io la vedo nera nera nera, e sono abbastanza scettico sulla politica economica di Obama, un gonfiata da un po' troppa retorica. Come ho letto oggi si tratta sempre dell' applicazione dello stesso principio "enjoy now , pay later", causa dei titoli tossici. tuttavia mi rendo conto che diversamente forse non si poteva fare.
La svolta di Obama
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Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggiosergio baso la mia valutazione principalmente sulla visione di Sicko, documentario certamente di parte, ma che a me sembrava ben fatto.
potremmo parlare magari sul principio per il quale l' esercizio del diritto alla sanità è un business privato, e che quindi l' obiettivo delle assicurazioni è fare utili, la cura effettiva del malato sopravviene come momento secondario all' interno di questa logica. potremmo parlare di tanti altri argomenti ma a chiarire tutto ci sono i numeri e le statistiche che mi propongo di ricercare e postare, se le trovo.
sulla questione "democratica" della sanità, la maggioranza non ha sempre ragione. poi mi sembra che obama è stato eletto a furor di popolo anche grazie al proposito di rifondare la sanità.
poi la mia rappresentazione può essere benissimo falsata dalla visione del film di Moore, non escludo questa possibilità.
Michael Moore con "Sicko" ha dipinto probabilmente un quadro non imparziale calcando molto la mano sugli aspetti negativi ed i casi limite, ma se anche solo il 50 per cento o una piccola parte di quanto da lui descritto risponde a verità,rimane il fatto che il sistema sanitario americano è stato disegnato su misura per i privati che hanno i soldi, e per poter finanziare con una montagna di dollari ospedali e specialisti.
Per quanto Michael Moore abbia esagerato e falsato alcuni aspetti, concettualmente ed eticamente parlando un sistema sanitario regolato dalle leggi tipiche del mercato come la ricerca del massimo profitto, e la competizione sfrenata, è una *****.Senza tanti giri di parole.
Last edited by girl on the moon; 02-03-2009, 19:21:48.
Remember to be happy
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Originariamente Scritto da JPP Visualizza Messaggioè vero quello che dici ma per esempio in Europa la crisi sulle banche è partita dall'Olanda per esempio e l'Italia anche se verrà influenzata non vedrà le sue banche in bancarotta. Mentre per l'Olanda, si profila la chiusura
Non scherziamo...la rabobank e' l'unica banca europea con la tripla A.E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!
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A naso io mi fido poco di banche come Intesa-San Paolo e Unicredit che vendevano carta straccia come le obbligazion parmalat ai propri clienti per pararsi le chiappe da quella che, in confronto ad oggi, era solo una crisetta nostrana...In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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le banche italiane rischiano poco......e quando lo fanno ci rimettono sempre i poveracci........io auspicherei e sarei molto felice se fallissero in massa.......Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
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Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza MessaggioNon scherziamo...la rabobank e' l'unica banca europea con la tripla A.
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Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza MessaggioNon scherziamo...la rabobank e' l'unica banca europea con la tripla A."Qualsiasi cosa che non sia la morte è un leggero infortunio"
Jpp, prima di lanciarsi con il carrello
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Male anche Intesa Sanpaolo, in calo del 5,11% a 1,83 euro, e Unicredit (-5,17% a 0,95 euro).
Motivo delle perdite: paure per l'esposizione delle banche con i paesi dell'est
Quindi, sulla base di cosa, noi, in Italia, saremmo al sicuro?In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioA me lascia perlesso, poi, il fatto che si dica che l'Italia rischia meno di altri, perchè le sue banche non hanno asset tossici. Ammettendo () che sia veramente così, quello che non si vuole capire è che questa crisi se ne frega altamente dei confini nazionali. Paesi baltici e Ungheria sono al default. L'Austria è pesantemente esposta con questi paesi. Se collassano loro, l'Austria segue. L'Austria, a sua volta,sarà legata ad altri paesi, mi pare ovvio, e la reazione a catena non può essere fermata dichiarando semplicemente che "la nostra economia è più sana"perchè questo significa ragionare a compartimenti stagni in un contesto economico, invece, profondamente permeabile in cui tutti sono legati a tutti.
Originariamente Scritto da Lucone Visualizza Messaggiole banche italiane rischiano poco......e quando lo fanno ci rimettono sempre i poveracci........io auspicherei e sarei molto felice se fallissero in massa.......
Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioMale anche Intesa Sanpaolo, in calo del 5,11% a 1,83 euro, e Unicredit (-5,17% a 0,95 euro).
Motivo delle perdite: paure per l'esposizione delle banche con i paesi dell'est
Quindi, sulla base di cosa, noi, in Italia, saremmo al sicuro?Last edited by pina colada; 02-03-2009, 21:09:24.
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioQuindi, sulla base di cosa, noi, in Italia, saremmo al sicuro?
e, ma che strano, anche se la crisi ha colpito tutti negli ultimi mesi del 2008, la crescita annua del pil lascia poco spazio all'interpretazione:
la germania (messa molto peggio di noi secondo qualcuno) +1,3%... USA +1,1% (nonostante un cedimento del sei e passa percento nell'ultimo trimestre se non erro), la francia (messa terribilmente peggio di noi) +0,7% come l'inghilterra....
e l'italia? quella in cui ancora la crisi non ha toccato l'economia reale...
-1%.... öh, un meno? ma come?
inoltre inflazione all'1,6%, mentre nell'eurozona è sul 1,2%...
sicurisssssssssimi.... gli altri son messi molto peggio...
eccietto... cietto..
e babbo natale esiste...Originariamente Scritto da Mizard...io ho parlato con tutti in questo forum,persino coi Laziali...Originariamente Scritto da Barone BizzioQuindi...in poche parole, sono tutti comunisti tranne Silvio?Originariamente Scritto da TheSandmanSilvio compreso.Originariamente Scritto da TheSandmanDiciamo che i comunisti che insulta lui sono ancora più comunisti di lui.
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Originariamente Scritto da catastrophy Visualizza Messaggioma soprattutto sono usciti i dati del pil per il 2008...
e, ma che strano, anche se la crisi ha colpito tutti negli ultimi mesi del 2008, la crescita annua del pil lascia poco spazio all'interpretazione:
la germania (messa molto peggio di noi secondo qualcuno) +1,3%... USA +1,1% (nonostante un cedimento del sei e passa percento nell'ultimo trimestre se non erro), la francia (messa terribilmente peggio di noi) +0,7% come l'inghilterra....
e l'italia? quella in cui ancora la crisi non ha toccato l'economia reale...
-1%.... öh, un meno? ma come?
inoltre inflazione all'1,6%, mentre nell'eurozona è sul 1,2%...
sicurisssssssssimi.... gli altri son messi molto peggio...
eccietto... cietto..
e babbo natale esiste...Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggioeh ma noi c' abbiamo panebianco, vuoi mettere?
è antipatico pure mentre beve il caffè...Originariamente Scritto da Mizard...io ho parlato con tutti in questo forum,persino coi Laziali...Originariamente Scritto da Barone BizzioQuindi...in poche parole, sono tutti comunisti tranne Silvio?Originariamente Scritto da TheSandmanSilvio compreso.Originariamente Scritto da TheSandmanDiciamo che i comunisti che insulta lui sono ancora più comunisti di lui.
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Originariamente Scritto da catastrophy Visualizza Messaggioma soprattutto sono usciti i dati del pil per il 2008...
e, ma che strano, anche se la crisi ha colpito tutti negli ultimi mesi del 2008, la crescita annua del pil lascia poco spazio all'interpretazione:
la germania (messa molto peggio di noi secondo qualcuno) +1,3%... USA +1,1% (nonostante un cedimento del sei e passa percento nell'ultimo trimestre se non erro), la francia (messa terribilmente peggio di noi) +0,7% come l'inghilterra....
e l'italia? quella in cui ancora la crisi non ha toccato l'economia reale...
-1%.... öh, un meno? ma come?
inoltre inflazione all'1,6%, mentre nell'eurozona è sul 1,2%...
sicurisssssssssimi.... gli altri son messi molto peggio...
eccietto... cietto..
e babbo natale esiste...
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A proposito del grande ottimismo del nostro governo.. articolo interessantissimo che aiuta a schiarirsi un po' le idee e, soprattutto, a riflettere..
La crisi italiana
e il cane di Pavlov
di MASSIMO GIANNINI
Sappiamo già cosa dirà ora il presidente del Consiglio. Ripeterà che "il nostro sistema bancario è sano". Che "se anche il Pil torna ai livelli del 2006, allora non si stava poi tanto male". E così via, alternando processi lacaniani e riflessi pavloviani. Ma il nuovo lunedì nero delle Borse mondiali, e l'ennesima caduta verticale del Prodotto lordo italiano, dimostrano una sproporzione sempre più clamorosa tra la gravità della crisi e la vacuità del governo.
Nessuno può dare la colpa a Berlusconi, se in un solo giorno i mercati europei bruciano 200 miliardi di euro, Milano rompe gli argini per il fiume di vendite che travolge i titoli creditizi, Londra crolla di schianto al cospetto della colossale richiesta di ricapitalizzazione della Hbsc, e Wall Street vacilla di fronte alla gigantesca iniezione di liquidità richiesta da Aig. È la tempesta finanziaria, bellezza. Nessuno può dare la colpa a Berlusconi, se la crescita dello scorso anno si rivela addirittura peggiore delle peggiori previsioni già riformulate dal Tesoro, e se il Pil del 2008, invece di flettere "solo" dello 0,6%, segna un meno 1%. Dalle elezioni politiche del 13 aprile scorso, il Cavaliere non ha governato abbastanza per poter fare così tanti danni in così pochi mesi. E' la recessione economica, bellezza.
Eppure, in tutti e due i casi non ci si può limitare a una strategia di determinismo passivo, o peggio ancora di illusionismo corrivo. A chi continua a perdere soldi in Piazza Affari, in molti casi per l'ingordigia degli operatori dei "borsini" o per l'imperizia delle autorità di vigilanza, non puoi solo dire "non ci posso fare niente". A chi continua a perdere il lavoro in azienda, in molti casi senza più lo straccio di un sussidio, non puoi più dire "non è vero niente".
Questa è la vera colpa del governo. Non vedere, o fingere di non vedere, che la crisi sta ormai cominciando a mordere la carne viva della società italiana. Il "grasso" (cioè l'economia sommersa e il lavoro nero, che hanno salvato tante volte il Belpaese) si sta consumando velocemente. Il sedicente "pacchetto" di misure anti-crisi era già inconsistente quando è stato varato, all'inizio di autunno. Oggi, di fronte all'avvitarsi della spirale "collasso finanziario-paralisi industriale", mantenerlo inalterato non appare solo politicamente irresponsabile, ma anche socialmente insostenibile.
L'offensiva del Pd sull'assegno di disoccupazione può essere giudicata parziale, imprecisa, a sua volta insufficiente. Ma l'affondo di Dario Franceschini, che sfida il premier a un pronunciamento parlamentare, ha un grande pregio. Tocca un nervo oggettivamente scoperto dell'inazione politica del governo. Lo mette in mora su un tema cruciale: non quello del vecchio assistenzialismo preteso da milioni di lavoratori garantiti e magari anche "fannulloni" (come vuol far credere una certa propaganda di destra), ma quello della nuova condizione vissuta di circa 3 milioni e mezzo di lavoratori precari, che a decine e decine di migliaia stanno perdendo la propria occupazione e si ritrovano dall'oggi al domani senza alcuna copertura sociale. E lo costringe ad arroccarsi, e ad usare un'arma difensiva che costò lacrime e consensi al centrosinistra che a suo tempo si definì "tecnocratico": il rigore contabile.
Nessuno può ironizzare, sul tema delle risorse disponibili. Anche in tempi di crisi, resta vero che nessun pasto è gratis. Ma di fronte al dramma di tanti giovani e di tante famiglie, l'intangibilità draconiana del bilancio pubblico rischia di essere "stupida" come lo fu, in certi periodi, l'interpretazione statica del Trattato di Maastricht. Come ha dimostrato Tito Boeri su questo giornale, a saldi invariati ci sarebbero già ora risorse disponibili per finanziare un serio apparato di sostegni alla nuova disoccupazione.
Ma si potrebbe persino azzardare di più, raccogliendo la richiesta del presidente di Confindustria Marcegaglia e la proposta del leader dell'Udc Casini: una vera riforma degli ammortizzatori sociali da collegare a una vera riforma della previdenza, ritoccando una volta per tutte i trattamenti di anzianità e l'età pensionabile delle donne.
(però finchè restano parole così vaghe, credo che lascino il tempo che trovano..).
Ai tempi del governo Ciampi del '93, si sarebbe parlato di un "nuovo, grande patto tra le generazioni". Ma di quell'ambizione politica, e di quella forza ideale, in questo governo berlusconiano del 2009 non si vede la benché minima traccia...
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E ancora, sempre sulla situazione (tragica) italiana.. da notare l'implicita differenza con gli Stati Uniti (per quanto possa essere scettica..)...
Il rapporto "Obiettivo crescita" dell'Organizzazione parigina
Prioritari interventi su fisco, lavoro, contrattazione, istruzione
Ocse all'Italia, aumenta il divario
per colmarlo riforme strutturali
Le nuove stime sull'economia che verranno pubblicate a breve
saranno "significativamente peggiori", con forti revisioni al ribasso
MILANO - "Il divario tra l'Italia e i paesi più performanti continua ad ampliarsi in particolare a causa della bassa produttività". Questo il giudizio formulato dall'Ocse nel rapporto "Obiettivo crescita" diffuso oggi. Il nostro Paese è 19esimo su 29, ultimo tra i big, europei e non, per la differenza del Pil pro capite rispetto agli Usa, con un divario superiore al 30% nel 2007. E per colmare questo divario l'Organizzazione raccomanda riforme strutturali
(ma ricordiamoci che siamo nel paese delle soluzioni semplici, dei palliativi, che fanno contento il popolino, assicurano nuovi voti, ma non risolvono mai i problemi, anzi.. li aggravano..)
in numerosi settori, dal lavoro all'istruzione, dai servizi locali alle professioni, dal cuneo fiscale alle contrattazioni salariali e alla ricerca.
Altrimenti la ripresa tarderà molto più del previsto: L'Ocse ha annunciato che rivedrà in modo "molto forte" le stime di crescita dell'area alla fine di marzo rispetto a quelle indicate a novembre e per il Pil italiano i dati "saranno significativamente peggiori".
Le indicazioni dell'Ocse. Oltre alla minore produttività, a essere chiamato in causa è il basso utilizzo del lavoro, soprattutto tra giovani, anziani, donne e nel Sud. L'Ocse raccomanda all'Italia di abbassare le tasse sui redditi da lavoro e decentrare i rinnovi dei salari, ma anche di ridurre la proprietà pubblica, liberalizzare le professioni, migliorare le università.
L'Organizzazione, pur riconoscendo le "significative riforme" fatte negli ultimi anni sui mercati dei prodotti, sottolinea che molte altre devono essere messe in cantiere. Tra le priorità indicate dagli economisti Ocse, le principali sono la riduzione della proprietà pubblica e delle barriere normative alla concorrenza, il miglioramento del sistema di istruzione, soprattutto universitario, la riduzione del cuneo fiscale sui redditi da lavoro, il decentramento della contrattazione salariale, a cominciare dalla differenziazione dei salari nella pubblica amministrazione e la concessione di incentivi per l'innovazione.
(punti, questi, da sempre all'ordine del giorno delle sedute del Consiglio dei ministri.. e soprattutto totalmente incorrelate con grossi problemi sociali che affliggono il nostro Bel Paese..)
Lo studio sottolinea che "l'elevato livello di proprietà pubblica e i vincoli normativi nei servizi professionali e nei trasporti ostacolano la crescita della produttività". Vanno quindi "eliminate le barriere all'ingresso nei servizi professionali, aboliti i tetti sui prezzi di tali servizi fissati dagli organismi di categoria, ridotte la proprietà e il coinvolgimento dello stato nei business dell'elettricità, del gas, delle poste e dei trasporti e va anche limitato il coinvolgimento degli enti locali nelle aziende di servizi".
In materia di tassazione sul reddito da lavoro, l'Ocse sottolinea che "resta alta" soprattutto per i redditi più bassi e va quindi ridotta, finanziandola con tagli alla spesa pubblica e con il rafforzamento della lotta all'evasione . Nelle statistiche dell'Organizzazione l'Italia, va ricordato, è al sesto posto tra i Paesi industrializzati per il peso del 'cuneo fiscale', cioè la differenza tra salario lordo e netto.
Un altro punto debole resta la bassa percentuale di laureati, che non arriva al 20% nella fascia d'età tra 25 e 34 anni contro l'oltre 30% della media Ocse. L'Organizzazione raccomanda di aumentare gli investimenti privati nell'istruzione post-secondaria tramite un incremento delle rette e finanziamenti privati, di "aumentare qualità e quantità delle sedi universitarie", di ridurre il tasso di abbandoni, di introdurre i prestiti per gli studenti.
Quanto alla contrattazione salariale, il focus, secondo l'Ocse, va posto nella riduzione delle disparità regionali nell'utilizzo del lavoro, sulla promozione della decentralizzazione della contrattazione, a cominciare dal settore pubblico, per "tenere in considerazione le differenze regionali di produttività e costo della vita".
L'Italia, rileva poi lo studio, è tra i Paesi meno generosi in materia di incentivi fiscali alla ricerca e allo sviluppo (è penultima) e per risollevare il basso livello l'Ocse consiglia, oltre a un attento utilizzo degli incentivi, anche la promozione di partnership tra l'industria e le università e di rendere più trasparenti le procedure di assunzione dei ricercatori.
Stime riviste al ribasso. La ripresa per l'area Ocse ora è attesa "a un qualche punto del 2010" e non più nel 2009. E pertanto le stime peggioreranno anche per l'Italia. Nell'outlook di novembre l'Ocse prevedeva per l'italia un calo del Pil dell'1% nel 2009 seguito da +0,8% nel 2010. La revisione dei dati italiani è in corso "proprio in questi giorni", aggiunge il capo-economista dell'Ocse, che non avanza pertanto alcuna stima.
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