Morti bianche: pene dimezzate
Indiscrezioni sul decreto legge firmato dal ministro Welfare Sacconi che modificherebbe il testo Unico sulla sicurezza sul lavoro: doveri e sanzioni più lievi, più difficile la sospensione dell'attività, arresto sostituito da ammende economiche
Non è ancora arrivato al CdM che ha già sollevato un vespaio: non c’è dubbio che il decreto legge firmato dal ministro Welfare Sacconi, nelle sue intenzioni vorrebbe essere "integrazione del Testo Unico sulla sicurezza del lavoro" diventerà famoso. Sì, perché nei suoi 170 articoli verrebbero in pratica profondamente ridotti i doveri delle imprese e le pene in caso di violazione di norme di sicurezza.
Tra le altre cose, è stato riscritto l’articolo che disciplina la sospensione dell’attività imprenditoriale, eliminando la discrezionalità dell’applicazione di sanzioni ed abolendo libri matricola e libri paga. Inoltre, viene eliminato il concetto di "reiterazione" della violazione. Il nuovo riferimento alla "plurima violazione" prevede tre gravi violazioni o la ripetizione della stessa violazione in due anni. Ma, cosa ancor più importante, la sanzione che colpisce l'imprenditore che viola la legge non sarà più l'arresto, ma soltanto un'alternativa ammenda economica.
D'altronde, si legge si legge nella relazione di accompagnamento al decreto correttivo del Governo «non è certo introducendo la sanzione dell’arresto che si realizza l’obiettivo di innalzare i livelli di tutela negli ambienti di lavoro». L’esecutivo si propone, pertanto, di «eliminare le ipotesi del solo arresto a favore di un sistema che privilegi l’applicazione di sanzioni che prevedono l’alternativa tra arresto e ammenda». In sostanza, risulterà assai più difficile effettuare l’arresto, anche per i casi di aziende ad elevato rischio industriale.
Come se non bastasse, l’articolo 31 del nuovo testo, che sostituisce l’art. 55 del precedente («Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente»), alleggerisce di parecchio le multe: quelle relative al primo comma passano da 5-15mila a 2.500-6.400 euro, quelle del terzo comma a carico del datore di lavoro, che si riferiscono al documento di valutazione del rischio, si riducono da 3-9mila a 2.000-4.000mila euro.
Ovviament, dal Ministero sono immediatamente giunte le prime smentite. Sacconi afferma che il testo deve essere ancora elaborato e che le pene saranno inasprite, punendo gravemente i responsabili degli incidenti sul lavoro. Ma ormai la frittata è fatta e la polemica, innescata, non si placa. L’Italia resta il paese con il più elevato tasso di morti sul lavoro: oltre 1270 i lavoratori che ogni anno perdono la vita. Trenta lavoratori con danni permanenti, 600 il totale di chi subisce incidenti. E il testo Unico sulla sicurezza, una delle migliori cose fatte dal Governo Prodi, (legge 123 approvata il 3 agosto 2007) aveva dalla scorsa estate dato buoni frutti: riduzione del numero di morti e incidenti, più controlli e pene pesanti e fattive nei confronti dei datori di lavoro che sfruttavano lavoro nero e non facevano rispettare le norme di sicurezza.
Ora, però, con la scusa del decreto legislativo che dovrebbe correggere l’applicazione di alcune norme, si darebbe il via a una vera demolizione del provvedimento. Con i datori di lavoro che se mettono a rischio la vita dei propri lavoratori, alla peggio se la cavano con una multa, nemmeno troppo pesante. Come a dire che tutto ha un prezzo. Anche e soprattutto la vita dei propri dipendenti.(Libero News)
non ho parole. Ma il berlusca non aveva come cavallo di battaglia in campagna elettorale la riduzione delle morti bianche?
Indiscrezioni sul decreto legge firmato dal ministro Welfare Sacconi che modificherebbe il testo Unico sulla sicurezza sul lavoro: doveri e sanzioni più lievi, più difficile la sospensione dell'attività, arresto sostituito da ammende economiche
Non è ancora arrivato al CdM che ha già sollevato un vespaio: non c’è dubbio che il decreto legge firmato dal ministro Welfare Sacconi, nelle sue intenzioni vorrebbe essere "integrazione del Testo Unico sulla sicurezza del lavoro" diventerà famoso. Sì, perché nei suoi 170 articoli verrebbero in pratica profondamente ridotti i doveri delle imprese e le pene in caso di violazione di norme di sicurezza.
Tra le altre cose, è stato riscritto l’articolo che disciplina la sospensione dell’attività imprenditoriale, eliminando la discrezionalità dell’applicazione di sanzioni ed abolendo libri matricola e libri paga. Inoltre, viene eliminato il concetto di "reiterazione" della violazione. Il nuovo riferimento alla "plurima violazione" prevede tre gravi violazioni o la ripetizione della stessa violazione in due anni. Ma, cosa ancor più importante, la sanzione che colpisce l'imprenditore che viola la legge non sarà più l'arresto, ma soltanto un'alternativa ammenda economica.
D'altronde, si legge si legge nella relazione di accompagnamento al decreto correttivo del Governo «non è certo introducendo la sanzione dell’arresto che si realizza l’obiettivo di innalzare i livelli di tutela negli ambienti di lavoro». L’esecutivo si propone, pertanto, di «eliminare le ipotesi del solo arresto a favore di un sistema che privilegi l’applicazione di sanzioni che prevedono l’alternativa tra arresto e ammenda». In sostanza, risulterà assai più difficile effettuare l’arresto, anche per i casi di aziende ad elevato rischio industriale.
Come se non bastasse, l’articolo 31 del nuovo testo, che sostituisce l’art. 55 del precedente («Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente»), alleggerisce di parecchio le multe: quelle relative al primo comma passano da 5-15mila a 2.500-6.400 euro, quelle del terzo comma a carico del datore di lavoro, che si riferiscono al documento di valutazione del rischio, si riducono da 3-9mila a 2.000-4.000mila euro.
Ovviament, dal Ministero sono immediatamente giunte le prime smentite. Sacconi afferma che il testo deve essere ancora elaborato e che le pene saranno inasprite, punendo gravemente i responsabili degli incidenti sul lavoro. Ma ormai la frittata è fatta e la polemica, innescata, non si placa. L’Italia resta il paese con il più elevato tasso di morti sul lavoro: oltre 1270 i lavoratori che ogni anno perdono la vita. Trenta lavoratori con danni permanenti, 600 il totale di chi subisce incidenti. E il testo Unico sulla sicurezza, una delle migliori cose fatte dal Governo Prodi, (legge 123 approvata il 3 agosto 2007) aveva dalla scorsa estate dato buoni frutti: riduzione del numero di morti e incidenti, più controlli e pene pesanti e fattive nei confronti dei datori di lavoro che sfruttavano lavoro nero e non facevano rispettare le norme di sicurezza.
Ora, però, con la scusa del decreto legislativo che dovrebbe correggere l’applicazione di alcune norme, si darebbe il via a una vera demolizione del provvedimento. Con i datori di lavoro che se mettono a rischio la vita dei propri lavoratori, alla peggio se la cavano con una multa, nemmeno troppo pesante. Come a dire che tutto ha un prezzo. Anche e soprattutto la vita dei propri dipendenti.(Libero News)
non ho parole. Ma il berlusca non aveva come cavallo di battaglia in campagna elettorale la riduzione delle morti bianche?
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