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vale la pena, secondo voi, credere nella risurrezione?

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    #31
    ieri sono andata in chiesa e il prete ha "simpaticamente criticato" (un'arte molto diffusa tra i preti..) il mio vestito , gli ho cortesemente risposto che mi vestiro' cosi' il giorno della mia risurrezione e lui ha detto "in quel momento sarai solo luce"..
    mi piacerebbe quindi sapere, è questa la forma fisica canonica della vita dopo la morte? luce?

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      #32
      ma una luce cosciente? se la risurrezione é divenire luce, quali caratteristiche individuali vengono conservate? nessuna?

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        #33
        Originariamente Scritto da MadRock Visualizza Messaggio
        ma una luce cosciente? se la risurrezione é divenire luce, quali caratteristiche individuali vengono conservate? nessuna?
        il giorno del giudizio ci sarà la resurrezione della carne.
        "
        Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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          #34
          ma quindi il prete di ieri ha detto una cazzata?

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            #35
            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
            Si, Luca ci racconta che lo sconosciuto accompagnatore si mise a spiegare tutti i segni che nelle scritture riguardavano il Cristo (questo dialogo tra i tre deve essere durato qualche ora, se consideriamo la distanza tra Gerusalemme ed Emmaus, fatta a piedi), e che in quel momento i due "si sentivano scaldare il cuore"...Poi, giunti a casa, l'avventore fa come per proseguire oltre, ma viene invitato ad entrare per cenare e riposare (un gesto tipico dell'ospitalità medio orientale), e a tavola, nell'atto di spezzare il pane, riconoscono in quell'uomo Gesù Cristo redivivo, e questi scompare dalla loro vista;
            Il gesto non è assolutamente inifluente, perchè, a rigore, è quel gesto che rivela la presenza di Gesù a quella tavola, presenza della quale io ne voglio dare una lettura storica, ovvero che Cristo realmente era lì coi due di Emmaus, e che questi lo riconoscono quando Gesù compie l'atto eucaristico, mentre la spiegazione che ne dai (ma probabilmente sbaglio) pare potersi leggere anche sotto un profilo meramente simbolico o allegorico, che rimanda alla presenza di Cristo nell'Eucarestia, e non fattuale, come invece, mi pare, ci voglia dire Luca (e anche il secondo finale di Marco, con un accenno).
            non c'è contraddizione tra la mia spiegazione e una spiegazione storica

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              #36
              Originariamente Scritto da MadRock Visualizza Messaggio
              ma quindi il prete di ieri ha detto una cazzata?
              credo proprio di sì

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                #37
                Originariamente Scritto da xenical Visualizza Messaggio
                si'
                allora scrivi a priestsoldier@hotmail.it.

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                  #38
                  Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                  ma la domanda era "vale la pena credere nella resurrezione".

                  Secondo me i termini "vale la pena" e "credere" fanno a botte l'uno con l'altro, non ti metti a valutare i pro e i contro e poi dici, 'va là, quasi quasi credo'.

                  il senso della domanda è dovuto al fatto che molte persone sembrano rifiutare notiziepositive come questa preferiscono credere nel nulla dopo l morte
                  si potrebbe rovesciare la domanda e dire: vale la pena credere che dopo la morte non ci sia nulla?

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                    #39
                    Originariamente Scritto da antonio21BBpriest Visualizza Messaggio
                    credo proprio di sì
                    bene perché non ci ho dormito la notte, grazie

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                      #40
                      Originariamente Scritto da antonio21BBpriest Visualizza Messaggio
                      il senso della domanda è dovuto al fatto che molte persone sembrano rifiutare notiziepositive come questa preferiscono credere nel nulla dopo l morte
                      si potrebbe rovesciare la domanda e dire: vale la pena credere che dopo la morte non ci sia nulla?

                      mah, mi sembra un approccio che si basa sulle conseguenze più che sulle cause (---> se non ci fosse una resurrezione allora sarebbe un mondo triste).

                      Il punto non è se la notizia sia bella o brutta, ma se ci sia questa notizia o no. E non è una questione di farne valere la pena o meno, o ci credi o non ci credi.
                      B & B with a little weed










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                        #41
                        Originariamente Scritto da MadRock Visualizza Messaggio
                        ieri sono andata in chiesa e il prete ha "simpaticamente criticato" (un'arte molto diffusa tra i preti..) il mio vestito , gli ho cortesemente risposto che mi vestiro' cosi' il giorno della mia risurrezione e lui ha detto "in quel momento sarai solo luce"..
                        mi piacerebbe quindi sapere, è questa la forma fisica canonica della vita dopo la morte? luce?
                        cosa indossavi?

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                          #42
                          Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                          mah, mi sembra un approccio che si basa sulle conseguenze più che sulle cause (---> se non ci fosse una resurrezione allora sarebbe un mondo triste).

                          Il punto non è se la notizia sia bella o brutta, ma se ci sia questa notizia o no. E non è una questione di farne valere la pena o meno, o ci credi o non ci credi.
                          La questione è proprio questa, ed è così che andrebbe impostata e affrontata;
                          Secondo la fede cristiana, la risurrezione non è vox relativa, ma un fatto certo, piantato nella storia e che ha mutato per sempre la storia stessa e l'uomo:
                          Ecco perchè tanti si interrogano attorno alle testimonianze degli apostoli, perchè qua si tratta di vedere se Gesù Cristo è solo uno dei tanti maestri di vita (un Socrate, un Budda) di cui si può tranquillamente fare a meno, o è colui che realmente è risorto dai morti e che si è mostrato in carne ed ossa ai suoi discepoli, perchè questi lo annunciassero.
                          Paolo è netto, lascia poco spazio nella Prima ai Corinzi, a scelte di gusto o a prefernze del momento:
                          Dice chiaro che se Cristo non è risorto vana è la fede cristiana, gli apostoli predicano il falso, e chi crede in lui è tra i più sventurati degli uomini.
                          La risurrezione viene dunque annunciata come un fatto storico, che prescinde da ogni tipo di convenienza:
                          Vi si può aderire o meno, ma Cristo fuori dalla tomba, secondo l'annuncio cristiano, resta a prescindere, ed è l'architrave che regge tutto l'edificio.

                          Così anche il Papa nell'omelia della Pasqua, giusto ieri:

                          - Il Papa teologo torna anzitutto su una riflessione che gli è cara: “La risurrezione non è una teoria, ma una realtà storica”. Una realtà “rivelata dall’Uomo Gesù Cristo mediante la sua "pasqua", il suo "passaggio" (uno dei significati di pesach in ebraico, ndr), che ha aperto una "nuova via" tra la terra e il Cielo”. Non è insomma “un mito né un sogno, non è una visione né un’utopia, non è una favola, ma un evento unico ed irripetibile: Gesù di Nazaret, figlio di Maria, che al tramonto del Venerdì è stato deposto dalla croce e sepolto, ha lasciato vittorioso la tomba”. Per questo tale realtà riguarda l’oggi. “L’annuncio della risurrezione del Signore illumina le zone buie del mondo in cui viviamo”, dice. “Mi riferisco particolarmente al materialismo e al nichilismo, a quella visione del mondo che non sa trascendere ciò che è sperimentalmente constatabile, e ripiega sconsolata in un sentimento del nulla che sarebbe il definitivo approdo dell’esistenza umanaIl Papa teologo: «Senza risurrezione non ci sarebbe speranza» - Corriere della Sera

                          Vi è, anche all'interno del mondo cattolico, e a vari livelli, una certa spinta a leggere gli eventi pasquali come simboli di una assai vaga "rinascita" (come si parlasse del ciclo delle stagioni), oppure che questa risurrezione sia nata "nel cuore", all'interno dell'animo dei testimoni che tanto amavano Gesù, e che non occorra aderire ad essa come fattualità storica per dirsi cristiani.
                          Ma le cose non stanno così, perchè invece è la certezza della risurrezione che spinge Pietro e gli altri a rischiare la vita per questo annuncio ineludibile, è la concretezza di aver visto, udito, toccato e mangiato con Cristo risorto che da la spinta motrice a che nasca la Chiesa, e che rappresenta ancora oggi il suo propellente.

                          Se Cristo è ancora chiuso in una tomba, o se le sue ossa sono state disperse in una qualche fossa comune, non avrebbe senso ascoltare questo maestro di "morale", così come non ha senso pregare un Socrate, o chiedere la salvezza al maestro di vita do Nascimento:

                          Se si prega rivolti ad un uomo, è perchè si crede che quell'uomo sia vivo, qui ed ora, esattamente in questo preciso momento, anzi, asceso all'eterno, è più vivo di tutti noi che stiamo respirando, incardinato in quell'eterno presente che è la categoria del Logos che tutti ci preesiste.
                          E' in virtù di questa vita scaturita dalla morte che la gente lo invoca, che la gente gli si affida, non (solo) perchè ci ha dato qualche regola, qualche buona dritta per vivere secondo amore e giustizia:
                          Cristo è risorto, e la sua risurrezione indica concretamente, e non allegoricamente, che dopo la morte vi è vita, che questo mondo altro non è che uno riflesso dell'eterrno trascendente, dove Cristo, assieme a quel Padre che ci ha indicato, vive da sempre.
                          Last edited by Sean; 13-04-2009, 17:20:57.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            #43
                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            La questione è proprio questa, ed è così che andrebbe impostata e affrontata;
                            Secondo la fede cristiana, la risurrezione non è vox relativa, ma un fatto certo, piantato nella storia e che ha mutato per sempre la storia stessa e l'uomo:
                            Ecco perchè tanti si interrogano attorno alle testimonianze degli apostoli, perchè qua si tratta di vedere se Gesù Cristo è solo uno dei tanti maestri di vita (un Socrate, un Budda) di cui si può tranquillamente fare a meno, o è colui che realmente è risorto dai morti e che si è mostrato in carne ed ossa ai suoi discepoli, perchè questi lo annunciassero.
                            Paolo è netto, lascia poco spazio nella Prima ai Corinzi, a scelte di gusto o a prefernze del momento:
                            Dice chiaro che se Cristo non è risorto vana è la fede cristiana, gli apostoli predicano il falso, e chi crede in lui è tra i più sventurati degli uomini.
                            La risurrezione viene dunque annunciata come un fatto storico, che prescinde da ogni tipo di convenienza:
                            Vi si può aderire o meno, ma Cristo fuori dalla tomba, secondo l'annuncio cristiano, resta a prescindere, ed è l'architrave che regge tutto l'edificio.

                            Così anche il Papa nell'omelia della Pasqua, giusto ieri:

                            - Il Papa teologo torna anzitutto su una riflessione che gli è cara: “La risurrezione non è una teoria, ma una realtà storica”. Una realtà “rivelata dall’Uomo Gesù Cristo mediante la sua "pasqua", il suo "passaggio" (uno dei significati di pesach in ebraico, ndr), che ha aperto una "nuova via" tra la terra e il Cielo”. Non è insomma “un mito né un sogno, non è una visione né un’utopia, non è una favola, ma un evento unico ed irripetibile: Gesù di Nazaret, figlio di Maria, che al tramonto del Venerdì è stato deposto dalla croce e sepolto, ha lasciato vittorioso la tomba”. Per questo tale realtà riguarda l’oggi. “L’annuncio della risurrezione del Signore illumina le zone buie del mondo in cui viviamo”, dice. “Mi riferisco particolarmente al materialismo e al nichilismo, a quella visione del mondo che non sa trascendere ciò che è sperimentalmente constatabile, e ripiega sconsolata in un sentimento del nulla che sarebbe il definitivo approdo dell’esistenza umanaIl Papa teologo: «Senza risurrezione non ci sarebbe speranza» - Corriere della Sera

                            Vi è, anche all'interno del mondo cattolico, e a vari livelli, una certa spinta a leggere gli eventi pasquali come simboli di una assai vaga "rinascita" (come si parlasse del ciclo delle stagioni), oppure che questa risurrezione sia nata "nel cuore", all'interno dell'animo dei testimoni che tanto amavano Gesù, e che non occorra aderire ad essa come fattualità storica per dirsi cristiani.
                            Ma le cose non stanno così, perchè invece è la certezza della risurrezione che spinge Pietro e gli altri a rischiare la vita per questo annuncio ineludibile, è la concretezza di aver visto, udito, toccato e mangiato con Cristo risorto che da la spinta motrice a che nasca la Chiesa, e che rappresenta ancora oggi il suo propellente.

                            Se Cristo è ancora chiuso in una tomba, o se le sue ossa sono state disperse in una qualche fossa comune, non avrebbe senso ascoltare questo maestro di "morale", così come non ha senso pregare un Socrate, o chiedere la salvezza al maestro di vita do Nascimento:

                            Se si prega rivolti ad un uomo, è perchè si crede che quell'uomo sia vivo, qui ed ora, esattamente in questo preciso momento, anzi, asceso all'eterno, è più vivo di tutti noi che stiamo respirando, incardinato in quell'eterno presente che è la categoria del Logos che tutti ci preesiste.
                            E' in virtù di questa vita scaturita dalla morte che la gente lo invoca, che la gente gli si affida, non (solo) perchè ci ha dato qualche regola, qualche buona dritta per vivere secondo amore e giustizia:
                            Cristo è risorto, e la sua risurrezione indica concretamente, e non allegoricamente, che dopo la morte vi è vita, che questo mondo altro non è che uno riflesso dell'eterrno trascendente, dove Cristo, assieme a quel Padre che ci ha indicato, vive da sempre.
                            Sean, non è l'esistenza sic et simpliciter del fatto che convince l'uomo. Se fosse così tutti crederebbero. Molti non vogliono sentir parlare di queste cose perchè le ritengono 'illusioni'
                            (vedi la risposta di Max 79) .

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                              #44
                              Originariamente Scritto da antonio21BBpriest Visualizza Messaggio
                              Sean, non è l'esistenza sic et simpliciter del fatto che convince l'uomo. Se fosse così tutti crederebbero. Molti non vogliono sentir parlare di queste cose perchè le ritengono 'illusioni'
                              (vedi la risposta di Max 79) .
                              Ma la Chiesa ed i suoi appartenenti devono andare incontro all'uomo proclamando una certezza, e non mettendola sul piano della "convenienza", perchè così si relativizza il pensiero della fede, che deve essere proclamato con la forza dell'assoluto al quale rimanda, proprio voi che siete l'ultimo anello, in ordine temporale, di quei primi testimoni.
                              Non si è del mondo e non si deve piacere al mondo, e non si deve, sopratutto, rinunciare alla verità per fare numero, o per amor di statistica.
                              E' fin troppo ovvio che di fronte ad una proposta del genere sia preferibile, conveniente "prendere" la risurrezione, invece del nulla:
                              Chi non vorrebbe, chi non desidererebbe che dopo ci fosse qualcosa?

                              Ma la forza del cristianesimo è proprio quella di dire che quel qualcosa c'è perchè è stato visto e toccato "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi":
                              Questo prologo di Giovanni rimanda alla stessa concretezza corporea dell'annuncio pasquale, lo stesso Verbo, morto, è risuscitato, è ri-tornato in mezzo agli uomini, e ancora vive, piaccia o meno, che sia digeribile a tutti o no.

                              Bisogna salvaguardare l'annuncio, la pietra angolare, non renderla appetibile, la confezione riguarda la moda dei tempi, non la Chiesa di Cristo.
                              Così Paolo VI a Guitton:

                              “C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: ‘Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?’. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. [...] Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”.


                              Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia - Non si parla qui di rendere appetibile e cangiante la Verità per conquistare l'intero orbe, questo alla Verità non è mai interessato.
                              Last edited by Sean; 13-04-2009, 18:27:32.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                #45
                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia - Non si parla qui di rendere appetibile e cangiante la Verità per conquistare l'intero orbe, questo alla Verità non è mai interessato.
                                Riprendo la parte conclusiva di questo intervento (tutto di pregio) perché veramente rappresenta, a mio avviso, il significato di edificazione della Chiesa, processo che non deve rappresentare una corsa ad "ottenere consensi", bensì semplicemente la testimonianza della Verità.

                                In ogni caso la (personale/intima) esperienza della fede non può precedere la testimonianza. Non può farlo semplicemente perché (come indica B. Forte) la Chiesa edifica il Mistero stesso, non il sentiero interrotto dell'indagare umano, bensì il farsi presente velato di Dio più grande, l'offrirsi della Gloria sotto i segni sempre opachi della storia. Ecco perché, come sottolinea Sean, alla Verità non è mai interessato "conquistare consensi".

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