Lete

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • In piedi tra le rovine
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    #31
    Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
    Il Lete è il fiume dell'oblio, nel quale le anime si tuffavano per perdere i ricordi di una vita.
    La sapienza dei Greci, come sempre, ci viene in soccorso;
    Dagli Inni Orfici:

    Invoco Memoria, sposa di Zeus, sovrana,
    che ha generato le sacre, sante Muse dalla voce sonora,
    esente dal cattivo oblio che sempre turba la ragione,
    sostiene ogni intelligenza che sempre vive con le anime degli uomini,
    accresce la potente forte ragione dei mortali,
    dolcissima, ama la veglia e tutto fa ricordare.

    Perchè, se è vero che esiste questo impulso alla dimenticanza, al voler scordare, rimuovere quanto di spiacevole è accaduto nelle nostre vite, perchè allora questa antichissima pregheria a che l'uomo ricordi, e ricordi tutto?
    Nei Misteri, agli eletti veniva raccomandato di fuggire le acque di Lete, e di bere semmai al suo fiume gemello, Mnemosine, la fonte che fissa indelebilmente il ricordo.
    Questo schema è inscindibile, non possiamo parlare di Lete se non teniamo presente il peso che ha Memoria, addirittura appellata come sposa del Dio.

    La potenza salvifica che ha la memoria è chiara, in questa visione superiore;
    Se noi amputiamo i nostri ricordi castriamo la nostra stessa vita, e la volontà che la regge, perchè Memoria, infatti, "accresce la potente, forte ragione dei mortali".
    Senza il ricordo non potremmo mai avere una visione completa di noi, e dunque mai potremmo proseguire nel sentiero che più ci si confà:
    Saremo sempre, in qualche maniera, deviati, perchè incapaci di trattenere tutti i pezzi della nostra vita.
    Non avremo mai una lettura chiara dei nostri desideri, saremo claudicanti ad ogni passo, proprio come chi non vuole fuggire da uno stadio infantile.
    Chi beve dal Lete rifiuta la prova, e la sfida della vera conoscenza, la via per cui, attraverso i ricordi, giungiamo infine a noi stessi.

    Chi desidera dimenticare ama il mantenersi nel buio primordiale, nella sconoscenza e nel rifiuto delle dinamiche che muovono le cose del mondo e le proprie:
    E' il "cattivo oblio" che turba la ragione.

    Non si giungerà mai a maturità (la vera cura del male) se agogniamo il sonno:
    Noi siamo nati perchè, svegli, godessimo di tutta la scena del mondo.
    Last edited by Sean; 30-01-2009, 22:21:21.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • pina colada
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      • Dec 2007
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      #32
      Originariamente Scritto da Yashiro Visualizza Messaggio
      Vedo che la "mia" canzone ti ha ispirato tongue
      Il testo è di una epicità sconvolgente, credo che tutti prima o poi nella loro vita incontrino un momento talmente sconvolgente ed angoscioso che ti porta a desiderare il Lete. Ma sta a noi scegliere se tuffarcisi o meno, è la peggiore delle battaglie quella contro noi stessi. Accettare una vita coraggiosa e colma di disperazione o cullarsi nella morbidità dell'oblio di anima e mente?
      Io mi ci sono già trovato a scegliere, per quanto mi accarezzasse l'idea credo di aver bisogno del dolore che mi spinge al lete, più di quanto non necessiti del sollievo finale. Forse è questa energia malvagia e sofferente a spingermi avanti, non ho certezza che privandomene troverei davvero la Pace.
      Quindi dici che il dolore sia terapeutico? Io non credo.. O almeno, dipende in che dosi e per quanto tempo..

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      • thetongue
        Bodyweb Senior
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        #33
        Originariamente Scritto da Yashiro Visualizza Messaggio
        Vedo che la "mia" canzone ti ha ispirato tongue
        Il testo è di una epicità sconvolgente, credo che tutti prima o poi nella loro vita incontrino un momento talmente sconvolgente ed angoscioso che ti porta a desiderare il Lete. Ma sta a noi scegliere se tuffarcisi o meno, è la peggiore delle battaglie quella contro noi stessi. Accettare una vita coraggiosa e colma di disperazione o cullarsi nella morbidità dell'oblio di anima e mente?
        Io mi ci sono già trovato a scegliere, per quanto mi accarezzasse l'idea credo di aver bisogno del dolore che mi spinge al lete, più di quanto non necessiti del sollievo finale. Forse è questa energia malvagia e sofferente a spingermi avanti, non ho certezza che privandomene troverei davvero la Pace.
        si, mi ha ispirato (anche the endless feed è molto bella)
        tanto di quello che dici è condivisibile

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        • Yashiro
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          • Sep 2006
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          #34
          Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
          Quindi dici che il dolore sia terapeutico? Io non credo.. O almeno, dipende in che dosi e per quanto tempo..
          Non dico che sia terapeutico... Ma io sono ciò che sono, e sono anche dolore. Dolore per persone perdute, sentimenti traditi, amicizie infrante, amori irraggiungibili. Bruciando tutto cosa mi rimane? Nient'altro che un guscio vuoto di me stesso, libero di poter ricadere all'infinito negli stessi errori che ho commesso.
          Di tutti gli episodi disperati della mia vita ho fatto terra bruciata nel mondo reale, ma ne ho scritto un libro proprio per ricordarli per sempre. Non voglio perderli, perché quel dolore mi ricorderà per sempre chi sono stato, di conseguenza chi sono.

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          • pina colada
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            • Dec 2007
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            #35
            Originariamente Scritto da Yashiro Visualizza Messaggio
            Non dico che sia terapeutico... Ma io sono ciò che sono, e sono anche dolore. Dolore per persone perdute, sentimenti traditi, amicizie infrante, amori irraggiungibili. Bruciando tutto cosa mi rimane? Nient'altro che un guscio vuoto di me stesso, libero di poter ricadere all'infinito negli stessi errori che ho commesso.
            Di tutti gli episodi disperati della mia vita ho fatto terra bruciata nel mondo reale, ma ne ho scritto un libro proprio per ricordarli per sempre. Non voglio perderli, perché quel dolore mi ricorderà per sempre chi sono stato, di conseguenza chi sono.
            Il dolore rischia di ucciderti però..

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            • gorgone
              for a while
              • May 2008
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              • nel cuore di chi è nel mio cuore
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              #36
              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Nei Misteri, agli eletti veniva raccomandato di fuggire le acque di Lete, e di bere semmai al suo fiume gemello, Mnemosine, la fonte che fissa indelebilmente il ricordo.
              sean esci dalla mia testa, per la miseria.
              in effetti cogli l'aspetto che interessava me, a questo punto provo ad esprimerlo - decisamente a fatica -
              c'è un punto di rottura, in quel punto scatta un meccanismo di autoconservazione, io credo, per cui quando l'accaduto è realmente doloroso al di là del sopportabile, la mente lo cancella, per non impazzire, suppongo.

              ecco la domanda. sapendo che qualcosa è accaduto e sapendo che si ha un vuoto totale, vale la pena fare lo sforzo di recuperare il ricordo? quanto vale la perdita di un ricordo?

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              • pina colada
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                • Dec 2007
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                #37
                Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
                sean esci dalla mia testa, per la miseria.
                in effetti cogli l'aspetto che interessava me, a questo punto provo ad esprimerlo - decisamente a fatica -
                c'è un punto di rottura, in quel punto scatta un meccanismo di autoconservazione, io credo, per cui quando l'accaduto è realmente doloroso al di là del sopportabile, la mente lo cancella, per non impazzire, suppongo.

                ecco la domanda. sapendo che qualcosa è accaduto e sapendo che si ha un vuoto totale, vale la pena fare lo sforzo di recuperare il ricordo? quanto vale la perdita di un ricordo?
                Non sempre però.. a volte la nostra mente si diverte a farci del male E difficilmente riesci a cancellare..

                Cmq bella la domanda Credo che dipenda dall'importanza del ricordo.. se è fondamentale per la tua vita in questo momento o la tua vita futura..

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                • thetongue
                  Bodyweb Senior
                  • Mar 2003
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                  #38
                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Perchè, se è vero che esiste questo impulso alla dimenticanza, al voler scordare, rimuovere quanto di spiacevole è accaduto nelle nostre vite, perchè allora questa antichissima pregheria a che l'uomo ricordi, e ricordi tutto?
                  Nei Misteri, agli eletti veniva raccomandato di fuggire le acque di Lete, e di bere semmai al suo fiume gemello, Mnemosine, la fonte che fissa indelebilmente il ricordo.
                  Questo schema è inscindibile, non possiamo parlare di Lete se non teniamo presente il peso che ha Memoria, addirittura appellata come sposa del Dio.

                  .
                  Se pensassimo agli eventi della nostra esistenza come ad una sequenza di fotogrammi montati da Cronos, la concezione finalistica del "montaggio" renderebbe ogni evento parte integrante di un puzzle concepito solo per noi, per la nostra evoluzione verso un fine: tagliare e ricucire la pellicola, volgendo lo sguardo retrospettivamente, sarebbe, per parafrasare Amunsen, "try to look back and mess up with the very idea the Master had about us".
                  Se, al contrario, contemplassimo gli accaduti della nostra vita come un mix stocastico dominato da Chaos, beh allora sarebbe perfettamente legittimo e pacifico agognare (a volte ottenerlo anche?) all'operazione di "taglio e rammendo" di quella pellicola.
                  Nella dimensione di Cronos quegli eventi non sono affatto "accidenti", come invece lo sono nel regno di Chaos
                  Last edited by thetongue; 31-01-2009, 00:50:12.

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                  • pina colada
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                    #39
                    Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                    Se pensassimo agli eventi della nostra esistenza come ad una sequenza di fotogrammi montati da Cronos, la concezione finalistica del "montaggio" renderebbe ogni evento parte integrante di un puzzle concepito solo per noi, per la nostra evoluzione verso un fine: tagliare e ricucire la pellicola, volgendo lo sguardo retrospettivamente, sarebbe, per parafrasare Amunsen, "try to look back and mess up with the very idea the Master had about us".
                    Se, al contrario, contemplassimo gli accaduti della nostra vita come un mix stocastico dominato da Caos, beh allora sarebbe perfettamente legittimo e pacifico agognare (a volte ottenerlo anche?) all'operazione di "taglio e rammendo" di quella pellicola.
                    Nella dimensione di Cronos quegli eventi non sono affatto "accidenti", come invece nel regno di Caos
                    Esatto, quello che penso anch'io..e proprio per la mia concezione stocastica degli eventi aspiro al rammendo della pellicola

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                    • PrinceRiky
                      Bodyweb Senior
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                      #40
                      oh certo, ma poi sarei spaesato, mancherebbero dei tasselli al mosaico (seppur storto e ipnotico).

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                      • Hombrillo
                        Pezzo di merda ipocrita
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                        #41
                        ma Lete è anche il nome di 1 acqua vero? un'acqua ke si usa molto al Sud

                        Commenta

                        • pina colada
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                          #42
                          Mi è venuta in mente una citazione di Cicerone che scrivevo sempre sui miei diari dei tempi del liceo:

                          "Oblivionis mallem. Nam memini etiam quae nolo, oblivisci non possum quae volo.."

                          L'ho sempre pensata così..

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                          • Sean
                            Csar
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                            #43
                            Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
                            sean esci dalla mia testa, per la miseria.
                            in effetti cogli l'aspetto che interessava me, a questo punto provo ad esprimerlo - decisamente a fatica -
                            c'è un punto di rottura, in quel punto scatta un meccanismo di autoconservazione, io credo, per cui quando l'accaduto è realmente doloroso al di là del sopportabile, la mente lo cancella, per non impazzire, suppongo.

                            ecco la domanda. sapendo che qualcosa è accaduto e sapendo che si ha un vuoto totale, vale la pena fare lo sforzo di recuperare il ricordo? quanto vale la perdita di un ricordo?
                            Credo anch'io che avvenga questo, in maniera conscia o meno scatta, in casi particolari, questa difesa, dove si precipita la spina dolorosa nel fondo del pozzo:
                            Vale la pena di recuperarla?
                            Se e quando si è ristabilito un equilibrio, a mio modo di vedere si, perchè altrimenti, come ci dice anche Prince, saremmo mancanti di un qualcosa

                            Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggio
                            oh certo, ma poi sarei spaesato, mancherebbero dei tasselli al mosaico (seppur storto e ipnotico).
                            ci troveremmo davanti ad un vuoto, un paesaggio lunare che nella sua sterilità non ci permette di giungere a maturazione.
                            Più si tende alla completezza di sè, più non ci spaventa il diventare noi, e più siamo capaci, infatti, di gestire ed elaborare, fino a dare loro il giusto posto, i ricordi che abbiamo creduto di rimuovere per il nostro bene.

                            Il deposito della memoria è un unicum, un eterno presente, una visione d'insieme che non ha nè un prima nè un dopo (è il nostro involucro che invecchia, non il suo contenuto) e riuscire comunque a tenerlo insieme significa, in ultima analisi, sviluppare la capacità di saper leggere tutto ciò che ci riguarda, gestire tutta la materia che fa di noi, in completezza, ciò che siamo, e nel nostro vivere interiore, e nel nostro proiettare noi stessi sulla scena temporale:
                            In entrambi i casi, se non illuminiamo tutta lo spazio al nostro interno, rischiamo di rimanere amputati e interdetti dentro e fuori di noi.

                            Conosci te stesso è l'imperativo per cui siamo nati e ci manteniamo in vita.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              #44
                              Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                              Se pensassimo agli eventi della nostra esistenza come ad una sequenza di fotogrammi montati da Cronos, la concezione finalistica del "montaggio" renderebbe ogni evento parte integrante di un puzzle concepito solo per noi, per la nostra evoluzione verso un fine: tagliare e ricucire la pellicola, volgendo lo sguardo retrospettivamente, sarebbe, per parafrasare Amunsen, "try to look back and mess up with the very idea the Master had about us".
                              Se, al contrario, contemplassimo gli accaduti della nostra vita come un mix stocastico dominato da Chaos, beh allora sarebbe perfettamente legittimo e pacifico agognare (a volte ottenerlo anche?) all'operazione di "taglio e rammendo" di quella pellicola.
                              Nella dimensione di Cronos quegli eventi non sono affatto "accidenti", come invece lo sono nel regno di Chaos
                              Ci sono questi due fiumi, dunque, uno deputato alla dimenticanza e uno alla memoria, e, nel mito, le anime scelgono da quale bere;
                              Però i sapienti invitano gli iniziati alla riva di Mnemosine, perchè, secondo precetto, nulla di sè deve andare perduto, e perchè è grazie a questo atto che ci mantiene in noi con tutti i nostri pezzi intatti che possiamo tendere ad una vita nobile, degna, superiore, piena, quella di chi non rifiuta nulla di ciò che gli regala la battaglia, neppure le cicatrici.

                              Ora, a mio modo di vedere, per superare questa dicotomia tra Cronos e Chaos che proponi, bisogna andare a vedere qual'è il fine verso cui tendiamo, e che io ritengo essere sempre lo stesso, sia che si creda l'universo governato da un Dio che presiede anche allo svolgersi verso un telos della storia, sia che si ritenga che è l'irragionevolezza del caso a farla da padrone, e che è il nulla il destino ultimo, perchè dal nulla si viene.
                              In entrambe queste visioni il fine, lo scopo risiede sempre e comunque in noi, ed è di partecipare, ad occhi ben aperti, a questo viaggio nella conoscenza, e nella presa di coscienza di sè, che è la vita.

                              Lo scopo concreto della vita è tradurre in atto i propri pensieri, nulla di più, e questo accade sempre, che comandi Cronos o Chaos;
                              Se a questo scopo noi facciamo mancare delle parti, rifiutiamo rendendoli illeggibili dei frammenti, possiamo averne forse un beneficio immediato, un sollievo che però, prima o dopo, pagheremo caro, con la perdita non di una parte, ma del totale di sè, che resta ad uno stadio di mai completa maturazione.
                              E' l'infanzia che genera paure, non l'atto potente della conoscenza, che non può restare mai fine a se stessa, se puri governi Chaos:
                              L'universo che ogni uomo racchiude non si risolve e non si spiega aprendo buchi, ma semmai traendo da essi un significato, perchè sia ordine anche lì dove apparentemente è il Chaos.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • thetongue
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                                • Mar 2003
                                • 9739
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                                #45
                                Sean,
                                i tuoi interventi mi spingono a spender alcune riflessioni sui concetti di Monos, a cui l'essere tende; di Ombra come il corpo del nostro Se, nascosto sotto il mantello della coscienza (il capo è la parte non coperta dal mantello); di Chaos: è la sola mancanza di Cronos o piuttosto un vero antagonista?
                                Mi riserbo di scriverci qualche riga nel we.
                                Forse l'Oblio crea un vacuum con le sue potenti fauci, come un buco nero, tentando di risucchiarci nella perdità di ogni identità (la morte?); mentre l'altro fine (o meglio anelito, siccome il dire "altro" implica il concedere lo status di "fine" all'opzione precente, passaggio che può esser concettualmente improprio) è tendere a Cronos, diventare monos nel Monos. Se così fosse, la via larga e la via ardua che l'Uomo si trova a scegliere di fronte al bivio ("l'uomo è scelta", S. Kierkegaard), di cui si parla in diversi credi metafisici (religioni, filosofie, etc.), sarebbero quelle di Chaos e Cronos; secondo la termodinamica (una recente versione, post-galileiana, del panta rei) la seconda via è molto più ardua e ripida, perchè implica una grossa spesa di energia (ed a questa energia potrei accostarne un corrispondente nella dimensione metafisica) per tenere a bada l'entropia di Chaos

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