Ma allora e' vero
adesso alza Trentacinque chili sulle spalle oppure 25 sulle braccia
Solleva pesi incinta di otto mesi:
«A nuotare mi annoiavo»
Tra pochi giorni entra nel nono, ma Saula Nascimben continua ad allenarsi riducendo la portata dei manubri
Saula Nascimben (Biffani) MILANO - Sarà anche vero, come dice il suo allenatore Pietro Masera «che per lei è come sollevare uno scopino, un fuscello», ma le immagini fanno comunque una certa bella impressione, se si pensa, da una parte, a tutte le raccomandazioni e le delicatezze con cui si cerca di circondare le donne incinte e, dall'altra, a certe facce di sollevatrici del passato con barba e baffi e proprio niente di femminile. Invece: capita di incontrare Saula Nascimben, 38 anni, di Busto Arsizio, nella sua palestra, intenta a fare quello che ha fatto più o meno negli ultimi 15-16 anni, frangione nero e la tuta di allenamento che non riesce a tenere completamente coperto il pancione di otto mesi: «Per la verità sto per entrare nel nono, la bambina dovrebbe nascere il 12 marzo ». Trentacinque chili sulle spalle oppure 25 sulle braccia, a seconda che sollevi con la tecnica dello slancio (che prevede il passaggio intermedio sulle clavicole) o con quello dello strappo (un movimento unico) e un'altra manciata in pancia di quella che sarà la piccola Atena (in famiglia va forte la mitologia greca, il marito si chiama Ermes, l'altro figlio, che ha 7 anni, Ares e per ora, non guarda ai pesi ma si dedica alla ginnastica).
Quando era rimasta incinta la prima volta, Saula — in nazionale fino alla maternità, diverse volte campionessa italiana nella categoria dei 53 kg, due volte assoluta, una partecipazione al Mondiale e alla qualificazione olimpica — era stata più prudente: «Mi avevano fermato i medici al quinto mese, ma solo perché c'era un'arteria che non funzionava bene, un problema che adesso ho risolto». Saula — che lavora come ragioniere in una ditta di intimo per neonati — giura che la ginecologa non tenta di fermarla: «Non comprometto niente, sto attenta. Ma in piscina mi annoiavo troppo. Preferisco andare in palestra tre volte alla settimana, per un'ora: faccio i movimenti un po' più lentamente e ho ridotto di molto i pesi». Per capirci, Saula arrivava a sollevare 67,5 kg con la tecnica dello strappo e 83 kg di slancio. «E dunque per lei 25-30 chili sono carichi da niente, un fuscello appunto — continua l'allenatore —. È una ragazza pienamente in salute, prima dell'altra maternità ha lavorato fino all'ultimo giorno». Insomma, se il comportamento non è propriamente consigliabile a tutte le future mamme, serve quanto meno ad allontanare certi luoghi comuni che circondano le pesiste: «Ma certo che si può essere femminili anche sul bilanciere! Forse alcune atlete dell'Est sembrano ancora un po' maschili, ma nelle gare si vedono molte belle ragazze. Credete a me: nella mia vita ho fatto nuoto e ho giocato a pallavolo, ma questo è lo sport che più mi ha migliorato la postura. E poi cosa c'è di più femminile di una donna in attesa?». Se la Federazione pesistica cercava una testimonial sembra proprio averla trovata. In attesa del parere di Atena.
Arianna Ravelli
09 febbraio 2009
adesso alza Trentacinque chili sulle spalle oppure 25 sulle braccia
Solleva pesi incinta di otto mesi:
«A nuotare mi annoiavo»
Tra pochi giorni entra nel nono, ma Saula Nascimben continua ad allenarsi riducendo la portata dei manubri
Saula Nascimben (Biffani) MILANO - Sarà anche vero, come dice il suo allenatore Pietro Masera «che per lei è come sollevare uno scopino, un fuscello», ma le immagini fanno comunque una certa bella impressione, se si pensa, da una parte, a tutte le raccomandazioni e le delicatezze con cui si cerca di circondare le donne incinte e, dall'altra, a certe facce di sollevatrici del passato con barba e baffi e proprio niente di femminile. Invece: capita di incontrare Saula Nascimben, 38 anni, di Busto Arsizio, nella sua palestra, intenta a fare quello che ha fatto più o meno negli ultimi 15-16 anni, frangione nero e la tuta di allenamento che non riesce a tenere completamente coperto il pancione di otto mesi: «Per la verità sto per entrare nel nono, la bambina dovrebbe nascere il 12 marzo ». Trentacinque chili sulle spalle oppure 25 sulle braccia, a seconda che sollevi con la tecnica dello slancio (che prevede il passaggio intermedio sulle clavicole) o con quello dello strappo (un movimento unico) e un'altra manciata in pancia di quella che sarà la piccola Atena (in famiglia va forte la mitologia greca, il marito si chiama Ermes, l'altro figlio, che ha 7 anni, Ares e per ora, non guarda ai pesi ma si dedica alla ginnastica).
Quando era rimasta incinta la prima volta, Saula — in nazionale fino alla maternità, diverse volte campionessa italiana nella categoria dei 53 kg, due volte assoluta, una partecipazione al Mondiale e alla qualificazione olimpica — era stata più prudente: «Mi avevano fermato i medici al quinto mese, ma solo perché c'era un'arteria che non funzionava bene, un problema che adesso ho risolto». Saula — che lavora come ragioniere in una ditta di intimo per neonati — giura che la ginecologa non tenta di fermarla: «Non comprometto niente, sto attenta. Ma in piscina mi annoiavo troppo. Preferisco andare in palestra tre volte alla settimana, per un'ora: faccio i movimenti un po' più lentamente e ho ridotto di molto i pesi». Per capirci, Saula arrivava a sollevare 67,5 kg con la tecnica dello strappo e 83 kg di slancio. «E dunque per lei 25-30 chili sono carichi da niente, un fuscello appunto — continua l'allenatore —. È una ragazza pienamente in salute, prima dell'altra maternità ha lavorato fino all'ultimo giorno». Insomma, se il comportamento non è propriamente consigliabile a tutte le future mamme, serve quanto meno ad allontanare certi luoghi comuni che circondano le pesiste: «Ma certo che si può essere femminili anche sul bilanciere! Forse alcune atlete dell'Est sembrano ancora un po' maschili, ma nelle gare si vedono molte belle ragazze. Credete a me: nella mia vita ho fatto nuoto e ho giocato a pallavolo, ma questo è lo sport che più mi ha migliorato la postura. E poi cosa c'è di più femminile di una donna in attesa?». Se la Federazione pesistica cercava una testimonial sembra proprio averla trovata. In attesa del parere di Atena.
Arianna Ravelli
09 febbraio 2009
Commenta