Leggo questa notizia:
Motivazione choc. Gasparri: sentenza che fa ribrezzo «La Reggiani resisteva.
Sconto di pena a Mailat»
I giudici: niente ergastolo anche perché il romeno era ubriaco
ROMA — Romulus Mailat, il romeno che la sera del 30 ottobre 2007 stuprò ed uccise la signora Giovanna Reggiani vicino alla stazione di Tor di Quinto, agì da solo. Ed ha avuto la condanna a 29 anni in primo grado e non l'ergastolo perché «la Corte, pur valutando la scelleratezza e l'odiosità del fatto, commesso in danno di una donna inerme e, da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che omicidio e violenza sessuale sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori: la completa ubriachezza e l'ira dell'aggressore, e la fiera resistenza della vittima». Lo sostiene la motivazione della sentenza della Corte d'Assise presieduta da Angelo Gargani. E Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato del Pdl, esplode: «Provo ribrezzo per questa decisione». Paradossalmente, secondo la Corte, è anche l'incredibile forza d'animo della Reggiani ad aver attenuato le responsabilità dell'assassino: «In assenza degli stessi fattori — si legge — l'episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi ». Mailat, invece, a causa della reazione della vittima «non riesce ad averne ragione a mani nude» e deve usare il bastone. Però il romeno «all'epoca era ventiquattrenne, incensurato, e l'ambiente in cui viveva era degradato. Queste circostanze, assieme al dettato costituzionale secondo cui la pena deve tendere alla rieducazione, inducono la Corte a risparmiargli l'ergastolo, concedendogli le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate, pur irrogando la pena massima per l'omicidio».
«La Reggiani resisteva. Sconto di pena a Mailat» - Corriere della Sera
Leggo questa notizia e c'è come un senso di naturale ripulsa per tutto quello che questo sventurato paese sta diventando.
Un paese che, tra i molti diritti, garantisce anche quello di poter essere aggrediti mentre si torna a casa, di poter essere violentati e ammazzati a bastonate, perchè, diritto dell'aggressore, è quello di poter forzare la resistenza della vittima (una donna, in questo caso...), e suo diritto è anche quello di poterlo fare sotto effetto di stupefacenti, di alcool, di tutto ciò che può aiutare a portare a termine l'orrore.
Diritto dell' assassino è dunque quello di portare a buon fine, come meglio crede, la scempio della vittima, perchè poi sarà dovere dei giudici salvarlo proprio per ciò che ha compiuto, in nome del "reinserimento" e della "rieducazione".
Ecco, il paese, come ammaestra i suoi cittadini, quale esempi porta avanti, ecco la giustizia, in questa Italia degli anni duemila, dove qualcuno addirittura si vanta di questa avanzata civiltà, di tali estesi e raffinati diritti, riconosciuti, addirittura, a chi neppure ha la cittadinanza, clandestino, ladro, stupratore e assassino, e, per tutto questo, anzi, proprio per questo ha il diritto allo sconto, all'indulgenza, al perdono.
Dove vince Caino ad essere sotterrato non è solo Abele, ma tutta una civiltà:
Inutile resistere, sperare e fidare nel giudizio degli uomini, quando si è soli in mezzo ai lupi.
Motivazione choc. Gasparri: sentenza che fa ribrezzo «La Reggiani resisteva.
Sconto di pena a Mailat»
I giudici: niente ergastolo anche perché il romeno era ubriaco
ROMA — Romulus Mailat, il romeno che la sera del 30 ottobre 2007 stuprò ed uccise la signora Giovanna Reggiani vicino alla stazione di Tor di Quinto, agì da solo. Ed ha avuto la condanna a 29 anni in primo grado e non l'ergastolo perché «la Corte, pur valutando la scelleratezza e l'odiosità del fatto, commesso in danno di una donna inerme e, da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che omicidio e violenza sessuale sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori: la completa ubriachezza e l'ira dell'aggressore, e la fiera resistenza della vittima». Lo sostiene la motivazione della sentenza della Corte d'Assise presieduta da Angelo Gargani. E Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato del Pdl, esplode: «Provo ribrezzo per questa decisione». Paradossalmente, secondo la Corte, è anche l'incredibile forza d'animo della Reggiani ad aver attenuato le responsabilità dell'assassino: «In assenza degli stessi fattori — si legge — l'episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi ». Mailat, invece, a causa della reazione della vittima «non riesce ad averne ragione a mani nude» e deve usare il bastone. Però il romeno «all'epoca era ventiquattrenne, incensurato, e l'ambiente in cui viveva era degradato. Queste circostanze, assieme al dettato costituzionale secondo cui la pena deve tendere alla rieducazione, inducono la Corte a risparmiargli l'ergastolo, concedendogli le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate, pur irrogando la pena massima per l'omicidio».
«La Reggiani resisteva. Sconto di pena a Mailat» - Corriere della Sera
Leggo questa notizia e c'è come un senso di naturale ripulsa per tutto quello che questo sventurato paese sta diventando.
Un paese che, tra i molti diritti, garantisce anche quello di poter essere aggrediti mentre si torna a casa, di poter essere violentati e ammazzati a bastonate, perchè, diritto dell'aggressore, è quello di poter forzare la resistenza della vittima (una donna, in questo caso...), e suo diritto è anche quello di poterlo fare sotto effetto di stupefacenti, di alcool, di tutto ciò che può aiutare a portare a termine l'orrore.
Diritto dell' assassino è dunque quello di portare a buon fine, come meglio crede, la scempio della vittima, perchè poi sarà dovere dei giudici salvarlo proprio per ciò che ha compiuto, in nome del "reinserimento" e della "rieducazione".
Ecco, il paese, come ammaestra i suoi cittadini, quale esempi porta avanti, ecco la giustizia, in questa Italia degli anni duemila, dove qualcuno addirittura si vanta di questa avanzata civiltà, di tali estesi e raffinati diritti, riconosciuti, addirittura, a chi neppure ha la cittadinanza, clandestino, ladro, stupratore e assassino, e, per tutto questo, anzi, proprio per questo ha il diritto allo sconto, all'indulgenza, al perdono.
Dove vince Caino ad essere sotterrato non è solo Abele, ma tutta una civiltà:
Inutile resistere, sperare e fidare nel giudizio degli uomini, quando si è soli in mezzo ai lupi.
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