"La Verità germoglierà dalla terra, la Giustizia si affaccerà dal cielo"
L'uomo ha bisogno di essere rieducato;
Nel corso del secolo passato, e ancora in questo, ha provato tutte le ricette, tutte le ideologie, tutti gli ismi, col trionfo, alla fine, del capitalismo all'occidentale, quello che sembrava promettere la felicità a portata di avere, la brama di aquisto e consumo, il godimento dell'effimero necessario.
Ora anche quest'ultima ideologia, che sembrava la soluzione definitiva a tutto, bisogni dell'anima compresi, mostra la sua debolezza, svelata da una crisi che ha mandato in pezzi le sue certezze, e che costringerà chi l'ha incensata a rivedere i suoi piani, e a chi vive in basso a stringere la cinghia.
L'ottimismo da pelliccia della politica non basta più, si avverte l'aria di fine corsa, solo gli eletti dal popolo (quelli da ventimila euro al mese) fanno ancora finta di niente, da sempre preoccupati solo di preservare se stessi:
Ma questa volta, se la spada dovrà cadere su questo mondo che ha corso troppo, e troppo in fretta, che si cominci dall'alto - ecco una prima speranza, e un augurio.
L'altro è che noi, noi uomini occidentali, si possa riscoprire una verità che abbiamo sempre conosciuto, e che abbiamo fatto del tutto per dimenticare:
L'imperio delle cose, che tanto ci siamo affannati in questi ultimi anni a collezionare, non ha e non potrà mai sostituire quello dei valori:
Dobbiamo tornare a comprendere che non è l'uomo-azienda, quello che produce e consuma, che vive e muore, senza dare respiro ai pensieri, spinto in questo circolo dall'interesse di chi quell'azienda conduce, non è quest'idea di uomo a poter riempire gli spazi lasciati vuoti;
Ci può salvare, ora che una fine sembra rivelarsi, la consapevolezza, il pieno accoglimento, il desiderio che la distruzione di tutte queste sovrastrutture ci riconduca a noi stessi.
Non c'è da fare un'altra riforma perchè il sistema tiri ancora a campare, perchè continui bellamente a tosarci, ma c'è da augurarsi che tutto frani per sempre, che l'uomo nuovo, proiettato nel futuro, muoia con esso.
Non ne abbiamo bisogno, di lui nè dei suoi manuali per il domani;
La strada infatti è già tracciata, da prima di noi, non quella di un umanesimo cieco e che non si regge più in piedi, diseducante, affamante, sanguinario, volgare nel suo stesso eccesso, ma quella di un'umanità cui riaffidarsi.
Ci sono luoghi sulla terra che secoli di frequentazione hanno impregnato di una sapienza antica...
Camminiamo tra le rovine.
Bisogna ritrovare il coraggio di tornare a frequentarle, di tornare a guardarle e ad ascoltarle, i luoghi che hanno cresciuto l'uomo, la culla abbandonata, dove l'unico bisogno è la sacralità del silenzio, la nobiltà della bellezza fuori moda e senza prezzo.
E' poi un così gran male, il rinascere?
L'uomo ha bisogno di essere rieducato;
Nel corso del secolo passato, e ancora in questo, ha provato tutte le ricette, tutte le ideologie, tutti gli ismi, col trionfo, alla fine, del capitalismo all'occidentale, quello che sembrava promettere la felicità a portata di avere, la brama di aquisto e consumo, il godimento dell'effimero necessario.
Ora anche quest'ultima ideologia, che sembrava la soluzione definitiva a tutto, bisogni dell'anima compresi, mostra la sua debolezza, svelata da una crisi che ha mandato in pezzi le sue certezze, e che costringerà chi l'ha incensata a rivedere i suoi piani, e a chi vive in basso a stringere la cinghia.
L'ottimismo da pelliccia della politica non basta più, si avverte l'aria di fine corsa, solo gli eletti dal popolo (quelli da ventimila euro al mese) fanno ancora finta di niente, da sempre preoccupati solo di preservare se stessi:
Ma questa volta, se la spada dovrà cadere su questo mondo che ha corso troppo, e troppo in fretta, che si cominci dall'alto - ecco una prima speranza, e un augurio.
L'altro è che noi, noi uomini occidentali, si possa riscoprire una verità che abbiamo sempre conosciuto, e che abbiamo fatto del tutto per dimenticare:
L'imperio delle cose, che tanto ci siamo affannati in questi ultimi anni a collezionare, non ha e non potrà mai sostituire quello dei valori:
Dobbiamo tornare a comprendere che non è l'uomo-azienda, quello che produce e consuma, che vive e muore, senza dare respiro ai pensieri, spinto in questo circolo dall'interesse di chi quell'azienda conduce, non è quest'idea di uomo a poter riempire gli spazi lasciati vuoti;
Ci può salvare, ora che una fine sembra rivelarsi, la consapevolezza, il pieno accoglimento, il desiderio che la distruzione di tutte queste sovrastrutture ci riconduca a noi stessi.
Non c'è da fare un'altra riforma perchè il sistema tiri ancora a campare, perchè continui bellamente a tosarci, ma c'è da augurarsi che tutto frani per sempre, che l'uomo nuovo, proiettato nel futuro, muoia con esso.
Non ne abbiamo bisogno, di lui nè dei suoi manuali per il domani;
La strada infatti è già tracciata, da prima di noi, non quella di un umanesimo cieco e che non si regge più in piedi, diseducante, affamante, sanguinario, volgare nel suo stesso eccesso, ma quella di un'umanità cui riaffidarsi.
Ci sono luoghi sulla terra che secoli di frequentazione hanno impregnato di una sapienza antica...
Camminiamo tra le rovine.
Bisogna ritrovare il coraggio di tornare a frequentarle, di tornare a guardarle e ad ascoltarle, i luoghi che hanno cresciuto l'uomo, la culla abbandonata, dove l'unico bisogno è la sacralità del silenzio, la nobiltà della bellezza fuori moda e senza prezzo.
E' poi un così gran male, il rinascere?
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