In attesa della trasmissione "X-factor" e delle inchieste dei TG sulla scelta "panettone o pandoro", il 6 Agosto, mentre stavamo con la pancia al sole, il Governo, con il voto favorevole del PD (Partito Democratico altresì detto "PD meno L"), ha stabilito che dal 1-1-09 ed entro il 2010, l'acqua diventerà una merce.
La norma obbliga i Comuni a mettere a gara, quindi sul mercato, i servizi idrici locali, di fatto consegnandoli nelle mani dei colossi privati e più facilmente multinazionali.Per "servizi idrici" si intende la fornitura, la gestione e il controllo dell'acqua, bene primario fondamentale per la vita, diritto inalienabile dell'essere umano.Questo è previsto dall'articolo 23-bis della Legge 133/2008, a firma Tremonti (Elenco delle leggi approvate a partire dalla XIII Legislatura), che inserisce l'acqua nella definizione di "servizio pubblico locale di rilevanza economica".
La storia ci ha insegnato che il privato ha un solo interesse: il profitto, quindi remunerare il capitale, gli azionisti. Dove interviene il privato taglia i costi, precarizza il lavoro e sottovaluta controlli e sicurezza.Sotto agli occhi abbiamo ancora le brillanti privatizzazioni di Ferrovie, Poste, Telecom, ...I primi passi verso la privatizzazione dell'acqua si mossero nel 2002, quando le municipalizzate sono state convertite in S.p.a. (quindi soggette al diritto privato) e, nonostante i Comuni abbiano mantenuto la maggioranza azionaria, hanno aperto le porte a banche e multinazionali.
Con i "Grilli", all'interno del "comitato acqua bene comune", l'anno scorso (da Gennaio a Giugno) sono state raccolte in tutta Italia 406 mila (8 volte le 50'000 richieste), ottenendo dal precedente Governo la moratoria dei processi di privatizzazione, fino al 31-12-08. La proposta di legge è comunque in Parlamento.
Da quel giorno l'acqua non sarà più un diritto ma una merce. Una merce in mano alle multinazionali, che non aspettavano altro. Ad Aprila (nel Lazio), dal 2003 l'acqua è gestita da Acqualatina Spa, una controllata della Veolia, multinazionale francese e più grande gestore d'acqua al mondo.Nel 2005 Acqualatina ha deciso di aumentare le tariffe del 300%. I cittadini ("consumatori") da allora debbono scegliere se mangiare o pagare la fattura dell'acqua (vedi trasmissione "Report" del 15-10-04 e 3-8-05).Un comitato di vecchietti operativi e agguerriti, che è un piacere ogni volta rivedere, ha messo in atto una singolare quanto efficace azione: i cittadini pagano le fatture per non essere morosi, al Comune anziché alla società privata, con la tariffa ricalcolata dagli arzilli vecchietti.
In Venezuela e Bolivia, alcuni anni fa, dopo durissimi scontri si è tornati alla gestione pubblica.A Parigi, il sindaco Bertrand Delanoë ha annunciato che la municipalità non ha intenzione di rinnovare i suoi contratti con Suez (altra enorme multinazionale) e Veolia, e così, a far data dalla scadenza TRENTENNALE dei contratti (31-12-09 ritornerà in mano pubblica.Negli Stati Uniti è rigorosamente pubblica! A New York e in molte altre città, l'amministrazione cittadina lo scorso anno ha dichiarato guerra alle bottiglie di plastica usate per venderla. Così come a Firenze e a Torino, dove nelle scuole sono stati banditi i distributori automatici di bibite imbottigliate.
L'acqua è di tutti perché piove dal cielo.
Il "movimento dell'acqua" prosegue il suo cammino.
Frank Galvagno
La norma obbliga i Comuni a mettere a gara, quindi sul mercato, i servizi idrici locali, di fatto consegnandoli nelle mani dei colossi privati e più facilmente multinazionali.Per "servizi idrici" si intende la fornitura, la gestione e il controllo dell'acqua, bene primario fondamentale per la vita, diritto inalienabile dell'essere umano.Questo è previsto dall'articolo 23-bis della Legge 133/2008, a firma Tremonti (Elenco delle leggi approvate a partire dalla XIII Legislatura), che inserisce l'acqua nella definizione di "servizio pubblico locale di rilevanza economica".
La storia ci ha insegnato che il privato ha un solo interesse: il profitto, quindi remunerare il capitale, gli azionisti. Dove interviene il privato taglia i costi, precarizza il lavoro e sottovaluta controlli e sicurezza.Sotto agli occhi abbiamo ancora le brillanti privatizzazioni di Ferrovie, Poste, Telecom, ...I primi passi verso la privatizzazione dell'acqua si mossero nel 2002, quando le municipalizzate sono state convertite in S.p.a. (quindi soggette al diritto privato) e, nonostante i Comuni abbiano mantenuto la maggioranza azionaria, hanno aperto le porte a banche e multinazionali.
Con i "Grilli", all'interno del "comitato acqua bene comune", l'anno scorso (da Gennaio a Giugno) sono state raccolte in tutta Italia 406 mila (8 volte le 50'000 richieste), ottenendo dal precedente Governo la moratoria dei processi di privatizzazione, fino al 31-12-08. La proposta di legge è comunque in Parlamento.
Da quel giorno l'acqua non sarà più un diritto ma una merce. Una merce in mano alle multinazionali, che non aspettavano altro. Ad Aprila (nel Lazio), dal 2003 l'acqua è gestita da Acqualatina Spa, una controllata della Veolia, multinazionale francese e più grande gestore d'acqua al mondo.Nel 2005 Acqualatina ha deciso di aumentare le tariffe del 300%. I cittadini ("consumatori") da allora debbono scegliere se mangiare o pagare la fattura dell'acqua (vedi trasmissione "Report" del 15-10-04 e 3-8-05).Un comitato di vecchietti operativi e agguerriti, che è un piacere ogni volta rivedere, ha messo in atto una singolare quanto efficace azione: i cittadini pagano le fatture per non essere morosi, al Comune anziché alla società privata, con la tariffa ricalcolata dagli arzilli vecchietti.
In Venezuela e Bolivia, alcuni anni fa, dopo durissimi scontri si è tornati alla gestione pubblica.A Parigi, il sindaco Bertrand Delanoë ha annunciato che la municipalità non ha intenzione di rinnovare i suoi contratti con Suez (altra enorme multinazionale) e Veolia, e così, a far data dalla scadenza TRENTENNALE dei contratti (31-12-09 ritornerà in mano pubblica.Negli Stati Uniti è rigorosamente pubblica! A New York e in molte altre città, l'amministrazione cittadina lo scorso anno ha dichiarato guerra alle bottiglie di plastica usate per venderla. Così come a Firenze e a Torino, dove nelle scuole sono stati banditi i distributori automatici di bibite imbottigliate.
L'acqua è di tutti perché piove dal cielo.
Il "movimento dell'acqua" prosegue il suo cammino.
Frank Galvagno
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