Il laboratorio della morte..

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  • pina colada
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    Il laboratorio della morte..

    Il caso: Catania, 29 anni, stroncato da un tumore. Altre 4 le vittime

    Morire nell'aula dei veleni
    memoriale di un ricercatore



    CATANIA - Lo chiamava "il laboratorio della morte". A Raffaella, la sua fidanzata, a suo padre Alfredo, lo aveva detto più volte: "Quel laboratorio sarà anche la mia tomba". Una stanza di 120 metri quadri, tre porte e tre finestre non apribili, due sole cappe di aspirazione antiche e inadeguate e tutte le sostanze killer, le sue "compagne" di studio e lavoro lasciate lì sui banconi, nei secchi, in due frigoriferi arrugginiti: acetato d'etile, cloroformio, acetonitrile, diclorometano, metanolo, benzene, con vapori e fumi nauseabondi e reflui smaltiti a mano.

    Lì dentro il laboratorio di farmacia dell'Università di Catania nel quale sognava di costruire il suo futuro, Emanuele, "Lele" Patanè, negli ultimi due anni aveva visto morire e ammalarsi, uno dietro l'altro, colleghi ricercatori, studenti, professori amministrativi: Maria Concetta Sarvà, giovane ricercatrice, entrata in coma mentre era al lavoro e morta pochi giorni dopo; Agata Annino stroncata da un tumore all'encefalo; Giovanni Gennaro, tecnico di laboratorio, ucciso anche lui da un tumore. E poi quella giovane ricercatrice, al sesto mese di gravidanza, che aveva perso il bambino per mancata ossigenazione. E diagnosi di tumori a raffica: per uno studente, per una docente, per la direttrice della biblioteca, per un collaboratore amministrativo. Fino a quando, nel dicembre 2003, è toccato a lui. Ad Emanuele, 29 anni, un ragazzone forte e sportivo, laureato con 110 e lode, idoneo all'esercizio della professione farmaceutica, dottore di ricerca, stroncato in meno di un anno da un tumore al polmone.

    Il suo diario, adesso, è finito agli atti dell'inchiesta che tre settimane fa ha portato al sequestro e all'immediata chiusura del laboratorio di farmacia dell'Università e alla notifica di avvisi di garanzia per disastro colposo ed inquinamento ambientale all'ex rettore dell'Università ed attuale deputato dell'Mpa Ferdinando Latteri e al preside della facoltà Angelo Vanella, ad altri sette tra docenti e responsabili del laboratorio di farmacia. Da anni, ha già accertato l'indagine, sostanze chimiche e residui tossici utilizzati giornalmente venivano smaltiti attraverso gli scarichi dei lavandini, senza alcuna tutela per chi in quel laboratorio studia e lavora. Adesso, dopo la denuncia dei familiari di Emanuele Patanè, alle ipotesi di reato si è aggiunta anche quella di omicidio colposo plurimo e lesioni. Per i cinque morti e i dodici ammalati che negli ultimi anni in quegli ambienti hanno vissuto.


    "Quello che descrivo è un caso dannoso e ignobile di smaltimento di rifiuti tossici e l'utilizzo di sostanze e reattivi chimici potenzialmente tossici e nocivi in un edificio non idoneo a tale scopo e sprovvisto dei minimi requisiti di sicurezza". Così Emanuele comincia le cinque pagine datate 27 ottobre 2003, tre mesi prima della sua morte. È stato l'avvocato Santi Terranova a consegnare in Procura il tragico diario ritrovato nel computer del giovane ricercatore. Nei giorni scorsi, dopo aver sentito del sequestro del laboratorio disposto dal procuratore di Catania Vincenzo D'Agata, l'anziano padre di Emanuele, Alfredo Patanè, 70 anni, si è ricordato di quelle pagine lette nel pc del figlio.

    "Quel memoriale Lele lo voleva consegnare ad un avvocato per denunciare quello che accadeva lì dentro, che lì dentro si moriva - racconta - Ma l'avvocato a cui si era rivolto gli aveva detto che ci volevano dei testimoni perché contro i "baroni" dell'Università non l'avrebbe mai spuntata...". Adesso saranno i sostituti procuratori Carla Santocono e Lucio Setola a valutarne la valenza.

    Emanuele evidentemente si rendeva conto delle condizioni di estremo pericolo in cui lavorava, ma la paura di perdere la sua opportunità di carriera deve averlo fatto continuare. E così particolarmente grande fu la sua amarezza quando il coordinatore del dottorato di ricerca, Giuseppe Ronsisvalle, ("nonché proprietario della facoltà di Farmacia", scrive) gli negò la borsa di studio, a lui, unico partecipante al concorso, solo perché ormai ammalato di tumore. Meglio conservare la borsa di studio per l'anno successivo per un altro studente. "Io non avevo nessuna raccomandazione - scrive Emanuele - mi chiedo come sia possibile che un concorso pubblico venga gestito in questo modo, senza nessuna trasparenza, legalità, senza nessun organo di controllo".

    Lele racconta così i suoi due anni trascorsi in quel laboratorio, fino al luglio 2002, quando anche per lui arrivò la terribile diagnosi. "Durante il corso di dottorato, trascorrevo generalmente tra le otto e le nove ore al giorno in laboratorio per tutta l'intera settimana, escluso il sabato. Non c'era un sistema idoneo di aspirazione e filtrazione, c'erano odori e fumi tossici molto fastidiosi e spesso eravamo costretti ad aprire le porte in modo da fare ventilare l'ambiente". C'erano due cappe di aspirazione antiquate "quindi lavorare lì sotto era lo stesso che lavorare al di fuori di esse". "Dopo la diagnosi della mia malattia, cioè nel 2002, una di questa cappe è stata sostituita con una nuova. Le sostanze chimiche, i reattivi ed i solventi erano conservati sulle mensole, sui banconi, in un armadio sprovvisto di sistemazione di aspirazione e dentro due frigoriferi per uso domestico tutti arrugginiti. Dopo avere trascorso l'intera giornata in laboratorio avvertivo spesso mal di testa, astenia ed un sapore strano nel palato come se fossi intossicato".

    Lele aveva annotato uno per uno tutti i suoi colleghi scomparsi e ammalati: "Sono tutti casi dovuti ad una situazione di grave e dannoso inquinamento del dipartimento e sicuramente non sono da imputare ad una fatale coincidenza. La mancata accortezza nello smaltimento dei rifiuti tossici e l'utilizzo di sostanze e reagenti chimici in assenza dei minimi requisiti di sicurezza ha nuociuto e potrà ancora nuocere se non verranno presi solerti provvedimenti". Ma nessuno, fino alla presentazione dell'esposto da parte dei familiari di Emanuele, si era accorto che quel laboratorio si era trasformato da anni in una fabbrica di morti.




    Come si può permettere che delle persone, dei giovani ricercatori, lavorino in un ambiente simile??! La vedo come una condanna a morte.. Sono sempre più senza parole..
  • M K K
    finte ferie user
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    #2
    Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
    Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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      #3
      Questo è un paese che, definire di merda, un letamaio, la discarica d'europa sarebbe riduttivo.
      Ragazzi è meglio abbandonare la nave prima che affondi.

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      • boss123
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        • venezia
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        #4
        non ci credo..è morto studiando perchè l aula non era doversosamente arieggiata?!?!?!


        ah gia' al telegiornale lo diranno eccome....

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        • pina colada
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          • Dec 2007
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          #5
          Originariamente Scritto da boss123 Visualizza Messaggio
          non ci credo..è morto studiando perchè l aula non era doversosamente arieggiata?!?!?!


          ah gia' al telegiornale lo diranno eccome....
          La cosa peggiore è che sono morti in 5.. e nessuno ha fatto nulla.. qualche vita forse si sarebbe potuta salvare con un intervento tempestivo

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            #6
            Originariamente Scritto da boss123 Visualizza Messaggio
            non ci credo..è morto studiando perchè l aula non era doversosamente arieggiata?!?!?!


            ah gia' al telegiornale lo diranno eccome....
            A porta a porta la sera dell'attentato in India si parlava di gambe.
            Ospiti in studio alba parietti e barbara chiappini

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            • pina colada
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              • Dec 2007
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              #7
              Originariamente Scritto da Elitemember Visualizza Messaggio
              A porta a porta la sera dell'attentato in India si parlava di gambe.
              Ospiti in studio alba parietti e barbara chiappini
              Che vergogna..

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              • boss123
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                • Mar 2007
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                • venezia
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                #8
                vergogna è dir poco??

                alle volte mi vien da dire che sia giusto cosi...vi piace lo stacco di gamba della pariettona nazionale anzichè spegnere la tv e leggere un libro o farvi na bella ***** cn la moglie??

                preferite cio' al sapere che forse vostro figlio all'università ha sopra la testa dell'amianto e non ha finestre in aula?


                beh allora fatemelo dire...ben vi sta....

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                • six00
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                  #9
                  Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                  Come si può permettere che delle persone, dei giovani ricercatori, lavorino in un ambiente simile??! La vedo come una condanna a morte.. Sono sempre più senza parole..
                  boh pina, una laurea 110 e lode, 29 anni, sapeva di star esalando roba tossica e che della gente lavorando lì aveva avuto dei problemi gravi e addirittura la morte eppure continuare a stare lì dentro senza denunciare subito la cosa, come se le prove mancassero...

                  non sò come chiamarla, dedizione al lavoro? sacrificio per la patria? necessità di lavoro?
                  forse è stato un pò imprudente.

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                  • Elitemember
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                    #10
                    Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                    Che vergogna..
                    Mi verrebbe da dire che, una volta toccato il fondo non si può far altro che risalire.
                    Ma a quanto pare stiamo anche grattando...
                    Credo comunque che l'implosione sia ormai alle porte.
                    La struttura portante del paese (piccole-medie imprese) stà cedendo.
                    A fronte del fatto che in italia 500.000 persone vivono di politica e ci sono 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici....credo che tagliare le comunità montane non basti più....bisognerà cominciare a tagliare su altri enti (provincie inside)

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                    • Ronin
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                      #11
                      Tutto ciò è a dir poco vergognoso,non c'è giustificazione.Ma anche loro cacchio,sapevano cosa succedeva e continuavano ad andare a lavorare in quel posto di mer.a?Crepare per un posto di lavoro(per di più ipotetico)è una follia
                      sigpicNel rombo di un mare lontano nel fumo di antiche battaglie risalgono al cuore i ricordi sepolti dal fiume del tempo

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                      • pina colada
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                        #12
                        Originariamente Scritto da boss123 Visualizza Messaggio
                        vergogna è dir poco??

                        alle volte mi vien da dire che sia giusto cosi...vi piace lo stacco di gamba della pariettona nazionale anzichè spegnere la tv e leggere un libro o farvi na bella ***** cn la moglie??

                        preferite cio' al sapere che forse vostro figlio all'università ha sopra la testa dell'amianto e non ha finestre in aula?


                        beh allora fatemelo dire...ben vi sta....
                        finchè la gente non si trova ad essere vittima non prende coscienza dei problemi che affliggono il nostro paese.. e forse nemmeno in quel caso..
                        Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggio
                        boh pina, una laurea 110 e lode, 29 anni, sapeva di star esalando roba tossica e che della gente lavorando lì aveva avuto dei problemi gravi e addirittura la morte eppure continuare a stare lì dentro senza denunciare subito la cosa, come se le prove mancassero...

                        non sò come chiamarla, dedizione al lavoro? sacrificio per la patria? necessità di lavoro?
                        forse è stato un pò imprudente.
                        Sì certo.. tu avresti mollato però, mettendoti nei suoi panni?

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                        • six00
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                          #13
                          Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio

                          Sì certo.. tu avresti mollato però, mettendoti nei suoi panni?
                          pina ma scherziamo, avessi una laurea da 110 e lode che posso usare dovunque, me ne sto lì conoscendo a priori le conseguenze?
                          ok sei precario e vuoi un lavoro e ti serve, eppure non sei nell'impossibilità di cercare lo stesso lavoro altrove senza sacrificare la tua salute.

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                          • pina colada
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                            • Dec 2007
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                            #14
                            Originariamente Scritto da six00 Visualizza Messaggio
                            pina ma scherziamo, avessi una laurea da 110 e lode che posso usare dovunque, me ne sto lì conoscendo a priori le conseguenze?
                            ok sei precario e vuoi un lavoro e ti serve, eppure non sei nell'impossibilità di cercare lo stesso lavoro altrove senza sacrificare la tua salute.
                            Forse nn aveva altre opportunità di lavoro..

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                            • l'osservatore
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                              #15
                              pace all anima sua

                              saro cinico realista

                              ma doveva pensare alla sua vita nn al successo e denaro

                              se faceva il magazziniere come me adesso era tranuqillo magari a spingere ghisa giocare a pallone e pomiciare

                              invece è con i vermi

                              io quando dovetti scegliere se andare all universita nn ebbi dubbi

                              in questo paese impeganrsi nn serve a nulla

                              nn sono un tipo cheaccetta raccomandazioni per una questione di autostima

                              e nn credo nemmeno nelle nostre universita nel nostro sistema

                              percio mi godo la mia tranquilla vita il mio mondo

                              lui è stato un semi ipocrita e adesso fa stare male pure i suoi parenti doveva andarsene finche era in tempo

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