La struttura in fiamme
LAMPEDUSA - Una rivolta è scoppiata questa mattina nel Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa che attualmente ospita 863 immigrati, in gran parte tunisini. Nel complesso si è sviluppato anche un incendio di vaste proporzioni. Le forze dell'ordine, che hanno chiamato rinforzi, sono intervenute con i lacrimogeni per cercare di riportare la calma all'interno della struttura. Ci sono stati scontri e ci sarebbe un numero imprecisato di feriti tra gli extracomunitari e tra i poliziotti. Secondo il sindaco Bernardino De Rubeis una decina di agenti sono rimasti intossicati per il fumo dell'incendio provocato dagli stessi migranti. Una nuvola di fumo si è infatti levata alta dai capannoni di Imbriacola, dove ha sede la struttura, visibile anche dal paese.
Scontri provocati dai tunisini. La tensione covava da giorni. I tafferugli sono scoppiati dopo che ieri un gruppo di circa 300 tunisini aveva cominciato lo sciopero della fame per protesta contro il trasferimento di 107 loro connazionali a Roma, in vista del rimpatrio coatto. Proprio questo gruppo di tunisini, secondo il questore di Agrigento, Girolamo Fazio, avrebbe innescato gli scontri nel centro d'accoglienza.
Rogo nel Cie, distrutta una palazzina. Secondo diverse versioni ad appiccare l'incendio sarebbero stati gli stessi immigrati. Un centinaio di tunisini hanno prima cercato di sfondare dall'interno i cancelli della struttura senza riuscirci e poi hanno ammassato materassi, cuscini e carta straccia appiccando le fiamme. Una palazzina del centro sarebbe interamente distrutta. Le operazione di spegnimento del rogo sono rese difficili, oltre che dal forte vento, anche dai pochi mezzi a disposizione.
Il sindaco: "Dieci poliziotti intossicati". "Gli immigrati hanno dato fuoco al centro di accoglienza. Le fiamme sono alte dieci metri" ha detto il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis. "In mattinata - ha raccontato - ci sono stati scontri fra forze dell'ordine e immigrati. Poi gli immigrati hanno appiccato il fuoco nella palazzina centrale e le fiamme hanno invaso le palazzine vicine". "L'immobile centrale del Cie è andato distrutto" ha proseguito il sindaco, "molti migranti sono stati messi in sicurezza, distanti dalle fiamme ma una decina di poliziotti sono rimasti intossicati e sono stati portati al poliambulatorio. Non ci risultano immigrati ricoverati al poliambulatorio, ma non sappiamo se ci sia qualcuno dentro l'immobile distrutto dalle fiamme".
Unhcr: "Evacuare subito i migranti". "Evacuare immediatamente tutti i migranti e gli operatori che si trovano nella struttura di Lampedusa in modo da evitare intossicazioni e ustioni". E' quanto chiede l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che sta seguendo la rivolta scoppiata all'interno del Cie a Lampedusa. L'Unhcr è in contatto con il Viminale a cui ha chiesto di intervenire al più presto per evitare il peggio. La struttura è stata trasformata nelle settimane scorse da Centro di soccorso e prima accoglienza (Cspa) in Centro di identificazione ed espulsione (Cie) provocando la protesta dei migranti e quella della popolazione.
LAMPEDUSA - Una rivolta è scoppiata questa mattina nel Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa che attualmente ospita 863 immigrati, in gran parte tunisini. Nel complesso si è sviluppato anche un incendio di vaste proporzioni. Le forze dell'ordine, che hanno chiamato rinforzi, sono intervenute con i lacrimogeni per cercare di riportare la calma all'interno della struttura. Ci sono stati scontri e ci sarebbe un numero imprecisato di feriti tra gli extracomunitari e tra i poliziotti. Secondo il sindaco Bernardino De Rubeis una decina di agenti sono rimasti intossicati per il fumo dell'incendio provocato dagli stessi migranti. Una nuvola di fumo si è infatti levata alta dai capannoni di Imbriacola, dove ha sede la struttura, visibile anche dal paese.
Scontri provocati dai tunisini. La tensione covava da giorni. I tafferugli sono scoppiati dopo che ieri un gruppo di circa 300 tunisini aveva cominciato lo sciopero della fame per protesta contro il trasferimento di 107 loro connazionali a Roma, in vista del rimpatrio coatto. Proprio questo gruppo di tunisini, secondo il questore di Agrigento, Girolamo Fazio, avrebbe innescato gli scontri nel centro d'accoglienza.
Rogo nel Cie, distrutta una palazzina. Secondo diverse versioni ad appiccare l'incendio sarebbero stati gli stessi immigrati. Un centinaio di tunisini hanno prima cercato di sfondare dall'interno i cancelli della struttura senza riuscirci e poi hanno ammassato materassi, cuscini e carta straccia appiccando le fiamme. Una palazzina del centro sarebbe interamente distrutta. Le operazione di spegnimento del rogo sono rese difficili, oltre che dal forte vento, anche dai pochi mezzi a disposizione.
Il sindaco: "Dieci poliziotti intossicati". "Gli immigrati hanno dato fuoco al centro di accoglienza. Le fiamme sono alte dieci metri" ha detto il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis. "In mattinata - ha raccontato - ci sono stati scontri fra forze dell'ordine e immigrati. Poi gli immigrati hanno appiccato il fuoco nella palazzina centrale e le fiamme hanno invaso le palazzine vicine". "L'immobile centrale del Cie è andato distrutto" ha proseguito il sindaco, "molti migranti sono stati messi in sicurezza, distanti dalle fiamme ma una decina di poliziotti sono rimasti intossicati e sono stati portati al poliambulatorio. Non ci risultano immigrati ricoverati al poliambulatorio, ma non sappiamo se ci sia qualcuno dentro l'immobile distrutto dalle fiamme".
Unhcr: "Evacuare subito i migranti". "Evacuare immediatamente tutti i migranti e gli operatori che si trovano nella struttura di Lampedusa in modo da evitare intossicazioni e ustioni". E' quanto chiede l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che sta seguendo la rivolta scoppiata all'interno del Cie a Lampedusa. L'Unhcr è in contatto con il Viminale a cui ha chiesto di intervenire al più presto per evitare il peggio. La struttura è stata trasformata nelle settimane scorse da Centro di soccorso e prima accoglienza (Cspa) in Centro di identificazione ed espulsione (Cie) provocando la protesta dei migranti e quella della popolazione.
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