Gm, un dollaro per stipendio -Tgfin - pagina 1
Gm, un dollaro per stipendio
Sarà la retribuzione del n.1 Wagoner
La mossa sarebbe stata fatta per convincere il Congresso Usa a concedere il suo aiuto all'industria automobilistica, come richiesto dai big del settore. Il portavoce di General Motors, Tony Cervone, ha confermato che il numero uno della casa automobilistica, Rick Wagoner, è d'accordo con la proposta di essere retribuito con un dollaro l'anno. Proprio per convincere il Congresso ad aiutare l'industria automobilistica.
La decisione rientra infatti nel piano di riorganizzazione del gruppo che, al pari di Ford e Chrysler, sta cercando di ottenere dai vertici Usa gli aiuti finanziari per rilanciare l'industria delle quattro ruote.
D'altra parte, Detroit lavora febbrilmente alla sua salvezza, con i vertici di General Motors, Ford e Chrysler che stanno limando i piani da presentare al Congresso per ottenere quegli ulteriori aiuti per 25 miliardi di dollari a favore dell'industria automobilistica. Il piano al quale starebbe lavorando Ford si baserebbe su due punti principali: riorientare la produzione verso auto piccole ed ecologiche e taglio dei compensi dell'amministratore delegato Alan Mullaly, che per riabilitare l'immagine del settore si recherà a Washington in auto guidando per dieci ore, e non con il jet aziendale. Lo scorso mese Mullay, così come i numeri uno di Gm e Chrysler, rispettivamente Rick Wagoner e Robert Nardelli, erano stati aspramente criticati per aver raggiunto la capitale americana per chiedere fondi supplementari in jet. Anche Wagoner starebbe valutando di raggiungere in auto Washington, ma nessuna conferma al riguardo è per il momento giunta.
In casa Gm si starebbe lavorando, secondo indiscrezioni, a un progetto simile a quello di Ford: oltre a vetture pulite, il colosso di Detroit starebbe valutando un'ulteriore riduzione della produzione in Nord America e a un taglio dei compensi dei manager così da dimostrare che anche il board "fa dei sacrifi" per la sopravvivenza della società. Lavori di definizione a ritmo serrato anche per Chrysler, la casa auto che fra le tre sorelle di Detroit sarebbe in maggiore difficoltà: il fondo Cerberus, proprietario di Chrysler, potrebbe mostrare la sua disponibilità a far convolare a nozze Chrysler con un altro marchio.
Ford è invece la società che sembra per il momento meno bisognosa di aiuti imemdiati. L'azienda sta definendo la sua strategia e ha comunicato ufficialmente che rivaluterà le opzioni per Volvo, l'unico marchio oltreoceano che la casa controlla interamente. Se da un lato si valuta la vendita della società svedese, dall'altro Ford starebbe limando un piano basato su vetture piccole e non sui pick-up che attualmente sono il suo modello di punta. Oltre a questo si valuterebbe, sempre secondo indiscrezioni, un taglio dei compensi dell'amministratore delegato, anche se non appare ancora chiara la strategia da seguire: da un lato di penserebbe a una sospensione dei compensi fino a quando la società non tornerà in attivo, dall'altra invece si rifletterebbe su una maggiore quota di stock-option.
Le tre sorelle "hanno bisogno di tagli: devono dimostrare di effettuare tagli dolorosi fra i colletti bianchi e i colletti blu, ma anche in termini di chiusura degli stabilimenti", spiegano alcuni analisti.
Gm, un dollaro per stipendio
Sarà la retribuzione del n.1 Wagoner
La mossa sarebbe stata fatta per convincere il Congresso Usa a concedere il suo aiuto all'industria automobilistica, come richiesto dai big del settore. Il portavoce di General Motors, Tony Cervone, ha confermato che il numero uno della casa automobilistica, Rick Wagoner, è d'accordo con la proposta di essere retribuito con un dollaro l'anno. Proprio per convincere il Congresso ad aiutare l'industria automobilistica.
La decisione rientra infatti nel piano di riorganizzazione del gruppo che, al pari di Ford e Chrysler, sta cercando di ottenere dai vertici Usa gli aiuti finanziari per rilanciare l'industria delle quattro ruote.
D'altra parte, Detroit lavora febbrilmente alla sua salvezza, con i vertici di General Motors, Ford e Chrysler che stanno limando i piani da presentare al Congresso per ottenere quegli ulteriori aiuti per 25 miliardi di dollari a favore dell'industria automobilistica. Il piano al quale starebbe lavorando Ford si baserebbe su due punti principali: riorientare la produzione verso auto piccole ed ecologiche e taglio dei compensi dell'amministratore delegato Alan Mullaly, che per riabilitare l'immagine del settore si recherà a Washington in auto guidando per dieci ore, e non con il jet aziendale. Lo scorso mese Mullay, così come i numeri uno di Gm e Chrysler, rispettivamente Rick Wagoner e Robert Nardelli, erano stati aspramente criticati per aver raggiunto la capitale americana per chiedere fondi supplementari in jet. Anche Wagoner starebbe valutando di raggiungere in auto Washington, ma nessuna conferma al riguardo è per il momento giunta.
In casa Gm si starebbe lavorando, secondo indiscrezioni, a un progetto simile a quello di Ford: oltre a vetture pulite, il colosso di Detroit starebbe valutando un'ulteriore riduzione della produzione in Nord America e a un taglio dei compensi dei manager così da dimostrare che anche il board "fa dei sacrifi" per la sopravvivenza della società. Lavori di definizione a ritmo serrato anche per Chrysler, la casa auto che fra le tre sorelle di Detroit sarebbe in maggiore difficoltà: il fondo Cerberus, proprietario di Chrysler, potrebbe mostrare la sua disponibilità a far convolare a nozze Chrysler con un altro marchio.
Ford è invece la società che sembra per il momento meno bisognosa di aiuti imemdiati. L'azienda sta definendo la sua strategia e ha comunicato ufficialmente che rivaluterà le opzioni per Volvo, l'unico marchio oltreoceano che la casa controlla interamente. Se da un lato si valuta la vendita della società svedese, dall'altro Ford starebbe limando un piano basato su vetture piccole e non sui pick-up che attualmente sono il suo modello di punta. Oltre a questo si valuterebbe, sempre secondo indiscrezioni, un taglio dei compensi dell'amministratore delegato, anche se non appare ancora chiara la strategia da seguire: da un lato di penserebbe a una sospensione dei compensi fino a quando la società non tornerà in attivo, dall'altra invece si rifletterebbe su una maggiore quota di stock-option.
Le tre sorelle "hanno bisogno di tagli: devono dimostrare di effettuare tagli dolorosi fra i colletti bianchi e i colletti blu, ma anche in termini di chiusura degli stabilimenti", spiegano alcuni analisti.
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