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No lavorare per la comunità finchè non diventa cibo per vermi.
meditare troppo rende pazzi, meglio il buon sano vecchio lavoro.
se mettessimo a lavorare sta gente togliendo lavoro ad altri butteremmo solo in mezzo alla strada un bel numero di famiglie.....
i lavori sociali non servono a nessuno
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Mah. Io sono favorevole alla pena di morte. Ma mi pare non sia questo l'argomento del dibattito.
Il diritto all'istruzione, nel nostro ordinamento, è inalienabile. Quindi è un diritto del detenuto. Certamente ci sono dei concetti che possono esser cambiati, ma c'è sempre una riflessione da fare.
Mettiamo che si possano togliere i diritti umani per alcuni crimini. Ad esempio li togliamo ai terroristi e li torturiamo. Oppure li togliamo agli assasini con premeditazione. Rimane il solito problema: il diritto cerca di trovare un equilibrio tra l'efficacia della legge e gli abusi che possono essere compiuti nella cornice della stessa.
Domani, potremmo arrestare qualcuno e in base a una nuova legge, torturarlo fino a quando non ammette di essere un terrorista. In un forum dove i liberi pensatori tacciano il governo democraticamente eletto di essere una dittatura, sono stupito: davvero pensate di poter creare leggi draconiane e poi di poter proteggere il popolo dagli abusi? Dove le prendiamo le persone da mettere nell'esecutivo e nel giudiziario, da qualche scritto utopico di Platone?
Negare i diritti umani ai criminali è sicuramente un'opzione che ha un suo senso, e io non mi ci scaglio contro. Ma è un discorso da affrontare con un taglio meno emotivo.
Poniamoci qualche domanda (anche se tu stesso dici di non essere pregiudizialmente contrario ad una opzione forte).
Gli abusi che paventi in un regime repressivo sono evitati da un sistema lassista come il nostro?
Il fatto di vivere in un paese libero garantisce una reale uguaglianza di fronte alla legge?
Evito volutamente la parte sul governo che, in questo caso, veramente non c'entra nulla.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
se mettessimo a lavorare sta gente togliendo lavoro ad altri butteremmo solo in mezzo alla strada un bel numero di famiglie.....
i lavori sociali non servono a nessuno
Non parlo di lavori sociali, ma di lavori forzati.
manodopera a costo zero.
E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!
Poniamoci qualche domanda (anche se tu stesso dici di non essere pregiudizialmente contrario ad una opzione forte).
Gli abusi che paventi in un regime repressivo sono evitati da un sistema lassista come il nostro?
Il fatto di vivere in un paese libero garantisce una reale uguaglianza di fronte alla legge?
Evito volutamente la parte sul governo che, in questo caso, veramente non c'entra nulla.
E' vero, ma non si puo' introdurre qualcosa di strutturale giustificandolo con un'emergenza (che peraltro c'e').
Un po' come giustificare gli inceneritori in Campania (provvedimento con effetti a lungo termine) dicendo che in fondo c'era l'emergenza rifiuti.
E' vero, ma non si puo' introdurre qualcosa di strutturale giustificandolo con un'emergenza (che peraltro c'e').
Un po' come giustificare gli inceneritori in Campania (provvedimento con effetti a lungo termine) dicendo che in fondo c'era l'emergenza rifiuti.
Ma chiaro che una soluzione di quel tipo non si può adottare in uno stato di questo tipo. Non si puossono cambiare gli infissi lasciando le fondamenta inalterate.
Ma visto che non possiamo ambire a tanto...non chiedo molto. Un minimo di indignazione da sostituire alla compassione mi basterebbe.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Un'altro caso del genere, un'omicidio assurdo e disgustoso.
La nuova vita dell'ex assistente della Sapienza condannato Scattone dal carcere alla cattedra
insegna storia e filosofia al liceo
La protesta dei genitori: "Esempio negativo per i nostri figli" di FEDERICA ANGELI
Giovanni Scattone
per l'omicidio di Marta Russo. La preside: "Tutto regolare" ROMA - Giovanni Scattone torna in cattedra. Da giovedì scorso e fino alla fine di ottobre l'ex assistente della facoltà di Giurisprudenza della "Sapienza", condannato con sentenza definitiva per l'omicidio di Marta Russo, sostituirà un'insegnante di ruolo al liceo scientifico "Primo Levi", un istituto di Vigna Murata, periferia della capitale. Insegna storia e filosofia agli studenti del terzo, quarto e quinto anno.
Ma il nuovo supplente non piace a tutti. O meglio: la sua presenza nell'istituto ha suscitato perplessità e inquietudine. "Non si tratta di pregiudizi - sottolinea la madre di una studentessa del terzo anno - ma quando ho capito che l'insegnate di mia figlia era proprio lui, Giovanni Scattone, quello del caso Marta Russo, non ho dormito la notte. Non è paura che possa fare del male a mia figlia, ma trovo davvero assurdo che gli studenti siano in classe con una persona condannata per l'omicidio di una studentessa. Questo lo trovo fortemente diseducativo".
Non tutti i ragazzi hanno associato subito il nome del nuovo professore al suo passato. Ma la notizia che il supplente di storia e filosofia del corso C era Giovanni Scattone ormai è sulla bocca di tutti. "E' tutto regolare - spiega la preside del "Primo Levi", Giuliana Stanzione, una donna energica e molto attenta al rispetto delle regole - Quando ho visto il suo nome nella graduatoria ho fatto immediatamente degli accertamenti e ho constatato che la sentenza della corte di Cassazione non l'ha interdetto dai pubblici uffici. E poi che devo dire, se per il Provveditorato va tutto bene, io non posso far altro che attenermi alle graduatorie e rispettare le norme. Francamente - conclude la preside - nessuno studente fino a oggi si è venuto a lamentare di lui, di come insegna o di come si pone nei loro confronti".
"Devo dire che è molto bravo a spiegare - dice Jacopo, rappresentante di classe del quinto C - E poi è molto paziente; quando non capiamo qualche concetto ce lo ripete anche più volte. Come ha fatto oggi, quando ci ha spiegato prima Hume e poi Kant".
"Spiega bene, riesce a catturare l'attenzione di tutti - aggiunge Chiara, una sua compagna di classe - E' paziente e in classe sa mantenere la disciplina anche senza alzare la voce".
Insomma nessuno ha da ridire sulla professionalità del supplente di storia e filosofia. Ma i dubbi e le perplessità su quell'incarico sono tanti. "Il professore è bravo ma lo vedo molto agitato - sostiene una studentessa del terzo anno - mi dà l'impressione di stare molto attento agli sguardi tra noi compagni oppure se parliamo a bassa voce di lui. E' come se avesse paura di essere riconosciuto, insomma dei commenti che possiamo fare tra noi".
"Questa persona è stata condannata per l'omicidio di Marta Russo - incalza la mamma di uno studente del quarto anno che vuole mantenere l'anonimato - è inquietante che il provveditorato, come se nulla fosse accaduto, lo rimetta in mezzo a studenti. Per carità è giusto che Scattone si rifaccia una vita, che ricominci da capo, ma vorrei che ripartisse veramente da zero, con un nuovo lavoro, un impiego che non abbia nulla a che vedere con l'insegnamento".
Il caso Marta Russo è stato uno dei processi più controversi e discussi degli ultimi anni e ha suscitato polemiche anche in Parlamento. Giovanni Scattone è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione, il 15 dicembre 2003, a cinque anni e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo. Al suo amico e collega Salvatore Ferraro furono inflitti quattro anni e due mesi. Annullata la condanna all'usciere Francesco Liparota. Scattone ha passato in cella complessivamente due anni e 4 mesi. Il 2 aprile del 2004 uscì dal carcere di Rebibbia e il tribunale di sorveglianza di Roma decise di ammetterlo in prova ai servizi sociali, alla formazione dei portatori di handicap. Il giovane ricercatore, come del resto Salvatore Ferraro, si è sempre dichiarato innocente fin dal momento dell'arresto.
Questo elemento, il cui passatempo è quello di sparare studentesse di passaggio dalle finestre, ora deve educare la gioventù italiana, il professorino.
Ma chiaro che una soluzione di quel tipo non si può adottare in uno stato di questo tipo. Non si puossono cambiare gli infissi lasciando le fondamenta inalterate.
Ma visto che non possiamo ambire a tanto...non chiedo molto. Un minimo di indignazione da sostituire alla compassione mi basterebbe.
Secondo me una persona come Erika non potrebbe mai essere ammessa in società di nuovo.
Uccidere familiari a coltellate a sangue freddo non è la stessa cosa che andare in galera per aver rapinato una banca.
Voi per esempio con una persona del genere, fareste mai "amicizia" ?
Poniamoci qualche domanda (anche se tu stesso dici di non essere pregiudizialmente contrario ad una opzione forte).
Gli abusi che paventi in un regime repressivo sono evitati da un sistema lassista come il nostro?
Il fatto di vivere in un paese libero garantisce una reale uguaglianza di fronte alla legge?
Evito volutamente la parte sul governo che, in questo caso, veramente non c'entra nulla.
Gli abusi ci sono e sempre ci saranno. Se somministro l'iniezione letale a un'innocente condannato per omicidio, non lo posso resuscitare; ma se lo metto in galera trent'anni e poi lo riabilito, non gli posso comunque restituire trent'anni di libertà. Quindi nè il nostro sistema nè nessun altro sono i grado di eliminare gli abusi, a meno di non eliminare la legge e lasciare mano libera all'abuso privato e non istituzionale.
Si tratta quindi di una scelta completamente arbitraria, legata all'etica e/o alla pragmatica. Detto sinceramente: ho le idee molto chiare su tantissimi argomenti, a volte ho anche le idee molto rigide. Ma sulla questione del diritto devo riflettere ancora tanto.
Un altro problema a questo punto è decidere quali diritti siano inalienabili e quali no. Oggi diamo grande importanza ai cosiddetti diritti umani, ma tutte le democrazie reputano giusto togliere il diritto alla libertà in conseguenza di determinati crimini. Alcune si spingono a negare il diritto alla vita come assoluto. Creare un corpus di leggi che stabiliscono quali diritti siano alienabili e per quali crimini è sempre complesso.
Possiamo togliere la libertà per un'infinità di crimini perchè questo è considerato normale, mentre per esempio per i cittadini romani (ma solo i cittadini) il carcere era un'idea molto meno assoluta. Possiamo in certi stati togliere il diritto alla vita, ma solo per l'omicido (per non allungare troppo, direi di limiarci al diritto civile e sorvolare su quello militare). Come stabilire a chi togliere il diritto all'istruzione, che poi è il tema del 3d? Come dicevo, è una questione arbitraria, quindi ognuno può avere la propria opinione e sarebbe bello che la scrivesse.
Poi sarebbe anche interessante vedere la questione in relazione agli altri crimini che colpiscono di più la fantasia popolare, come lo stupro o la pedofilia.
In relazione alla seconda domanda: non esiste l'uguaglianza di fronte alla legge, visto che la legge è applicata da persone e soggetta ad interpretazioni e discrezionalità. Inoltre - credo tu ti riferisca a questo - le stesse persone sono corruttibili.
Quindi di nuovo torniamo all'arbitrarietà: più sono alienabili i diritti, più diventa grave l'abuso che si può commettere.
C'è poi una terza questione che è quella dello scopo della pena. L'elemento più aberrante del nostro diritto è l'idea che lo scopo principale sia la riabilitazione. Su questo ho le idee chiare: è sbagliato.
Il crimine non è una malattia, ma una devianza. Eventualmente può essere causata da malattia. Se riconosciamo il diritto alle cure mediche ai detenuti, cercheremo di curare l'eventuale malattia.
Ma considerare la pena sempre e solo come riabilitazione significa considerare il crimine sempre e solo malattia, personale (mentale) o sociale. In questo, come trova spazio il valore dell'individuo come centro di libera iniziativa e il valore della punizione?
Insomma, alla fine è il concetto stesso di diritti inalienabili dell'individuo, che informa tutto l'attuale diritto, ad essere insostenibile ad un'analisi approfondita, perchè ha forme inconciliabili a seconda del contesto.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
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