Berlusconi: «La stampa estera s*******
premier, democrazia e il nostro Paese»
«Cercano di fare come nel '94 ma non ci riusciranno. Sentenza Cir, sul giudice ne verranno fuori delle belle»
MILANO - Stampa straniera, magistrati, Corte Costituzionale, Pd. Dal palco del PalaTedeschi di Benevento, in chiusura della Festa della Libertà del Pdl, Silvio Berlusconi ne ha per tutti.
STAMPA - «C'è un spirito anti italiano - attacca parlando degli attacchi da Oltralpe, dopo le consuete note della canzone "Meno male che Silvio c'è" -. Ci sono giornali stranieri, imbeccati da certa stampa italiana, che muovono solo accuse assurde, ridicole, che fanno male all'Italia, s*******ndo non solo il presidente del Consiglio, ma la nostra democrazia e il nostro Paese, danneggiando anche i nostri prodotti». Al contrario, continua, li giornali stranieri «devono avere un'immagine dell'Italia che deve essere bella, forte e pura e non inquinata da tutto ciò che si dice sui giornali in queste settimane».
ITALIA GENEROSA - Ed è una consolazione, dice il premier, «vedere l’Italia buona, vera, generosa e audace, che si manifesta con spirito di abnegazione e lo stiamo verificando, a partire dal miracolo in Abruzzo e in tutte le situazioni difficili, di fronte a quello che leggiamo sui giornali, alle proteste e a quelli che ti gridano "vergogna" e "assassino"». Un militante del Pdl grida «Silvio Santo subito» e il Cavaliere replica: «Subito no, aspettiamo». Ma c'è anche una contestazione: mentre il premier parla, una donna dalla platea grida che lui e il governo se ne devono andare a casa. Replica: «Non seguiamo il cattivo esempio di chi grida "fuori il governo da palazzo Chigi", non rispondiamo, noi siamo liberali». La donna comunque viene allontanata. Fuori dal PalaTedeschi un gruppo di manifestanti ed esponenti di Cgil, Cisl e Uil di Benevento che hanno chiesto di incontrare il premier. Al suo arrivo il premier è stato accolto dai fischi dei precari della scuola. Gli insegnati e gli Ata della provincia rimasti senza lavoro, nei mesi scorsi, erano saliti sui tetti della direzione scolastica provinciale: oggi hanno manifestato con fischietti e cori, tenuti a distanza da un cordone di polizia.
«CONSULTA SLEALE» - Secondo capitolo, gli attacchi interni. «Non credo che si possa consentire di rivolgere infamie, improperi, insulti e volgarità a un premier eletto direttamente dal popolo, bisogna cambiare questa situazione» incalza Berlusconi. Tornando sulla bocciatura del Lodo Alfano da parte della Consulta, sostiene di «non aver detto una parola fuori luogo perché non si può continuare così; non si può far lavorare il Parlamento per molto tempo e poi intervenire su questa decisione negando se stessi e negando una decisione che la Corte prese quattro anni fa». Sul Lodo Alfano, continua, la Consulta ha messo in campo un «comportamento completamente sleale nei confronti dell’istituzione parlamentare e bisogna evitare che non si ritorni al popolo che non conta niente e a un Parlamento che non può legiferare a causa di una Corte che non è organo di garanzia ma organo politico». «In moltissime democrazie - ha aggiunto - non c'è bisogno di questa norma (l'immunità per le alte cariche, ndr) perché in Francia e Inghilterra i pm non sono autonomi e indipendenti nel più alto arbitrio, ma sono sottoposti al ministro della Giustizia e all'esecutivo».
«PD NON DEMOCRATICO» - Pesante l'attacco all'opposizione, impegnata nella convention romana con i tre candidati alle primarie: «Ci troviamo di fronte a un'opposizione che non si sa più cosa sia, di certo non corrisponde al suo nome, Partito Democratico. Sono ancora i comunisti di sempre, non credono nella democrazia e non credono che i cittadini possano indicare coloro che devono governare, pensano che il popolo sia un bue narcotizzato dalle televisioni e che il governo debba essere portato avanti da élite. Un partito che vede come leader outsider e carismatico l'editore di giornali come Repubblica e L'Espresso, che ha aperto una campagna di attacco al premier magari nella consapevolezza di avere un’azione civile in corso, affidata a un giudice del quale se ne sentiranno venire fuori delle belle, che pensava di indebolire il premier con una character assasination in pieno svolgimento ancora adesso, con la perdita di immagine all’estero attraverso l’imbeccamento di tutti i giornali internazionali». Un'azione, prosegue Berlusconi, portata avanti «con una sentenza (quella sul Lodo Mondadori, ndr) che avrebbe dovuto colpire patrimonialmente e quindi farlo fuori, facendo realtà i sogni di D'Alema che ebbe a dire che voleva vedermi sui gradini di un chiesa a chiedere la carità: il tutto attraverso lo strumento di una giustizia deviata che usa la giustizia non ai fini di giustizia, ma di lotta politica. Non possiamo accettare di tornare nelle condizioni vissute anni fa».
MAFIA - Capitolo mafia. «In questa campagna contro di me c'è anche il ritorno a un possibile coinvolgimento a fatti di mafia di venti e passa anni fa, con una perdita di immagine all’estero attraverso l’imbeccamento di tutti i giornali internazionali». Ma, spiega, «nessun governo ha mai fatto quanto questo nel contrasto alla mafia. Ho detto a Maroni che se passerà alla storia se sconfiggerà quella patologia dell’Italia che ci perseguita da sempre» ha aggiunto, facendo peraltro un lapsus sul nome del ministro dell'Interno (Renato anziché Roberto).
MAGISTRATURA - Capitolo magistrati e nuovo attacco. «Venendo qui e leggendo i giornali mi sono chiesto cosa davvero sia cambiato dal 1993, quando l'intervento della magistratura fece fuori tutti i partiti e tutti protagonisti di quei partiti furono costretti a lasciare, qualcuno anche l'Italia. Mi sono risposto che oggi, di diverso, c'è il fatto che abbiamo il consenso del 68% degli italiani e il fatto che abbiamo il Popolo della libertà: insomma di diverso ci siamo noi». Quindi ricorda il '94, quando dovette dimettersi dopo l'avviso di garanzia durante la conferenza dell'Onu sulla criminalità e si andò poi al governo Dini: «Stanno cercando di fare ora la stessa cosa, ma state sereni su questo, non accadrà, non c'è nessun dubbio; vi do la più ampia garanzia che porteremo a termine mandato che ci è stato affidato dagli italiani. Dobbiamo trovare il modo di dare la possibilità al governo di governare per un'intera legislatura». Il Cavaliere cita gli ultimi sondaggi in suo possesso: «Nei miei confronti c'è il 68% dei consensi».
INTERCETTAZIONI - Nella lunga carrellata di tutti gli argomenti che gli stanno a cuore, Berlusconi non tralascia le intercettazioni: «In una democrazia la privacy e la riservatezza sono un bene primario di ogni cittadino, perché il primo diritto è quello della privatezza e della inviolabilità delle conversazioni e corrispondenza: in Italia questo diritto non è tutelato e posso dire anzi che è quasi calpestato, le intercettazioni sono una patologia tutta italiana». Per questo, spiega, il governo sta lavorando a una riforma con la quale «permetteremo le intercettazioni soltanto in presenza di reati gravi». Quindi annuncia un piano per le carceri: «Mercoledì, con Angelino Alfano, metteremo a punto un piano per realizzare in meno di due anni prigioni civili per 20mila posti. Così l'Italia tornerà ad essere uno Stato civile». Riforma del processo penale: «Abbiamo allo studio, ma è pronta, la riforma del processo penale con la separazione tra pm e giudici, una riforma fondamentale». Ancora sui giudici: «Quando il presidente del Consiglio si rivolge alla magistratura perché gli hanno dato del "buffone", la magistratura dice che è stata una goliardata. Anche per questo occorre chiarire i rapporti tra giudici e istituzioni».
NUCLEARE - Infine il nucleare e l'emergenza rifiuti. Con attacco agli ambientalisti. «Dobbiamo dire grazie agli ecologisti ossessivi della sinistra che hanno voluto che si distruggesse qualunque possibilità di andare avanti con l'energia nucleare». Citando poi la vicenda dei rifiuti in Campania, annuncia che è pronto un prototipo di inceneritore di rifiuti da realizzare anche in Sicilia, Calabria e Lazio. «L'emergenza a Napoli e provincia - spiega - è stata risolta anche grazie all'entrata in funzione dell'inceneritore di Aversa».
premier, democrazia e il nostro Paese»
«Cercano di fare come nel '94 ma non ci riusciranno. Sentenza Cir, sul giudice ne verranno fuori delle belle»
MILANO - Stampa straniera, magistrati, Corte Costituzionale, Pd. Dal palco del PalaTedeschi di Benevento, in chiusura della Festa della Libertà del Pdl, Silvio Berlusconi ne ha per tutti.
STAMPA - «C'è un spirito anti italiano - attacca parlando degli attacchi da Oltralpe, dopo le consuete note della canzone "Meno male che Silvio c'è" -. Ci sono giornali stranieri, imbeccati da certa stampa italiana, che muovono solo accuse assurde, ridicole, che fanno male all'Italia, s*******ndo non solo il presidente del Consiglio, ma la nostra democrazia e il nostro Paese, danneggiando anche i nostri prodotti». Al contrario, continua, li giornali stranieri «devono avere un'immagine dell'Italia che deve essere bella, forte e pura e non inquinata da tutto ciò che si dice sui giornali in queste settimane».
ITALIA GENEROSA - Ed è una consolazione, dice il premier, «vedere l’Italia buona, vera, generosa e audace, che si manifesta con spirito di abnegazione e lo stiamo verificando, a partire dal miracolo in Abruzzo e in tutte le situazioni difficili, di fronte a quello che leggiamo sui giornali, alle proteste e a quelli che ti gridano "vergogna" e "assassino"». Un militante del Pdl grida «Silvio Santo subito» e il Cavaliere replica: «Subito no, aspettiamo». Ma c'è anche una contestazione: mentre il premier parla, una donna dalla platea grida che lui e il governo se ne devono andare a casa. Replica: «Non seguiamo il cattivo esempio di chi grida "fuori il governo da palazzo Chigi", non rispondiamo, noi siamo liberali». La donna comunque viene allontanata. Fuori dal PalaTedeschi un gruppo di manifestanti ed esponenti di Cgil, Cisl e Uil di Benevento che hanno chiesto di incontrare il premier. Al suo arrivo il premier è stato accolto dai fischi dei precari della scuola. Gli insegnati e gli Ata della provincia rimasti senza lavoro, nei mesi scorsi, erano saliti sui tetti della direzione scolastica provinciale: oggi hanno manifestato con fischietti e cori, tenuti a distanza da un cordone di polizia.
«CONSULTA SLEALE» - Secondo capitolo, gli attacchi interni. «Non credo che si possa consentire di rivolgere infamie, improperi, insulti e volgarità a un premier eletto direttamente dal popolo, bisogna cambiare questa situazione» incalza Berlusconi. Tornando sulla bocciatura del Lodo Alfano da parte della Consulta, sostiene di «non aver detto una parola fuori luogo perché non si può continuare così; non si può far lavorare il Parlamento per molto tempo e poi intervenire su questa decisione negando se stessi e negando una decisione che la Corte prese quattro anni fa». Sul Lodo Alfano, continua, la Consulta ha messo in campo un «comportamento completamente sleale nei confronti dell’istituzione parlamentare e bisogna evitare che non si ritorni al popolo che non conta niente e a un Parlamento che non può legiferare a causa di una Corte che non è organo di garanzia ma organo politico». «In moltissime democrazie - ha aggiunto - non c'è bisogno di questa norma (l'immunità per le alte cariche, ndr) perché in Francia e Inghilterra i pm non sono autonomi e indipendenti nel più alto arbitrio, ma sono sottoposti al ministro della Giustizia e all'esecutivo».
«PD NON DEMOCRATICO» - Pesante l'attacco all'opposizione, impegnata nella convention romana con i tre candidati alle primarie: «Ci troviamo di fronte a un'opposizione che non si sa più cosa sia, di certo non corrisponde al suo nome, Partito Democratico. Sono ancora i comunisti di sempre, non credono nella democrazia e non credono che i cittadini possano indicare coloro che devono governare, pensano che il popolo sia un bue narcotizzato dalle televisioni e che il governo debba essere portato avanti da élite. Un partito che vede come leader outsider e carismatico l'editore di giornali come Repubblica e L'Espresso, che ha aperto una campagna di attacco al premier magari nella consapevolezza di avere un’azione civile in corso, affidata a un giudice del quale se ne sentiranno venire fuori delle belle, che pensava di indebolire il premier con una character assasination in pieno svolgimento ancora adesso, con la perdita di immagine all’estero attraverso l’imbeccamento di tutti i giornali internazionali». Un'azione, prosegue Berlusconi, portata avanti «con una sentenza (quella sul Lodo Mondadori, ndr) che avrebbe dovuto colpire patrimonialmente e quindi farlo fuori, facendo realtà i sogni di D'Alema che ebbe a dire che voleva vedermi sui gradini di un chiesa a chiedere la carità: il tutto attraverso lo strumento di una giustizia deviata che usa la giustizia non ai fini di giustizia, ma di lotta politica. Non possiamo accettare di tornare nelle condizioni vissute anni fa».
MAFIA - Capitolo mafia. «In questa campagna contro di me c'è anche il ritorno a un possibile coinvolgimento a fatti di mafia di venti e passa anni fa, con una perdita di immagine all’estero attraverso l’imbeccamento di tutti i giornali internazionali». Ma, spiega, «nessun governo ha mai fatto quanto questo nel contrasto alla mafia. Ho detto a Maroni che se passerà alla storia se sconfiggerà quella patologia dell’Italia che ci perseguita da sempre» ha aggiunto, facendo peraltro un lapsus sul nome del ministro dell'Interno (Renato anziché Roberto).
MAGISTRATURA - Capitolo magistrati e nuovo attacco. «Venendo qui e leggendo i giornali mi sono chiesto cosa davvero sia cambiato dal 1993, quando l'intervento della magistratura fece fuori tutti i partiti e tutti protagonisti di quei partiti furono costretti a lasciare, qualcuno anche l'Italia. Mi sono risposto che oggi, di diverso, c'è il fatto che abbiamo il consenso del 68% degli italiani e il fatto che abbiamo il Popolo della libertà: insomma di diverso ci siamo noi». Quindi ricorda il '94, quando dovette dimettersi dopo l'avviso di garanzia durante la conferenza dell'Onu sulla criminalità e si andò poi al governo Dini: «Stanno cercando di fare ora la stessa cosa, ma state sereni su questo, non accadrà, non c'è nessun dubbio; vi do la più ampia garanzia che porteremo a termine mandato che ci è stato affidato dagli italiani. Dobbiamo trovare il modo di dare la possibilità al governo di governare per un'intera legislatura». Il Cavaliere cita gli ultimi sondaggi in suo possesso: «Nei miei confronti c'è il 68% dei consensi».
INTERCETTAZIONI - Nella lunga carrellata di tutti gli argomenti che gli stanno a cuore, Berlusconi non tralascia le intercettazioni: «In una democrazia la privacy e la riservatezza sono un bene primario di ogni cittadino, perché il primo diritto è quello della privatezza e della inviolabilità delle conversazioni e corrispondenza: in Italia questo diritto non è tutelato e posso dire anzi che è quasi calpestato, le intercettazioni sono una patologia tutta italiana». Per questo, spiega, il governo sta lavorando a una riforma con la quale «permetteremo le intercettazioni soltanto in presenza di reati gravi». Quindi annuncia un piano per le carceri: «Mercoledì, con Angelino Alfano, metteremo a punto un piano per realizzare in meno di due anni prigioni civili per 20mila posti. Così l'Italia tornerà ad essere uno Stato civile». Riforma del processo penale: «Abbiamo allo studio, ma è pronta, la riforma del processo penale con la separazione tra pm e giudici, una riforma fondamentale». Ancora sui giudici: «Quando il presidente del Consiglio si rivolge alla magistratura perché gli hanno dato del "buffone", la magistratura dice che è stata una goliardata. Anche per questo occorre chiarire i rapporti tra giudici e istituzioni».
NUCLEARE - Infine il nucleare e l'emergenza rifiuti. Con attacco agli ambientalisti. «Dobbiamo dire grazie agli ecologisti ossessivi della sinistra che hanno voluto che si distruggesse qualunque possibilità di andare avanti con l'energia nucleare». Citando poi la vicenda dei rifiuti in Campania, annuncia che è pronto un prototipo di inceneritore di rifiuti da realizzare anche in Sicilia, Calabria e Lazio. «L'emergenza a Napoli e provincia - spiega - è stata risolta anche grazie all'entrata in funzione dell'inceneritore di Aversa».
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