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  • siddharta7733
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    • Feb 2008
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    • moh
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    #76
    Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggio
    credo che simones, come noi appunto ma magari in maniera minore, ci ritroviamo quella luce negli occhi anche solo leggendo e rispondendo a queste discussioni. interrogarsi sul tedium vitae come cura stessa, sempre temporanea, al tedium vitae.
    credo sempre che sean abbia una luce negli occhi quando scrive i suoi post, perchè anche se noi possiamo considerarci quel volgo da cui lui prende le distanze, rende tutti noi partecipi del suo pensiero che a pochi andrebbe rivolto per acquistare valore. ma allora non fa niente se siamo tantio pochi, se siamo volgo o no, siamo persone dietro uno schermo che accolgono quelle parole con la stessa luce negli occhi.

    nessuno e tutti siamo volgo ... ognuno di noi è speciale e irripetibile ... bisogna solo vedere come si vuole sfruttare il tempo che possiamo avere
    ... ... carpe diem ... ...

    se non si ha quello che si ama ... bisogna amare quello che si ha

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    • pina colada
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      • Dec 2007
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      #77
      Originariamente Scritto da siddharta7733 Visualizza Messaggio

      che emozione!!!
      mi piace l'idea del sasso fermo nel fiume che scorre imperturbabile ... tutto scivola via, ogni tanto qualcosa portato dalla corrente si ferma vicino a te e magari si attacca, un muschio, un'alga ... inesorabilmente il sasso si sbriciola e diventa la corrente ... ... ...
      Hai reso l'idea nel miglior modo possibile
      Purtroppo non sempre questo accade.. ma non perchè nessun muschio si adagi sul sasso, ma semplicemente perchè il sasso si è reso in un qualche modo impermeabile.. quel sasso però non si sgretolerà mai e non proverà mai la bellezza e l'emozione del fluttuare sulle onde trascinato dalla corrente, anche se ormai si è sgretolato..

      Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggio
      lo so'. anche a me. ma quel silenzio non ci abbandona mai, è come un vuoto in cui quella stessa realtà che sta al di fuori di noi, che ci da fastidio perchè ha troppi decibel come dice sean, si ripresentasse ma in una forma che non riusciamo a controllare, è amplificata e resa ancora più confusa dalle nostre domande che riceveranno sempre e solo risposte da una sola persona. noi. l'unica opportunità che abbiamo è fare quello che stiamo facendo con questa discussione, riceviamo risposte e feedback di molteplici punti di vista, in quel silenzio li rielaboriamo ma lo rendiamo temporaneamente meno silenzioso poichè non siamo noi produttori e consumatori allo stesso tempo dei nostri pensieri.

      credo che simones, come noi appunto ma magari in maniera minore, ci ritroviamo quella luce negli occhi anche solo leggendo e rispondendo a queste discussioni. interrogarsi sul tedium vitae come cura stessa, sempre temporanea, al tedium vitae.
      credo sempre che sean abbia una luce negli occhi quando scrive i suoi post, perchè anche se noi possiamo considerarci quel volgo da cui lui prende le distanze, rende tutti noi partecipi del suo pensiero che a pochi andrebbe rivolto per acquistare valore. ma allora non fa niente se siamo tantio pochi, se siamo volgo o no, siamo persone dietro uno schermo che accolgono quelle parole con la stessa luce negli occhi.
      A me questa discussione sta provocando delle tempeste dentro.. spero che sia lo stesso stimolo per tutti i partecipanti e non
      Anch'io penso che Sean, anche se non l'ho mai visto, abbia davvero la luce neglio occhi.. la vedo persino nelle sue parole, sempre bellissime.

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      • siddharta7733
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        • moh
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        #78
        Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggio

        volevo andare a vedere The Millionaire, il nuovo film di danny boyle, non lo posso appunto consigliare perchè ancora non l'ho visto ma credo a priori che valga una bella serata al cinema, per noi che ce la possiamo anche solo permettere.
        adesso vado a vedere che film è
        ... ... carpe diem ... ...

        se non si ha quello che si ama ... bisogna amare quello che si ha

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        • siddharta7733
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          #79
          Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
          Hai reso l'idea nel miglior modo possibile
          Purtroppo non sempre questo accade.. ma non perchè nessun muschio si adagi sul sasso, ma semplicemente perchè il sasso si è reso in un qualche modo impermeabile.. quel sasso però non si sgretolerà mai e non proverà mai la bellezza e l'emozione del fluttuare sulle onde trascinato dalla corrente, anche se ormai si è sgretolato..


          A me questa discussione sta provocando delle tempeste dentro.. spero che sia lo stesso stimolo per tutti i partecipanti e non
          Anch'io penso che Sean, anche se non l'ho mai visto, abbia davvero la luce neglio occhi.. la vedo persino nelle sue parole, sempre bellissime.
          grazie di tutto pina
          le vere tempeste sono queste!!!
          ... ... carpe diem ... ...

          se non si ha quello che si ama ... bisogna amare quello che si ha

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          • pina colada
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            • Dec 2007
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            #80
            Credo che queste parole sintetizzano bene il pensiero che volevo esprimere prima..

            "Ci sono momenti in cui vorremmo aiutare chi amiamo, tuttavia non possiamo fare nulla: le circostanze non ci permettono di avvicinarci, oppure la persona si dimostra refrattaria a qualsiasi gesto di solidarietà e di sostegno.
            Allora, non ci resta che l'amore. Nei momenti in cui tutto risulta inutile, possiamo ancora amare, senza aspettarci ricompense, cambiamenti, ringraziamenti. Se siamo in grado di comportarci in questo modo, la forza dell'amore inizia a trasformare l'Universo intorno a noi. Quando compare, quell'energia riesce sempre a portare a compimento la propria opera. "Né il tempo né il potere della volontà cambiano l'uomo. È l'amore a trasformarlo," scrive Henry Drummond.
            Su un giornale, ho letto di un bambino di Brasilia picchiato brutalmente dai genitori. Riportò gravi conseguenze: la paralisi di alcune parti del corpo e la perdita della parola.
            Ricoverato in ospedale, fu accudito da un'infermiera che ogni giorno gli ripeteva: "Io ti amo." Benché i medici affermavano che il bambino non potesse sentirla e che i suoi sforzi erano inutili, la donna seguitò a ripetergli: "Io ti amo, non dimenticarlo."
            Tre settimane più tardi, il bambino recuperò le facoltà motorie. E un mese dopo, riprese a parlare e a sorridere. L'infermiera non rilasciò nessuna intervista, e il giornale non riportava il suo nome, tuttavia la traccia del suo impegno resterà per sempre: l'amore guarisce.
            Si, l'amore trasforma e guarisce.
            Ma, a volte, architetta trappole mortali e finisce per annientare chi ha deciso di concedersi totalmente.
            È un sentimento davvero complesso, anche se può rappresentare l'unica ragione per continuare a vivere, a lottare, a cercare di migliorarsi.
            Sarebbe irresponsabile cercare di definirlo perché, come tutto ciò che alberga negli esseri umani, si riesce solo a provarlo. Si scrivono libri, vengono allestite opere teatrali, si producono film, si compongono poesie, si realizzano sculture in legno o in marmo, eppure l'artista riesce a trasmettere soltanto l'idea di un sentimento – non il sentimento nella sua pienezza.
            Comunque, io ho imparato che l'amore è insito nelle piccole cose e si manifesta anche nel nostro atteggiamento più insignificante: ecco perché dobbiamo sempre averlo in mente, quando agiamo o quando evitiamo di agire.
            Sollevare la cornetta del telefono e pronunciare quella parola affettuosa che abbiamo taciuto. Aprire la porta e fare entrare chi ha bisogno del nostro aiuto. Accettare un lavoro. Lasciare un impiego. Prendere la decisione che avevano finora rimandato. Chiedere scusa per un errore che abbiamo commesso e che ci tormenta. Rivendicare un diritto. Aprire un conto dal fioraio, un negozio assai
            più importante della gioielleria. Alzare il volume della musica quando la persona amata è lontana, abbassarlo quando è vicina. Saper dire di "si" e "no", giacché l'amore si confronta con tutte le energie dell'uomo. Scegliere uno sport che si possa praticare in due. Non seguire alcuna formula, neppure quelle scritte in questo paragrafo perché l'amore ha bisogno di creatività.
            E quando nulla di tutto ciò è possibile, quando rimane soltanto la solitudine, ricordarsi di questa storia, inviatami da un lettore. Una rosa bramava giorno e notte la compagnia delle api, ma nessuna andava a posarsi sui suoi petali. Nonostante ciò, il fiore continuò a sognare: nelle lunghe notti, immaginava un cielo dove volteggiavano miriadi di api, che si posavano a baciarlo teneramente.
            Grazie a questo sogno, riusciva a resistere fino all'indomani, allorché tornava a schiudersi con la luce del sole.
            Una notte, conoscendo la solitudine che la attanagliava, la luna domandò alla rosa: "Non sei stanca di aspettare?"
            "Forse si. Ma devo continuare a lottare."
            "Perché?"
            "Perché se non mi schiudo, appassisco."
            Nei momenti in cui la solitudine sembra annientare ogni bellezza, l'unica maniera di resistere è quella di mantenersi aperti."

            E aggiungo anche:

            Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
            Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
            Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
            Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
            Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
            Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
            Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
            Che la pazienza richiede molta pratica.
            Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
            Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti
            Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
            Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
            Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
            Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
            Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
            Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
            La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.
            È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
            Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
            Non cercare le apparenze; possono ingannare.
            Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
            Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
            Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
            Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
            Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
            Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
            Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
            Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
            La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.
            L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
            Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.
            Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.

            Molti penseranno che siano frasi fatte.. ma vorrei che provaste a leggerle parola per parola, non solo con gli occhi e con la mente ma anche col cuore, o se non lo avete, con l'anima..

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            • siddharta7733
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              • moh
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              #81
              non sono frasi fatte e basta ... se si riusicsse a interiorizzare certi passaggi, forse si vivrebbe davvero meglio e con più consapevolezza, nonostante tutte le difficoltà del caso
              non è semplice affatto, ma a volte bisogna cercare il bene anche nel male ... soprattutto quando hai regalato il tuo cuore, prezioso, e poi un giorno capisci che è stato trattato peggio di comune soprammobile senza valore

              il passaggio della rosa aperta mi ha fatto venire in mente il piccolo principe di antoine de saint-exupéry ... mi fa star male-bene tutte le volte che lo rileggo



              C’era a fianco del pozzo un vecchio muro di pietra in rovina. Quando ritornai dal mio lavoro, l’indomani sera, vidi da lontano il mio piccolo principe che era seduto là sopra, le gambe penzoloni. Lo udii che parlava. Un’altra voce senza dubbio gli rispondeva ma io... non vedevo né udivo l’altra persona. «Non te ne ricordi più? Non è proprio qui. E’ proprio questo il giorno, ma non è qui il luogo. Verrai dove incominciano le mie tracce nella sabbia. Non hai che attendermi là. Ci sarò questa notte». Ero a venti metri dal muro e non vedevo ancora nulla. «Hai del buon veleno? Sei sicuro di non farmi soffrire troppo tempo?». Mi arrestai, il cuore stretto, non capivo. «Ora vattene, voglio ridiscendere!». Allora anch’io abbassai gli occhi ai piedi del muro e feci un salto! C’era là, drizzato verso il piccolo principe, uno di quei serpenti gialli che ti uccidono in trenta secondi. Pur frugando in tasca per prendere il revolver, mi misi a correre, ma al rumore che feci, il serpente si lasciò scivolare dolcemente nella sabbia, come un getto d’acqua che muore. Arrivai davanti al muro giusto in tempo per ricevere fra le braccia il mio ometto, pallido come la neve. Avevo disfatto la sua sciarpa d’oro, gli avevo bagnato le tempie e l’avevo fatto bere. Ed ora non osavo più domandargli niente. Mi guardò gravemente e mi strinse le braccia al collo. Sentivo battere il suo cuore come quello di un uccellino che muore. «Sono contento che tu abbia trovato quello che mancava al tuo motore, puoi ritornare a casa tua». «Come lo sai?». «Anch’io oggi ritorno a casa... è molto più lontano... è molto più difficile». Sentivo che stava succedendo qualche cosa di straordinario. Lo stringevo fra le braccia come un bimbetto, eppure mi sembrava che scivolasse verticalmente in un abisso, senza che io potessi fare nulla per trattenerlo. Aveva lo sguardo serio, perduto, lontano: «Ho la tua pecora. E ho la cassetta per la pecora. E ho la museruola». «Ometto caro, hai avuto paura...». «Avrò ben più paura questa sera...». Mi sentii gelare di nuovo per il sentimento dell’irreparabile. E capii che non potevo sopportare l’idea di non sentire più quel riso. Era per me come una fontana nel deserto. «Ometto, voglio ancora sentirti ridere...». «Sarà un anno questa notte. La mia stella sarà proprio sopra al luogo dove sono caduto l’anno scorso...». «Ometto, dimmi che è stato un brutto sogno quella storia del serpente, dell’appuntamento e della stella...». «Quello che è importante, non lo si vede... E’ come per il fiore. Se tu vuoi bene a un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite. E’ come per l’acqua. Quella che tu mi hai dato da bere era come una musica, c’era la carrucola e c’era la corda... ti ricordi... era buona». «Certo...». «Guarderai le stelle, la notte. E’ troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova la mia stella. E’ meglio così. La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora, tutte le stelle, ti piacerà guardarle... Tutte, saranno tue amiche. E poi ti voglio fare un regalo...». «Ah! ometto, ometto mio, mi piace sentire questo riso!». «E sarà proprio questo il mio regalo... sarà come per l’acqua...». «Che cosa vuoi dire?». «Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide. Per gli altri non sono che delle piccole luci. Per gli altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d’affari erano dell’oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha... Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere! E quando ti sarai consolato, sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere... E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: “Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!” e ti crederanno pazzo. T’avrò fatto un brutto scherzo... Sarà come se t’avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere... Questa notte... sai, non venire». «Non ti lascerò». «Sembrerà che io mi senta male... sembrerà un po’ che io muoia. E’ così. Non venire a vedere, non vale la pena...». «Non ti lascerò». «Ti dico questo... anche per il serpente. Non bisogna che ti morda... I serpenti sono cattivi. Ti può mordere per il piacere di...». «Non ti lascerò». «E’ vero che non hanno più veleno per il secondo morso...». Quella notte non lo vidi mettersi in cammino. Si era dileguato senza far rumore. Quando riuscii a raggiungerlo camminava deciso, con un passo rapido. «Sei qui. Hai avuto torto. Avrai dispiacere. Sembrerò morto e non sarà vero...». Io stavo zitto. «Capisci? E’ troppo lontano. Non posso portare appresso il mio corpo. E’ troppo pesante». Stavo zitto. «Sarà come una vecchia scorza abbandonata. Non sono tristi le vecchie scorze...». Io stavo zitto. «Sarà bello, sai. Anch’io guarderò le stelle. Tutte le stelle saranno dei pozzi con una carrucola arrugginita. Tutte le stelle mi verseranno da bere». Io stavo zitto. «Sarà talmente divertente! Tu avrai cinquecento milioni di sonagli, io avrò cinquecento milioni di fontane...». Tacque anche lui perché piangeva. «E’ là. Lasciami fare un passo da solo. Sai... il mio fiore... ne sono responsabile! Ed è talmente debole e talmente ingenuo, ha quattro spine da niente per proteggersi dal mondo... Ecco, è tutto qui...». Non ci fu che un guizzo giallo vicino alla sua caviglia. Rimase immobile per un istante. Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia.

              Sono passati sei anni. Non ho mai raccontato questa storia. Al mio ritorno gli amici erano molto contenti di rivedermi vivo. Ero triste. Ora mi sono un po’ consolato, cioè, non del tutto. Ma so che è ritornato nel suo pianeta perché al levar del giorno non ritrovai più il suo corpo. Non era un corpo molto pesante... Ora la notte mi piace ascoltare le stelle. Sono come cinquecento milioni di sonagli... Ma ecco che accade una cosa straordinaria. Alla museruola disegnata per il piccolo principe, ho dimenticato di aggiungere la correggia di cuoio! Non avrà mai potuto mettere la museruola alla pecora. Che cosa sarà successo sul suo pianeta? Forse la pecora ha mangiato il fiore? E’ tutto un mistero. Per voi che pure volete bene al piccolo principe, come per me, tutto cambia nell’universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, sì o no, mangiato una rosa. Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore? E vedrete che tutto cambia... Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.

              Se un giorno farete un viaggio in Africa, nel deserto, vi supplico, non vi affrettate, fermatevi un momento sotto le stelle! E se un bambino vi viene incontro, se ride, se ha i capelli d’oro, se non risponde quando lo si interroga, voi indovinerete certo chi è. Ebbene, siate gentili! Non lasciatemi così triste: scrivetemi subito che è ritornato.



              "Gli uomini”, disse il Piccolo Principe, “coltivano cinquemila rose nello stesso giardino... e non trovano quello che cercano”
              “E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua”...
              “Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore "




              Auguro a tutti di trovare la propria Rosa e di sentir cantare le stelle!!!
              ... ... carpe diem ... ...

              se non si ha quello che si ama ... bisogna amare quello che si ha

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              • pina colada
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                • Dec 2007
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                #82

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                • siddharta7733
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                  • moh
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                  #83
                  ... ... carpe diem ... ...

                  se non si ha quello che si ama ... bisogna amare quello che si ha

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                  • simones
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                    • altoadige
                    • Send PM

                    #84
                    devo dire che il 3ead è evoluto in maniera interessante.
                    bene ragazzi vi ho letti volentieri
                    "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                    L.F.Celine

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                    • siddharta7733
                      Bodyweb Advanced
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                      • moh
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                      #85
                      Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                      devo dire che il 3ead è evoluto in maniera interessante.
                      bene ragazzi vi ho letti volentieri
                      ... ... carpe diem ... ...

                      se non si ha quello che si ama ... bisogna amare quello che si ha

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                      • pina colada
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                        #86
                        Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                        devo dire che il 3ead è evoluto in maniera interessante.
                        bene ragazzi vi ho letti volentieri
                        Sono contenta simones che hai apprezzato quello che è stato scritto

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                        • Sean
                          Csar
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                          #87
                          Voglio ringraziarvi anch'io, voi tutti, Six, Pina, per le belle parole postate e spese
                          E voglio ancora condividere con voi questa mia riflessione, leggendo e ricapitolando quanto avete, con così tanta partecipazione, scritto:

                          Alle radici della nostra umanità due figure si impongono, quella di Apollo, il dio luminoso e ordinato, e quella di Dioniso, lo sfarzo sfrenato del godimento non mediato, da cogliersi direttamente nella natura, attraverso i soli sensi:
                          Cercando la propria soddisfazione, e quella pace che sentiamo di meritare, è con queste presenze che combattiamo, in un agone che sembra non avere mai fine.

                          Apollo è il nostro occhio, che tenta di armonizzare il caos nel quale, a volte, ci sentiamo precipitare, è lo specchio che, muto, ci riflette una realtà mediata e finalmente in ordine, dove poterci ritrovare in silenzio, noi e un quadro, noi e delle parole scritte, noi e delle semplici quanto attraenti luci di Natale, è colui che ci fa dire "ecco, questo è tutto quello che ho sempre voluto, e qui, tra queste presenze, amerei riposare."

                          Ma le acque profonde sopra le quali, così in equilibrio, camminiamo, possono forse ingannare gli altri, ma non noi, che sappiamo bene cosa esse nascondano:
                          Quei desideri, quelle pulsioni, tutto ciò di cui abbiamo il timore, anche così adulti, di pronunciare il nome, hanno un prezzo, anch'essi reclamano parte del nostro tesoro, ed è qui che viene Dioniso, colui che infrange lo specchio per trascinarci fuori da ogni codice, sparaglia la poesia, annienta l'individuale per scaraventarci in un'estasi panica, dove assieme al nostro, in quel momento, pare ardere tutto il cuore del mondo.
                          Anche con lui vorremmo restare, infine, finalmente annientati, le ginocchia sciolte, il dio della barbarie sembra regalarci anch'esso un senso, noi, nudi, nel crogiolo della natura, e tutto in noi, placata la sete.

                          Questa dialettica non ha fine, sono le voci di questi dei che, lontani dall'essere in sonno, riempiono e confondono i nostri silenzi;
                          Sacrifichiamo, lungo tutto il corso della vita, ad uno e all'altro la parte di noi più nobile, ma essi ci negano la risposta, quella che placherebbe lo sconcerto di non aver trattenuto nulla in mano, e così affrettiamo di nuovo e ancora il passo per cercare, perchè il tempo si fa corto, e con esso il fiato.

                          Siamo, da sempre, la spina di grano mietuta in silenzio, vorremmo solo, tra le molte, una voce:
                          Ego vocavi te nomine tuo, ti ho chiamato per nome, cercavo te e te soltanto.
                          Last edited by Sean; 14-12-2008, 23:54:29.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • siddharta7733
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                            • moh
                            • Send PM

                            #88
                            credo sia proprio questa dialettica di ordine e caos che ci costringe a una ricerca infinitamente dolorosa e appagante ... è vero che cerchiamo l'infinito ma siamo miseramente minuscoli e finiti

                            ma potrebbe esserci una terza via ... il giorno in cui caos ed ordine si fonderanno in un sorriso imperturbabile ... in quel momento la ricerca sarà finita ... utopia? credo di si ... non so ... ... ...

                            è vero sean che il tempo si fa sempre più corto e con esso il fiato ... l'importante credo sia comunque tentare e sfruttarlo al meglio, perchè non tornerà più

                            io non cerco più tra le molte una voce ... mi cerco soltanto
                            so perchè gira l'universo ... e quando stringo le mani, qualcosa dovrà rimanere
                            ... ... carpe diem ... ...

                            se non si ha quello che si ama ... bisogna amare quello che si ha

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                            • pina colada
                              Banned
                              • Dec 2007
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                              • Send PM

                              #89
                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Ma le acque profonde sopra le quali, così in equilibrio, camminiamo, possono forse ingannare gli altri, ma non noi, che sappiamo bene cosa esse nascondano:
                              Quei desideri, quelle pulsioni, tutto ciò di cui abbiamo il timore, anche così adulti, di pronunciare il nome, hanno un prezzo, anch'essi reclamano parte del nostro tesoro, ed è qui che viene Dioniso, colui che infrange lo specchio per trascinarci fuori da ogni codice, sparaglia la poesia, annienta l'individuale per scaraventarci in un'estasi panica, dove assieme al nostro, in quel momento, pare ardere tutto il cuore del mondo.
                              Anche con lui vorremmo restare, infine, finalmente annientati, le ginocchia sciolte, il dio della barbarie sembra regalarci anch'esso un senso, noi, nudi, nel crogiolo della natura, e tutto in noi, placata la sete.

                              Questa dialettica non ha fine, sono le voci di questi dei che, lontani dall'essere in sonno, riempiono e confondono i nostri silenzi;
                              Sacrifichiamo, lungo tutto il corso della vita, ad uno e all'altro la parte di noi più nobile, ma essi ci negano la risposta, quella che placherebbe lo sconcerto di non aver trattenuto nulla in mano, e così affrettiamo di nuovo e ancora il passo per cercare, perchè il tempo si fa corto, e con esso il fiato.
                              Come sempre, parole stupende e quanto mai precise, nel descrivere la nostra (di noi uomini in generale) situazione
                              Originariamente Scritto da siddharta7733 Visualizza Messaggio
                              credo sia proprio questa dialettica di ordine e caos che ci costringe a una ricerca infinitamente dolorosa e appagante ... è vero che cerchiamo l'infinito ma siamo miseramente minuscoli e finiti

                              ma potrebbe esserci una terza via ... il giorno in cui caos ed ordine si fonderanno in un sorriso imperturbabile ... in quel momento la ricerca sarà finita ... utopia? credo di si ... non so ... ... ...

                              è vero sean che il tempo si fa sempre più corto e con esso il fiato ... l'importante credo sia comunque tentare e sfruttarlo al meglio, perchè non tornerà più

                              io non cerco più tra le molte una voce ... mi cerco soltanto
                              so perchè gira l'universo ... e quando stringo le mani, qualcosa dovrà rimanere
                              Condivido, ma anche se vorrei preferisco non aggiungere nient'altro.

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                              • raspa
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                                • May 2007
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                                • on a solitary beach against the sea "le grand hotel Sea-Gull Magique" mentre lontano un minatore bruno tornava.
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                                #90
                                Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggio

                                volevo andare a vedere The Millionaire, il nuovo film di danny boyle, non lo posso appunto consigliare perchè ancora non l'ho visto ma credo a priori che valga una bella serata al cinema, per noi che ce la possiamo anche solo permettere.
                                io l'ho visto. Veramente notevole, da non perdere

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