Si puo' parlare di senso religioso?

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  • thetongue
    Bodyweb Senior
    • Mar 2003
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    Si puo' parlare di senso religioso?

    Scorrevo alcuni degli ultimi threads su argomenti di fede, notando che sollevano sempre dibattiti animosi, nell'accezione positiva dell'aggettivo. Segno, questo, che la "questione e' molto sentita", nondimeno da chi difende posizioni atee.
    Riflettevo su quanto mi ha detto una mia amica: "Io ho due fratelli. Abbiamo ricevuto, a grosse linee, la stessa educazione nel medesimo contesto. Io, sin da piccola, ho avuto uno spiccato senso religioso: ho sempre sentito un bisogno da soddisfare, quello spirituale. I miei fratelli, non se ne possono fregar di meno, allora come ora".
    Io credo che, come per tutte le caratteristiche umane, vi sia una "potenza" genetica che viene espressa "in atto" secondo condizionamento ambientale, prendendo in presto un linguaggio figurativo aristotelico.
    Ma son sicuro vi siano posizioni molto differenti dalla mia
  • antonio21BBpriest
    Bodyweb Advanced
    • Oct 2007
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    #2
    Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
    Scorrevo alcuni degli ultimi threads su argomenti di fede, notando che sollevano sempre dibattiti animosi, nell'accezione positiva dell'aggettivo. Segno, questo, che la "questione e' molto sentita", nondimeno da chi difende posizioni atee.
    Riflettevo su quanto mi ha detto una mia amica: "Io ho due fratelli. Abbiamo ricevuto, a grosse linee, la stessa educazione nel medesimo contesto. Io, sin da piccola, ho avuto uno spiccato senso religioso: ho sempre sentito un bisogno da soddisfare, quello spirituale. I miei fratelli, non se ne possono fregar di meno, allora come ora".
    Io credo che, come per tutte le caratteristiche umane, vi sia una "potenza" genetica che viene espressa "in atto" secondo condizionamento ambientale, prendendo in presto un linguaggio figurativo aristotelico.
    Ma son sicuro vi siano posizioni molto differenti dalla mia
    Certamente fa pensare il fatto che son generalmente le donne ad aver avuto e ad avere più sensibilità religiosa nel mondo cristiano, nonostante la gerarchia sia esclusivamente maschile.
    Non potrebe dipendere dal fatto che la presentazione del messaggio cristiano fatta ai bambini e in genere alle persone spesso è troppo poco virile e cede spesso al melenso?

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    • naoto
      cavaliere prolisso
      • Feb 2005
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      • roma
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      #3
      Domanda interessante.

      Di primo acchito sarei tentato di rispondere che effettivamente esiste un "senso religioso", ovvero la predisposizione a sviluppare un particolare interesse per le tematiche "spirituali".

      Mi sento però di sviscerare il significato del termine; cosa si intende? Una particolare sensibilità verso ciò che non è immediatamente riconducibile alla sfera del mondano e dell'immediato consumo?

      Se si mi verrebbe da sostenere che potenzialmente, ed anche in atto, tutti gli esseri umani sono portati a trascendere il livello di discorso "materiale", in quanto (senza scomodare l'antropologia del senso comune) è parte integrante del contesto "umano" e della propria forma di vita (cultura).

      Diverso è il discorso nel caso in cui si tratti di "soddisfazione di un bisogno", ovvero della ricerca vera e propria (che magari non si tradurrà mai in una scelta confessionale) di una giustificazione/fondazione della vita in termini di trascendenza... questo può voler significare tutto (la storia dell'occidente lo testimonia): dio, l'io (bel gioco di parole...), la natura, l'anima, il mondo al di là della morte, la stessa storia, etc.

      In quest'ultimo caso non parlerei di "senso religioso", ma di una urgenza personale che non azzardo a radicare nei bisogni più umorali e fisici dell'uomo; in altri termini la ricerca del senso della vita o di una giustificazione di essa è uno dei tanti istinti che certi uomini sono portati a sviluppare per poter condurre a pieno la propria vita qui ed adesso (brutale forma di adattamento sublimata). Penso ad esempio a gente assai incolta che però è fortemente votata alla propria fede (che dovrebbe essere un dono, prima ancora che una ricerca individuale) e ne fa il fulcro del proprio agire, della propria educazione e dei propri investimenti domestici. Nessun tipo di particolare trascendenza che si traduca in colta introspezione od erudita ricerca.
      Lonely roses slowly wither and die

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      • Lucone
        Bodyweb Advanced
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        #4
        Dipende per me anche dal contesto in cui una persona cresce.
        Personalmente a casa mia sono molto religiosi, ma a me non frega niente, credo anche che dipenda dal tipo di amicizie che ho avuto fin dall'adolescenza(gente che gli piace divertirsi).
        Rispetto chi pratica con coerenza,odio chi và a messa a natale e pasqua(è gente ipocrita)odio chi predica bene e razzola male ed in vaticano ce ne sono tanti.......anche il capo
        Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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        • thetongue
          Bodyweb Senior
          • Mar 2003
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          #5
          Originariamente Scritto da antonio21BBpriest Visualizza Messaggio
          Certamente fa pensare il fatto che son generalmente le donne ad aver avuto e ad avere più sensibilità religiosa nel mondo cristiano, nonostante la gerarchia sia esclusivamente maschile.
          Non potrebe dipendere dal fatto che la presentazione del messaggio cristiano fatta ai bambini e in genere alle persone spesso è troppo poco virile e cede spesso al melenso?
          A dire il vero io non credo che, mediamente, le donne mostrino una religiosità più spiccata. O meglio, la mia impressione è che le donne, per la loro natura legata alla maternità ed altri fattori, siano molto più orientate al pragmatismo; al contrario, le attitudini speculative sono quasi appannaggio maschile. Sempre generalizzando, ovviamente, le donne credenti mostrano spesso una fede eminentemente dogmatica (una componente della fede che è necessaria, ovviamente); di controparte, negli uomini io riscontro più processo dialettico e speculazione nel percorso spirituale.

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          • Leonida
            Filosofo del *****
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            #6
            Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
            A dire il vero io non credo che, mediamente, le donne mostrino una religiosità più spiccata. O meglio, la mia impressione è che le donne, per la loro natura legata alla maternità ed altri fattori, siano molto più orientate al pragmatismo; al contrario, le attitudini speculative sono quasi appannaggio maschile. Sempre generalizzando, ovviamente, le donne credenti mostrano spesso una fede eminentemente dogmatica (una componente della fede che è necessaria, ovviamente); di controparte, negli uomini io riscontro più processo dialettico e speculazione nel percorso spirituale.
            fe minus
            Originariamente Scritto da gorgone
            è plotino la chiave universale per le vagine
            Originariamente Scritto da gorgone
            secondo me sono pazzi.

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            • thetongue
              Bodyweb Senior
              • Mar 2003
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              #7
              Originariamente Scritto da naoto Visualizza Messaggio
              Domanda interessante.

              Di primo acchito sarei tentato di rispondere che effettivamente esiste un "senso religioso", ovvero la predisposizione a sviluppare un particolare interesse per le tematiche "spirituali".

              Mi sento però di sviscerare il significato del termine; cosa si intende? Una particolare sensibilità verso ciò che non è immediatamente riconducibile alla sfera del mondano e dell'immediato consumo?

              Se si mi verrebbe da sostenere che potenzialmente, ed anche in atto, tutti gli esseri umani sono portati a trascendere il livello di discorso "materiale", in quanto (senza scomodare l'antropologia del senso comune) è parte integrante del contesto "umano" e della propria forma di vita (cultura).

              Diverso è il discorso nel caso in cui si tratti di "soddisfazione di un bisogno", ovvero della ricerca vera e propria (che magari non si tradurrà mai in una scelta confessionale) di una giustificazione/fondazione della vita in termini di trascendenza... questo può voler significare tutto (la storia dell'occidente lo testimonia): dio, l'io (bel gioco di parole...), la natura, l'anima, il mondo al di là della morte, la stessa storia, etc.

              In quest'ultimo caso non parlerei di "senso religioso", ma di una urgenza personale che non azzardo a radicare nei bisogni più umorali e fisici dell'uomo; in altri termini la ricerca del senso della vita o di una giustificazione di essa è uno dei tanti istinti che certi uomini sono portati a sviluppare per poter condurre a pieno la propria vita qui ed adesso (brutale forma di adattamento sublimata). Penso ad esempio a gente assai incolta che però è fortemente votata alla propria fede (che dovrebbe essere un dono, prima ancora che una ricerca individuale) e ne fa il fulcro del proprio agire, della propria educazione e dei propri investimenti domestici. Nessun tipo di particolare trascendenza che si traduca in colta introspezione od erudita ricerca.
              E' un contributo prezioso, il tuo. Ma, come incastoni in quello che dici il concetto di "grazia", dunque: è una variabile di non facile gestione

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              • thetongue
                Bodyweb Senior
                • Mar 2003
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                #8
                Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
                fe minus
                behave

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                • six00
                  Bodyweb Advanced
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                  #9
                  Originariamente Scritto da naoto Visualizza Messaggio
                  Penso ad esempio a gente assai incolta che però è fortemente votata alla propria fede (che dovrebbe essere un dono, prima ancora che una ricerca individuale) e ne fa il fulcro del proprio agire
                  non ho capito bene questo pezzo scusami, con dono ti riferisci al credente che dona la sua fede al proprio dio in maniera incondizionata (incondizionata verso dio eppure rientrante nella cerchia dei bisogni da soddisfare quindi condizionata dalla natura stessa dell'uomo come hai detto tu) oppure ti riferisci al dono della fede in senso religioso (eh appunto), prendo spunto questo pezzo

                  Dunque ci sono certi ai quali Dio “capita” nel bel mezzo di esperienze caotiche e incoordinabili con il resto della vita tanto che poi non sanno neppure come raccontare la loro venuta alla fede o la loro maturazione. Arriva come un dono e rimane un dono: non si trasforma in dotazione, corredo, abitudine, qualità biografica. Conserva l’enigma della sua inspiegabilità, la fragilità del suo possesso, la corposità della sua presenza. Genera emozione e tensione, continuamente, nella stessa misura. E’ realtà rocciosa dell’irruzione della vita di Dio in noi, e insieme diversità irriducibile ad ogni forma di vita che pure ne scaturisce.
                  è interessante ad esempio che persone del tutto miscredenti nel loro corso di vita cambino idea in seguito ad avvenimenti a loro accaduti, a volte a cui non possono dare una spiegazione logica che tova poi risposta nella maniera più logica per loro possibile, cioè il dono di fede. se anche in questo caso c'è la soddisfazione di un bisogno, credo sia riduttivo pensarlo poichè significa che l'uomo stesso, sconfitto nella sua mentalità di essere superiore a tutte le altre creature viventi, che con la logica ha costruito piramidi e sempre con la logica è andato sulla luna, si vede costretto ad abdicare il suo pensiero alla fede, all'inspiegabile. eppure, in quella che può essere vista come una costrizione della vita sul pensiero dell'uomo, egli ritrova una sua serenità.
                  Last edited by six00; 14-01-2009, 23:10:45.

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                  • pina colada
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                    #10
                    Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggio
                    è interessante ad esempio che persone del tutto miscredenti nel loro corso di vita cambino idea in seguito ad avvenimenti a loro accaduti, a volte a cui non possono dare una spiegazione logica che tova poi risposta nella maniera più logica per loro possibile, cioè il dono di fede.
                    Io questo lo vedo come un illudersi però..

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                    • richard
                      scientific mode
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                      #11
                      Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                      E' un contributo prezioso, il tuo. Ma, come incastoni in quello che dici il concetto di "grazia", dunque: è una variabile di non facile gestione
                      Parlando qui di "grazia" hai in mente l'accezione cristiana del termine o qualcosa oltre?

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                      • six00
                        Bodyweb Advanced
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                        #12
                        Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                        Io questo lo vedo come un illudersi però..
                        credo che nell'illusione si possano trovare molte risposte. più che altro perchè l'illuso, non si pone neanche le domande. ha già trovato la risposta nel suo atto di fede, l'unica essenziale.

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                        • pina colada
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                          • Dec 2007
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                          #13
                          Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggio
                          credo che nell'illusione si possano trovare molte risposte. più che altro perchè l'illuso, non si pone neanche le domande. ha già trovato la risposta nel suo atto di fede, l'unica essenziale.
                          Ma le risposte che trovano sono corrette? Tu mi dirai "per loro sì, ovviamente" però come fanno a dimostrarlo razionalmente e scientificamente?
                          L'illuso comunque, secondo me, diventa tale nel momento in cui, non riuscendo più a rispondere razionalmente alle domande che si pone, o vedendo che le risposte possibili non sono per lui accettabili inizia ad illudersi..

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                          • thetongue
                            Bodyweb Senior
                            • Mar 2003
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                            #14
                            Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
                            Parlando qui di "grazia" hai in mente l'accezione cristiana del termine o qualcosa oltre?
                            In via generale, per "grazia" intendo il movimento centrifugo dell'azione divina verso il creato e dunque l'uomo: Dio che si muove verso l'Uomo. La precedente è dinamica parallela all' anelito centripeto del creato, e dunque degli uomini, verso Dio. Ovvero, "grazia" è il movimento di Dio verso l'Uomo.
                            Dunque, riallacciandoci al quesito sul "senso divino", questa "grazia" che relazione ha con la sua eziologia e specificamente che ruolo gioca in quel citato "corredo personale vs ambiente"?

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                            • thetongue
                              Bodyweb Senior
                              • Mar 2003
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                              #15
                              Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                              In via generale, per "grazia" intendo il movimento centrifugo dell'azione divina verso il creato e dunque l'uomo: Dio che si muove verso l'Uomo. La precedente è dinamica parallela all' anelito centripeto del creato, e dunque degli uomini, verso Dio. Ovvero, "grazia" è il movimento di Dio verso l'Uomo.
                              Dunque, riallacciandoci al quesito sul "senso divino", questa "grazia" che relazione ha con la sua eziologia e specificamente che ruolo gioca in quel citato "corredo personale vs ambiente"?
                              Per semplificare il discorso, casomai per una partecipazione più ampia, possiamo semplicemente anche riferirci alla "grazia" cristiana

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