Originariamente Scritto da INFILATEMELO
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Stesso identico meccanismo: l'olocausto ridotto a barzelletta, di contro nessuna situazione davvero divertente rispetto ai precedenti film di Benigni, e la critica che lo acclama come capolavoro poetico che esorcizza l'orrore etc etc... E il pubblico che ci casca, affollando le sale. Ricordo distintamente un tipo sfigato e brutto modello intellettuale, che alla fine del film si alza in piedi e applaude, per impressionare l'amica che si era portato.
Film ripugnante, dal mio punto di vista, perchè furbescamente usava l'olocausto per rivestirsi di un'aura impegnata; sullo stesso tema invece apprezzai molto Un trein de vie, che raggiungeva lo scopo in modo molto più onesto, e davvero poetico
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