Ultimamente, ogni notte, mi capita di sognare di morire. A volte capitano sogni in cui la tua vita è a rischio, ma generalmente, non si ha tempo per rendersene pienamente conto e il risveglio nel momento critico è immediato. Resta solamente la scia dell'angoscia e paura che si lascia dietro il sogno svanito: è il noto caso della classica caduta libera da un'altitudine.
Questa volta non è più così. E' la piena consapevolezza di una morte imminente, accompagnata dalla disperazione mista alla speranza di una via di salvezza che, infine, si traduce in una passiva rassegnazione e...l'attesa. Un'interminabile attesa. Sono sogni lunghi e complessi, con una trama lineare e di una straordinaria nitidezza che racchiudono un pathos e una drammaticità incredibili per quanto possano essere surreali.
Volevo condividere con voi qualche frammento di questi sogni che trovo di un'angoscia insuperabile,ma che, paradossalmente, esercitano su di me anche uno straordinario fascino:
Sono sulla punta di piedi, in una posizione precaria, sopra i massi che compongono un'alta parete di una fortezza che si innalza sopra l'oceano, le mie mani stringono le sbarre di una finestra. Sotto di me: un abisso e l'acqua. Un uomo di cui io non riesco a vedere il volto mi sfiora le dita: entrambi siamo consapevoli che, se le rilasso, morirò. Lo supplico di non farlo, ma lui continua ad accarezzarmi le mani sussurrando che non mi salverò. Duro fatica a mantenere la posizione, sono stanca e le mani stanno per cedere. Penso quasi di lasciarmi andare quando Lui, a bassa voce, mi dice: "Non importa, sta già venendo a prenderti Lei". Guardo giù: l'acqua, torbida, bronzea, sporca comincia a salire. Sale con un'incredibile lentezza...l'uomo non c'è più. Non mi resta che aspettare di essere da essa inghiottita. Noto ora che quell'acqua è mista al sangue. Un istante dopo è un mare tutto fatto di sangue: un sangue impuro, fermo, stagnante. Il sogno finisce solo quando mi manca completamente il respiro, mentre sono soffocata ed immobilizzata da quel liquido, esattamente un istante prima di morire.
Questa volta non è più così. E' la piena consapevolezza di una morte imminente, accompagnata dalla disperazione mista alla speranza di una via di salvezza che, infine, si traduce in una passiva rassegnazione e...l'attesa. Un'interminabile attesa. Sono sogni lunghi e complessi, con una trama lineare e di una straordinaria nitidezza che racchiudono un pathos e una drammaticità incredibili per quanto possano essere surreali.
Volevo condividere con voi qualche frammento di questi sogni che trovo di un'angoscia insuperabile,ma che, paradossalmente, esercitano su di me anche uno straordinario fascino:
Sono sulla punta di piedi, in una posizione precaria, sopra i massi che compongono un'alta parete di una fortezza che si innalza sopra l'oceano, le mie mani stringono le sbarre di una finestra. Sotto di me: un abisso e l'acqua. Un uomo di cui io non riesco a vedere il volto mi sfiora le dita: entrambi siamo consapevoli che, se le rilasso, morirò. Lo supplico di non farlo, ma lui continua ad accarezzarmi le mani sussurrando che non mi salverò. Duro fatica a mantenere la posizione, sono stanca e le mani stanno per cedere. Penso quasi di lasciarmi andare quando Lui, a bassa voce, mi dice: "Non importa, sta già venendo a prenderti Lei". Guardo giù: l'acqua, torbida, bronzea, sporca comincia a salire. Sale con un'incredibile lentezza...l'uomo non c'è più. Non mi resta che aspettare di essere da essa inghiottita. Noto ora che quell'acqua è mista al sangue. Un istante dopo è un mare tutto fatto di sangue: un sangue impuro, fermo, stagnante. Il sogno finisce solo quando mi manca completamente il respiro, mentre sono soffocata ed immobilizzata da quel liquido, esattamente un istante prima di morire.
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