Come farvi dare il benservito a causa di Internet
CareerBuilder
Non potete fare a meno di Facebook? Allora è il caso di preoccuparsi. Una recente ricerca condotta dal Guardian rivela che dal 2004 oltre 1.700 dipendenti pubblici sono stati licenziati o sottoposti a provvedimento disciplinare per uso improprio di Internet o della posta elettronica.
Senza dubbio molti dipendenti utilizzano Internet e la posta elettronica in ufficio per esigenze personali, ma qual è il punto in cui i datori di lavoro devono porre dei limiti?
Rete o non rete?Un numero sempre maggiore di datori di lavoro sta vietando l'accesso a Facebook dai computer aziendali (in media restiamo collegati al sito per 143 minuti al mese) e quasi il 70 percento delle aziende britanniche ha riferito di aver proibito l'uso del sito durante l'orario di lavoro. Brutte notizie per chi ama controllare che cosa fanno ex e vecchi amici.
I blog, ovvero come scroccare le risorse aziendali
Ogni giorno spuntano circa 70.000 blog. Poiché i blogger in genere discutono vari aspetti della propria vita quotidiana, molti parlano del proprio luogo di lavoro. Secondo Ben Wilmott, consulente per le relazioni con i dipendenti per il CIPD, i datori di lavoro temono che attraverso i blog possano trapelare informazioni riservate. "Nei blog i dipendenti possono addirittura fare commenti razzisti o sessisti in merito al proprio luogo di lavoro", afferma Wilmott.
"Se i contenuti del blog sono scritti durante l'orario di lavoro o usando un computer aziendale, il dipendente potrebbe esporsi a denunce per diffamazione, discriminazione o molestia", avverte Jonathan I'Anson, legale.
Un datore di lavoro potrebbe ricorrere all'Alta Corte e ottenere un'ingiunzione per impedire al dipendente di far trapelare successive ulteriori informazioni riservate e perfino citarlo per danni. Hyde Clarendon College ha sospeso una dipendente perché il suo blog, in cui rivelava di aver portato cinque alunni al bar per poi farli restare a casa propria, aveva messo a rischio la reputazione della scuola. Anche Waterstones ha licenziato un dipendente che definiva "bastardi" i propri dipendenti e il suo responsabile come il "perfido capo".
Navigazione Web o tempo perso?
Il tempo perso a navigare sul Web alla ricerca di vacanze è un problema, ma accedere a materiale inappropriato comporta enormi conseguenze legali sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti. Il personale non solo mette a rischio la propria posizione di lavoro ma, se il materiale visualizzato è illegale, potrebbe essere denunciato alle forze dell'ordine dai datori di lavoro.
James Pacenza, un ex dipendente di IBM negli Stati Uniti, sta intentando verso l'azienda una causa da 5 milioni di sterline dopo essere stato illegittimamente licenziato per aver visitato le chat di un sito per adulti mentre era al lavoro. Il Sig. Pacenza ha affermato di essere dipendente dalle chat online e che IBM avrebbe dovuto offrirgli un trattamento terapeutico invece di licenziarlo.
Come farsi cogliere nel sacco con le e-mail
Tutti noi ricordiamo i casi di e-mail imbarazzanti che, dopo essere state inviate a una persona, hanno fatto il giro di mezzo mondo per essere poi sbattute in prima pagina nei quotidiani. Uno studio condotto da Employment Review ha rivelato che la maggior parte delle organizzazioni ha dovuto intraprendere delle azioni per l'invio (76%) o la visualizzazione (68%) di e-mail inappropriate da parte dei dipendenti.
Nel 2006 la polizia dell'Hertfordshire ha sottoposto a provvedimento disciplinare 140 dirigenti e dipendenti per aver messo in circolazione un'e-mail dal titolo "Non scappare dalla polizia" che mostrava l'immagine di un uomo nero decapitato. Sempre nel 2006, oltre 100 dipendenti di BAE Systems sono stati sottoposti a indagine per il materiale sessista e razzista trovato nelle e-mail inviate dai lavoratori di due impianti del Lancashire. Un portavoce aziendale ha comunicato che era stata fatta grande attenzione per garantire che i dipendenti fossero informato delle politiche sull'uso inappropriato delle attrezzature IT e delle possibili conseguenze. Inoltre, sei dipendenti dello Swansea College sono stati licenziati e altri 70 sottoposti a provvedimento disciplinare dopo aver inviato e-mail oscene che in basso riportavano il logo del college.
Se da un lato Internet offre ai dipendenti l'accesso a una vasta quantità di informazioni, dall'altro occorre essere consapevoli dei rischi associati al download e all'uso di tali informazioni. Un numero sempre maggiore di datori di lavoro sta istituendo delle politiche che vietano di scaricare materiale offensivo, osceno o indecente da Internet, o di inoltrarlo; la violazione di tali politiche comporta l'applicazione di un provvedimento disciplinare, che potrebbe anche prevedere il licenziamento.
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Non potete fare a meno di Facebook? Allora è il caso di preoccuparsi. Una recente ricerca condotta dal Guardian rivela che dal 2004 oltre 1.700 dipendenti pubblici sono stati licenziati o sottoposti a provvedimento disciplinare per uso improprio di Internet o della posta elettronica.
Senza dubbio molti dipendenti utilizzano Internet e la posta elettronica in ufficio per esigenze personali, ma qual è il punto in cui i datori di lavoro devono porre dei limiti?
Rete o non rete?Un numero sempre maggiore di datori di lavoro sta vietando l'accesso a Facebook dai computer aziendali (in media restiamo collegati al sito per 143 minuti al mese) e quasi il 70 percento delle aziende britanniche ha riferito di aver proibito l'uso del sito durante l'orario di lavoro. Brutte notizie per chi ama controllare che cosa fanno ex e vecchi amici.
I blog, ovvero come scroccare le risorse aziendali
Ogni giorno spuntano circa 70.000 blog. Poiché i blogger in genere discutono vari aspetti della propria vita quotidiana, molti parlano del proprio luogo di lavoro. Secondo Ben Wilmott, consulente per le relazioni con i dipendenti per il CIPD, i datori di lavoro temono che attraverso i blog possano trapelare informazioni riservate. "Nei blog i dipendenti possono addirittura fare commenti razzisti o sessisti in merito al proprio luogo di lavoro", afferma Wilmott.
"Se i contenuti del blog sono scritti durante l'orario di lavoro o usando un computer aziendale, il dipendente potrebbe esporsi a denunce per diffamazione, discriminazione o molestia", avverte Jonathan I'Anson, legale.
Un datore di lavoro potrebbe ricorrere all'Alta Corte e ottenere un'ingiunzione per impedire al dipendente di far trapelare successive ulteriori informazioni riservate e perfino citarlo per danni. Hyde Clarendon College ha sospeso una dipendente perché il suo blog, in cui rivelava di aver portato cinque alunni al bar per poi farli restare a casa propria, aveva messo a rischio la reputazione della scuola. Anche Waterstones ha licenziato un dipendente che definiva "bastardi" i propri dipendenti e il suo responsabile come il "perfido capo".
Navigazione Web o tempo perso?
Il tempo perso a navigare sul Web alla ricerca di vacanze è un problema, ma accedere a materiale inappropriato comporta enormi conseguenze legali sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti. Il personale non solo mette a rischio la propria posizione di lavoro ma, se il materiale visualizzato è illegale, potrebbe essere denunciato alle forze dell'ordine dai datori di lavoro.
James Pacenza, un ex dipendente di IBM negli Stati Uniti, sta intentando verso l'azienda una causa da 5 milioni di sterline dopo essere stato illegittimamente licenziato per aver visitato le chat di un sito per adulti mentre era al lavoro. Il Sig. Pacenza ha affermato di essere dipendente dalle chat online e che IBM avrebbe dovuto offrirgli un trattamento terapeutico invece di licenziarlo.
Come farsi cogliere nel sacco con le e-mail
Tutti noi ricordiamo i casi di e-mail imbarazzanti che, dopo essere state inviate a una persona, hanno fatto il giro di mezzo mondo per essere poi sbattute in prima pagina nei quotidiani. Uno studio condotto da Employment Review ha rivelato che la maggior parte delle organizzazioni ha dovuto intraprendere delle azioni per l'invio (76%) o la visualizzazione (68%) di e-mail inappropriate da parte dei dipendenti.
Nel 2006 la polizia dell'Hertfordshire ha sottoposto a provvedimento disciplinare 140 dirigenti e dipendenti per aver messo in circolazione un'e-mail dal titolo "Non scappare dalla polizia" che mostrava l'immagine di un uomo nero decapitato. Sempre nel 2006, oltre 100 dipendenti di BAE Systems sono stati sottoposti a indagine per il materiale sessista e razzista trovato nelle e-mail inviate dai lavoratori di due impianti del Lancashire. Un portavoce aziendale ha comunicato che era stata fatta grande attenzione per garantire che i dipendenti fossero informato delle politiche sull'uso inappropriato delle attrezzature IT e delle possibili conseguenze. Inoltre, sei dipendenti dello Swansea College sono stati licenziati e altri 70 sottoposti a provvedimento disciplinare dopo aver inviato e-mail oscene che in basso riportavano il logo del college.
Se da un lato Internet offre ai dipendenti l'accesso a una vasta quantità di informazioni, dall'altro occorre essere consapevoli dei rischi associati al download e all'uso di tali informazioni. Un numero sempre maggiore di datori di lavoro sta istituendo delle politiche che vietano di scaricare materiale offensivo, osceno o indecente da Internet, o di inoltrarlo; la violazione di tali politiche comporta l'applicazione di un provvedimento disciplinare, che potrebbe anche prevedere il licenziamento.
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