Interessante figura questo Don Verzè, di cui ricordiamo la frase: "Berlusconi è un dono di dio". Più o meno come lo sono la dissenteria e la febbre gialla.
Italiani: egli risorse a Natale
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioInteressante figura questo Don Verzè, di cui ricordiamo la frase: "Berlusconi è un dono di dio". Più o meno come lo sono la dissenteria e la febbre gialla.Last edited by odisseo; 12-07-2010, 15:27:35."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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E' così attaccato alla "roba" che ha paura di morire, è chiaro.
Lui e il prete dovrebbero leggersi quelle pagine del Vangelo che cominciano così "Perchè chi vorrà salvare la sua vita la perderà...". Tutto ciò che ha edificato in terra tra pochi anni lo dovrà lasciare, il nostro Silvio; non essere ancora pronti, stare lì cercando una via di scampo dall'Inevitabile, contro il quale non esistono magheggi, restare, facendosela sotto, attaccati alla vita come una cozza ci fa capire la grettezza dell'individuo....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Fisco: il 47% degli affitti di ville di lusso intestato a nullatenenti, 2 yacht su 3 a nome di pensionati
La prossima volta che vi capiterà di passeggiare lungo i porticcioli di qualche rinomata località balneare ammirando i lussuosi panfili armeggiati lungo i moli, pensate che, in Italia, due yacht su tre sono intestati a nullatenenti. E non basta perché gli intestatari dei mirabili natanti potrebbe essere addirittura intestatari di una social card. È quanto rilevato dall’Associazione Contribuenti Italiani che in una nota diffusa sul suo sito, Contribuenti.it, divulga i risultati delle proprie indagini.
Ricchi nullatenenti e poveri possidenti - “Crescono a dismisura i poveri possidenti (+5% nel 2010) che vivono spendendo migliaia di euro per beni di lusso e non dichiarano al fisco quello che guadagnano effettivamente. Il 47% dei contratti di locazione delle ville di Porto Cervo, Forte dei Marmi, Capri, Sabaudia, Positano, Ravello, Panarea, Portofino, Taormina e Amalfi sono intestati a nullatenenti o a pensionati con la social card, prestanome di facoltosi imprenditori, per evadere le tasse.” Attraverso Lo Sportello del Contribuente, l’associazione rileva costantemente i dati sull'evasione fiscale testimoniando la continua espansione del fenomeno dei ''ricchi nullatenenti'' e dei ''poveri possidenti''. Persone che vivono spendendo migliaia di euro e non hanno ''nulla da dichiarare'' al fisco.
Non solo ville: anche auto di lusso e gioielli - La spesa relativa agli affitti delle ville di lusso è cresciuta in Italia nel 2009 del 3,7%. I “ricchi nullatenenti” anche quest’anno hanno destinato buona parte della loro spesa nella locazione di ville esclusive o per i cosiddetti “passion investiments” come auto di grossa cilindrata, yachts, gioielli e oggetti d’arte, nonostante l’introduzione del nuovo redditometro da parte del fisco.
Due yacht su 3 intestati a nullatenenti, +5% nel 2010 - “Il 64% degli yachts che circolano in Italia, sono intestati a nullatenenti, ad arzilli prestanomi ultraottantenni o a società di comodo, italiane o estere per evadere le tasse”, afferma ancora la nota dell’associazione.
Poveri contribuenti - Secondo una stima di Contribuenti.it, divulgata a Capri alla riapertura dei lavori del secondo simposio internazionale al quale partecipano i massimi rappresentanti delle associazioni dei contribuenti dei principali paesi europei dal tema ''Ricchi nullatenenti e poveri possidenti'', oltre la metà degli italiani ha dichiarato nel 2009 meno di 15.000 euro annui e circa due terzi meno di 20.000 euro; di contro, solo l’1% ha dichiarato oltre 100 mila euro e lo 0,2% più di 200mila euro.
Lotta all’evasione fiscale - ''E' ora di finirla con modeste misure di contrasto all'evasione fiscale”, afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani. “Serve un nuovo organismo di coordinamento e di controllo presso le Prefetture con il compito di verificare l'andamento degli accertamenti fiscali e monitorare la riscossione dei tributi in Italia'', conclude Carlomagno
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Pdl: tra bella politica e Romanzo criminale
Gli arresti di Flavio Carboni e compagnia bella sembrano confermare con un ulteriore gravissimo tassello l’esistenza di una ciclopica questione morale che attraversa la politica italiana e il partito nel quale abbiamo fatto confluire la storia antica, nobile e trasparente della destra italiana.
Logge coperte, intrighi, collegamenti mafiosi, personaggi che ritornano dalle pagine buie della Repubblica, ci hanno catapultato in uno scenario, un po’ vintage, da Romanzo Criminale.
Ultimamente è molto di moda tra dirigenti e ministri del Pdl esternare indignazione e sorpresa verso l’azione politica di Gianfranco Fini, il puntiglio legalitario di Giulia Bongiorno, il presenzialismo di Italo Bocchino o il mio deviazionismo giustizialista.
Il ministro Bondi è arrivato a sottolineare disappunto e profonda amarezza per “aver lavorato tanto al progetto Pdl per poi ritrovarsi nello stesso partito di Fabio Granata”.
A Bondi, come a Stefania Prestigiacomo a Fabrizio Cicchitto come a Frattini (per non parlare dei vecchi amici – si fa per dire – di AN) non ho mai sentito profferire verbo o manifestare imbarazzo alcuno verso chi sembra essere diventato protagonista stabile (almeno fin quando le intercettazioni ci consentiranno di apprenderlo..) in opache dinamiche molto di confine tra politica, affari e criminalità organizzata.
Il grande business dell’eolico selvaggio che devasta il paesaggio delle nostre isole e del sud, il riciclaggio di denaro di dubbia provenienza, il condizionamento a fini economici delle scelte politiche, il filo rosso di rapporti e ambienti confinanti con le mafie, gli attestati di eroismo a mafiosi conclamati, la presenza di pregiudicati nelle liste o nei consigli regionali e tante altre poco lusinghiere vicende, tutto senza che nei vertici del Pdl ci sia mai stata una parola di condanna o di allarme o uno sforzo per imporre regole e comportamenti all’altezza di un progetto politico che dovrebbe governare l’Italia e rilanciare la sua nobile Storia.
Io credo siano questi i problemi veri del Pdl e non la trasparente e leale azione politica del suo cofondatore. Queste le gravissime questioni sulle quali ci piacerebbe vedere all’opera il decisionismo di Silvio Berlusconi.
Tra mille critiche e scomuniche siamo stati i soli a chiedere un passo indietro a Cosentino e le dimissioni a Scaiola e Brancher, salvo poi vederci dar ragione dallo stesso Premier. I soli ad opporci all’approvazione di un testo sulle intercettazioni che avrebbe fatto a pezzi strumenti indispensabili di indagine e di contrasto a mafie e corruzione, i soli a stigmatizzare i continui tentativi di nuovi condoni edilizi, grandi regali alle mafie delle speculazioni e del cemento, i soli a riaffermare l’esigenza di verità e giustizia sulle stragi del 92.
Se il risultato è quello sotto i nostri occhi, siamo noi a doverci interrogare sulla convenienza e coerenza, dopo una vita di lotte e di impegno, di condividere una militanza politica con chi ci vede come fumo negli occhi e come nemici solo perché blocchiamo sistematicamente i disegni oscuri di pochi nell’indifferenza di molti.
Gianfranco Fini e la nostra comunità valutino con attenzione il ‘che fare’: ne va di mezzo la difesa di una identità politica antica e nobile.
E sopratutto un enorme patrimonio di sogni, lotte e speranze che non permetteremo siano infangate o neutralizzate da piccoli uomini al servizio di interessi oscuri.
Pdl: tra bella politica e Romanzo criminale | Il Fatto Quotidiano
l'articolo è di Fabio Granata
"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Il premier e l'inchiesta: «Una montatura» - Corriere della Sera
A quando il legittimo impedimento per l'età?"Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" (Gandhi)
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Governo, Fini calendarizza sfiducia Cosentino
in aula tra mercoledì e giovedì
L’Aula della Camera esaminerà la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario all’economia, Nicola Cosentino, presentata da Pd, Idv e Udc tra il mercoledì sera e il giovedì mattina della prossima settimana, e comunque dopo la discussione sul decreto legge di proroga delle missioni militari all’estero: lo ha deciso il presidente della Camera Gianfranco Fini accogliendo la richiesta dell’opposizione. Dura la reazione della maggioranza: “La decisione di Fini è grave perché contrasta con la maggioranza del Parlamento”, ha detto il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, mentre Fabrizio Cicchitto ha manifestato “netto dissenso sulla calendarizzazione”
BERLUSCONI: «CHI VOTA CON L'OPPOSIZIONE E' FUORI» - Una posizione netta, quella dei «ribelli» dell'ex An a cui secondo alcune indiscrezioni riportate dalle agenzie di stampa Berlusconi avrebbe risposto con altrettanta nettezza. Ovvero facendo sapere che chiunque votasse una mozione di sfiducia dell'opposizione per chiedere le dimissioni di esponenti di governo, a seguito di indagini ancora in corso, si porrà automaticamente fuori dal Pdl e dalla maggioranza. Ma in serata lo stesso Cavaliere ha smentito di aver mai pronunciato frasi simili.
Cosentino, finiani: valutiamo mozioni E Berlusconi: "Fuori chi vota sfiducia"» - Corriere della Sera
La mozione di Idv e Pd, firmata anche dall'Udc, in Aula la prossima settimana
Sfiducia a Cosentino alla Camera
Casini: «La voteremo»
Il leader Udc: «Non anticipiamo verdetti ma c'è un problema di opportunità per chi sta al governo»
ROMA - La mozione di sfiducia di Idv e Pd, firmata anche dall'Udc, nei confronti del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino sarà esaminata dall'Aula della Camera la prossima settimana; mercoledì sera o giovedì mattina, subito dopo il decreto legge sulle missioni internazionali. Lo ha confermato la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. LA DECISIONE PRESA DA FINI - Pdl e Lega erano contrarie all'esame della mozione in luglio; la decisione è stata quindi presa dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, come previsto quando manchi accordo fra i gruppi sul calendario. Il documento, non essendo prevista la sfiducia diretta per un sottosegretario, a differenza dei ministri, inviterà Cosentino a dare le dimissioni e il Governo a ritirare le deleghe. È stata invece rinviata a settembre la discussione dell'altra mozione, quella riguardante il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo.
DISSENSO DI CICCHITTO SULLA SCELTA DI FINI - Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha espresso "netto dissenso" rispetto alla calendarizzazione della mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario all’economia Nicola Cosentino presentata dalle opposizioni. «Contestiamo questo metodo di lotta politica che sta usando l’opposizione per cui ogni giorno, magari chiedendo la diretta televisiva in pieno stile Samarcanda o Annozero, si fanno processi alla Camera», ha aggiunto Cicchitto parlando al termine della conferenza dei capigruppo. «Si era detto poi - ha concluso - di concentrare tutte le energie sulla manovra economica».
Controreplica di Fabrizio Alfano, il portavoce del presidente Gianfranco Fini: «Fino a quando le regole attribuiranno al presidente della Camera la facoltà di decidere la calendarizzazione di un provvedimento quando non c'è l'accordo tra i capigruppo, Fini continuerà ad assumersi la responsabilità di calendarizzare i provvedimenti in assoluta libertà di coscienza».
CASINI: «LA VOTEREMO» - «Abbiamo già presentato in passato la sfiducia a Cosentino e la voteremo». Lo ribadisce il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, a margine dell'Assemblea annuale di Confcooperative. «Siamo garantisti e non vogliamo anticipare verdetti - precisa Casini - ma c'è un problema di opportunità per chi sta al governo. La vicenda che ha coinvolto il governatore Caldoro è veramente una cosa preoccupante e vergognosa».
MARONI: «NELLA LEGA NON SAREBBE SUCCESSO» - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni, in un'intervista pubblicata dal «Corriere della Sera» ha detto che «la P2 fu una cosa seria, qui mi sembra ci siano più ombre che sostanza. Ma Scajola si è dimesso senza essere indagato. Gli interessati o il loro partito devono valutare se non lasciare provochi danni al governo o al partito stesso. Noi nella Lega faremmo così». Il ministro ha anche detto che «nella Lega non può accadere un caso Cosentino».
Sfiducia a Cosentino alla Camera Casini: «La voteremo» - Corriere della Sera
"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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I finiani sono con le spalle al muro. O hanno il coraggio, questa volta, di andare fino in fondo e votare contro Cosentino, oppure perderanno ogni credibilità. Credo che Cosentino si dimetterà prima o che la mozione di sfiducia passerà e lo dico sulla base del fatto che, pr la prima volta, anche Casini si schiera nettamente contro, con buona pace di Vespa, Geronzi e Bertone.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioI finiani sono con le spalle al muro. O hanno il coraggio, questa volta, di andare fino in fondo e votare contro Cosentino, oppure perderanno ogni credibilità. Credo che Cosentino si dimetterà prima o che la mozione di sfiducia passerà e lo dico sulla base del fatto che, pr la prima volta, anche Casini si schiera nettamente contro, con buona pace di Vespa, Geronzi e Bertone.
E ADESSO ESPELLETECI TUTTI
Conoscete Mauro La Mantia? Io lo conosco da 16 anni. Lo ricordo adolescente, con il megafono, alla prima fiaccolata per Paolo Borsellino. Ne ho poi seguito le lotte studentesche e universitarie, la crescita politica fatta di sacrificio e militanza, fino al meritato riconoscimento del coordinamento dei nostri giovani in Sicilia, protagonista insieme a Carolina e tanti altri ragazzi siciliani di quella trama di lotte e memorie che ancora oggi ricorda ai palermitani che è meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino. Mauro non appartiene a Generazione Italia. Non è ”finiano”… ma è bastata un parola di condanna e indignazione contro il nuovo processo di beatificazione del mafioso Mangano dal pulpito di una condanna a 7 anni per associazione mafiosa a farlo mettere in croce.
Personalmente ero un po’ diffidente, lo confesso, verso Giulia Bongiorno. Per me, cresciuto nella temperie di quelle lotte e di quell’impegno, essere stata l’avvocato di Giulio Andreotti rappresentava elemento di perplessità. Poi via via ne ho apprezzato la straordinaria preparazione giuridica affiancata ad una sensibilità politica invidiabile.
Giulia non era cresciuta certamente con qualche forma di sudditanza verso la magistratura ma una conduzione improntata alla legalità repubblicana della Commissione Giustizia della Camera è stato elemento sufficiente a farla etichettare come “una pericolosa giustizialista” da eliminare.
Italo Bocchino lo ricordo dalla stagione del Fuan. Ho sempre avuto molta simpatia nei suoi confronti anche, e forse, perché portatore di una antropologia e di una cultura politica molto diversa dalla mia. Italo ha sempre rappresentato una visione moderata e conservatrice della destra italiana, brillante braccio destro di Pinuccio Tatarella, ministro dell’armonia, ai nostri occhi di militanti della sinistra interna era quasi un democristiano. Da quando, con la sua sagacia comunicativa, reclama legalità e trasparenza ai vertici del Pdl, è diventato tout court un pericolosissimo megafono delle Procure.
Beppe Pisanu, grande allievo di Aldo Moro e straordinario Ministro degli Interni del precedente Governo Berlusconi, ha osato far ridiventare la Commissione parlamentare Antimafia, Commissione parlamentare Antimafia e cioè un organismo che si occupa e preoccupa del rapporto mafia politica e… apriti cielo.
Quando poi temerariamente ha rilanciato la volontà politica di verità e giustizia sulle stragi del 92 e sulla trattativa Stato-mafia, è diventato seduta stante un torbido congiurato portatore di un progetto di ribaltamento della volontà popolare.
Angela Napoli, sapiente ed equilibrata parlamentare calabrese, era molto stimata per la sua competenza su scuola e pubblica istruzione, ma non appena si è schierata senza se e senza ma contro tutte le mafie e ha iniziato a denunciare l’infiltrazione mafiosa nella politica calabrese, è stata catalogata come pericolosa nemica del centrodestra.
Di Flavia Perina e dei miei amici siciliani Briguglio, Lo Presti e Scalia ho quasi pudore a parlarne, poiché oramai definitivamente ascritti alla categoria dei sovversivi o peggio.
Per il rispetto e l’affetto che ne ho, e per non offendere l’intelligenza di chi legge, ritengo inutile parlare di Gianfranco Fini e dei motivi che ne hanno causato la “caduta in disgrazia” agli occhi di Berlusconi e soprattutto dei berluschini e dei tanti che da lui hanno avuto tutto ma, sulla via di Damasco, hanno avuto un illuminazione e ne hanno finalmente scoperto la pericolosissima indole deviazionista e di sinistra, atea e forse massonica.
Per i vertici del Pdl, la questione morale non esiste e il problema gravissimo e non più eludibile siamo diventati noi piuttosto che il quadro torbido di affari, logge, dossieraggi e associazioni a delinquere semplici, segrete o mafiose che emerge.
Noi che parliamo delle inchieste e non chi delle inchieste è assoluto protagonista, in un girone dantesco che oscilla tra banda del buco e Romanzo Criminale.
Allora, se siamo a questo, provate ad espellerci. Espelleteci tutti: per antimafia e difesa della legalità.
www.fabiogranata.it"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Granata ha sempre parlato con chiarezza. Bocchino spesso tentenna, tende alle mediazione. Quel che è chiaro è che non ci possono essere affinità tra Granata e criminali comuni come Cosentino e Dell'Utri. Berlusconi sbraita però di fatto non li ha ancora cacciati e non lo farà perchè ha una paura fottuta: che una volta caduto il governo si trovi una maggioranza diversa in parlamento e si riproponga lo scenario del Berlusconi I. In questo senso i finiani, pur essendo quattro gatti, hanno la pistola puntata alla tempia del premier.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggiochissà se la Moratti ha cambiato idea sulla mafia a milano....
cmq il corriere sta prendendo posizioni anti-governative,ergo i poteri forti si stanno sbilanciando,ergo qualche cosa sta per accadere"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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