siete fieri di essere italiani?

[Bob Terwilliger]

tanto per iniziare parliamo di un periodo storico lunghissimo........circa mille anni addirittura...quindi gia' cercare di dare un giudizio globale su mille anni di storia mi pare quantomeno difficile
....il medioevo segna a mio modo di vedere una fase di continuum importantissima....il momento di frammentazione iniziale dovuto al crollo dell Impero Romano D Occidente , viene superato dalla ricerca di un comune denominatore....la Chiesa.....che nel corso del medioevo riuscira' ad avvicinare i frammenti dell Impero Romano...( ricordiamo anche l esperienza del sacro Rmano Impero)...
insomma sono secoli fondamentali per l'assetto dell Europa.....

Io mi spingerei oltre. Nel momento delle invasioni barbariche - che nella storia insegnata a livello scolastico, necessariamente semplificata, vengono indicate come causa della caduta di Roma - l'impero era già bell'e che bollito. I valori su cui si fondava erano ormai distrutti, a causa della loro naturale decadenza.
La dissoluzione dell'impero come unità politica e amministrativa, negli ultimi secoli prima della caduta "ufficiale" di Roma con Romolo Augustolo, va di pari passi con la nascita di:

1. un nuovo sistema di valori, quello cristiano, che univa l'austerità della morale ebraica alla profondità della riflessione della cultura greca e latina, al pragmatismo della cultura latina e al messaggio salvifico dei Vangeli.

2. una nuova struttura amministrativa basata sull'organizzazione della Chiesa che avrebbe costituito la base del potere secolare e spirituale della Chiesa nel millenio a venire e tramandato la cultura classica.

La Chiesa non andò a riempire un vuoto creatosi con la "caduta" dell'impero, ma costituì la naturale evoluzione di Roma.

[KURTANGLE]

2. una nuova struttura amministrativa basata sull'organizzazione della Chiesa che avrebbe costituito la base del potere secolare e spirituale della Chiesa nel millenio a venire e tramandato la cultura classica.

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mi piacerebbe magari che qualcuno approfondisse ulteriormente

[gabriele81]

In realtà la Chiesa iniziò a dotarsi di vere e proprie strutture burocratiche "autonome" dall'Impero dopo Giustiniano. All'inizio il dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio.... era connaturata alle gerarchie ecclesiastiche. D'altronde la dottrina delle due spade, formulata sul finire del V secolo, ebbe grande fortuna. Se volete una mia opinione personale, la vera svolta ci fu con Gregorio Magno, che iniziò de facto ad essere un monarca.

[ma_75]

Scusa ma_ non voglio fare battute sprezzanti tanto per darmi ragione ma se parliamo di Italia l'ultima cosa (o una delle ultime cose) da tirar fuori è la scuola. Per ogni scuola di eccellenza ce ne sono 100 che sono buchi per ritardati. Ed è vero che la prevalenza di cultura "umanistica" in Italia è fortissima ma questo alla maggior parte delle persone arriva solo di riflesso mentre l'essenza italiana è veramente tutt'altra ormai. Se poi parli di Italiani d' "elite" (culturalmente parlando, con tutte le implicazioni del caso) allora si la storia del nostro paese torna a farsi sentire e condiziona anche molto pesantemente il pensiero (nel bene e nel male).

Non parlo di qualità della scuola, sarebbe un tema interessante, ma non è questo l'argomento. Parlo di come le scuole, ente privilegiato di formazione, siano espressione della cultura nazionale e, in quanto tali, in Italia formino individui diversi da quelli che formano in Francia o in Germania. E non sto dando giudizi di qualità.

Concordo, la scuola ha ben poco a che fare con la formazione dell'italiano medio, e cmq se consideriamo la differenza che c'è tra ciò che si impara in un liceo classico rispetto per esempio ad un istituto tecnico, le persone che ne escono sarebbero completamente diverse.

Per me ormai non esiste più uno "spirito italiano", se mai è esistito, le uniche cose che accomunano gli italiani in quanto popolo sono il linguaggio (che è diffuso e uniforme solo da una cinquantina di anni, prima si parlava solo dialetto), i programmi televisivi (quelli sì, che si possono considerare una base di formazione comune per tutti i ragazzi) e il campionato di calcio (grande esempio di unità nazionale di cui andare fieri).


sup?

Quelle cose che tu citi, la Tv, il calcio, sono una sottocultura, che può essere uno svago per persone già formate, l'unico canale di formazione per gli elementi destinati ad essere marginali nella società. Fortunatamente esiste una cultura superiore dalla quale non tutti rifuggono. E, comunque, se vivessi negli USA non te ne fregeherebbe nulla del calcio, ma sapresti tutto del football o del baseball. Come vedi, persino la sottocultura è differenti nei diviersi paesi, figuriamoci la cultura.

La Civiltà, quella europea davvero, nasce coi greci. L'abbiamo diffusa noi a modo nostro come l'hanno diffusa altri a modo loro nei 2000 anni seguenti. Non siamo stati ne i primi ne i migliori.

Affermazione discutibile. I Greci hanno unificato ben poco dell'Europa e, già allora, in concorrenza con una forma di unificazione alternativa, quella dei Fenici. Non si parla di lingue neogreche, ma neolatine, proprio perchè i romani hanno dato il via ad una unificazione vera e propria dell'Europa, cosa che non era possibile alle colonie greche. E, paradossalmente, l'Europa era ancora più unita in fasi remote dellla preistoria, quando tutti adoravano la dea madre ed il toro.

[600]

Non parlo di qualità della scuola, sarebbe un tema interessante, ma non è questo l'argomento. Parlo di come le scuole, ente privilegiato di formazione, siano espressione della cultura nazionale e, in quanto tali, in Italia formino individui diversi da quelli che formano in Francia o in Germania. E non sto dando giudizi di qualità.

Ti rispondo solo su questo perchè sul resto ne abbiamo già discusso abbondantemente sopra.
Il problema è che l' Italiano (nel senso di cittadino) non è formato a scuola vista proprio la qualità della stessa. Quasi la totalità della formazione (se di formazione si può parlare) avviene fuori ed è per questo che ha forti basi regionali e/o televisive.

[Bob Terwilliger]

l'Europa era ancora più unita in fasi remote dellla preistoria, quando tutti adoravano la dea madre ed il toro.

Spiegami questa cosa per favore.

[ma_75]

Ti rispondo solo su questo perchè sul resto ne abbiamo già discusso abbondantemente sopra.
Il problema è che l' Italiano (nel senso di cittadino) non è formato a scuola vista proprio la qualità della stessa. Quasi la totalità della formazione (se di formazione si può parlare) avviene fuori ed è per questo che ha forti basi regionali e/o televisive.

La qualità della scuola è varia, come è normale che sia in settore così ampio. Però è innegabile che sia il luogo nel quale ci formiamo, in misura minore o maggiore, tutti, secondo canoni talmente omogenei, in massima parte, da essere stabiliti dal ministero. In questo senso va intesa la mia affermazione.

Spiegami questa cosa per favore.

Mi riferisco, ad esempio, alle culture del neolitico che, in tutta l'Europa mediterranea,nel vicino oriente, nel Nord Africa sono omogenee. E tra gli elementi comuni ci sono appunto la dea madre ed il suo compagno, la divinità maschile, simbolicamente rappresentato dal toro. Oppure possiamo parlare della diffusione del megalitismo dalla Scozia, alla Francia, all'Italia, o di cultura come la beaker diffuse dall'Europa settentrionale a quella mediterranea. In questo senso non si può dire che l'Europa nasca come omogenea in epoca romana, semplicemente si passa da fasi di omogeneità a fasi di differenziazione, senza una continuità infinita in un senso o nell'altro.

[Bob Terwilliger]

Mh. Io non userei il termine unita allora, ma appunto omogenea.

[ma_75]

Mh. Io non userei il termine unita allora, ma appunto omogenea.

Unita non in senso politico, certo, ma in senso culturale omogenea quanto poteva esserlo in epoca romana, anzi di più, visto che in epoca romana ogni provincia manteneva i propri culti indigeni affianco a quelli ufficiali, mentre in epoca preistorica c'è un'assoluta uniformità di credenze e culti.

[600]

La qualità della scuola è varia, come è normale che sia in settore così ampio. Però è innegabile che sia il luogo nel quale ci formiamo, in misura minore o maggiore, tutti, secondo canoni talmente omogenei, in massima parte, da essere stabiliti dal ministero. In questo senso va intesa la mia affermazione.

è proprio questo che io contesto. La scuola secondo me "plasma" i cittadini di un determinato paese per una parte relativamente piccola e tanto maggiore quanto è la sua qualità. In Italia mediamente la formazione dovuta all'istruzione scolastica è veramente molto poca e, benchè a livello ministeriale ci siano precise scelte didattiche queste non sfiorano quasi la vita dello studente prima e del "comune" cittadino poi.