io passoparola...
Finora il Pd era riuscito a distinguersi dal Pdl, evitando di prendersela coi giudici e interrogandosi sulla questione morale. Ma ora, dopo l’annullamento dei domiciliari all’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, affiora la tentazione di associarsi al coro berlusconico. “Fatto gravissimo”, dice Uòlter. “Non c’era ragione per arrestare il sindaco di Pescara, la giunta è caduta per motivi insussistenti”, rincara Violante. Entusiasmo irrefrenabile nel Pdl. Ma l’ordinanza del gip Luca de Ninis - 8 paginette facili facili – dice il contrario di quanto anticipato dalle fantasiose ricostruzioni di noti maestri di giornalismo. D’Alfonso non è stato liberato perché siano cadute le accuse, anzi: “in termini di gravità indiziaria il quadro accusatorio rimane nel suo complesso confermato (e anzi sotto taluni aspetti rafforzato)” sulle “due principali vicende di corruzione” e sull’“associazione per delinquere”. Il sindaco avrebbe ricevuto soldi per il partito e favori per sè (lavori gratis in casa sua) da imprenditori che ottenevano appalti dalla sua giunta, mentre Carlo Toto (quello di AirOne) gli pagava assistente e auto blu. I presunti complici hanno smentito la sua versione, nonostante i suoi tentativi di concordare “tesi difensive di comodo”. Ma poi D’Alfonso s’è dimesso da sindaco e non può più inquinare le prove nè ripetere reati analoghi. Dire che la scarcerazione dimostra che la giunta è caduta senza motivo è una contraddizione: proprio la caduta della giunta è l’unico motivo della scarcerazione.
La prossima volta, prima di commentare un’ordinanza, sarà il caso di leggerla.
Finora il Pd era riuscito a distinguersi dal Pdl, evitando di prendersela coi giudici e interrogandosi sulla questione morale. Ma ora, dopo l’annullamento dei domiciliari all’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, affiora la tentazione di associarsi al coro berlusconico. “Fatto gravissimo”, dice Uòlter. “Non c’era ragione per arrestare il sindaco di Pescara, la giunta è caduta per motivi insussistenti”, rincara Violante. Entusiasmo irrefrenabile nel Pdl. Ma l’ordinanza del gip Luca de Ninis - 8 paginette facili facili – dice il contrario di quanto anticipato dalle fantasiose ricostruzioni di noti maestri di giornalismo. D’Alfonso non è stato liberato perché siano cadute le accuse, anzi: “in termini di gravità indiziaria il quadro accusatorio rimane nel suo complesso confermato (e anzi sotto taluni aspetti rafforzato)” sulle “due principali vicende di corruzione” e sull’“associazione per delinquere”. Il sindaco avrebbe ricevuto soldi per il partito e favori per sè (lavori gratis in casa sua) da imprenditori che ottenevano appalti dalla sua giunta, mentre Carlo Toto (quello di AirOne) gli pagava assistente e auto blu. I presunti complici hanno smentito la sua versione, nonostante i suoi tentativi di concordare “tesi difensive di comodo”. Ma poi D’Alfonso s’è dimesso da sindaco e non può più inquinare le prove nè ripetere reati analoghi. Dire che la scarcerazione dimostra che la giunta è caduta senza motivo è una contraddizione: proprio la caduta della giunta è l’unico motivo della scarcerazione.
La prossima volta, prima di commentare un’ordinanza, sarà il caso di leggerla.
Commenta