TRIPOLI (LIBIA) - «Accettiamo le scuse porte dall'Italia» per l'occupazione colonialista, «e prego tutti i libici di vincere i propri risentimenti e tendere la mano ai loro amici italiani in un rapporto paritario di rispetto reciproco». Sono state queste le parole pronunciate a Sirte davanti al Congresso generale del popolo libico dal colonnello Muammar Gheddafi in occasione del via libera definitivo da parte del Parlamento libico al «Trattato di amicizia e cooperazione» fra Roma e Tripoli lo scorso 30 agosto.
LE SCUSE DI BERLUSCONI - Prima di Gheddafi era infatti intervenuto il premier Silvio Berlusconi rinnovando le scuse dell'Italia per l'occupazione colonialista del passato. Il colonnello ha affermato di aver apprezzato molto l'intervento di Berlusconi, soprattutto laddove il presidente del Consiglio ha espresso la sua forte condanna del fallito progetto colonialista. «Giriamo questa pagina nera - ha concluso Gheddafi - e cominciamo una nuova era».
Tra le tante cose per cui poteva scusarsi /(tipo esistere) il nano ha scelto l'unica in cui, lui, veramente, non c'entra nulla
LE SCUSE DI BERLUSCONI - Prima di Gheddafi era infatti intervenuto il premier Silvio Berlusconi rinnovando le scuse dell'Italia per l'occupazione colonialista del passato. Il colonnello ha affermato di aver apprezzato molto l'intervento di Berlusconi, soprattutto laddove il presidente del Consiglio ha espresso la sua forte condanna del fallito progetto colonialista. «Giriamo questa pagina nera - ha concluso Gheddafi - e cominciamo una nuova era».
Tra le tante cose per cui poteva scusarsi /(tipo esistere) il nano ha scelto l'unica in cui, lui, veramente, non c'entra nulla
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