposizione voleva che Berlusconi si dimettesse e il presidente del Consiglio rifiutava di piegarsi a tale richiesta. Il problema non era formale o procedurale. Le dimissioni, se Berlusconi fosse stato costretto a presentarle, avrebbero permesso a Fini e a Casini di affrontare i negoziati per la formazione del nuovo governo da posizioni di forza. Il presidente del Consiglio si è impuntato, ha scatenato una sorta di controffensiva e ha segnato il punto. La vittoria non è travolgente, ma la sconfitta dei suoi avversari è indiscutibile. Fini, in particolare, dovrà chiedersi se la sua presenza al vertice della Camera non abbia contribuito a rendere la sua azione meno credibile e convincente.
Ma il punto cruciale, quello che veramente interessa il Paese, è l'uso che Berlusconi intende fare della sua vittoria.
Credo che il presidente del Consiglio abbia di fronte a sé due strade. Può compiacersi del successo, infierire sugli sconfitti, lasciare le cose come stanno e dichiarare che governerà sino alla fine della legislatura. I tre voti di maggioranza non gli permetteranno di evitare gli innumerevoli trabocchetti che gli si apriranno sotto i piedi alla Camera e nelle commissioni, in gran parte delle quali la maggioranza non c'è. Ma gli forniranno l'occasione per sostenere che l'impotenza del governo è colpa delle opposizioni e di recitare di fronte agli elettori, se e quando riuscirà a ottenere lo scioglimento delle Camere, la parte del leader vilmente tradito. Il Paese, se Berlusconi adottasse questa linea, sarebbe condannato a un supplemento dell'indecoroso spettacolo a cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi: polemiche, litigi, sberleffi goliardici e una generale disattenzione per i problemi economici e finanziari che il Paese sta attraversando. Se vi saranno nuove elezioni in un tale clima, poco importa chi vince e chi perde. L'Italia ne uscirà certamente perdente.
La seconda strada è la ricomposizione della maggioranza su basi nuove. Oggi la prospettiva può sembrare improbabile, ma diverrà praticabile soltanto se Berlusconi saprà rinunciare ai lodi personali, alle polemiche contro la magistratura (quanto più attacca i magistrati tanto più allontana nel tempo la possibilità di una riforma), agli aspetti più discutibili della sua diplomazia personale. Non basta. Sul piatto dell'intesa dovrà esserci una nuova legge elettorale. Un realista come Berlusconi non può ignorare che quella con cui siamo andati alle urne ha prodotto risultati catastrofici, sia sul piano politico, sia su quello morale. Gli italiani sono stanchi di mandare in Parlamento gli «eletti» dei partiti e vogliono il diritto di scegliere.
Berlusconi ha vinto. Ma ogni vittoria può essere guastata dalle decisioni sbagliate del giorno dopo. Tocca a lui ora trasformare una vittoria personale in una vittoria del Paese.
E Franco:
Sulle macerie di Fli si rafforza l'asse fra la Lega e il premier
L'apertura all'Udc vela la corsa già in atto verso le elezioni anticipate
Se anche è probabile che da ieri le elezioni anticipate sono più vicine, Silvio Berlusconi non lo dà a vedere. E dopo avere umiliato Gianfranco Fini e il Fli nella resa dei conti parlamentare, ostenta una calma e una prudenza che dimostrano l'incertezza del governo. Il presidente del Consiglio assicura di essere pronto perfino a esaminare l'ipotesi di una crisi pilotata, per allargare il centrodestra all'Udc di Pier Ferdinando Casini, sebbene ridimensioni l'apertura spiegando che la Lega non sarebbe d'accordo. Conta sulla risacca finiana dopo la bruciante sconfitta di ieri a Senato e Camera. E nega il pericolo di una «sindrome Prodi», ovvero il rischio di avviarsi a un rapido logoramento a causa di un vantaggio risicato.
È un sopravvissuto cauto, quello che ieri ha presentato l'ultimo libro di Bruno Vespa: così cauto da non infierire sul presidente della Camera. Eppure, qualche punto fermo lo ha messo. Intanto, Berlusconi archivia qualunque alleanza con il Fli. Per lui il partito finiano non esiste più: possono esserci solo dei pentiti che ritornano nel Pdl. Secondo: l'asse con Umberto Bossi è più solido che mai. E il modo in cui il premier dice di discutere con Bossi lascia intuire un tandem convinto di rivincere le elezioni.
Il terzo punto è una riaffermazione del bipolarismo così netta da sconfinare in un sogno bipartitico: con la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento innalzata al 5 per cento, dal 4 attuale. Ma la preoccupazione di Berlusconi è di non dare l'impressione di volere andare alle urne. Il premier sostiene che a lui e a Bossi converrebbero, e che ne stanno discutendo, con la Lega tentata e per il momento frenata proprio da Palazzo Chigi. Se poi la situazione precipita, c'è Fini come capro espiatorio.
A spiegare il suo atteggiamento tutt'altro che trionfalistico sono i numeri parlamentari avari. È il timore che l'instabilità «armi» la speculazione finanziaria contro l'Italia. E ancora, il colloquio di ieri al Quirinale con Giorgio Napolitano, subito dopo avere ottenuto una fiducia preziosa ma risicata. Tre voti in più sono decisivi per andare avanti ancora un po', ma non per governare. E l'atteggiamento di Casini, secondo il quale Berlusconi non gli ha dato retta perché non si è dimesso, resta di chiusura netta. Ma si è aperta una fase nuova, che il centrodestra sente di poter gestire con maggiore tranquillità, nonostante tutto
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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