Posso dire oggi, in tempi non sospetti, che martedì Berlusconi avrà certamente la fiducia alla camera. Ancora una volta l'opposizione ha fatto la figura dei fessi. Ma stavolta il colpevole ha un nome e cognome: Napolitano. Se l'imbelle ometto del Quirinale non avesse-peraltro travalicando i suoi compiti-imposto di votare prima la finanziaria e poi la mozione di sfiducia già pronta, quanto andrà in scena martedì sarebbe avvenuto circa un mese fa e, allora, Berlusconi sarebbe stato sfiduciato senza alcun dubbio, dal momento che la compravendita non avrebbe avuto tempo di attuarsi e le posizioni sarebebro rimaste cristallizzate nella fotografia di un voto parlamentare. L'opposizione, per l'ennesima volta, ha peccato di ingenuità, accordandosi con Berlusconi su un principio (presunto) di superiore interesse dello stato. Ha, cioè, trattato Berlusconi come uno statista, invece che come un corruttore professionale. E lui, il nano sempreverde, li ha ripagati con l'unica moneta che conosce: quella falsa a truffaldina. Ha usato il mese in più per comprarsi quelle puttane in giacca e cravatta che aprono le cosce sui divanetti di Montecitorio.
La lezione non servirà nemmeno stavolta, non illudiamoci.
La lezione non servirà nemmeno stavolta, non illudiamoci.
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