Italiani: egli risorse a Natale

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  • ma_75
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    Vabbè ma Minzolini che parla di cultura è come Cicciolina che parla della castità.
    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
    ma_75@bodyweb.com

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    • ma_75
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      • Sep 2006
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      Per la cronaca Minzolini è uno di quei giornalisti italiani che non ha nemmeno la laurea.
      Non che a lui servisse, sia chiaro, dal momento che più che l'apertura mentale gli è servita la spanatura anale per fare carriera.
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • Cl4ud
        Bodyweb Senior
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        • Ceppaloni
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        Cl4ud

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        • ma_75
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          Ma solo a me Fini dà l'impressione di essersi calato le braghe del tutto?
          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
          ma_75@bodyweb.com

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          • VINICIUS
            Lo Sbloccafemmine
            • Jun 2005
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            • Sicilia
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            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
            Ma solo a me Fini dà l'impressione di essersi calato le braghe del tutto?
            Fini le braghe le ha calate, ma sostanzialmente dinnanzi alla famiglia Tulliani. E' talmente schiavo del pelo (!) che ha sopportato i silenzi del cognatino rampante. La cosa più verosimile è che proprio il cognatino gliel'abbia messa in quel posto come faceva regolarmente quando era il cognatino di Gaucci. Il lupo perde il pelo ma il vizio lo conserva...

            Fa bene Scalfari a chiedere a Fini di scegliere tra Stato e Famiglia. Fini dimostri di esser in buona fede sfanculando il Tullianos e se necessario anche la compagna.

            Per quanto riguarda Berlusconi, io credo che le braghe di Fini stiano ancora su. Ha appena dichiarato che la lealtà verso il premier non esiste più, che è pronto alla crisi, soprattutto adesso che il premier ha deciso di inserire il processo breve e la legge sulle intercettazioni fra le sue nuove priorità. Lo scontro mi appare inevitabile, credo che nei prossimi giorni (dopo il discorso di mercoledì) inizierà il processo irreversibile che porterà alla crisi di governo.
            Ciao.

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            • odisseo
              Bodyweb Senior
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              YouTube - Beppe Grillo - Woodstock 5 Stelle: intervento di Marco Travaglio
              "
              Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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              • ma_75
                Super Moderator
                • Sep 2006
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                A

                Ecco il contratto della compravendita
                Peones ingaggiati con 10mila euro


                Nel 2008 due ex leghisti premiati dal Pdl per le trame anti-Prodi: Pottino e Gabana non furono rieletti, ma in compenso ottennero uno stipendio mensile. Il ministro Elio Vito fu determinante nell'opera di convincimento di CARMELO LOPAPA

                Marco Pottino

                ROMA - A proposito di calciomercato. Non c'è solo l'acquisto plateale e smaccato del deputato in carica, alla vigilia di un voto decisivo. Ci sono accordi e garanzie, sistemi e metodi tali da assicurare il presente e anche il futuro della pedina che si rende disponibile. Non necessariamente un seggio, magari un contratto ad personam. Con soldi sonanti. Tanti. Un tot al mese. Poco meno di quanti la pedina ne avrebbe guadagnati da parlamentare in carica. Di un paio di quei contratti Repubblica adesso è venuta in possesso.

                Qual è il metodo? Quale il sistema? Come funziona il mercato da Transatlantico nel reame di Silvio Berlusconi, laddove tutto ha un prezzo, tutto una ricompensa? Lo ricostruiamo attraverso la storia di due oscuri peones, ligi ex onorevoli del Nord-Est. Transitati dalla Lega al gruppo misto nella passata legislatura, alla fine del 2006, nel pieno del biennio ballerino del governo Prodi. Quando ogni singolo senatore diventa determinante per la tenuta dell'esecutivo e in tanti vengono contesi, corteggiati, lusingati. In qualche caso forse convinti con ragioni a cinque zeri. Dopo aver rotto con la Lega in Friuli per beghe locali, Marco Pottino, allora deputato, classe '74, e Albertino Gabana, allora senatore, classe '54 (entrambi di Pordenone) dopo un anno di navigazione a vista nel gruppo misto, vengono "convertiti" a fine 2007 al credo berlusconiano. Per essere acquisiti infine al gruppo forzista. Sono le settimane in cui l'esecutivo del Professore già vacilla. E il senatore Gabana in più di un'occasione vota con quella maggioranza, in un Palazzo Madama trasformato ormai in una casbah. Poco influente Pottino a Montecitorio, ma strategico Gabana per tentare la spallata. I due però camminano insieme. Inseparabili. I messi del Cavaliere sanno che il "pacchetto" va acquisito in tandem. Entrambi vengono avvicinati, lusingati, compiaciuti. Elio Vito, attuale ministro dei Rapporti con il Parlamento - rivela in particolare Pottino nel colloquio telefonico con Repubblica - è il più convincente.

                ASCOLTA L'INTERVISTA TELEFONICA 1

                La contropartita? Dentro il Pdl raccontano come in quegli ultimi giorni della Pompei prodiana, Berlusconi chieda all'alleato Bossi il via libera per tentare l'operazione aggancio. E di come la manovra sia stata accordata dal Senatur, a patto che i due "ex" del Carroccio non vengano poi rieletti. Clausola che il Cavaliere, o chi per lui, mette subito in chiaro ai due, nel momento in cui viene prospettato il passaggio e la fittizia candidatura alle successive politiche (poi precipitate da lì a tre mesi). Ma allora che interesse avrebbero avuto i peones ad accettare l'offerta? Transitare per poi perdere il seggio? È qui che scatta la rete di protezione. La garanzia per entrambi, qualora non eletti, di mantenere comunque lo status economico da parlamentare, magari con una consulenza ad hoc.

                I fatti. Succede che, alle Politiche del 2008, tanto il giovane Pottino quanto il cinquantenne Gabana vengono candidati insieme alla Camera, lista Pdl, collegio del natio Friuli. Puntualmente non la spuntano: risultano primo e secondo dei non eletti. E accade che nel dicembre 2008, pochi mesi dopo l'inizio della legislatura, entrambi stipulino due distinti "contratti di lavoro a progetto" con il gruppo Pdl di Montecitorio, "in persona del suo presidente, Fabrizio Cicchitto", con tanto di firma in calce. Durata (art. 5 del contratto): a partire dal gennaio 2009 e "fino al termine della XVI legislatura". Compenso (art. 6): "Complessivi 120.516 euro annui al lordo delle ritenute", da corrispondere "in dodici rate di 10.043 euro". Né più né meno che l'indennità sommata alla diaria di cui godono gli onorevoli. Mancano all'appello solo i 4 mila del rimborso spese per portaborse. Bingo! Professionisti da gratificare per i servigi e la dedizione, consulenti meritevoli ("Considerevoli esperienze professionali nell'ambito delle comunicazioni istituzionali" è l'identica motivazione nei due contratti), da impiegare al gruppo. Il tutto, con soldi pubblici, i budget messi a disposizione dalla Camera, quattrini del contribuente.

                Ma si dà il caso che a Montecitorio, al gruppo Pdl, di loro non vi sia traccia (se non al libro paga). "Non risultano nei nostri elenchi, è sicuro che lavorino qui?" risponde la segretaria interpellata. "Forse potete provare al partito". Ma la risposta non cambia quando vengono contattati gli uffici di via dell'Umiltà. Repubblica rintraccia Gabana e Pottino al telefono a Pordenone. I due ex leghisti, oggi pidiellini militanti, forniscono nella sostanza la medesima spiegazione. Confermano di avere quel rapporto di consulenza ma negano la compravendita: "Non siamo stati affatto comprati, provenivamo già dal centrodestra". E ammettono di andare poco a Roma: "Ma solo perché è meglio lavorare qui in Friuli, ci dedichiamo alla costruzione del partito. Proveniamo dal Carroccio e chi meglio di noi sa come si lavora sul territorio?".








                Ma sì, preoccupiamoci della casa a Montecarlo quando Berlusconi, dopo le troje e i magistrati, si è comprato anche i parlamentari.
                E non si farà nemmeno un giorno di galera questo maiale.
                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                ma_75@bodyweb.com

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                • Leonida
                  Filosofo del *****
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                  cioè questi si chiamano davvero Pottino e Gabana. non ci voglio credere. troppo facile .
                  Originariamente Scritto da gorgone
                  è plotino la chiave universale per le vagine
                  Originariamente Scritto da gorgone
                  secondo me sono pazzi.

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                  • Psoas
                    Bodyweb Advanced
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                    Il Pdl va alla conta: "Chiediamo la fiducia"
                    Fli: "Sì al programma". Defezioni da Api e Udc


                    La decisione sul voto alla Camera annunciata dal ministro Vito. Berlusconi: "Facciamo chiarezza". I finiani: "D'accordo solo su punti che non esulino dagli accordi di governo". Cinque deputati lasciano Casini e due Rutelli (tra cui Calearo) passando al gruppo misto

                    ROMA - Il governo decide di andare alla conta e dal vertice del Pdl con Berlusconi esce la decisione di chiedere la fiducia sul discorso del premier di domattina. Tutto questo mentre si consumano gli ultimi cambi di casacca: ben sette deputati - 5 dall'Udc e due dall'Api - si sono iscritti al gruppo misto. E i finiani rimandano a domani ogni decisione su quale linea adottare anche se, avvertono, se la fiducia sarà messa su cose che esulano dai cinque punti del programma, Futuro e Libertà non voterà.

                    "Silvio Berlusconi ha convocato per domattina il Consiglio dei Ministri per porre la questione di fiducia" alla Camera dopo il suo intervento, ha riferito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. Una decisione, riferiscono alcuni dei partecipanti al vertice a palazzo Grazioli, motivata dallo stesso premier come una necessità per fare chiarezza, da privilegiare rispetto a un mero calcolo numerico. Infatti se la decisione, come sembrava alla vigilia, fosse ricaduta su una risoluzione sarebbe stato più semplice drenare voti da eventuali esterni.

                    Al momento, viene spiegato, non è ancora stato deciso quale sarà il dispositivo su cui si chiederà la fiducia. Alcuni dei partecipanti al vertice con Berlusconi riferiscono che la scelta di porre la fiducia sia stata dettata anche dalla volontà di evitare che domani ci possano essere diversi voti su parti separate e anche diversi documenti, alla luce delle indiscrezioni che ipotizzavano la presentazione di un documento alternativo da parte dei finiani.

                    Ma la scelta sembra avere ricompattato il Fli, che rimanda ogni decisione a dopo il discorso alla Camera. Ma precisa che voterà solo i punti contenuti nel programma di governo. Quasi una minaccia che Fabio Granata spiega così: "Se nella fiducia ci mettono cose che non sono nel programma, noi non la votiamo perché non è una fiducia verso il premier ma verso il programma". Detto questo, Granata osserva che il porre la fiducia "non è una scelta improntata a una grande sicurezza sui numeri. Dà l'idea che, forse, ancora una volta si tratta di calcoli sbagliati". E comunque, "non si può andare avanti solo con una maggioranza numerica - conclude - serve una maggioranza politica".

                    Il tema principale del confronto tra Pdl e Fli resta la riforma della giustizia. I finiani sono disposti a votare una nuova versione del Lodo Alfano inserito in una riforma costituzionale ma continuano a dire no al processo breve o ad altre soluzioni legislative per garantire la non processabilità del presidente del Consiglio e delle altre alte cariche dello Stato nel periodo in cui esercitano le loro funzioni elettive.

                    Intanto sono sette i deputati passati al gruppo misto. I dissidenti siciliani dell'Udc che hanno lasciato il gruppo guidato da Pier Ferdinando Casini (che voterà no al governo) sono Calogero Mannino, Saverio Romano, Giuseppe Drago, Giuseppe Ruvolo e Michele Pisacane che daranno vita a una componente del misto che si chiamerà 'popolari per l'italia'.

                    Rottura anche tra Massimo Calero e Bruno Cesario e l'Api di Rutelli. I due hanno deciso di lasciare il partito e restare nel gruppo misto. Ironico il saluto del partito di Rutelli a Calearo (eletto nelle liste del Pd): "Auguriamo di buona fortuna a Calearo che ha confermato nella riunione del gruppo la sua speranza di diventare ministro con Berlusconi".



                    Domani scopriremo se lo schifoso mercato delle vacche di Berlusconi ha portato i suoi frutti.
                    "Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" (Gandhi)

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                    • Sartorio
                      Non utente di Bodyweb
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                      I finiani hanno già detto che voteranno la fiducia.
                      Originariamente Scritto da gorgone
                      il capitalismo vive delle proprie crisi.

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                      • odisseo
                        Bodyweb Senior
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                        Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                        I finiani hanno già detto che voteranno la fiducia.
                        Bossi chiedeva 316 parlamentari esclusi i Finiani,altrimenti la Lega farebbe cadere il governo
                        Last edited by odisseo; 28-09-2010, 18:47:01.
                        "
                        Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                        • ikuape86
                          L' oristanese pizzaiolo
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                          Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                          I finiani hanno già detto che voteranno la fiducia.

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                          • VINICIUS
                            Lo Sbloccafemmine
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                            Ciao.

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                            • Sartorio
                              Non utente di Bodyweb
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                              Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
                              Bossi chiedeva 316 parlamentari esclusi i Finiani,altrimenti la Lega farebbe cadere il governo
                              Non mi aspetto colpi di scena per domani, Bossi non farà cadere il governo con la fiducia.
                              Originariamente Scritto da gorgone
                              il capitalismo vive delle proprie crisi.

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                              • ma_75
                                Super Moderator
                                • Sep 2006
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                                Ancora una volta ottimo Veltroni. Candida Calearo "l'imprenditore del PD" e quello, alla prima occasione, passa con Berlusconi.
                                Faina.
                                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                                ma_75@bodyweb.com

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