Italiani: egli risorse a Natale

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  • Leonida
    Filosofo del *****
    • Nov 2006
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    stavo gia con la lingua di menelik in bocca pronto a scendere per strada
    Originariamente Scritto da gorgone
    è plotino la chiave universale per le vagine
    Originariamente Scritto da gorgone
    secondo me sono pazzi.

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    • Icarus
      Bodyweb Senior
      • May 2005
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      • A casa di Steel77 a rubargli l'argenteria mentre è alla ricerca di se stesso.
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      ROMA - A Palazzo Chigi si firma l'accordo di partenariato strategico tra Italia e Albania e tra i premier Berlusconi e Berisha è evidente il clima di cordialità e confidenza. Berisha saluta il Cavaliere come «grande amico degli albanesi» e gli esprime la «profonda gratitudine per l'opera della Protezione civile in occasione delle recenti alluvioni che hanno colpito il Paese» e per i «bravissimi piloti italiani che hanno salvato tante vite».
      BELLE RAGAZZE - Berisha, parlando in italiano («Lo conosce perfettamente, dalla televisione», commenta Berlusconi), sottolinea l'impennata del numero di imprenditori albanesi nel nostro Paese, dai 5mila del 2005 ai 22mila attuali, e fa l'elogio del neoliberismo albanese che ha consentito all'economia di crescere del 4% in piena crisi finanziaria. Il premier di Tirana insiste per il progresso delle procedure di avvicinamento all'Ue e ricorda lo stop all'immigrazione clandestina verso le coste italiane: «Non vogliamo più morti albanesi nel canale di Otranto o flussi criminali verso l'Italia». Ma commette un piccolo errore, parlando di «moratorio». Berlusconi lo corregge: «Sarebbe "moratoria", in italiano è femminile, ma Berisha è maschio...». Subito dopo il premier si concede una battuta sullo stop agli sbarchi: «Faremo un'eccezione per chi porta belle ragazze». Alla fine dell'incontro con la stampa, posando per i fotografi insieme a Berisha con qualche giornalista della tv albanese, Berlusconi si concede ai flash con una nuova gag: «Si sa che sono single...».

      «STO INVECCHIANDO» - Al momento delle firme degli accordi tra i due Paesi, Berlusconi ha fatto dell'ironia anche sulla sua età: «Non so se riesco a firmare. Sono andato a dormire alle cinque e mezza. Ho dovuto scrivere gli appunti programmatici per i nostri candidati alle Regionali, avevo promesso che li avrei consegnati oggi alle 10. Si vede che sto invecchiando, sono diventato lento a scrivere. Ma ancora rispetto gli impegni». Berisha ne ha approfittato per fargli un complimento: «Molti giovani amerebbero avere questa energia».

      Scrive pure i programmi ai candidati presidenti delle Regioni, tutto di suo pugno, nel cuore della notte. Io lo amo.
      Presidente siamo con Te,
      meno male che Silvio muore.

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      • Sean
        Csar
        • Sep 2007
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        • In piedi tra le rovine
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        Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
        si , ma ogni tanto scrive quache cosa per micromega. tu che ne pensi?
        Mi sembra di leggere un papello ideologico degli anni '70, gli anni di quando certi preti andavano in fabbrica a fare politica coi rossi, gli anni della teologia della liberazione (che Farinella richiama esplicitamente appellandosi alla Populorum Progressio di Paolo VI), gli anni che hanno portato molti preti a smettere l'abito, come l'abate Franzoni, ridotto allo stato laicale proprio da quel Paolo VI che Farinella cita a sostegno.
        E' un'anacronismo il suo essere prete ideologizzato, sparare su tutta la gerarchia in maniera indistinta, colpire alla cieca il Vaticano "colluso" col potere;
        Si dimentica, il prete, che la Chiesa, come ha detto lo stesso Bertone proprio pochi giorni fa, non è una democrazia, e le decisioni non sono collegiali:Bertone: "Nella Chiesa cattolica il potere non è divisibile" - Repubblica.it

        Quel prete ha fatto voto di ubbidienza e si è votato a Cristo e non ad un partito:
        Se c'è qualcosa che non va in Segreteria di Stato, non tocca certo a lui mettere mano alla questione col lanciafiamme in mano.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • Leonida
          Filosofo del *****
          • Nov 2006
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          capisco. è un po' anche il problema di moussavi col giureconsulto. in fondo questo prete dovrebbe levarsi la tonaca perche si troverebbe in una posizione di netto contrasto con l' istituzione al quale appartiene soprattutto in relazione alla sua forma.Bisognerebbe solo vedere se è legittima la posizione di chi resta nella chiesa per attuarne un cambiamento dall' interno, in questo caso egli vorrebbe forse far prevalere la umma sul sacerdote unico.ma non è il caso. Tuttavia solo le sue considerazioni sui rischi della collusione con il guitto mi paiono sensate.
          Originariamente Scritto da gorgone
          è plotino la chiave universale per le vagine
          Originariamente Scritto da gorgone
          secondo me sono pazzi.

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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            • In piedi tra le rovine
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            Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
            capisco. è un po' anche il problema di moussavi col giureconsulto. in fondo questo prete dovrebbe levarsi la tonaca perche si troverebbe in una posizione di netto contrasto con l' istituzione al quale appartiene soprattutto in relazione alla sua forma.Bisognerebbe solo vedere se è legittima la posizione di chi resta nella chiesa per attuarne un cambiamento dall' interno, in questo caso egli vorrebbe forse far prevalere la umma sul sacerdote unico.ma non è il caso. Tuttavia solo le sue considerazioni sui rischi della collusione con il guitto mi paiono sensate.
            Ecco, non è il caso Che le considerazioni sul guitto e la collusione abbiano invece un senso ce lo dice quello che sta accadendo in Vaticano in questi giorni, col grande scontro tra CEI (Bagnasco/Ruini) e la Segreteria (Bertone)...Avvenire, l'organo della CEI, mesi fa sotto la direzione Boffo prese di mira, lo sappiamo, Berlusconi sulla questione morale, e Feltri sparò la granata;
            Dopo il pranzo con Boffo ne ha sparata un'altra, lasciando intendere che la velina-Boffo gli sia stata passata da ambienti interni alla Segreteria o dallo stesso direttore dell'Osservatore, Vian (che non ha mai preso posizione, guarda un pò, sulla questione-Berlusconi).
            Ovviamente dietro a tutto questo c'è lo stesso Cavaliere, che prima ha fatto tacere Boffo silurandolo, e poi si è proposto come paciere, riaffermandosi (vedi dichiarazioni su Eluana) come punto unico di riferimento dei valori cattolici in politica:
            Mossa geniale, che la Chiesa non ha saputo evitare proprio perchè, ahilei, collusa, se è vero che anche il solo silenzio su certe fondamentali questioni è connivenza.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • odisseo
              Bodyweb Senior
              • Oct 2008
              • 4878
              • 248
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              3/02/2010 - 15.45 REGIONALI: FELTRI, VEDO VITTORIA DELLA SINISTRA 9 A 4



              (IRIS) - ROMA, 13 FEB - Nel corso della puntata di KlausCondicio, Vittorio Feltri ha dato una sua personale visione del Pdl.
              "Il Pdl è un partito sgangherato, ma non lo vorrei dire in senso negativo ma nell'accezione di un agglomerato sui generis, in cui succede di tutto: non c'è disciplina di partito, ognuno dice quello che gli passa per la mente e, il partito, dà l'impressione di essere allo sfascio ha detto Feltri.
              Feltri ha anche ipotizzato una sconfitta del Pdl alle prossime elezioni regionali con un conseguente, scondo lui, sconvolgimento dei vertici.
              "La realtà è un'altra: è che il Pdl non è un partito, è un enorme comitato elettorale che difficilmente riesce ad esprimere anche dei candidati per le regionali e per i comuni. E quando invece scende in campo, come dice Berlusconi, quando scende in campo Berlusconi in prima persona, lui è in grado di portare voti. Ma portare dei voti non significa avere un partito organico di tipo ottocentesco, come noi siamo stati abituati ad avere in Italia. E questa cosa, ovviamente, crea anche degli squilibri. Noi dobbiamo abituarci ad avere degli strumenti diversi rispetto a quelli del passato" ha proseguito Feltri.
              "Credo che Vendola vincerà le elezioni in Puglia e credo anche che alle regionali non assisteremo ad un successo del Pdl, temo proprio di no. Posso anche azzardare... direi 8 a 5 o addirittura 9 a 4 per la sinistra" ha Feltri.
              "Se alle prossime regionali il PdL fosse sonoramente sconfitto, credo che Berlusconi cambierebbe i vertici di Forza Italia, del Pdl. Non so se verrà spazzato via il triumvirato, ma non potrebbe più rimanere l'attuale assetto" ha concluso Feltri.
              "
              Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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              • odisseo
                Bodyweb Senior
                • Oct 2008
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                A convegno a Londra italianisti, accademici e giornalisti britannici
                Il decalogo per il centrosinistra italiano nel dibattito sulle prospettive dell'Italia


                In Gran Bretagna si discute sul caso Berlusconi
                e arrivano le 10 domande, ma per l'opposizione


                dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

                LONDRA - Dieci domande all'opposizione. Sulla scia delle dieci domande presentate l'estate scorsa da Repubblica a Berlusconi, un convegno di italianisti, accademici e giornalisti britannici lancia un decalogo al centrosinistra italiano. L'idea nasce dalla conferenza "Berlusconi and beyond: prospects for Italy" (Berlusconi e oltre: prospettive per l'Italia), organizzata ieri a Birmingham da Geoff Andrews, italianista della Open University, con il patrocinio della Birmingham University.

                Molti i partecipanti al convegno, tra cui Bill Emmott, ex direttore dell'Economist, che sta scrivendo un libro sul nostro paese. Scopo dell'iniziativa era non solo stimolare il dibattito sul caso Berlusconi e i suoi sviluppi, ma pure incoraggiare una soluzione alla crisi politica, economica e istituzionale italiana, chiedendosi se il centro sinistra ha i programmi, le risorse e i leader per txogliere il potere a Berlusconi e attuare una stagione di profonde riforme.

                Ed ecco la lista delle domande, in parte uscite dagli interventi al convegno, in parte giunte da osservatori in Italia, opportunamente sollecitati dal professor Andrews a dare un contributo. 1) Quali sono i vostri principali valori politici al di là dell'antiberlusconismo? 2) Perché quando avete avuto l'opportunità di governare non avete regolamentato il conflitto d'interessi? 3) Che visione avete della società italiana del futuro e per quale tipo di giustizia sociale vi schierate? 4) Quale è la vostra visione della globalizzazione e come vedete l'Italian in essa? 5) Come pensate di aumentare le possibilità a disposizione dei giovani e che risposta date alla lettera di Pierluigi Celli che invitava il figlio a lasciare l'Italia? 6) Sarete in grado di apportare serie riforme alla classe politica in termini di numero dei parlamentari, immunità legali, costi della politica? 7) E' possibile che l'inesistenza di un governo ombra comunichi agli elettori l'assenza di un governo alternativo e quindi la non presenza di un'opposizione ufficiale in Italia? 8) Perché non c'è un reale interesse e capacità nell'usare i nuovi media? 9) Se aveste un miliardo di euro di risorse extra, come le utilizzereste? 10) Avete un Obama capace di sfidare Berlusconi in carisma e popolarità ma al tempo stesso di creare una visione un sogno per gli elettori che dovrebbero votarvi?

                Geoff Andrews, che ha commentato più volte il caso Berlusconi negli ultimi mesi sul sito "Open Democracy", scriverà un nuovo articolo nei prossimi giorni, con i risultati dl convegno di Birmingham e la lista dei dieci quesiti all'opposizione italiana. Dalla quale spera, nel frattempo, di ricevere le risposte.

                repubblica.it
                "
                Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                • Liam & Me
                  Bad Blake
                  • Dec 2006
                  • 5562
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                  • 848
                  • high as a kite
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                  il solo conceprle certe domande significa avere un concetto dell'italia troppo ottimistico
                  B & B with a little weed










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                  • Sam Fisher
                    Bodyweb Advanced
                    • Jan 2006
                    • 4257
                    • 576
                    • 583
                    • Ministero della Pubblica Istruzione
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                    Ragazzi tratto dal blog di Grillo ...io sn sempre + schifato .

                    I confini tra una parte (quanta?) dello Stato e la mafia sono sottili, spesso inesistenti. Viene persino il dubbio che l'Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale sia stata liberata dai mafiosi americani guidati da Lucky Luciano e non dagli Alleati (ma forse da tutti e due insieme alla CIA...). L'intervista a Nicola Biondo è sconvolgente, ma anche surreale. Ne emerge un gioco di specchi in cui scompare qualunque regola, ogni credibilità delle Istituzioni. Biondo descrive un girone infernale senza nessuna speranza di purgatorio o paradiso nel quale non precipitano i malvagi, ma i cittadini onesti: magistrati, poliziotti, politici, giornalisti in una mattanza nella quale la mafia è spesso il braccio armato di poteri protetti dallo Stato.

                    Intervista a Nicola Biondo

                    Il Patto tra Stato e mafia (espandi | comprimi)
                    "Mi chiamo Nicola Biondo, sono un giornalista freelance scrivo per L’Unità, con Sigfrido Ranucci, un inviato RAI abbiamo scritto un libro per Chiare Lettere, si intitola: “Il Patto. Da Ciancimino a Dell’Utri, la trattativa segreta tra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato”. Raccontiamo una storia straordinaria, molto poco conosciuta, quella di Luigi Ilardo, nome in codice Oriente.
                    Luigi Ilardo dal 1994 al 1996 ha smesso di essere un mafioso e è diventato un infiltrato, tutto quello che ascoltava e vedeva non era più a beneficio della sua famiglia mafiosa, ma a favore degli uomini dello Stato.
                    Luigi Ilardo è un caso eccezionale della lotta a Cosa Nostra, in pochi mesi fa decapitare le famiglie mafiose di tutta la Sicilia orientale, ma cosa più incredibile, inizia un rapporto epistolare con Bernardo Provenzano, Ilardo è il primo che racconta il metodo dei pizzini che consentiva a Bernardo Provenzano di comunicare all’esterno con i suoi uomini, Ilardo è il primo a raccontarcelo. Ilardo incontra Bernardo Provenzano il 31 ottobre 1995, e da infiltrato informa i Carabinieri del Ros, che però incredibilmente non arrestano il boss e soprattutto non mettono sotto osservazione il suo covo che per sei anni Bernardo Provenzano continuerà a frequentare indisturbato.
                    La storia di Luigi Ilardo ci ha consentito di vedere in diretta questo Patto, di farci quelle domande che ci si è sempre fatti, come mai Cosa Nostra, una banda di criminali, sia riuscita a durare così tanto, sia riuscita a imporre il proprio dominio non soltanto in Sicilia, ma nel nord Italia, ha investito, si è esportata in mezzo

                    Bernardo Provenzano e la pax mafiosa (espandi | comprimi)
                    La storia di Luigi Ilardo incrocia tanti misteri, tanti segreti che ormai forse non sono più né misteri né segreti, la verità è lì, basterebbe poco per poterla raccontare, per poterla vedere. Luigi Ilardo per primo fa il nome di Marcello Dell’Utri, lo definisce un insospettabile esponente dell’entourage di Silvio Berlusconi. Lo fa nel gennaio del 1994, racconta in diretta il patto politico – elettorale che il Gotha di Cosa Nostra avrebbe fatto con la nascente Forza Italia, fa i nomi e non è solo quello di Marcello Dell’Utri, noi li possiamo fare, ciò non significa che siano colpevoli queste persone di cui adesso racconterò, ma l’infiltrato Luigi Ilardo li fa, sono i nomi di Salvatore Ligresti, di Raul Gardini, fa in maniera particolare dell’entourage di Raul Gardini i nomi di famosi imprenditori a lui legati che poi saranno definitivamente processati e condannati per concorso esterno in associazione mafiosa, fa il nome di politici, a parte Dell’Utri, come quello del papà dell’attuale Ministro della difesa La Russa e di suo fratello Vincenzo e lega questo contatto che la famiglia La Russa avrebbe avuto con Cosa Nostra, insieme con la famiglia Ligresti. Tutto questo ci porta a vedere in maniera chiarissima quello che per Ilardo era normale, un patto tra Stato e mafia, quel patto che noi oggi vediamo chiaramente nei processi, la mancata cattura di Bernardo Provenzano, come la racconta Ilardo è finita in una processo che oggi abbiamo su tutte le prime pagine nei giornali, il processo al generale Mori, proprio perché quest’ultimo era l’ufficiale di più alto rango, responsabile di quell’operazione che avrebbe dovuto consentire l’arresto di Provenzano 11 anni prima di quando effettivamente è accaduto.
                    Il racconto di Massimo Ciancimino ci permette ancora di più di scendere nei particolari e i personaggi sono sempre gli stessi, in questo caso il generale Mori che nel 1992 incontra Vito Ciancimino, i contorni di questi incontri sono ancora sfuggenti per molti, sono chiarissimi per le sentenze, quella è stata una trattativa, l’obiettivo era di catturare alcuni capi latitanti e lasciarne altri fuori, come Bernardo Provenzano per esempio, quella mafia invisibile, affaristica che ripone nel fodero l’arma delle stragi, per portare avanti una vera e propria pax mafiosa, quindi la mancata cattura di Provenzano che raccontiamo attraverso questo racconto inedito dell’infiltrato Luigi Ilardo, non è altro che un tassello del patto tra Stato e mafia, noi ti lasciamo libero, tu non fai più le stragi, noi ti consentiamo di fare affari, anzi li facciamo insieme!

                    Omicidi di Stato e di mafia (espandi | comprimi)
                    Quella che abbiamo raccontato non è soltanto una storia di patti, di accordi, è anche una storia scritta con il sangue, il sangue di molti poliziotti uccisi, Ilardo racconta che un ruolo importantissimo hanno avuto i servizi segreti italiani in molti omicidi politici e non avvenuti in Sicilia, lui racconta che alcuni poliziotti sono stati traditi e uccisi da un misterioso agente dei servizi, Ilardo lo chiama “faccia da mostro” noi ci siamo chiesti: quante facce da mostro hanno girato indisturbate in Sicilia, commettendo delitti che come dice Ilardo non erano nell’interesse di Cosa Nostra? Di questi delitti adesso noi possiamo individuarli, sono il delitto di Piersanti Mattarella, il Presidente della Regione Sicilia ucciso nel 1980, il delitto di Pio La Torre, il capo dell’opposizione comunista alla Regione Sicilia, ci sono delitti di poliziotti che Ilardo individua come delitti non di mafia, ma di Stato, c’è una frase agghiacciante che Luigi Ilardo avrebbe detto nell’unico incontro avuto con il Generale Mori e la frase è questa: "Molti attentati addebitati a Cosa Nostra non sono stati commessi da noi, ma dallo Stato e voi lo sapete benissimo!".

                    Il palazzo scomparso (espandi | comprimi)
                    E’ anche una storia di sangue quella dei magistrati, seguendo Luigi Ilardo, ci siamo imbattuti nell’ennesima storia incredibile, cioè quella di un palazzo che scompare, il palazzo è quello di via D’Amelio, in questo palazzo appena ultimato il 20 luglio 1992, a 24 ore dalla strage che ha ucciso Paolo Borsellino e i suoi ragazzi di scorta, due poliziotti e la Criminalpol salgono e si imbattono nei due costruttori, gli chiedono se hanno visto qualcosa, poi chiedono alla centrale via telefono se hanno precedenti penali, quei due costruttori sono due costruttori mafiosi, a quel punto sta per scattare l’arresto o quantomeno un interrogatorio in questura.Uno dei due poliziotti sale sulla terrazza e vede che il teatro della strage è lì, a due passi, c’è una visuale perfetta, nota anche delle cicche a terra, un mucchio di cicche a terra, il tempo di prepararsi a portare questi due costruttori in centrale per un interrogatorio, arriva un’altra volante, l’interrogatorio non si fa, i due poliziotti stilano un verbale e per 17 anni credono che quella pista sia stata abbattuta, invece no, oggi noi abbiamo riportato nel nostro libro la testimonianza, quel verbale di quei due poliziotti su quel palazzo gestito da costruttori mafiosi è sparito dalla Questura di Palermo. La Procura di Caltanissetta che indaga non l’ha trovato, c’è di più, i nomi di quei due costruttori finiranno da lì a poche settimane nei verbali di due importanti pentiti che accusavano Bruno Contrada n° 3 del Sisde e ex capo della Questura di Palermo, diranno questi pentiti: questi due costruttori hanno fornito a Bruno Contrada un appartamento, la loro versione ha retto in Cassazione, le indagini hanno appurato che questi due costruttori erano confidenti di Bruno Contrada e per conto di Cosa Nostra gli fornivano un appartamento. Quel palazzo di Cosa Nostra che dà su Via D’Amelio non è mai stato attenzionato dalle indagini, anzi a 48 ore dalla strage, in quel palazzo ritorna una squadra di Carabinieri, scrive un rapporto e dicono che è tutto a posto, strano, perché quel palazzo con quei costruttori era il primo luogo che si sarebbe dovuto indagare, ancora oggi, com’è noto, noi non sappiamo dove gli attentatori della strage di Via D’Amelio si sono piazzati, nessun pentito ce lo racconta, probabilmente perché davvero non è solo un segreto di mafia ma è anche un segreto di Stato.

                    Luigi Ilardo viene tradito, viene ucciso, i suoi racconti rimangono blindati, il colonnello Michele Riccio che li raccoglie subisce un arresto, una serie di disavventure, ma finalmente la verità di Ilardo, della mancata cattura di Bernardo Provenzano arriva in un’aula di giustizia e è quell’aula di giustizia dove oggi stanno venendo fuori tanti particolari su una trattativa tra Stato e mafia!"
                    Pillola rossa o pillola blu ????

                    La risposta è dentro te.

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                    • ALEX2
                      Bodyweb Senior
                      • Jan 2004
                      • 11901
                      • 176
                      • 65
                      • Arcore - villa San Martino
                      • Send PM

                      probabilmente è old:

                      YouTube - Lo scherzo fatto a Berlusconi da Tetris
                      il miglior modo per dire è fare

                      Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.

                      berlusconi_s@camera.it

                      sukkiotto docet...:
                      http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329

                      guardate qui:

                      http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023

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                      • black_hawk
                        Bodyweb Advanced
                        • Apr 2006
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                        Originariamente Scritto da ALEX2 Visualizza Messaggio
                        è old ma è pur sempre un'occasione per ricordarci quanto è pirla

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                        • KURTANGLE
                          Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                          • Jun 2005
                          • 36452
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                          • Borgo D'io
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                          Originariamente Scritto da Sam Fisher Visualizza Messaggio
                          Ragazzi tratto dal blog di Grillo ...io sn sempre + schifato .

                          I confini tra una parte (quanta?) dello Stato e la mafia sono sottili, spesso inesistenti. Viene persino il dubbio che l'Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale sia stata liberata dai mafiosi americani guidati da Lucky Luciano e non dagli Alleati (ma forse da tutti e due insieme alla CIA...). L'intervista a Nicola Biondo è sconvolgente, ma anche surreale. Ne emerge un gioco di specchi in cui scompare qualunque regola, ogni credibilità delle Istituzioni. Biondo descrive un girone infernale senza nessuna speranza di purgatorio o paradiso nel quale non precipitano i malvagi, ma i cittadini onesti: magistrati, poliziotti, politici, giornalisti in una mattanza nella quale la mafia è spesso il braccio armato di poteri protetti dallo Stato.

                          Intervista a Nicola Biondo

                          Il Patto tra Stato e mafia (espandi | comprimi)
                          "Mi chiamo Nicola Biondo, sono un giornalista freelance scrivo per L’Unità, con Sigfrido Ranucci, un inviato RAI abbiamo scritto un libro per Chiare Lettere, si intitola: “Il Patto. Da Ciancimino a Dell’Utri, la trattativa segreta tra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato”. Raccontiamo una storia straordinaria, molto poco conosciuta, quella di Luigi Ilardo, nome in codice Oriente.
                          Luigi Ilardo dal 1994 al 1996 ha smesso di essere un mafioso e è diventato un infiltrato, tutto quello che ascoltava e vedeva non era più a beneficio della sua famiglia mafiosa, ma a favore degli uomini dello Stato.
                          Luigi Ilardo è un caso eccezionale della lotta a Cosa Nostra, in pochi mesi fa decapitare le famiglie mafiose di tutta la Sicilia orientale, ma cosa più incredibile, inizia un rapporto epistolare con Bernardo Provenzano, Ilardo è il primo che racconta il metodo dei pizzini che consentiva a Bernardo Provenzano di comunicare all’esterno con i suoi uomini, Ilardo è il primo a raccontarcelo. Ilardo incontra Bernardo Provenzano il 31 ottobre 1995, e da infiltrato informa i Carabinieri del Ros, che però incredibilmente non arrestano il boss e soprattutto non mettono sotto osservazione il suo covo che per sei anni Bernardo Provenzano continuerà a frequentare indisturbato.
                          La storia di Luigi Ilardo ci ha consentito di vedere in diretta questo Patto, di farci quelle domande che ci si è sempre fatti, come mai Cosa Nostra, una banda di criminali, sia riuscita a durare così tanto, sia riuscita a imporre il proprio dominio non soltanto in Sicilia, ma nel nord Italia, ha investito, si è esportata in mezzo

                          Bernardo Provenzano e la pax mafiosa (espandi | comprimi)
                          La storia di Luigi Ilardo incrocia tanti misteri, tanti segreti che ormai forse non sono più né misteri né segreti, la verità è lì, basterebbe poco per poterla raccontare, per poterla vedere. Luigi Ilardo per primo fa il nome di Marcello Dell’Utri, lo definisce un insospettabile esponente dell’entourage di Silvio Berlusconi. Lo fa nel gennaio del 1994, racconta in diretta il patto politico – elettorale che il Gotha di Cosa Nostra avrebbe fatto con la nascente Forza Italia, fa i nomi e non è solo quello di Marcello Dell’Utri, noi li possiamo fare, ciò non significa che siano colpevoli queste persone di cui adesso racconterò, ma l’infiltrato Luigi Ilardo li fa, sono i nomi di Salvatore Ligresti, di Raul Gardini, fa in maniera particolare dell’entourage di Raul Gardini i nomi di famosi imprenditori a lui legati che poi saranno definitivamente processati e condannati per concorso esterno in associazione mafiosa, fa il nome di politici, a parte Dell’Utri, come quello del papà dell’attuale Ministro della difesa La Russa e di suo fratello Vincenzo e lega questo contatto che la famiglia La Russa avrebbe avuto con Cosa Nostra, insieme con la famiglia Ligresti. Tutto questo ci porta a vedere in maniera chiarissima quello che per Ilardo era normale, un patto tra Stato e mafia, quel patto che noi oggi vediamo chiaramente nei processi, la mancata cattura di Bernardo Provenzano, come la racconta Ilardo è finita in una processo che oggi abbiamo su tutte le prime pagine nei giornali, il processo al generale Mori, proprio perché quest’ultimo era l’ufficiale di più alto rango, responsabile di quell’operazione che avrebbe dovuto consentire l’arresto di Provenzano 11 anni prima di quando effettivamente è accaduto.
                          Il racconto di Massimo Ciancimino ci permette ancora di più di scendere nei particolari e i personaggi sono sempre gli stessi, in questo caso il generale Mori che nel 1992 incontra Vito Ciancimino, i contorni di questi incontri sono ancora sfuggenti per molti, sono chiarissimi per le sentenze, quella è stata una trattativa, l’obiettivo era di catturare alcuni capi latitanti e lasciarne altri fuori, come Bernardo Provenzano per esempio, quella mafia invisibile, affaristica che ripone nel fodero l’arma delle stragi, per portare avanti una vera e propria pax mafiosa, quindi la mancata cattura di Provenzano che raccontiamo attraverso questo racconto inedito dell’infiltrato Luigi Ilardo, non è altro che un tassello del patto tra Stato e mafia, noi ti lasciamo libero, tu non fai più le stragi, noi ti consentiamo di fare affari, anzi li facciamo insieme!

                          Omicidi di Stato e di mafia (espandi | comprimi)
                          Quella che abbiamo raccontato non è soltanto una storia di patti, di accordi, è anche una storia scritta con il sangue, il sangue di molti poliziotti uccisi, Ilardo racconta che un ruolo importantissimo hanno avuto i servizi segreti italiani in molti omicidi politici e non avvenuti in Sicilia, lui racconta che alcuni poliziotti sono stati traditi e uccisi da un misterioso agente dei servizi, Ilardo lo chiama “faccia da mostro” noi ci siamo chiesti: quante facce da mostro hanno girato indisturbate in Sicilia, commettendo delitti che come dice Ilardo non erano nell’interesse di Cosa Nostra? Di questi delitti adesso noi possiamo individuarli, sono il delitto di Piersanti Mattarella, il Presidente della Regione Sicilia ucciso nel 1980, il delitto di Pio La Torre, il capo dell’opposizione comunista alla Regione Sicilia, ci sono delitti di poliziotti che Ilardo individua come delitti non di mafia, ma di Stato, c’è una frase agghiacciante che Luigi Ilardo avrebbe detto nell’unico incontro avuto con il Generale Mori e la frase è questa: "Molti attentati addebitati a Cosa Nostra non sono stati commessi da noi, ma dallo Stato e voi lo sapete benissimo!".

                          Il palazzo scomparso (espandi | comprimi)
                          E’ anche una storia di sangue quella dei magistrati, seguendo Luigi Ilardo, ci siamo imbattuti nell’ennesima storia incredibile, cioè quella di un palazzo che scompare, il palazzo è quello di via D’Amelio, in questo palazzo appena ultimato il 20 luglio 1992, a 24 ore dalla strage che ha ucciso Paolo Borsellino e i suoi ragazzi di scorta, due poliziotti e la Criminalpol salgono e si imbattono nei due costruttori, gli chiedono se hanno visto qualcosa, poi chiedono alla centrale via telefono se hanno precedenti penali, quei due costruttori sono due costruttori mafiosi, a quel punto sta per scattare l’arresto o quantomeno un interrogatorio in questura.Uno dei due poliziotti sale sulla terrazza e vede che il teatro della strage è lì, a due passi, c’è una visuale perfetta, nota anche delle cicche a terra, un mucchio di cicche a terra, il tempo di prepararsi a portare questi due costruttori in centrale per un interrogatorio, arriva un’altra volante, l’interrogatorio non si fa, i due poliziotti stilano un verbale e per 17 anni credono che quella pista sia stata abbattuta, invece no, oggi noi abbiamo riportato nel nostro libro la testimonianza, quel verbale di quei due poliziotti su quel palazzo gestito da costruttori mafiosi è sparito dalla Questura di Palermo. La Procura di Caltanissetta che indaga non l’ha trovato, c’è di più, i nomi di quei due costruttori finiranno da lì a poche settimane nei verbali di due importanti pentiti che accusavano Bruno Contrada n° 3 del Sisde e ex capo della Questura di Palermo, diranno questi pentiti: questi due costruttori hanno fornito a Bruno Contrada un appartamento, la loro versione ha retto in Cassazione, le indagini hanno appurato che questi due costruttori erano confidenti di Bruno Contrada e per conto di Cosa Nostra gli fornivano un appartamento. Quel palazzo di Cosa Nostra che dà su Via D’Amelio non è mai stato attenzionato dalle indagini, anzi a 48 ore dalla strage, in quel palazzo ritorna una squadra di Carabinieri, scrive un rapporto e dicono che è tutto a posto, strano, perché quel palazzo con quei costruttori era il primo luogo che si sarebbe dovuto indagare, ancora oggi, com’è noto, noi non sappiamo dove gli attentatori della strage di Via D’Amelio si sono piazzati, nessun pentito ce lo racconta, probabilmente perché davvero non è solo un segreto di mafia ma è anche un segreto di Stato.

                          Luigi Ilardo viene tradito, viene ucciso, i suoi racconti rimangono blindati, il colonnello Michele Riccio che li raccoglie subisce un arresto, una serie di disavventure, ma finalmente la verità di Ilardo, della mancata cattura di Bernardo Provenzano arriva in un’aula di giustizia e è quell’aula di giustizia dove oggi stanno venendo fuori tanti particolari su una trattativa tra Stato e mafia!"

                          santo Dio....
                          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                          Originariamente Scritto da GoodBoy!
                          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                          grazie.




                          PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                          • odisseo
                            Bodyweb Senior
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                            Scende l'effetto dell'attentato di Milano. Il premier al 46% di fiduciosi vicino ai minimi
                            Il Pd risale di 3 punti, l'Idv di 2. Fermi tutti gli altri. Ministri: bene Sacconi, perde Brunetta


                            Fiducia, Berlusconi di nuovo in calo
                            Crescono i partiti di centrosinistra


                            Raggiungono quota 52% (la più alta di sempre) quelli che hanno poca o nessuna fiducia

                            ROMA - L'effetto dell'attentato di Milano comincia a scemare e la fiducia in Silvio Berlusconi riprende il trend negativo degli ultimi mesi. E' il dato più evidente del sondaggio mensile di Ipr Marketing sulla fiducia nel premier, nel governo e nelle forze politiche. L'altro elemento emergente è una ripresa dei partiti del centrosinistra: Pd e Idv guadagnano terreno mentre per gli altri è "crescita zero".

                            GUARDA LE TABELLE

                            Il sondaggio, come tutti i mesi esamina il livello di fiducia. Nel caso di Berlusconi scendono a 46 (su 100) gli interpellati che esprimono "molta" o "abbastanza" fiducia nel suo operato. Erano 48 a gennaio e dicembre e 45 a novembre e ottobre. Il Cavaliere, dunque, torna vicino ai suoi "minimi storici". Nell'ottobre del 2008 era arrivato al 62% di giudizi positivi. Sale, invece, sopra il 50 per cento e arriva al 52% la percentuale di coloro che esprimono "poca" o nessuna" fiducia nel premier. E' la più alta mai raggiunta. Gli indecisi, infatti, sono solo il 2%.-

                            Il governo. Non si muove il governo. Per il quarto mese consecutivo la percentuale di coloro che esprimono "molta" o "abbastanza" fiducia è ferma al 40% (minimo di sempre). Bloccati anche al 56% coloro che ne hanno "poca" o "nessuna". Stesso dato, ovviamente, anche per gli indecisi: 4%.

                            I ministri. Nella classifica dei ministri è sempre in testa il responsabile di welfare e lavoro Maurizio Sacconi (62% di "fiduciosi") vicino al suo massimo storico di 63% (luglio 2009). Al secondo posto sempre Maroni 60%. Perde tre punti il responsabile della funzione pubblica Renato Brunetta che passa dal 61 al 58 per cento di fiduciosi. La sua candidatura a sindaco di Venezia non è evidentemente piaciuta a una parte degli interpellati. Tra gli altri, perdono due punti Frattini, Bondi e la Brambilla (fanalino di coda con il 28% di fiducia). Guadagnano, invece, Scajola avvantaggiato chiaramente dalla difesa dei posti di lavoro nella vicenda Fiat e Giorgia Meloni. Un punto in più a Tremonti e Mara Carfagna, uno in meno per Gelmini (la riforma della scuola non l'aiuta) e Zaia.

                            I partiti. Il sondaggio segnala la crescita delle forze di centrosinistra. Il Pd, dopo la flessione di 4 punti del mese scorso, risle da 37 al 40 per cento di "fiduciosi" riavvicinandosi al suo massimo (41%). Due punti in più (dal 36 al 38) per l'Idv. Tutti fermi gli altri. In testa c'è il Pdl (46%), l'Udc è al 40 e la Lega Nord chiude al 31.

                            repubblica.it
                            "
                            Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                            • ma_75
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                              Ho il sospetto che la caduta di Bertolaso possa far molto male a Berlusconi.
                              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                              ma_75@bodyweb.com

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                              • odisseo
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                                Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                                Ho il sospetto che la caduta di Bertolaso possa far molto male a Berlusconi.
                                quale evento sfrutteranno questa volta per rialzare i consensi?
                                "
                                Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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