ROMA - Trasferimento di sede e di funzione per sei magistrati di Salerno e Catanzaro, stop anche allo stipendio per il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, di cui la Cassazione ha già chiesto il trasferimento cautelare. E' la richiesta, in via d'urgenza, che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha firmato nella tarda serata di ieri e che sarà inviata alla sezione disciplinare del Csm, già convocata per domani, sabato 10 gennaio. La decisione del ministro della Giustizia è stata presa alla luce degli accertamenti svolti dagli ispettori di via Arenula e dei documenti inviati da Palazzo dei Marescialli in merito allo scontro sulle due procure.
L'atto di incolpazione più deciso è quello nei confronti di Apicella, che ha regito con una mossa a sorpresa, decidendo di ricusare la sezione disciplinare del Csm perché - sostiene - "diversi suoi componenti hanno partecipato alle sedute nelle quali si è affrontato il caso De Magistris".
Gli altri magistrati di Salerno di cui Alfano chiede il trasferimento cautelare d'ufficio sono i sostituti Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, che hanno messo sotto inchiesta i colleghi di Catanzaro e che hanno firmato il sequestro del fascicolo "Why not" dopo le denunce di Luigi De Magistris (l'ex pm di Catanzaro titolare di quell'inchiesta fintanto che non gli è stata avocata).
Secondo Alfano, Apicella, Verasani e Nuzzi hanno dimostrato "un'assoluta spregiudicatezza" nell'esercizio delle loro funzioni, "un'assenza del senso delle istituzioni e del rispetto dell'ordine giudiziario", e "un'eccezionale mancanza di equilibrio". Nell'atto di incolpazione il ministro definisce "abnormi" le azioni compiute dai pm di Salerno. "Non per cercare prove - dice - ma nell'ottica di una acritica difesa di Luigi De Magistris e con l'intento di ricelebrare i processi che gli erano stati avocati".
I magistrati di Catanzaro colpiti dal provvedimento del Guardasigilli sono invece il procuratore generale Enzo Jannelli, i sostituti Alfredo Garbati, Domenico De Lorenzo e Salvatore Curcio: si tratta delle toghe che hanno firmato il provvedimento di controsequestro del fascicolo "Why not" e che hanno a loro volta messo sotto inchiesta i colleghi salernitani.
In questo modo, al termine di un'istruttoria avviata dal suo ispettorato, il ministro Alfano ha esercitato con pugno di ferro l'azione disciplinare, potere che condivide con il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito. Se però per quest'ultimo l'azione disciplinare è un obbligo di legge, per il Guardasigilli è una facoltà. Che Alfano ha voluto esercitare appieno, andando anche oltre la misura cautelare chiesta dal Pg della Cassazione soltanto per Apicella.
La procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità aperta dalla prima commissione nei confronti di Iannelli, Garbati, De Lorenzo, Curcio, Nuzzi, Apicella e Verasani, sarà chiaramente messa da parte se la sezione disciplinare del Csm accoglierà la richiesta del ministro Alfano (e del pg di Cassazione per quanto riguarda Apicella) di trasferire i suddetti magistrati.
L'atto di incolpazione più deciso è quello nei confronti di Apicella, che ha regito con una mossa a sorpresa, decidendo di ricusare la sezione disciplinare del Csm perché - sostiene - "diversi suoi componenti hanno partecipato alle sedute nelle quali si è affrontato il caso De Magistris".
Gli altri magistrati di Salerno di cui Alfano chiede il trasferimento cautelare d'ufficio sono i sostituti Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, che hanno messo sotto inchiesta i colleghi di Catanzaro e che hanno firmato il sequestro del fascicolo "Why not" dopo le denunce di Luigi De Magistris (l'ex pm di Catanzaro titolare di quell'inchiesta fintanto che non gli è stata avocata).
Secondo Alfano, Apicella, Verasani e Nuzzi hanno dimostrato "un'assoluta spregiudicatezza" nell'esercizio delle loro funzioni, "un'assenza del senso delle istituzioni e del rispetto dell'ordine giudiziario", e "un'eccezionale mancanza di equilibrio". Nell'atto di incolpazione il ministro definisce "abnormi" le azioni compiute dai pm di Salerno. "Non per cercare prove - dice - ma nell'ottica di una acritica difesa di Luigi De Magistris e con l'intento di ricelebrare i processi che gli erano stati avocati".
I magistrati di Catanzaro colpiti dal provvedimento del Guardasigilli sono invece il procuratore generale Enzo Jannelli, i sostituti Alfredo Garbati, Domenico De Lorenzo e Salvatore Curcio: si tratta delle toghe che hanno firmato il provvedimento di controsequestro del fascicolo "Why not" e che hanno a loro volta messo sotto inchiesta i colleghi salernitani.
In questo modo, al termine di un'istruttoria avviata dal suo ispettorato, il ministro Alfano ha esercitato con pugno di ferro l'azione disciplinare, potere che condivide con il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito. Se però per quest'ultimo l'azione disciplinare è un obbligo di legge, per il Guardasigilli è una facoltà. Che Alfano ha voluto esercitare appieno, andando anche oltre la misura cautelare chiesta dal Pg della Cassazione soltanto per Apicella.
La procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità aperta dalla prima commissione nei confronti di Iannelli, Garbati, De Lorenzo, Curcio, Nuzzi, Apicella e Verasani, sarà chiaramente messa da parte se la sezione disciplinare del Csm accoglierà la richiesta del ministro Alfano (e del pg di Cassazione per quanto riguarda Apicella) di trasferire i suddetti magistrati.
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