Si, la psicosi paranoide serpeggia per tutto il film proprio come nel miglior polanski
L'angolo del Cinema - Oggi ho visto
Collapse
X
-
Qualche settimana fa ho rivisto dopo un bel pò di anni "Il favoloso mondo di Amelie" (e coincidenza giusto ieri o qualche giorno fa l'hanno passato anche in tv) film fatto di immaginazione e realtà combinate assieme che danno vita ad una storia che è una vera e propria fiaba moderna.
Non ricordavo però quanto fosse bello il finale. O forse la prima volta che lo vidi non mi colpì così tanto.
E invece è davvero uno dei più bei "the end" visti negli ultimi anni.
Dalla scena dei tre baci richiesti e ricambiati agli istanti finali delle immagini velocizzate tutto è perfetto e meraviglioso.
Pura magia:
Remember to be happy
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Je ssò Foorttt'' Visualizza MessaggioAnche la scena "solo" non è male.
Mi mancano 127 Ore e True Grit,ma finora Black Swan è il mio film dell'anno.
Film difficilissimo,bastava qualcosa fuori posto per farlo risultare ridicolo,e invece è impeccabile,degno del primo Polanski (repulsione,rosemary's baby,l'inquilino del terzo piano)
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggioqualcuno ha visto "la moglie del soldato"?
Last edited by sotiris; 10-02-2011, 01:55:25.sigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggioancora non ho viisto il film,la Portman lo merita l'oscar?
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da jonny@NY Visualizza Messaggiovisto "l'immortale"..... una piacevole sorpresa.. film di genere con un J. Reno sempre grandioso in queste parti.. Ci stà!
Commenta
-
-
è un ganstar movie d'oltralpe con tutti gli annessi e connessi... famiglia, vendetta, tradimenti, pallottole facili.... con un J. Reno che da solo tiene in piedi il film! Senza aspettarsi tanto, se non sa cosa si deve vedere, "l'immortale" può essere una buona alternativa..
Commenta
-
-
Si un buon film, ambientato nella malavita marsigliese.
Stesso filone, ma con ambientazione prevalentemente orientale, Vendicami con un vecchio ma carismatico Johnny Hallyday. Lo consigliosigpic Sono così veloce che l'altra notte ho spento l'interruttore della luce nella mia camera da letto, ed ero nel letto prima che la stanza fosse buia.
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da sotiris Visualizza MessaggioSi un buon film, ambientato nella malavita marsigliese.
Stesso filone, ma con ambientazione prevalentemente orientale, Vendicami con un vecchio ma carismatico Johnny Hallyday. Lo consiglio
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da sotiris Visualizza MessaggioUn pezzo di tempo fa... lo ricordo un bel film. Ricordo anche la sorpresina
Originariamente Scritto da Seanfaccini, kazzi, fike, kuli
Commenta
-
-
Originariamente Scritto da Black87 Visualizza MessaggioVendicami mi è piaciuto, molto spassoso .
Commenta
-
-
Vi incollo la "drogatissima" recensione di enter the void su cui ho scritto qualche parola due pagine fa. Sul blog ( http://seppiamovies.wordpress.com/20...arsi-un-acido/ ) trovate video e qualche foto interessante
Enter the Void, come farsi un trip senza calarsi un acido.
Lascia un commento Pubblicato da Seppia su febbraio 11, 2011 Edit
Non mi dilungherò in uno sproloquio interminabile pieno di “inutilities” artistico-cinefile che potrei capire solo io, anche perché qualcuno diceva che non hai capito una cosa sino a che non la sai spiegare a tua nonna. Per quanto indiscutibile, questa affermazione mette a rischio tutto il mio sistema di conoscenze, quindi magari è meglio non crederci o crederci in parte… del resto le nonne non è che capiscono proprio tutto tutto, hanno pure la loro età eh.
Dopo questo breve ma più che necessario preambolo vi dico che descriverò il film in poche parole, perché si tratta di una di quelle pellicole che vanno a vedere in pochi, e di quei pochi quasi tutti si impegnano in interpretazioni ricavandone significati metafisici-astro-spazio-temporali che spesso non trovano un fondo di realtà. In Enter the void c’è poco da capire, perché più che di un film (secondo i canoni classici del termine) si tratta di un’esperienza. Più che con i contenuti, enter the void cerca di colpire e mettere in crisi lo spettatore andando a trapanare il la nostra corteccia visiva come farebbe una salutare dose di mescalina. Enter the void fa infatti il suo primo passo proprio con una bella dose e sin dai titoli di testa ci scaraventa in un tormento martellante fatto di alterazioni visive, che andranno a ripetersi più volte, alternate da momenti di equilibrio narrativo. Ci verrà così raccontata la storia di due fratelli orfani legati da un rapporto incestuoso che sembra essere il motore della loro sopravvivenza e del loro reciproco istinto di protezione. Lui, uno spacciatore con problemi di droga, lei, una stripper/bottana di fama, con tutti i requisiti come da bando di concorso. La morte di lui nelle primissime fasi del film (non vi preoccupate, non sono uno che spoilera i finali) sarà un buon pretesto per far continuare questa esperienza mistico-psichedelica dopo la morte, ottimo espediente per raccontare un “viaggio” in cui il legame tra i due non si dissolve ma trascende il concetto di vita (eh eh eh, alla fine l’ho detta la cazzata incomprensibile, anche per me).
Nel video, i titoli di testa di Enter the Void
Come avete capito, la storia viene raccontata dalla prospettiva di lui. Per riuscire nell’intento di farci indossare gli occhi di un cervello sotto acidi, la pellicola si avvale di una fotografia al “tungsteno”, che va ad accentuare le alterazioni percettive e muta qualsiasi colore nel suo corrispettivo “trattoclipposo”. La mutazione diventa particolarmente importante se teniamo conto dell’ambientazione del film, la megalopoli di Tokyo, che trova la sua fotografia ideale in Enter the Void. Enter the void, dal canto suo, trova la sua location ideale nella città di Tokyo. Quale città migliore della cara vecchia Edo per potersi tuffare di testa in un abisso di stimoli visivi? Quale set avrebbe potuto tratteggiare meglio la sensazione di bilico tra stupore e disturbo? Se questa rappresentazione di Tokyo fa la metà del lavoro, l’altra metà è svolta dalle inquadrature in prima persona, dai momenti di semi-normalità psichica alla completa destrutturazione del percetto, dai “voli” della cinepresa nei cambi di scena e dalle riprese dall’alto che forse rimandano ai rotoli della letteratura figurativa giapponese, che immergeva il lettore (similmente al film, in alcune sequenze) nei quartieri a luci rosse proprio tramite questo tipo di raffigurazioni degli ambienti.
La sorellina stripper Paz de la Huerta
In conclusione parliamo di un film che non è proprio per tutti, lo consiglio caldamente a chi ha affinato a dovere i propri gusti. Anche perché, ripeto, più che di un film, parliamo di un’esperienza che ricorda più da vicino l’arte moderna, uno di quei filmati che potremmo trovare girovagando per i primi piani del MoMA. E’ molto difficile in alcuni momenti, soprattutto per lo spettatore medio, non distogliere gli occhi dallo schermo o addirittura spegnerlo. Le sequenze ripetitive, martellanti e “psicoattive” che per alcuni possono risultare fonte di estasi, per altri potrebbero diventare un valido motivo per cambiare completamente registro cinematografico.
Il film di Gaspar Noe si merita tre seppie e mezzo su cinque (ebbenesì, voglio introdurre un sistema di votazione a seppie, mi sembra più adeguato e altamente descrittivo dei film che vado a descrivere, abituatevi quindi). Perché non quattro? Perché forse Enter the Void poteva concentrare meno sul tentativo di stupire e più sulla narrazione vera e propria.
Ancora una volta… buona visione.
Commenta
-
Commenta