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Italiani: egli risorse a Natale

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    azz," giacimenti culturali "come valore portante della produzione in epoca di globalizzazione. avrà letto virno. comunista.
    Originariamente Scritto da gorgone
    è plotino la chiave universale per le vagine
    Originariamente Scritto da gorgone
    secondo me sono pazzi.

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      Queste sono buone maniere

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        vabè, quelle forse sono un altro tipo di corna...
        Originariamente Scritto da gorgone
        è plotino la chiave universale per le vagine
        Originariamente Scritto da gorgone
        secondo me sono pazzi.

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          Ps Ma Fini sta da una vita con Berlusconi e se lo s******* solo ora?? Prima non se n'era accorto? Guardate su La7, sta lanciando centinaia di frecciatine al Nano

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            ok ha detto " italia onesta", è un uomo finito.
            Originariamente Scritto da gorgone
            è plotino la chiave universale per le vagine
            Originariamente Scritto da gorgone
            secondo me sono pazzi.

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              Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
              ok ha detto " italia onesta", è un uomo finito.

              "in tutto il mondo al capo del governo e' consentito governare senza interferenze da parte della magistratura"
              B & B with a little weed










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                Grande discorso di Fini. Fa più opposizione da solo di tutto il PD.
                L'unica critica che gli si può muovere è dove sia stato negli ultimi 15 anni, ma la politica è fatta di compromessi, si sa.
                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                ma_75@bodyweb.com

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                  CAPEZZONE - Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, ha definito deludente il discorso di Gianfranco Fini. «Nessuna spiegazione convincente sulle vicende che lo riguardano; antiberlusconismo costante e quasi ossessivo; insulti e offese contro il Pdl e contro la stampa che a Fini non piace».all'intervento del presidente della Camera a Mirabello. «Con queste provocazioni», aggiunge Capezzone, «non si va lontano. Gli italiani potranno presto vedere se, dopo queste pessime parole, i parlamentari vicini a Fini avranno la lealtà di rispettare il mandato ricevuto dagli elettori, e se voteranno o no i provvedimenti del Governo. Ma questi attacchi costanti contro Pdl, Governo e maggioranza», conclude il portavoce del Pdl, «non promettono nulla di buono, e confermano la deriva dei mesi passati». STRACQUADANIO - «Con questo discorso Fini fonda di fatto un nuovo partito che si presenterà, come ha annunciato, alle elezioni amministrative. È evidente che la coerenza e il rispetto delle istituzioni che Fini esige dagli altri dovrebbero portarlo alle dimissioni da presidente della Camera, incarico a cui è stato eletto in tutt'altro contesto politico. È questa la prima prova della serietà dell'uomo». È quanto afferma in una nota il parlamentare del Pdl, Giorgio Stracquadanio.
                  DI PIETRO - «Caro Fini, non puoi giocare a fare il furbo. O stai all'opposizione o al governo. Hai fatto un discorso che faccio io tutti i giorni, sul conflitto di interessi, su tutta l'accozzaglia "stranamore" che circonda Berlusconi. E quindi? Resti in maggiornza e approvi i cinque punti. Non fare il furbo, fai una scelta». Così Antonio Di Pietro, leader di Idv, nei primi commenti del tg de La7 al discorso di Gianfranco Fini.
                  GASPARRI - Dai microfoni del Tg1, il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri ha criticando «l'incoerenza di alcune affermazioni francamente ridicole. L'etica prima di essere citata va praticata rispondendo ai giornali. «Fini oggi ha fatto un frullatore». «Su alcuni temi molto delicati -aggiunge il capogruppo apalazzo Madama- Fini deve dare risposte. Ha proposto un codice etico, ma allora bisogna anche rispondere a delle domande che vengono poste». Quanto ai colonnelli che 'hanno cambiato generalè, Gasparri replica: «Noi siamo coerenti sui contenuti e abbiamo un progetto politico, quello di un grande pèartito di centrodestra. Lui lo ha abbandonato da tempo, con continue giravolte. E comunque meglio i colonnelli che i cognati...».
                  CASTELLI - «Schiacchiati sulla Lega? è una banalità, finiamola con questa storia. Noi non abbiamo fatto altro che portare avanti il programma di governo». Roberto Castelli, viceministro leghista alle Infrastrutture, commentando un passaggio del discorso di Gianfranco Fini, in cui, sottolinenado la necessità di un patto di legislatura, il presidente della Camera diceva basta acquiescenza da parte del Pdl verso la Lega Nord. «Oggi a Mirabello -rimarca Castelli- nasce un nuovo partito che si propone come facente parte dell'attuale maggioranza di governo. Vediamo se concretamente sarà compatibile con la Lega e il Pdl. Prevedo una dura vita in Parlamento».
                  NAPOLI (PDL) - «Il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello ha indicato un orizzonte ben chiaro: il voto anticipato. Il presidente della Camera ha rivendicato per sé il copyright del Pdl spingendosi a dire che senza di lui il Pdl non esiste più. Ha attaccato il governo su tutto il fronte: dalla politica economica a quella sociale alla politica estera. Mi sembrano del tutto ipocriti e farisaici i suoi riconoscimenti alle cose ben fatte dall’esecutivo visto che ha elencato soltanto le insufficienze e le inadeguatezze». Lo dichiara Osvaldo Napoli, vice capogruppo del Pdl alla Camera.
                  MPI - «Questione giovanile, occupazione e meritocrazia per i nostri figli? Tutto vero, da Fini una bella lezione di ipocrisia: il cognato l'ha risolto bene il problema e vive a Montecarlo a prezzi stracciati. Le pagherà le tasse poi?», afferma Fabio Sabbatani Schiuma, coordinatore regionale del Lazio e membro dell'Esecutivo nazionale del Movimento per l'Italia con Daniela Santanchè - Pdl. «Per il resto - conclude Schiuma - la solita sagra delle ovvietà, nessuna parola sulle società offshore e la richiesta di libertà di espressione: come se in Alleanza nazionale ciò fosse stato possibile».
                  STORACE - Si è conclusa a Ponte Buggianese nel pistoiese la Festa nazionale della Destra. Tema ricorrente dei comizi finali è stato l’avversione per Gianfranco Fini. «Fini sta facendo il gioco del cerino col suo partito nuovo - accusa Francesco Storace -. Non sono io che me ne vado ma sono loro che mi cacciano. Allora fossi Berlusconi lo caccerei subito». Tutte queste ipotesi che, secondo Storace, Gianfranco Fini lascia ancora aperte fanno dire al leader della Destra che a Mirabello «Fini ha fatto un comizio in politichese».

                  Capezzone: «Soltanto insulti e antiberlusconismo» - Corriere della Sera
                  "
                  Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                    Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                    Grande discorso di Fini. Fa più opposizione da solo di tutto il PD.
                    L'unica critica che gli si può muovere è dove sia stato negli ultimi 15 anni, ma la politica è fatta di compromessi, si sa.

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                      Su Fini continuo a pensarla come il buon Renzi: chi passa da LePen e Almirante a Barbareschi e la Tulliani non è degno di stima a prescindere.

                      Alla fine ora gli riesce facile fare il ruggito del coniglio perchè l'hanno cannato, ma quando il Nano gli assicurava la poltrona era connivente come tutti gli altri....

                      Si fotta lui e il suo staff che, se solo non avessere scoperto per obbligo l'antiberlusconismo, sareste anche voi a prendere per i fondelli (Barbareschi, Bocchino, Granata...pietà...)


                      Tessera N° 6

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                        Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                        Su Fini continuo a pensarla come il buon Renzi: chi passa da LePen e Almirante a Barbareschi e la Tulliani non è degno di stima a prescindere.

                        Alla fine ora gli riesce facile fare il ruggito del coniglio perchè l'hanno cannato, ma quando il Nano gli assicurava la poltrona era connivente come tutti gli altri....

                        Si fotta lui e il suo staff che, se solo non avessere scoperto per obbligo l'antiberlusconismo, sareste anche voi a prendere per i fondelli (Barbareschi, Bocchino, Granata...pietà...)
                        Purtroppo questo è pure vero

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                          Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                          Su Fini continuo a pensarla come il buon Renzi: chi passa da LePen e Almirante a Barbareschi e la Tulliani non è degno di stima a prescindere.

                          Alla fine ora gli riesce facile fare il ruggito del coniglio perchè l'hanno cannato, ma quando il Nano gli assicurava la poltrona era connivente come tutti gli altri....

                          Si fotta lui e il suo staff che, se solo non avessere scoperto per obbligo l'antiberlusconismo, sareste anche voi a prendere per i fondelli (Barbareschi, Bocchino, Granata...pietà...)
                          qui su Bocchino non ci siamo mai risparmiati
                          Last edited by odisseo; 05-09-2010, 20:45:36.
                          "
                          Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                            Il discorso di Fini:

                            GARANTISMO - Una delle «questioni forse più spinose» che ha visto contrapposti i due fondatori del Pdl è la questione della giustizia. Ne è convinto il presidente della Camera Gianfranco Fini che da Mirabello si rivolge a Berlusconi. «Il garantismo - dice Fini - è un principio sacrosanto, ma mai può essere considerato come una sorta di impunità permanente". Deve essere, infatti, garantita la "condizione che processi si svolgano e si concludano" e che "si accertino se ci sono responsabilità"». «La Magistratura - aggiunge il co-fondatore del Pdl - è caposaldo della democrazia italiana».


                            IL PARLAMENTO - «Il Parlamento non può essere una sorta di dependance del governo» ha detto Fini aggiungendo: «Ci vuole rispetto delle istituzioni e per questo saluto il capo dello Stato che è un punto di riferimento della nostra Costituzione». Quindi Fini ha chiosato: «Governare non può mai significare in alcun modo comandare. Governare è comprendere le ragioni altrui e garantire equilibrio tra i poteri». E «chi ha responsabilità istituzionali deve rispettare tutte le altre istituzioni, a partire dal Capo dello Stato, che è un punto di riferimento». «Bisogna dire chiaramente che la magistratura è un caposaldo della democrazia italiana».



                            BERLUSCONI - «Berlusconi ha tanti meriti, ma anche qualche difetto: in primo luogo di non aver ben compreso che in una democrazia liberale non può esserci l'eresia, perché non c'è l'ortodossia. Siamo tutti grati a Berlusconi, e lo dico senza ironia, per quello che ha fato soprattutto nel 1994 per fermare la "gioiosa macchina da guerra", ma la gratitudine non può significare che ogni volta che si indica una strada diversa si incorre in una "lesa maestà"». «Non ci può essere una lesa maestà perché non c'è un popolo di sudditi ma di cittadini», ha aggiunto Fini. Ma «governare non può mai, in alcun modo, significare comandare» dice Fini rispondendo a quanti lo hanno accusato di «stillicidio di dissenso» per aver criticato certi atteggiamenti del premier. Piuttosto, conclude, «significa garantire equilibrio tra i poteri e garantire le ragioni altrui». Poi l'attacco ai telegiornali: «I telegiornali, salvo nobili eccezioni, sembrano fotocopie dei fogli d'ordine del Pdl».


                            PDL - Fini ha decretato la morte del Pdl. «Il Popolo della libertà non c'è più», ha detto il presidente della Camera dalla festa di Mirabello. Dunque, «non potrà accadere che Futuro e libertà possa rientrare in ciò che non c'e più», ha sottolineato, «ora si va avanti». Attualmente, ha aggiunto, «c'è il partito del predellino, ma il Popolo della libertà non c'è più. È in qualche modo Forza italia che si è allargato». «Il Pdl come lo avevamo immaginato e conosciuto non esiste più, è finito il 29 luglio». La data si riferisce alla riunione dell'ufficio di presidenza che lo ha di fatto espulso dal partito. «Il Pdl non può essere derubricato a contorno del leader, un grande partito deve essere qualcosa di più del coro dei plaudenti». Un grande partito liberale, aggiunge il presidente della Camera, «deve essere una fucina di idee, un polmone che respira e che dà ossigeno anche all'intera azione del governo». E allora, sottolinea, «rivendicare il diritto di avanzare delle proposte, la necessità di esprimere delle critiche, di svolgere delle analisi e fare delle valutazioni non può essere frazionismo, boicottaggio, controcanto. È piuttosto democrazia interna, altro che teatrino della politica». Invece il «Fli non è An in sedicesimo. Chi lo pensa non ha capito nulla: Fli è lo spirito autentico del sogno Pdl. È pensare che la transizione possa finire».



                            METODO BOFFO - «Si va avanti senza farci intimidire da quello che è stato il "metodo Boffo" messo in campo da alcuni giornali che dovrebbero essere, pensate un po', il biglietto d'amore del partito dell'amore; noi non ci facciamo intimidire perché di intimidazioni ne abbiamo vissute ben altre. Non ci facciamo intimidire da campagne paranoiche e patetiche». «Ho fiducia nella magistratura e aspettiamo che sia la magistratura a stabilire le responsabilità». Poi il leader di Fli ha aggiunto: «Vado avanti nonostante gli attacchi infami, non tanto contro la mia persona, ma contro la mia famiglia. Una cosa tipica degli infami. La campagna estiva di alcuni giornali del centrodestra è stata il tentativo di dar vita ad un'autentica lapidazione di tipo islamico contro la mia famiglia». Il presidente della Camera ha aggiunto: «Questi giornali sono «il biglietto da visita del partito dell'amore. Immaginiamo cosa scriverebbero se diventassero un po' meno amichevoli».


                            PATTO DI LEGISLATURA - «Si va avanti - dice il presidente della Camera

                            dal palco di Mirabello - senza ribaltoni o ribaltini, senza cambi di campo. E senza atteggiamenti che possano dare in alcun modo agli elettori la sensazione che noi si abbia raccolto voti nel centrodestra per poi portarli da qualche altra parte». Ma si va avanti, avverte Fini, «convinti della necessità di onorare quel patto con gli elettori, ma fino in fondo, senza magari aggiungerci qualche parte che nel programma non c'era e che invece diventa un'emergenza». «Sosterremo lealmente quei punti» che il premier presenterà alle Camere, «ma noi chiederemo, e non dovrà esserci negato, di discutere di come si traducono in realtà i titoli delle riforme». «Avanzeremo in Parlamento con spirito costruttivo le nostre proposte. Non per remare contro, ma per far camminare il governo più veloce». Poi il leader di Fli ha aggiunto: «Cercheremo di dar vita a quello che è stato chiamato un patto di legislatura per arrivare al termine dei 5 anni e riempire di fatti concreti gli anni che separano dal voto. Un nuovo patto di legislatura che non sia un tavolo a due gambe. Dov'è finito quel punto del programma -domanda- dove si prevedeva l'abolizione delle province? E quello che riguardava la privatizzazione e liberalizzazione delle municipalizzate?». «Berlusconi - si dice poi convinto Fini- metterà da parte l'ostracismo perché noi non ci fermiamo e andiamo avanti. Ha ben compreso che non servono a nulla gli ultimatum». «Berlusconi - fa notare ancora - ha diritto di governare perché scelto dagli elettori. E pensare a scorciatoie giudiziarie per toglierlo di mezzo è una lesione alla sovranità dello Stato».


                            BOSSI - «Bossi - ha detto Fini - è un leader popolare, abbiamo polemizzato tante volte, solo chi non conosce la storia oltre che la geografia può pensare che la Padania esista davvero. Ma capisce che quella bandiera che alzato per primo, fra lo scetticismo e l'ironia, quella del federalismo oggi può essere bandiera che determinerebbe il compimento di una missione storica. Quel federalismo è possibile solo se è nell'interesse di tutta Italia non solo in quella della parte più progredita. Nella commissione bicamerale che dovrà verificare i decreti attuativi del federalismo fiscale dovremmo discutere e non lasciare la discussione all'asse Tremonti-Calderoli» La riforma del federalismo fiscale in questo senso deve servire, secondo Fini «per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia». «Il federalismo è possibile solo se sarà fatto» nell'interesse di tutta l'Italia, non soltanto nella parte più sviluppata del Paese. Bossi sa che è possibile realizzare il federalismo, ma solo se nell'interesse generale» e se non è «a scapito del Mezzogiorno».


                            GIUSTIZIA - «Io non sarò mai contrario al lodo Alfano o al legittimo impedimento». Poi il leader di Fli ha aggiunto: «Berlusconi ha il diritto di governare senza che una parte della magistratura lo possa mettere fuorigioco. Ma quel simpatico dottor "Stranamore" che è l'onorevole Ghedini non deve trovare una soluzione purché sia. Dobbiamo lavorare non ad una legge "ad personam", ma per una legge, come in altri paesi d'Europa per tutelare la figura del capo del governo. E quindi non la cancellazione dei processi, ma la sospensione». Infine conclude: «La riforma va fatta per garantire gli onesti. Tutti vogliono che i processi si concludano in tempi brevi, ma la cosa inaccettabile è che una volta definiti i tempi congrui, li si renda retroattivi, lasciando così le parti lese e le vittime con un pugno di mosche in mano».


                            LEGGE ELETTORALE - «Gli italiani hanno il diritto di scegliere non solo il premier ma anche i loro parlamentari». Con questa frase Fini apre alla riforma della legge elettorale. «Poi discuteremo come, se con il collegio o la preferenza, ma è un diritto degli italiani», ha aggiunto Fini, che ha sottolineato il suo «mea culpa, perché a quella legge ho contribuito anche io» ma sono «vergognose le liste ’prendere o lasciare’».



                            MINISTRO SVILUPPO ECONOMICO - Gianfranco Fini ha criticato il lungo interim di Silvio Berlusconi alla testa del ministero dello Sviluppo economico. «In quale altro Paese manca un ministro dello Sviluppo economico?», ha detto il presidente della Camera dal palco della festa di Mirabello. Nonostante il "ghe pensi mi", aspettiamo ancora che l'oracolo di Delfi si pronunci sul ministro dello Sviluppo Economico».


                            ECONOMIA - «Fli deve anche fare tutto il possibile per affiancare ai soliti due temi, federalismo e giustizia, anche altri temi come quello di far ripartire l'economia. Anche per essere coerenti con il monito del capo dello Stato e delle imprese». Poi il leader di Fli ha aggiunto: «C'è un'Italia preoccupata e sfibrata. L'ottimismo non è solo la forza della volontà. L'ottimismo si deve tradurre nella capacità di fare la riforme. Il nostro governo ha ben fermato la crisi, ma oggi dobbiamo far ripartire l'economia. Non basta che i nostri conti pubblici tengono. Dobbiamo far ripartire l'economia. Come? Facendo le riforme che erano nel programma originario del Pdl. Riforme che portino una sintesi, ad un nuovo patto tra il capitale e il lavoro. Mettendo i produttori di ricchezza dalla stessa parte della barricata». Poi ha rilanciato «la grande assise del mondo del lavoro». «Se nell'ambito di cinque punti si deve ridurre carico fiscale, la proposta che noi facciamo è: interveniamo sul quoziente familiare per far sì che chi ha figli, anziani e disabili a carico abbia un peso fiscale minore», puntualizza Fini.


                            ETICA - «Chiamo a raccolta l'Italia che lavora che è poi l'Italia onesta», ha detto Fini: «L'Italia onesta è quella dell'etica del dovere: quella dell'etica che un padre insegna ad un figlio. Il senso del dovere, di appartenenza e civico». Per Fini «non bisogna avere paura di aiutare i più deboli. Sono i deboli che hanno bisogno di garanzie e non i più forti. Questo per me è il centrodestra e della politica con la p maiuscola». L'ex leader di An ha quindi rilanciato l'idea di un «codice etico» per gli incarichi pubblici.


                            LA CONCLUSIONE - «Ridiamo un senso alla politica e andiamo avanti nel nome delle nostre idee». Così Fini ha concluso il suo intervento, durato circa un'ora e mezza. «Quando avevamo 18-20 anni, quando nessuno pensava che saremmo entrati in Parlamento e avremmo ricoperto cariche istituzionali - sottolinea Fini - amavamo dire che se un uomo non ha fiducia nelle sue idee e non è pronto ad impegnarsi per quelle idee, anche se scomode, o non valgono nulla quelle idee o non vale nulla quell'uomo». E siccome «le nostre idee valgono certamente - conclude - è nel nome di quelle idee che va avanti l'impegno la lotta e l'azione di futuro e libertà».


                            ACQUA - Dopo il lungo intervento dal palco di Mirabello, Gianfranco Fini si è fatto subito portare un bicchiere d'acqua prima di lasciare il palco. Per alcuni istanti, subito dopo la fine dell'intervento, Fini era sembrato piuttosto affaticato per avere parlato a braccio per circa un'ora e mezza. Ha lasciato quindi, insieme allo stato maggiore di Futuro e Libertà e con accanto la compagna Elisabetta Tulliani la zona del palco per raggiungere, acclamato dai militanti e simpatizzanti del movimento, il ristorante della festa. Lì si è seduto a tavola insieme alla compagna e ai parlamentari del movimento.




                            Al netto del politichese qua emerge che:

                            - Il governo va avanti e Fini concede il Lodo a Berlusconi
                            - Bossi può stare tranquillo sul federalismo
                            - La Tulliani's family però non si deve toccare.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Mah. Che roba insulsa.. Non ha preso nessuna decisione, ha lasciato tutto nelle mani di Berlusconi.. Poi quando ha parlato del fatto che ogni PdC nel mondo ha lo scudo giudiziario.. babba bia..
                              Presidente siamo con Te,
                              meno male che Silvio muore.

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                                Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
                                qui su Bocchino non ci siamo mai risparmiati
                                Alex lo conosce anche, se non ricordo male. Bocchino dopo essere stato beccato a farsi passare i bigliettini da Latorre dovrebbe farse un buco per terra e sotterrarsi.
                                B & B with a little weed










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