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Ma cosa c'è in USA che tutti...

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    Originariamente Scritto da ghiacciolo Visualizza Messaggio
    Si si hai ragione, ma era fatto notorio tempo addietro..
    In media, le università italiane ERANO (col vecchio ordinamento) più difficili di quelle straniere...lo stesso dicasi per le superiori...

    Ora col 3+2 non saprei..

    Non ha senso parlare di maggiore difficoltà (delle materie, degli esami) del vecchio ordinamento rispetto a quello nuovo.

    Il punto è che la riforma è stata un fiasco pauroso: l'obiettivo era di far aumentare il numero di laureati all'anno ed è avvenuto l'esatto contrario.

    Copio, per chi fosse interessato, un articolo di Repubblica del 3 gennaio sul bilancio della riforma del 3 + 2.

    Università, il 3+2 è un flop aumentano gli studenti-lumaca

    Repubblica — 03 gennaio 2009 pagina 13 sezione: CRONACA
    Il "nuovo ordinamento" non fa decollare l' università italiana: oltre 4 studenti su 10 sono ripetenti o fuori corso, crescono gli abbandoni dopo il primo anno e si impenna il numero di chi ciondola tra le aule universitarie senza dare neppure un esame. Il tutto mentre cresce a dismisura il numero degli insegnamenti, aumenta quello dei prof e di conseguenza la spesa universitaria. Il desolante quadro del sistema universitario italiano emerge dall' ultimo rapporto annuale del Cnvsu, il Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario, ente del ministero che a 6 anni dall' introduzione del 3 più 2 fa un primo bilancio della riforma. Dai dati per nulla incoraggianti trapelano tutte le difficoltà degli studenti italiani nel tenere il passo con lezioni ed esami. Su oltre un milione e 800 mila studenti che hanno frequentato i 58 atenei italiani nell' anno accademico 2006/2007 solo un milione è in regola con gli studi. Il 40,7 per cento di ripetenti o fuori corso segna "il valore più alto registrato in tutto il periodo considerato", si legge nel rapporto. Nel 2001/2002, l' introduzione del nuovo ordinamento (laurea triennale di primo livello e laurea specialistica di due anni) aveva acceso una speranza. Le new entry in regola sfioravano l' 88 per cento ma dopo sei anni la percentuale è scesa in picchiata, toccando quota 68,5 per cento. Ma non solo. "A suscitare preoccupazione - continua il dossier - sono anche le cifre relative alla quota di abbandoni dopo il primo anno e il numero medio di crediti acquisiti annualmente dagli studenti". Uno studente su 5 dopo avere frequentato il primo anno decide di gettare la spugna. Prima della riforma, nel 2000/2001, la percentuale era inferiore. Stesso discorso per gli studenti "inattivi", che nel corso dell' anno precedente non hanno sostenuto alcun esame o acquisito crediti formativi. In luogo delle materie, infatti, la riforma ha introdotto i crediti formativi universitari (Cfu). Per conseguire la laurea di primo livello occorre racimolarne 180 in un triennio (60 all' anno), per quella specialistica altri 120. Ma le performance degli studenti nostrani sono ben lontane dai 60 crediti l' anno. Solo gli studenti di 29 atenei italiani, in media, superano i 30 crediti l' anno e in appena due università (Siena e Venezia Iuav) si superano i 45 crediti. I più "somari", con 22 crediti, sono i ragazzi dell' università di Palermo. La media si attesta attorno ai 25 crediti e così il traguardo si allontana: solo 3 studenti su 10 conseguono la laurea di primo livello in tre anni. Il 30 per cento raggiunge il traguardo con un ritardo di un anno e il 29 per cento con due o tre anni di ritardo. Per la laurea triennale la durata media degli studi è record: 4,6 anni. A fronte di risultati non proprio lusinghieri la spesa del sistema universitario è cresciuta considerevolmente: da 9,3 miliardi di euro si è passati a 12,4 nel 2006, un terzo in più. In sei anni i prof (ordinari, associati e ricercatori) sono aumentati di quasi 6 mila unità, con un incremento della spesa per il personale e un calo di quelle per "acquisizione e valorizzazione di beni durevoli". «Dai dati dell' offerta formativa - spiegano gli esperti del Cnvsu - emerge che il sistema si è riformato non proprio nella direzione immaginata con l' introduzione del cosiddetto 3 più 2». I corsi di studio attivi sono passati dai 2.444 ante riforma a 5.734. Il numero degli insegnamenti (le materie) ha fatto registrare un vero è proprio boom: da 116.182 sono diventati 180.001. Ma una consistente fetta di questi insegnamenti, ben 71.038, valgono al massimo 4 crediti. E ancora: su 3.373 lauree di primo livello e lauree specialistiche a ciclo unico i corsi con meno di dieci immatricolati sono 340. Non proprio un successo. per saperne di più www.cnvsu.it Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Home Page Uniroma3.it attualità - SALVO INTRAVAIA
    ƒw≈i n ñdni øc

    Onore, gloria e successo sono solo granelli di sabbia, le loro tracce diventano polvere sparsa sulle strade di Yamato calpestata per l'eternità

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      Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio

      Mi dici con quale sistema straniero lo vuoi paragonare, mi porti le tue esperienze all'estero e io ti porto le mie, cosi' almeno non parliamo per sentito dire.
      Quoto.
      ƒw≈i n ñdni øc

      Onore, gloria e successo sono solo granelli di sabbia, le loro tracce diventano polvere sparsa sulle strade di Yamato calpestata per l'eternità

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        Originariamente Scritto da Rot-in-the-Core Visualizza Messaggio
        Non ha senso parlare di maggiore difficoltà (delle materie, degli esami) del vecchio ordinamento rispetto a quello nuovo.

        Il punto è che la riforma è stata un fiasco pauroso: l'obiettivo era di far aumentare il numero di laureati all'anno ed è avvenuto l'esatto contrario.
        Ecco, già questa era una premessa sbagliata. Una riforma che parte col dichiarato obiettivo di aumentare il numero dei laureati è ridicola, demagogica e inutile. Bisognerebbe ragionare sulla qualità dei laureati che sforni, non sul loro numero assoluto. Posso anche aumentare la percentuale di laureati, ma se, contemporaneamente, diminuisce la preparazione media (ed in molti campi, almeno parlo per la mia esperienza nel settore umanistico, è così) cosa ho ottenuto? Ci sono stati esami in cui, da un anno all'altro, il programma è stato dimezzato. Docenti che sono stati richiamati dal rettore in quanto la percentuale di promossi ai loro esami era inferiore alla media prevista e, quindi, diminuiva i valori di performance di quell'università a livello nazionale, e metteva a rischio i finanziamenti statali per quella università. In questo modo l'università diventa un'azienda finalizzata al rilascio di titoli, il cui valore è indirettamente proporzionale al numero di quelli che li ottengono.
        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
        ma_75@bodyweb.com

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          Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
          Ecco, già questa era una premessa sbagliata. Una riforma che parte col dichiarato obiettivo di aumentare il numero dei laureati è ridicola, demagogica e inutile. Bisognerebbe ragionare sulla qualità dei laureati che sforni, non sul loro numero assoluto. Posso anche aumentare la percentuale di laureati, ma se, contemporaneamente, diminuisce la preparazione media (ed in molti campi, almeno parlo per la mia esperienza nel settore umanistico, è così) cosa ho ottenuto? Ci sono stati esami in cui, da un anno all'altro, il programma è stato dimezzato. Docenti che sono stati richiamati dal rettore in quanto la percentuale di promossi ai loro esami era inferiore alla media prevista e, quindi, diminuiva i valori di performance di quell'università a livello nazionale, e metteva a rischio i finanziamenti statali per quella università. In questo modo l'università diventa un'azienda finalizzata al rilascio di titoli, il cui valore è indirettamente proporzionale al numero di quelli che li ottengono.
          Questo e' quello che il molti paesi accade gia' da anni, purtroppo.
          Sottolineo purtroppo.
          B & B with a little weed










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            Originariamente Scritto da Eagle Visualizza Messaggio
            ...rosicano se uno ha la possibilità di andarci?

            Io ci sono stato solo poche volte, paese interessante, ma non ci vivrei.

            Però ho vissuto in UK e vivo in Norvegia, noto differenze, cose migliori, MA ANCHE cose peggiori.

            Senza contare che essere "fuori casa" è già di per sè un grosso punto a sfavore, quindi un paese estero, per essere vincente rispetto a casa Italia, deve avere ben di più delle stesse cose positive e negative.

            Eppure tutte le volte che uno apre un post "sono in mezzo al deserto dell'arizona" ... tutti "che culo, potessi avere io la tua fortuna" "tempo 3 ore e vedrai che rimarrai li tu, la tua famiglia e la tua discendenza", e cose di questo tipo.

            Cos'è che vi fa sembrare gli stati uniti di america questa terra da sogno?


            Eagle

            a me non attira, sono stato in california in florida e nello utah. Non ho visto mai ny ma a naso non sarebbe il mio posto. Mi piacciono molto invece alcuni posti dove l'uomo ha strappato alla natura alcuni lembi di territorio, come in arabia saudita o in australia o in nuova zelanda. Lì sento che starei bene
            "Qualsiasi cosa che non sia la morte è un leggero infortunio"

            Jpp, prima di lanciarsi con il carrello

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              Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
              Questo e' quello che il molti paesi accade gia' da anni, purtroppo.
              Sottolineo purtroppo.
              Appunto...tra l'altro, il 3+ 2 viene proprio dagli usa e uk...dove è in vigore da alcuni decenni...
              vedete un poco voi...

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