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Il dibattito politico italiano è viziato ancora dalle ideologie, si tende a ritenere normale un contrasto di schieramento (comunisti/fascisti) quando la partita dovrebbe giocarsi sul campo dei problemi che colpiscono il paese.
Il folklore fa anche bene, ma la demagogia non riempie la pancia.
Il risultato finale è che ci scanniamo tra rossi e neri, mentre nei palazzi del potere l'unico colore che conta è quello del denaro.
A deprimermi maggiormente è il fatto che le giovani generazioni, o meglio, chi nelle nuove generazioni prova ad avvicinarsi alla politica, è ancora infuso di questo spirito del millennio passato. Compagni e camerati che non riescono a fare un paragone tra sistemi elettorali, che non conoscono i membri della loro rappresentanza nelle istituzioni più vicine (consiglio scolastico, consiglio di facoltà, consigli comunali, amministratore del condominio). La democrazia comincia dal basso, e si annida tra gli uffici tecnici. Le leggi che portano i nomi di ministri, e di personaggi di rilievo, sono scritte da portaborse petulanti sotto dettatura di apprendisti stregoni.
Ci ritroviamo con il decreto Gelmini scritto da dei contabili al soldo di Tremonti, con il porcellum di Calderoli opera incompiuta, con riforme e riformette taglia e cuci ed iniziative "ad minchiam" più che "ad personam".
Il parlamento è solo l'ultimo gradino dello sfacelo. Questi signori credono di potersi comportare come meglio credono perchè hanno dei "sudditi" pecoroni. Ed i sudditi pecoroni sfuggono dalle loro colpe applaudendo idoli di fumo, costruiti a botte di marketing.
Le istituzioni stanno diventando dei gusci vuoti, ci culliamo nell'illusione che qualcuno si preoccupi di noi quando abbiamo smesso di preoccuparcene noi stessi.
concordo soprattutto per quanto riguarda le ideologie
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