È morto l’attore Gianni Cavina, l’attore feticcio di Pupi Avati (20 film)
L’attore aveva 81 anni ed era malato da tempo
Attore feticcio di Pupi Avanti (recitò per lui in 20 tra film e serie tv), caratterista camaleontico — ben rasato in Regalo di Natale, barba incolta in Festival —, leggero nel dramma, intenso nella commedia, è morto a Bologna, dove era nato, Gianni Cavina. Malato da tempo, aveva 81 anni. «Aveva le qualità dell’attore completo — racconta Antonio Avati, produttore, fratello di Pupi —, poteva passare dalle parti più comiche ed esagerate, come quelle che interpretò nei nostri primi film, a ruoli molto sentiti e importanti, che ha portato nei nostri film ma anche in quelli di altri importanti registi, da Luigi Comencini a Marco Bellocchio. C’è un film di Pupi che la Rai ha e che spero mandi in onda per ricordarlo, Il signor Diavolo, dove fa un bellissimo ruolo».
Gli esordi
Dopo gli esordi a teatro, allo Stabile di Bologna (si forma con gli insegnamenti di Franco parenti), nel 1968 Cavina debutta al cinema, con Flashback di Raffaele Andreassi. Sfiora anche la commedia sexy all’italiana con ruoli da comprimario, ma è l’incotro con Pupi Avati che gli cambia la carriera, un sodalizio artistico che lo porta ad avere un ruolo quasi fisso nei film del regista, di cui in alcuni casi è stato anche sceneggiatore a metà degli anni Settanta. Succede per La mazurka del barone della santa e del fico fiorone, con Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio, con La casa dalle finestre che ridono, Bordella, Tutti defunti... tranne i morti. Attore dai mille volti, nel 1986 è uno dei giocatori di poker di Regalo di Natale che segna la svolta di Abatantuono in attore drammatico, mentre undici anni dopo ottiene il riconoscimento più alto con il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista per Festival. Di mezzo c’è sempre lui, Pupi Avati. Al cinema ha sempre alternato i ruoli televisivi: tra i più recenti, la serie corale Una grande famiglia per Rai1. A settembre Gianni Cavina sarà ancora una volta, l’ultima volta, al cinema, interprete dell’ancora inedito Dante. Il regista del film? Inutile dirlo.
CorSera
L’attore aveva 81 anni ed era malato da tempo
Attore feticcio di Pupi Avanti (recitò per lui in 20 tra film e serie tv), caratterista camaleontico — ben rasato in Regalo di Natale, barba incolta in Festival —, leggero nel dramma, intenso nella commedia, è morto a Bologna, dove era nato, Gianni Cavina. Malato da tempo, aveva 81 anni. «Aveva le qualità dell’attore completo — racconta Antonio Avati, produttore, fratello di Pupi —, poteva passare dalle parti più comiche ed esagerate, come quelle che interpretò nei nostri primi film, a ruoli molto sentiti e importanti, che ha portato nei nostri film ma anche in quelli di altri importanti registi, da Luigi Comencini a Marco Bellocchio. C’è un film di Pupi che la Rai ha e che spero mandi in onda per ricordarlo, Il signor Diavolo, dove fa un bellissimo ruolo».
Gli esordi
Dopo gli esordi a teatro, allo Stabile di Bologna (si forma con gli insegnamenti di Franco parenti), nel 1968 Cavina debutta al cinema, con Flashback di Raffaele Andreassi. Sfiora anche la commedia sexy all’italiana con ruoli da comprimario, ma è l’incotro con Pupi Avati che gli cambia la carriera, un sodalizio artistico che lo porta ad avere un ruolo quasi fisso nei film del regista, di cui in alcuni casi è stato anche sceneggiatore a metà degli anni Settanta. Succede per La mazurka del barone della santa e del fico fiorone, con Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio, con La casa dalle finestre che ridono, Bordella, Tutti defunti... tranne i morti. Attore dai mille volti, nel 1986 è uno dei giocatori di poker di Regalo di Natale che segna la svolta di Abatantuono in attore drammatico, mentre undici anni dopo ottiene il riconoscimento più alto con il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista per Festival. Di mezzo c’è sempre lui, Pupi Avati. Al cinema ha sempre alternato i ruoli televisivi: tra i più recenti, la serie corale Una grande famiglia per Rai1. A settembre Gianni Cavina sarà ancora una volta, l’ultima volta, al cinema, interprete dell’ancora inedito Dante. Il regista del film? Inutile dirlo.
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