Originariamente Scritto da Sly83
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La Riefenstahl è un'anima greca, è contemporanea dei classici, di Pindaro, mica nostra. Basta il prologo per catapultarci nel mito. La cinepresa sembra come scrutare nei riti dei misteri antichi. E classici, grazie alle sue straordinarie riprese, diventano poi pure gli atleti e le loro imprese sportive immortalate nel film.
D'altro canto i tedeschi si sentivano portatori di quella estetica e anche di quella poetica...e indubbiamente lo sono stati, Olympia ne è una testimonianza. Winkelmann, Goethe, Holderlin...e su quella via anche la Riefenstahl, questa straordinaria, insuperabile cantrice del mito, del grande, del bello.
Poi certo, "Il Trionfo della volontà": anche lì, non ha saputo cogliere lo spirito, l'essenza? Si celebra, nelle accademie del cinema, il suo virtuosismo tecnico...ma nella Riefenstahl la tecnica viene preceduta dal sentimento, dalla emozione. Non è una fredda virtuosa della tecnica, ma una poetessa che canta, racconta storie. Di bravi e virtuosi tecnici ce ne sono tanti, di aedi molti meno. La Riefenstahl è un cantore di miti. La cinepresa è il semplice mezzo: la differenza è che con la Riefenstahl l'immagine colta dalla cinepresa giunge all'anima, arriva nel profondo, colpisce i sensi interiori come pochissime volte nel cinema accade. Perchè grazie alla cinepresa quella donna ti fa penetrare nel senso e nell'arcano di quanto si va ammirando. Per questo è una poetessa.
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