ma non il vizio
Rifiuti pericolosi, arrestato Mario Chiesa
L'uomo da cui partì «Mani Pulite»
L'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio, secondo gli investigatori è l'uomo del 10%
Mario Chiesa è uno dei dieci destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio per un vasto traffico di rifiuti. Chiesa, 65 anni, di Milano, è coinvolto nella gestione di un traffico illecito di rifiuti. L'accusa per lui è quella di truffa Il nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe) di Milano, coordinato dal gruppo cc tutela ambiente di Treviso, sta infatti eseguendo, da martedì mattina, dieci provvedimenti restrittivi. Nel servizio sono impegnati oltre 100 militari dell'Arma, anche del comando regione carabinieri Lombardia, con il supporto del secondo nucleo cc elicotteri di Orio al Serio, che stanno eseguendo anche una trentina di perquisizioni e il sequestro di un'importante azienda milanese operante nel settore del trattamento-smaltimento dei rifiuti. Al centro dell'indagine figura uno dei principali protagonisti dell'inchiesta «Mani Pulite» degli anni Novanta, Mario Chiesa, l'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio che con il suo arresto diede il via a «Tangentopoli».
Ho sempre sostenuto che Tangentopoli non è mai morta e che bisognava alzare la guardia e non abbassarla». Così il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, commenta l'arresto di Mario Chiesa nell'ambito di un'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti. «Sul piano personale - spiega l'ex Pm di Milano - mi fa riflettere il fatto che quell'uomo forse non ha capito la lezione. Ma sul piano etico e sul piano politico non è il solo e non è il primo: la verità è che in tutti questi anni è prevalso il senso dell'impunità, del poter fare quel che si voleva, perché tanto prima o poi sarebbe arrivata una legge, un indulto, un condono una denigrazione del magistrato o un blocco dei processi e di conseguenza una vittoria di chi delinque. Per Di Pietro «non è la stagione di Tangentopoli ad essere archiviata, semmai è finita da anni la stagione di "Mani pulite"». Tangentopoli era la città che bisognava ripulire con la ramazza, mentre "Mani pulite", era la ramazza con cui bisognava pulire il malaffare. A quella ramazza si è impedito di lavorare e in tutti questi anni si è preferito criminalizzare coloro che hanno scoperto i reati e non gli autori dei reati. Il risultato è - conclude il leader di Idv - è che ci ritroviamo sempre qui con gli stessi metodi».
Avanti, chi è il primo a dire che il criminale è Di Pietro e non i tanti Chiesa che fece arrestare?
Rifiuti pericolosi, arrestato Mario Chiesa
L'uomo da cui partì «Mani Pulite»
L'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio, secondo gli investigatori è l'uomo del 10%
Mario Chiesa è uno dei dieci destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio per un vasto traffico di rifiuti. Chiesa, 65 anni, di Milano, è coinvolto nella gestione di un traffico illecito di rifiuti. L'accusa per lui è quella di truffa Il nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe) di Milano, coordinato dal gruppo cc tutela ambiente di Treviso, sta infatti eseguendo, da martedì mattina, dieci provvedimenti restrittivi. Nel servizio sono impegnati oltre 100 militari dell'Arma, anche del comando regione carabinieri Lombardia, con il supporto del secondo nucleo cc elicotteri di Orio al Serio, che stanno eseguendo anche una trentina di perquisizioni e il sequestro di un'importante azienda milanese operante nel settore del trattamento-smaltimento dei rifiuti. Al centro dell'indagine figura uno dei principali protagonisti dell'inchiesta «Mani Pulite» degli anni Novanta, Mario Chiesa, l'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio che con il suo arresto diede il via a «Tangentopoli».
Ho sempre sostenuto che Tangentopoli non è mai morta e che bisognava alzare la guardia e non abbassarla». Così il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, commenta l'arresto di Mario Chiesa nell'ambito di un'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti. «Sul piano personale - spiega l'ex Pm di Milano - mi fa riflettere il fatto che quell'uomo forse non ha capito la lezione. Ma sul piano etico e sul piano politico non è il solo e non è il primo: la verità è che in tutti questi anni è prevalso il senso dell'impunità, del poter fare quel che si voleva, perché tanto prima o poi sarebbe arrivata una legge, un indulto, un condono una denigrazione del magistrato o un blocco dei processi e di conseguenza una vittoria di chi delinque. Per Di Pietro «non è la stagione di Tangentopoli ad essere archiviata, semmai è finita da anni la stagione di "Mani pulite"». Tangentopoli era la città che bisognava ripulire con la ramazza, mentre "Mani pulite", era la ramazza con cui bisognava pulire il malaffare. A quella ramazza si è impedito di lavorare e in tutti questi anni si è preferito criminalizzare coloro che hanno scoperto i reati e non gli autori dei reati. Il risultato è - conclude il leader di Idv - è che ci ritroviamo sempre qui con gli stessi metodi».
Avanti, chi è il primo a dire che il criminale è Di Pietro e non i tanti Chiesa che fece arrestare?
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