Originariamente Scritto da straccio_revenge
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Grazie del contributo Ci aggancio questo, un'intervista a Maroni del Corriere.it, dove si specifica meglio quale tipo di intervento il governo vorrebbe verso la Rete, e mi pare si ridimensioni un pò il tutto:
Maroni: «Contro i reati sul web
daremo più strumenti ai magistrati»
Il ministro a Corriere.it: «Niente censura, né controlli da parte del governo. Serve la collaborazione dei gestori»
MILANO - «Non c'è nessuna intenzione di fare leggi speciali per il web e non c'è nessuna intenzione di introdurre altri reati». Roberto Maroni, intervenendo durante la videochat di Corriere.it, ribadisce la posizione del governo sull'ipotesi di nuove regole per la Rete. Un tema tornato all'ordine del giorno dopo le polemiche scaturite per la comparsa su Facebook di alcuni gruppi di sostegno a Massimo Tartaglia, l'uomo che ha aggredito Berlusconi in piazza Duomo. Il ministro dell'Interno conferma che è pronto a presentare un provvedimento al prossimo Consiglio dei ministri. «Ma sarà un disegno di legge, non un decreto, perché voglio dare al Parlamento la possibilità di discutere pacatamente su un tema così controverso».
REATI - Maroni spiega che «sulla Rete devono applicarsi gli stessi reati che si applicano per giornali e tv». «Il problema - prosegue il ministro - non è evitare che ci siano gli insulti: questa è una regola di buon senso, ma non può essere lo Stato a impedirlo. Noi vogliamo che si evitino i reati. La libertà di espressione e quella di manifestazione del pensiero vanno garantite - ribadisce Maroni - ma se un utente fonda un gruppo chiamato "uccidiamo Maroni", siamo davanti al reato di istigazione a delinquere. E se scrivo "quel tizio ha fatto bene a spaccare la testa al premier" può ravvisarsi l'apologia di reato».
GLI STRUMENTI - Nessuna censura, assicura, «perché il compito di investigare va attribuito alla magistratura e non al governo». E quindi? Quali saranno le misure che presenterà al Consiglio dei ministri? «Metteremo a disposizione della magistratura gli strumenti che consentano di imporre all'autore del reato, una volta identificato, di rimuovere la pagina entro 24-48 ore. Se non lo fa, scatterà una sanzione. Successivamente, il magistrato potrà ordinare al gestore del servizio di rimuovere la pagina in questione. Non è una semplice richiesta, è un ordine della magistratura italiana. Nei casi più gravi, per siti che incitino alla pedofilia o al terrorismo, la magistratura potrà anche avere il potere di impedirne l'accesso. Perché finché la pagina rimane in Rete, il reato persiste. Ovviamente contro tutti questi provvedimenti sarà possibile il ricorso in appello al Tribunale della libertà. Nessun nuovo reato, nessuna legge speciale». Maroni annuncia poi l'intenzione di creare, presso il ministero per lo Sviluppo Economico, «un gruppo di lavoro permanente con i gestori per arrivare a un codice di autodisciplina».
FACEBOOK - Ha notato un atteggiamento diverso da parte dei social network dopo gli ultimi fatti di cronaca? «Io ricordo la fatica che abbiamo fatto due mesi fa per far cancellare le pagine che inneggiavano alla mafia e all'uccisione di Berlusconi - racconta Maroni. - In quest'ultimo caso, invece, Facebook è stata molto più rapida a cancellare certe pagine. La collaborazione del fornitore del servizio è fondamentale. Io voglio evitare che mio figlio di 12 anni, navigando sul web, capiti su pagine che inneggiano al terrorismo, alla mafia, alla pedofilia. Se c'è la collaborazione dei gestori, il problema si risolve».
Maroni: «Contro i reati sul web daremo più strumenti ai magistrati» - Corriere della Sera
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