L'angolo del Cinema - Oggi ho visto

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  • M K K
    finte ferie user
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    Succedo piunspesso diquello che si creda , e' pieno di anziani completamente soli con figli lontani o che non hanno più rapporti... solitamente o li trovano per l'odore di morto quando i vicini chiamano i pompieri oppure anche mesi dopo quando sono sciolti nel letto o mummificati.
    Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
    Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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    • Arturo Bandini
      million dollar boy
      • Aug 2003
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      è normale anche se triste, ma che succeda a un personaggio ricchissimo e famosissimo è surreale

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      • M K K
        finte ferie user
        • Dec 2005
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        Tolti gli yes man e i golddigger rimangono dei vecchi come la signora Marisa del paesello eh
        Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
        Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
        Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          La notte degli Oscar 2025 | Il Miglior film è «Anora» che trionfa con cinque statuette. Adrien Brody vince tra gli attori, Mikey Madison fra le attrici

          «Anora» partiva come favorito e si è confermato: sei nomination e cinque statuette. Adrien Brody batte Timothée Chalamet

          È «Anora», già Palma d’oro a Cannes 77, la commedia surreale sull’improbabile storia d’amore tra una spogliarellista di New York e il figlio di un oligarca russo, il trionfatore della 97esima edizione degli Oscar. Un poker personale per Sean Baker, che vince oltre al miglior film, la regia, la sceneggiatura e il montaggio con la ciliegina sulla torta del premio alla miglior attrice alla protagonista Mikey Madison, che strappa uno scettro che sembrava sicuro dalle mani di Demi Moore, entrata da favorita alla cerimonia condotta da Conan O’Brian, per il suo ruolo nel body horror «The Substance» diretto da Coralie Fargeat.

          Baker eguaglia il record di Walt Disney nel 1954 (ma con un solo film), ha rilanciato anche dal Dolby Theatre un appello a favore delle sale: «In un mondo in cui ci sono divisioni, il ruolo del cinema è ancora più importante. Le sale indipendenti fanno fatica a resistere, durante la pandemia ne abbiamo perse migliaia. Ai registi dico di fare film da proiettare al cinema, ai distributori di lavorare sulle uscite nei cinema e ai genitori di portare i figli in sala, loro saranno la prossima generazione di cinefili». Mikey Madison, 25 anni, non nasconde l’emozione: «Sono cresciuta a Los Angeles ma Hollywood sembrava così lontana».

          Doppietta per Adrien Brody, delusione per Timothée Chalamet che dopo la vittoria ai Sag Awards per «A Complete Unknown», ci aveva creduto all’idea di diventare il più giovane attore premiato con un Oscar. Il record resta nella mani di Brody, 22 anni dopo «The Pianist». Premiato per il ruolo dell’architetto László Tóthal, protagonista di «The Brutalist» di Brady Corbett (Leone d’argento per la regia a Venezia), sfuggito ai campi di concentramento in Ungheria e migrato negli Usa nel 1947, ha sottolineato l’importanza della memoria.

          «Rappresento oggi il trauma della guerra, la sistematica oppressione e l'antisemitismo e razzismo. Credo e prego per un mondo più sano e più inclusivo. Se il passato è un insegnamento, non lasciamo che l'odio non possa continuare a esistere senza trovare opposizione», ha detto Brody accettando il premio.

          Come previsto Zoe Saldaña è l’unica a salvarsi dall’autosabotaggio di «Emilia Pérez» con la disastrosa gestione del caso dei tweet di Karla Sofía Gascón. Delle tredici candidature del film di Jacques Audiard solo due sono diventate premi: la sua e quella per la miglior canzone, El Mal. Sfuma anche la statuetta per il miglior film internazionale che va a «Io sono ancora qui» di Walter Salles, sulla vicenda di Rubens Paiva, desaparecido della dittatura brasiliana. «Questo premio lo dedico a colei che ha ispirato questo film: Eunice Pavia (nel film Fernanda Torres), che nel 1971 non si è piegata alla dittatura», dice il regista nel ricevere la statuetta.

          Come previsto Kieran Culkin vince per «A Real Pain» di Jesse Eisenberb, lacronaca di un viaggio in Polonia di due cugini newyorkesi, David e Benji Kaplan, David e Benji sui luoghi d’infanzia della loro nonna grazie al denaro che lei ha lasciato loro in eredità, fino al campo di concentramento a cui era sopravvissuta.

          A «Conclave» va la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale, a Peter Straughan che porta sul palco i colori dell’Ucraina, poco prima che Daryl Hannah, chiamata a presentare il miglior montaggio, lanciasse il motto: «Slava Ukraini», seguito dal gesto di vittoria, a due giorni dall’attacco di Donald Trump e del suo vice JD Vance al presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca.

          L’impresa vera è quella del cineasta lettone Gints Zilbalodis, che con «Flow. Un mondo da salvare» batte il colosso Disney di «Inside Out 2», con il film d’animazione con il budget più basso della storia degli Oscar. Il trentenne autodidatta e tuttofare (sceneggiatura, regia, animazione, montaggio, musiche) e che ha declinato più di una proposta dei grandi studios hollywoodiani, ha portato la Lettonia a vincere il primo Oscar della storia mettendo su una sorta di minuscola Arca di Noé un gatto, un capibara, un lemure, un labrador, un uccello segretario, in un mondo post apocalittico dove non c’è più traccia di esseri umani viventi.

          E impresa titanica è anche quella di Basel Adra e Yuval Abraham, autori insieme a Racher Szor e Hamdan Ballal del documentario «No Other Land» sulla piccola comunità rurale di Masafer Yatta, nella Cisgiordania occupata: «Qualche mese fa – ha detto Basel Adra - sono diventato padre e ho promesso a mia figlia che non avrebbe vissuto la vita che sto vivendo io: demolizioni e violenza sotto l’occupazione israeliana. È durissimo mostrare la realtà. Chiediamo al mondo di fermare la pulizia etnica del popolo palestinese». Yuval Abraham ha aggiunto: «Abbiamo fatto un film insieme, palestinesi e israeliani, perché la distruzione di Gaza deve finire e gli ostaggi israeliani devono essere rilasciati.La mia gente non può essere al sicuro se non lo è anche quella di Basel».

          Tra i momenti più toccanti della serata, l’omaggio di Morgan Freeman a Gene Hackman: «Abbiamo perso un gigante e io un grande amico». Imperdonabile l’aver dimenticato Alain Delon nel segmento In memoriam.​

          CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • Sergio
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            Ottimo, Anora scaricato alcuni giorni fa

            Ieri ho visto "Companion", vecchia idea del robot umanizzato, ma rivisitata in chiave lievemente differente e ben svolto.
            C'è tutta una serie di metafore su succubo e chi perpetra, inteso in senso genera in una relazione di coppia.

            Click image for larger version  Name:	Screenshot 2025-03-03 at 10.04.58 AM.jpg Views:	9 Size:	427.4 KB ID:	16335449



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