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Italiani: egli risorse a Natale

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    Le dichiarazioni di Grillo fanno capire di che altezza sia il personaggio: come se 40 smidollati che vanno a una convention a un meeting o a una riunione a rompere le balle sono rappresentativi di qualcosa....
    Coglioni 2 volte perchè, da veri dementi della politica, si mettono in una posizione che alla fine aiuta elettoralmente coloro che insultano...
    Idem quel salame di DiPietro che, come dice Renzi, uno dei pochi politici del PD rispettabilissimi, da anni anni e anni pontefica su tutto, e si vede con quali risultati...


    Tessera N° 6

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      Renato Schifani è diventato presidente del Senato il 29 aprile del 2008. Dopo una carriera come avvocato, inizia la sua nuova vita da esponente politico tra Forza Italia e Pdl. Legale nello studio di Giuseppe La Loggia, padre di Enrico ed esponente di spicco della Dc siciliana, il giovane Schifani fonda la Sicula Broker, una società di assicurazioni che contava tra i suoi soci personaggi poi incriminati per associazione mafiosa o concorso esterno.
      Tra questi anche Nino Mandalà, capocosca di Villabate, comune nel quale venne successivamente eletto sindaco suo nipote, Giuseppe Navetta. Fu Navetta, nipote di boss, a conferire una consulenza sul piano regolatore al giovane Schifani. Incarico arrivato per il tramite di La Loggia, a sentire le parole del pentito Francesco Campanella o un’intercettazione del boss Mandalà nel’ 98. Sono invece degli ultimi mesi le dichiarazioni di un altro pentito, Gaspare Spatuzza, un tempo fedelissimo dei Graviano di Brancaccio, che raccontano uno Schifani tramite tra i suoi capiclan e Marcello Dell’Utri. Il presidente del Senato si è detto disponibile a chiarire davanti ai giudici.
      Originariamente Scritto da gorgone
      è plotino la chiave universale per le vagine
      Originariamente Scritto da gorgone
      secondo me sono pazzi.

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        Renato Schifani e quelle strane
        consulenze in odore di mafia

        Gli affari immobiliari seguiti dall'attuale presidente del Senato per conto di un imprenditore condannato per riciclaggio



        Il 18 giugno 2007 quando, su richiesta della difesa, l’avevano sentito in aula come testimone, Renato Schifani aveva dimostrato di ricordare molto poco. Sarà stato per l’imbarazzo di dover rispondere a domande sulla sua attività professionale in favore di Giovanni Costa, un vecchio cliente di Villabate, accusato di riciclaggio di capitali mafiosi, o sarà stato il tempo trascorso, ma il futuro presidente del Senato era rimasto sul vago. Aveva spiegato che per l’imputato si era occupato di “acquisizioni e compromessi”, di “permute immobiliari” e di “contrattazioni affaristiche” in quel di Portorosa, un ridente villaggio turistico messinese considerato dagli inquirenti un luogo dove anche la mafia ha reinvestito il suo denaro. Poi quando gli avevano chiesto che cosa sapesse della Alpi Assicurazioni, una delle società al centro del processo, aveva sostenuto di essere stato nominato “a propria insaputa” membro del consiglio di amministrazione della società. E aveva aggiunto di non aver accettato la carica perché come avvocato non aveva “mai frapposto il ruolo professionale con altri ruoli che nascessero da interessi clientelari”. La deposizione, insomma, era stata poco più che una formalità e il futuro presidente del Senato aveva così pensato di aver chiuso per sempre quella partita. Ma adesso, dopo le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza che lo dipinge come uno dei tramite fra i fratelli Graviano, i potenti e ricchissimi boss di Brancaccio, e Marcello Dell’Utri, l’avvocato Schifani rischia di dover tornare a fare i conti con il passato. Il suo passato.

        Giovanni Costa, un simpatico ex commerciante di piastrelle di Villabate, diventato improvvisamente multi-miliardario nei primi anni ‘90 e ora condannato (è in corso l’appello) a dieci anni di reclusione per riciclaggio, è infatti incluso nell’elenco delle persone che la Procura di Palermo vuole interrogare per ricostruire, ed eventualmente riscontrare le accuse lanciate contro Schifani da Spatuzza e da un altro collaboratore di giustizia: l’ex segretario nazionale dei giovani dell’Udeur Francesco Campanella.

        Costa, è bene dirlo subito, non è un pentito. È un imprenditore che continua proclamarsi innocente. Vive nel nord, dove per qualche anno è stato il dominus di decine di società dai fatturati miliardari. Ma ha alle spalle una storia fatta di soldi, sangue e paura. Suo suocero, il padre della prima moglie, è scomparso per lupara bianca. A Villabate ha dovuto confrontarsi con boss di ogni ordine e grado. Ha conosciuto i Montalto, i Mandalà (tra cui Nino, l’ex socio di Schifani), i Quartararo, i Bisconti di Belmonte Mezzagno, i Piciurro, Pitarresi e tanti altri. Ma sempre, sostiene, perché l’ambiente di Palermo era quello che era, e lavorare lì senza fare i conti con la mafia era impossibile.

        Fatto sta – racconta la sua sentenza di condanna – che la vita di Costa cambia all’improvviso quando a Villabate compare il Mago dei Soldi. Ovvero Giovanni Sucato, un ragazzo rosso di capelli e corpulento che diventerà persino protagonista di un racconto di Camilleri. Sucato apre un ufficetto in paese dove sta seduto dietro una scrivania con una montagna di banconote da una parte e un mucchio di ricevute dall’altra. “Datemi il vostro denaro, io fra un mese ve lo restituisco raddoppiato”, dice a tutti. Il gioco funziona: nei primi mesi del 1990 Sucato raccoglie decine e decine di miliardi di lire. Ma la sua è una catena di Sant’Antonio. Non per niente in un bel giorno di settembre il Mago sparisce. Non lo trova nessuno. Sulla porta del suo ufficio è possibile leggere solo un foglio, attaccato con una puntina rossa: “L’avvocato Sucato, dottor Giovanni, è stato convocato da Berlusconi. Tornerà tra una settimana”. Insomma il denaro è finito.

        E tra chi ci ha rimesso miliardi ci sono pure gli uomini d’onore. Perché, anche se Sucato lavorava con protezione della cosca villabatese dei Montalto e usava come “raccoglitori di puntate” pure alcuni boss di Brancaccio, nella mafia erano in tanti quelli che avevano investito su di lui. Inizia una catena impressionante di omicidi. Molti “raccoglitori” si danno alla macchia e pure Sucato muore in circostanze misteriose. Dopo l’ennesimo omicidio, il 5 marzo 1991, la polizia convoca Costa in questura. Informazioni confidenziali lo indicano come l’uomo che teneva in mano il tesoro del Mago: lui però per telefono avvisa che non vuole uscire di casa. Oggi Costa è stato condannato in primo grado per aver riciclato quel denaro di proprietà della mafia. Lui sostiene con forza che non è vero. E di fronte ai tanti pentiti che lo accusano, spiega di essersi limitato a scommettere e a vincere.

        Ma che cosa c’entra Schifani con tutto questo? Molto. Perché a partire dal 1986 e almeno fino al 1993, Schifani lavora per il neo-miliardario Costa. Lo fa come legale e lo fa con continuità. La scorsa settimana, nel comunicato in cui si diceva disponibile a farsi sentire dalla magistratura per chiarire le accuse di Spatuzza, il presidente del Senato ha tenuto “a precisare che la sua pregressa attività di avvocato è stata sempre improntata al pieno e totale rispetto di tutte le leggi e di tutte le regole deontologiche proprie dell’attività forense”. È probabilmente vero. Come è vero che un avvocato d’affari non è tenuto a farsi troppe domande sulle origini delle improvvise fortune della sua clientela.

        Oggi però, leggendo le carte dei processi contro Costa, fa un certo effetto scoprire che le operazioni immobiliari concluse in quel periodo dall’imprenditore di Villabate nel villaggio turistico di Portorosa sono state seguite direttamente da Schifani. E che, secondo i rapporti della Guardia di Finanza del settembre 1993, le “modalità di vendita così articolate” che le hanno caratterizzate “si prestano ad eventuali operazioni di riciclaggio di proventi illeciti”. Una tesi che è stata fatta propria anche dalle motivazioni della condanna di Costa, in cui i giudici includono tra le “forme di reimpiego dei flussi di denaro illecitamente conseguito da parte degli imputati… le acquisizioni di numerosi immobili della Portorosa Village (…) attraverso le forme mediate del potere di rappresentanza”.

        Infatti il 7 ottobre 1990 tra Costa e Salvatore Caliri, un imprenditore di Barcellona Pozzo di Gotto, viene stipulato un preliminare di vendita per acquistare 30 appartamenti, 6 posti auto e un posto barca. L’atto prevede il pagamento di due miliardi di lire in contanti in diverse tranche più l’accollo di un mutuo per 900 milioni già acceso da Caliri. Il primo maggio 1991 (mentre a Villabate già si spara) gli immobili vengono consegnati. Lo stesso giorno tra Costa e Caliri viene sottoscritta una nuova convenzione. Costa, grazie a una procura, può vendere le case a terzi. Ma nei documenti ufficiali il suo nome non comparirà e a effettuare il rogito saranno le società di Caliri. Un modo, sottolinea la Guardia di Finanza, per preservare l’anonimato. Nell’accordo viene poi scritto che “l’ammontare complessivo dei corrispettivi che la Portorosa Village (di Caliri) avrebbe indicato nelle fatture di vendita relative agli appartamenti del Costa non avrebbe comunque superato i 2 miliardi e 900 milioni (il prezzo pagato da Costa a Caliri, ndr)”. Inoltre i compratori degli immobili avrebbero dovuto emettere sempre fatture al di sotto dei 19 milioni di lire in modo, sottolineano gli investigatori, di evitare le segnalazioni antiriciclaggio. Caliri di quello strano affare con Costa ha parlato il 13 febbraio del 2002 in un interrogatorio a Catania. E ha confermato che la trattativa con il presunto riciclatore di Villabate fu seguita anche dal futuro presidente del Senato. “Noi – ha detto – non è che interloquivamo con Costa. Ma con il suo avvocato, oggi senatore di Forza Italia, il senatore Schifani”. Risultato: visto che non ci sono rogiti diretti e tutto o quasi avviene per contanti, solo per caso la Guardia di Finanza si accorge della presenza di Costa nell’affare. Ma questa è un’altra storia. La racconteremo domani.
        Originariamente Scritto da gorgone
        è plotino la chiave universale per le vagine
        Originariamente Scritto da gorgone
        secondo me sono pazzi.

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          ho visto la rassegna stampa,tutti i giornali pro Schifani tranne uno
          "
          Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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            Squadrismo è il termine più patetico che possa esistere
            Sono comunque convinto che andare ad un comizio esclusivamente con lo scopo di impedire di parlare non sia democratico. Democratico nella politica nostrana è un termine talmente vuoto e vago che di fronte a manifestazioni come questa ci si può,però, tranquillamente passare sopra

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              Originariamente Scritto da lafettina Visualizza Messaggio
              Di Pietro sta con chi ha fischiato "Sono semplicemente difensori del legalità, della democrazia e degli onesti cittadini.".
              Credo che Grillo abbia poco chiaro il concetto di democrazia e di volontà popolare.
              Originariamente Scritto da Sean
              Bob è pure un fervente cattolico.
              E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

              Alice - How long is forever?
              White Rabbit - Sometimes, just one second.

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                Cmq un successone questo congresso del PD,prima le bordate di fischi a Marini che propone un'alleanza col centro (rimandata al mittente,per giunta),poi la solita contestazione-autogol a Schifani.
                Insomma,ogni qual volta il PDL è in difficoltà il PD ci tiene a ribadire a tutti il ruolo indiscusso di Tafazzi della politica italiana

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                  Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                  In odore...cosa vuol dire?
                  Che è un mafioso? Che tu pensi/credi lo sia? Che è stato condannato per?
                  Fassino cosa doveva fare scusa?
                  Mi pare abbia fatto la cosa più di buon senso che poteva fare, una volta tanto

                  Hanno invitato un ospite, la seconda carica dello Stato oltrettutto, e gente gliene ha dette di ogni, non lasciandolo intervenire...

                  Incredibile come si passi da un tono medio alto della discussione a chiacchiere da barbiere

                  Ci sono pentiti di mafia che parlano di lui. Ergo è in odore di mafia. Ergo un partito che si definisce di opposizione lascia gentaglia come lui alle manifestazioni del PDL.
                  Ma capisco che a Berlusconi l'opposizione del PD piaccia più di quella di Di Pietro o di Grillo. E sono ridicole le vestali che si stracciano le vesti oggi: se io credo che un politico sia un pezzo di sterco ho tutto il diritto di gridarglielo in faccia. E' la democrazia bellezza
                  In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                  ma_75@bodyweb.com

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                    Ne stiamo già parlando in berlusconeide, qui chiudo.
                    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                    ma_75@bodyweb.com

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                      Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                      Le dichiarazioni di Grillo fanno capire di che altezza sia il personaggio: come se 40 smidollati che vanno a una convention a un meeting o a una riunione a rompere le balle sono rappresentativi di qualcosa....
                      Coglioni 2 volte perchè, da veri dementi della politica, si mettono in una posizione che alla fine aiuta elettoralmente coloro che insultano...
                      Idem quel salame di DiPietro che, come dice Renzi, uno dei pochi politici del PD rispettabilissimi, da anni anni e anni pontefica su tutto, e si vede con quali risultati...
                      Intanto IDV ha raddppiato i voti in due anni e il PD ne ha perso 1/3. Decisamente è difficile capire se gli elettori preferiscano la politica del dare del mafioso al mafioso o del "principale avversario dello schieramento avverso" al medesimo.
                      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                      ma_75@bodyweb.com

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                        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                        Ci sono pentiti di mafia che parlano di lui. Ergo è in odore di mafia. Ergo un partito che si definisce di opposizione lascia gentaglia come lui alle manifestazioni del PDL.
                        Ma capisco che a Berlusconi l'opposizione del PD piaccia più di quella di Di Pietro o di Grillo. E sono ridicole le vestali che si stracciano le vesti oggi: se io credo che un politico sia un pezzo di sterco ho tutto il diritto di gridarglielo in faccia. E' la democrazia bellezza
                        C'erano anche pentiti di camorra che facevano il nome di Tortora ecc.ecc.
                        Capirai anche tu che dire che "ci sono pentiti che parlano di lui" è abbastanza fatua come affermazione...
                        Come è risibile dire "Ergo è in odore di mafia".
                        Uno o è mafioso o non lo è, non si può dire "si ha il sospetto che", o si portano prove e lo si fa condannare (vedi Dell'Utri) o "essere in odore di" è un concetto talmente tanto relativo e fatuo da non poter essere preso in considerazione.

                        Anche nei testi postati prima penso da Leonida...non mi pare, con tutto il rispetto, che ci siano delle gran prove


                        Tessera N° 6

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                          Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                          C'erano anche pentiti di camorra che facevano il nome di Tortora ecc.ecc.
                          Capirai anche tu che dire che "ci sono pentiti che parlano di lui" è abbastanza fatua come affermazione...
                          Come è risibile dire "Ergo è in odore di mafia".
                          Uno o è mafioso o non lo è, non si può dire "si ha il sospetto che", o si portano prove e lo si fa condannare (vedi Dell'Utri) o "essere in odore di" è un concetto talmente tanto relativo e fatuo da non poter essere preso in considerazione.

                          Anche nei testi postati prima penso da Leonida...non mi pare, con tutto il rispetto, che ci siano delle gran prove
                          Ma qui non siamo in tribunale, siamo in una festa di un partito dell'opposizione. Nemmeno dell'Utri è condannato per via definitiva quindi, secondo questo ragionamento, il PD poteva invitare perfino lui.
                          E' l'ipocrisia della politica italiana, quella per cui si fanno di giorno le battaglie campali e di notte ci si vede tutti a cena insieme. E i pochi che non ci stanno, tipo IDV e Grillo, vengono bastonati da tutte le parti. Leggere i giornali di oggi, unanimi Giornale e Repubblica nel definire squadrismo quello dei contestatori, per capire cosa significhi l'asse PD-PDL.
                          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                          ma_75@bodyweb.com

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                            Maroni: Dal discorso di Fini a Mirabello dipende il futuro del governo
                            Il ministro leghista, Roberto Maroni, rompe gli idugi: “Attendiamo fiduciosi quello che succederà oggi a Mirabello, perché da quello dipenderà probabilmente il futuro del governo e della maggioranza”. Maroni da Cernobbio si riferisce al discorso che Fini pronuncerà tra poche ore dal palco della cittadina del ferrarese durante la Festa del Tricolore. “Cerchiamo di avere una maggioranza, se non c’è si va alle elezioni – continua il ministro - se c’è si continua. Escluderei comunque un governo con una maggioranza diversa da quella uscita dalle elezioni, sarebbe inaccettabile. Chi ha vinto le elezioni governa, chi ha perso sta all’opposizione. Non c’è alternativa”.

                            i finiani ritorneranno nei ranghi?
                            "
                            Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                              Ma qui non siamo in tribunale, siamo in una festa di un partito dell'opposizione. Nemmeno dell'Utri è condannato per via definitiva quindi, secondo questo ragionamento, il PD poteva invitare perfino lui.
                              E' l'ipocrisia della politica italiana, quella per cui si fanno di giorno le battaglie campali e di notte ci si vede tutti a cena insieme. E i pochi che non ci stanno, tipo IDV e Grillo, vengono bastonati da tutte le parti. Leggere i giornali di oggi, unanimi Giornale e Repubblica nel definire squadrismo quello dei contestatori, per capire cosa significhi l'asse PD-PDL.
                              Ho capito che non siamo in tribunale, ma qui dobbiamo iniziare anche a capire a che gioco giochiamo Mauro...
                              Cioè prima dici che han fatto bene a fischiarlo perchè è "in odore di mafia" (alludendo che fosse palese che lo fosse ma mancasse solo la condanna in giudicato), poi, quando ti faccio osservare che di fatto, quelle che tu dici siano prove schiaccianti sono solo ipotesi, dubbi, e che le dichiarazioni dei pentiti, senza riscontri di un certo tipo (che non possono sicuro essere i testi di Leonida) valgono come una banconota di 3 euro, mi vieni a dire che comunque hanno fatto bene a fischiarlo così, per sport
                              Cioè io posso capire che uno possa stare sulle balle ecc.ecc., ma capisci anche tu che se si giustifica un atteggiamento simile solo per un protestare fine a se stesso, si finisce verso il baratro


                              Tessera N° 6

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                                Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                                Ho capito che non siamo in tribunale, ma qui dobbiamo iniziare anche a capire a che gioco giochiamo Mauro...
                                Cioè prima dici che han fatto bene a fischiarlo perchè è "in odore di mafia" (alludendo che fosse palese che lo fosse ma mancasse solo la condanna in giudicato), poi, quando ti faccio osservare che di fatto, quelle che tu dici siano prove schiaccianti sono solo ipotesi, dubbi, e che le dichiarazioni dei pentiti, senza riscontri di un certo tipo (che non possono sicuro essere i testi di Leonida) valgono come una banconota di 3 euro, mi vieni a dire che comunque hanno fatto bene a fischiarlo così, per sport
                                Cioè io posso capire che uno possa stare sulle balle ecc.ecc., ma capisci anche tu che se si giustifica un atteggiamento simile solo per un protestare fine a se stesso, si finisce verso il baratro

                                Dico che in tribunale si ragiona sulle prove, in politica sull'opportunità.
                                Che senso ha ospitare Schifani, rappresentante di un partito che ha fatto dell'assolutismo il proprio credo? Che non ha mai ragionato su nulla con l'opposizione, insultandola 24/24? Non capisco il masochismo del PD, quella voglia di dimostrare di mostrarsi moralmente superiori al nemico, offrendo simpatia a chi ti regala insulti. Servirà forse a perdere altri 5 punti nei sondaggi, per il resto non so.
                                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                                ma_75@bodyweb.com

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