L'angolo della poesia

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  • Rot-in-the-Core
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    • Senza patria, eternamente esule
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    #46
    J.W. Goethe - Grenzen der Menscheit (dagli Inni)

    Wenn der uralte
    Heilige Vater
    Mit gelassener Hand
    Aus rollenden Wolken
    Segnende Blitze

    Über die Erde sät
    Küß ich den letzten
    Saum seines Kleides
    Kindlicher Schauer
    Treu in der Brust

    Denn mit Göttern
    Soll sich nicht messen
    Irgendein Mensch
    Hebt er sich aufwärts
    Und berührt
    Mit dem Scheitel die Sterne
    Nirgends haften dann
    Die unsicheren Sohlen
    Und mit ihm spielen
    Wolken und Winde

    Stehet er mit festen
    Markigen Knochen
    Auf der wohlgegeründeten
    Dauernden Erde
    Reicht er nicht auf
    Nur mit der Eiche
    Oder der Rebe
    Sich zu vergleichen

    Was unterscheidet
    Götter von Menschen?
    Daß viele Wellen
    Vor jenen wandeln
    Ein ewiger Strom:
    Uns hebt die Welle
    Verschlingt die Welle
    Und wir versinken

    Ein kleiner Ring
    Begrenzt unser Leben
    Und viele Geschlechter
    Reihen sich dauernd
    An ihres Daseins
    Unendliche Kette

    Limiti dell'umanità

    Se l'antichissimo
    Santo Padre
    Con mano calma
    Dalle nuvole arrotolate
    Benedicendo lampi

    Semina sulla terra
    Io bacio l'ultimo
    Margine del suo vestito
    Brivido infantile
    Fedelmente nel petto

    Perché con gli dei
    Non ci si deve misurare
    Se una qualunque persona
    Si solleva verso l'alto
    E tocca
    Con la riga le stelle
    Allora non aderiscono da nessuna parte
    Le suole insicure
    E con lui giocano
    Nuvole e venti

    Sta con forti
    Energiche ossa
    Sulla tonda
    Duratura terra
    Non gli basta
    Confrontarsi
    Solo con la quercia
    O la vite

    Cosa distingue
    Gli dei dagli uomini?
    Che molte onde
    Camminano davanti a quelli
    Un flusso eterno:
    L'onda ci solleva
    L'onda ci inghiotte
    E noi affondiamo

    Un piccolo anello
    Delimita la nostra vita
    E molte generazioni
    Si allineano continuamente
    Alla loro esistenza
    Catena infinita


    La traduzione è pessima.
    ƒw≈i n ñdni øc

    Onore, gloria e successo sono solo granelli di sabbia, le loro tracce diventano polvere sparsa sulle strade di Yamato calpestata per l'eternità

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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
      • 120248
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      • Italy [IT]
      • In piedi tra le rovine
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      #47
      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio

      Poesia che soffre solo della banalizzazione scolastica, ma la cui verità appare in tutto il suo dolore quando ci viene sulle labbra a proposito di vicende nostre.
      E' così
      Leopardi lo si apre e lo si chiude sui banchi di scuola, in anni dove la speme si vive, e viene a noia il leggerla;
      Quando poi si torna a cercarla ci accorgiamo solo allora che qualcuno ci aveva già detto tutto.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • gorgone
        for a while
        • May 2008
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        • 835
        • nel cuore di chi è nel mio cuore
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        #48
        Originariamente Scritto da Rot-in-the-Core Visualizza Messaggio
        J.W. Goethe - Grenzen der Menscheit (dagli Inni)
        .
        oh i tedeschi, per la miseria

        Brot und Wein di hölderlin, anche quella lunghina, non la posto che andrebbe sia in tedesco sia in traduzione, ma per chi non la conoscesse googli.


        aspetto zajka con i russi
        Last edited by gorgone; 17-11-2008, 23:47:25. Motivo: editato per anglofonia

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        • korallox
          Bodyweb Advanced
          • Apr 2007
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          #49
          Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
          Italiano, latino e greco
          A leggerti qui su bw, quanto mi dispiace non aver avuto un professore come te. Al solo ricordo della nostra professoressa di italiano che nello spiegarci le poesie non faceva altro che leggere le note del testo...

          Finito il primo anno di palestra! Fase attuale: alla ricerca degli abs. Io ci provo!

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          • odisseo
            Bodyweb Senior
            • Oct 2008
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            #50
            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
            E' così
            Leopardi lo si apre e lo si chiude sui banchi di scuola, in anni dove la speme si vive, e viene a noia il leggerla;
            Quando poi si torna a cercarla ci accorgiamo solo allora che qualcuno ci aveva già detto tutto.
            io ritengo che nella poesia classica (prima greca poi latina) si era già detto tutto.
            "
            Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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            • Rot-in-the-Core
              Bodyweb Member
              • Jul 2008
              • 511
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              • Senza patria, eternamente esule
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              #51
              Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
              aspetto zajka con i russi
              Stavo giusto per postare:

              Vladimir Vladimirovic Majakovskij – "Ordinanza all'esercito dell'arte"


              Cantilenano le brigate dei vecchi
              la stessa litania.
              Compagni!
              Sulle barricate!
              Barricate di cuori e di anime.
              È vero comunista solo chi ha bruciato i ponti della ritirata.
              Basta con le marce, futuristi,
              un balzo nel futuro!
              Non basta costruire una locomotiva:
              fa girare le ruote e fugge via.
              Se un canto non saccheggia una stazione,
              a che serve la corrente alternata?
              Ammonticchiate un suono sopra l'altro,
              e avanti,
              cantando e fischiettando.
              Ci sono ancora buone consonanti:
              erre,
              esse,
              zeta.
              Non basta allineare.
              ƒw≈i n ñdni øc

              Onore, gloria e successo sono solo granelli di sabbia, le loro tracce diventano polvere sparsa sulle strade di Yamato calpestata per l'eternità

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              • gorgone
                for a while
                • May 2008
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                • nel cuore di chi è nel mio cuore
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                #52
                [QUOTE=Rot-in-the-Core;4291401]Stavo giusto per postare:
                Majakovskij

                ne amo anche la vita. e l'amore..

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                • pina colada
                  Banned
                  • Dec 2007
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                  #53
                  Originariamente Scritto da korallox Visualizza Messaggio
                  A leggerti qui su bw, quanto mi dispiace non aver avuto un professore come te. Al solo ricordo della nostra professoressa di italiano che nello spiegarci le poesie non faceva altro che leggere le note del testo...
                  Devo quotare..

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                  • Sean
                    Csar
                    • Sep 2007
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                    • In piedi tra le rovine
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                    #54
                    Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
                    io ritengo che nella poesia classica (prima greca poi latina) si era già detto tutto.
                    Non è l'età storica che fa il poeta, ma il suo spirito;
                    Leopardi va di diritto al fianco dei Lirici, è nato dopo, ma quello è solo un dettaglio.
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • gorgone
                      for a while
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                      • nel cuore di chi è nel mio cuore
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                      #55
                      a chi ha odiato i propri professori dedico


                      Les Assis


                      Noirs de loupes, grêlés, les yeux cerclés de bagues
                      Vertes, leurs doigts boulus crispés à leurs fémurs
                      Le sinciput plaqué de hargnosités vagues
                      Comme les floraisons lépreuses des vieux murs ;

                      Ils ont greffé dans des amours épileptiques
                      Leur fantasque ossature aux grands squelettes noirs
                      De leurs chaises ; leurs pieds aux barreaux rachitiques
                      S'entrelacent pour les matins et pour les soirs !

                      Ces vieillards ont toujours fait tresse avec leurs sièges,
                      Sentant les soleils vifs percaliser leur peau,
                      Ou, les yeux à la vitre où se fanent les neiges,
                      tremblant du tremblement douloureux du crapaud

                      Et les Sièges leur ont des bontés : culottée
                      De brun, la paille cède aux angles de leurs reins ;
                      L'âme des vieux soleils s'allume emmaillotée
                      Dans ces tresses d'épis où fermentaient les grains.

                      Et les Assis, genoux aux dents, verts pianistes
                      Les dix doigts sous leur siège aux rumeurs de tambour,
                      S'écoutent clapoter des barcarolles tristes,
                      Et leurs caboches vont dans des roulis d'amour.

                      - Oh, ne les faites pas lever ! C'est le naufrage...
                      Ils surgissent, grondant comme des chats giflés,
                      Ouvrant lentement leurs omoplates, ô rage !
                      Tout leur pantalon bouffe à leurs reins boursouflés.

                      Et vous les écoutez, cognant leurs têtes chauves
                      Aux murs sombres, plaquant et plaquant leurs pieds tors,
                      Et leurs boutons d'habit sont des prunelles fauves
                      Qui vous accrochent l'oeil du fond des corridors !

                      Puis ils ont une main invisible qui tue :
                      Au retour, leur regard filtre ce venin noir
                      Qui charge l'oeil souffrant de la chienne battue
                      Et vous suez pris dans un atroce entonnoir.

                      Rassis, les poings noyés dans des manchettes sales
                      Ils songent à ceux-là qui les ont fait lever
                      Et, de l'aurore au soir, des grappes d'amygdales
                      Sous leurs mentons chétifs s'agitent à crever.

                      Quand l'austère sommeil a baissé leurs visières
                      Ils rêvent sur leur bras de sièges fécondés,
                      De vrais petits amours de chaises en lisière
                      Par lesquelles de fiers bureaux seront bordés ;

                      Des fleurs d'encre crachant des pollens en virgule
                      Les bercent, le long des calices accroupis
                      Tels qu'au fil des glaïeuls le vol des libellules
                      - Et leur membre s'agace à des barbes d'épis.


                      rimbaud marinava la scuola per poi andare in biblioteca a studiare testi assurdi di alchimia o altro e, quando chiedeva i titoli ai bibliotecari, questi erano sempre parecchio seccati perché non si ricordavano dove fossero questi libri e, se anche se lo ricordavano, erano certi che fossero in posti scomodissimi, quindi erano scontrosi o noiosi, rimabud scrive su di loro questa poesia, qua la traduzione

                      Neri di pustole, butterati, gli occhi cerchiati da anelli
                      Verdi, le dita bulbose rattrappite sui femori,
                      L'occipite piagato da vaghe astiosità
                      Come le fioriture lebbrose dei vecchi muri;

                      Hanno innestato in amori epilettici
                      La loro bizzarra ossatura ai grandi scheletri neri
                      Delle loro sedie; i piedi alle sbarre rachitiche
                      Attorcigliati mattina e sera!

                      Questi vegliardi sono sempre intrecciati alle loro seggiole,
                      Sentono i vivi soli lucidargli la pelle,
                      Oppure, gli occhi ai vetri dove la neve sbiadisce,
                      Tremano del doloroso tremare dei rospi.

                      E le seggiole con loro sono cortesi: incrostata
                      Di bruno, la paglia cede ai lati delle loro reni;
                      L'anima degli antichi soli si accende rinchiusa
                      Nelle trecce di spighe in cui fermentò il grano.

                      E i seduti, le ginocchia sui denti, verdi pianisti,
                      Le dieci dita che tambureggiano sotto la seggiola,
                      Si ascoltano sciabordare tristi barcarole
                      E le loro zucche cominciano un dondolio d'amore.

                      Oh! non li fate alzare! È il naufragio...
                      Si ergono, mugugnando come gatti schiaffeggiati,
                      Aprono lentamente le scapole, oh rabbia!
                      I pantaloni sbuffano sui fianchi rigonfi.
                      Last edited by gorgone; 18-11-2008, 00:00:05.

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                      • Rot-in-the-Core
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                        #56
                        Palazzeschi - Chi sono?

                        Son forse un poeta?
                        No, certo.
                        Non scrive che una parola, ben strana,
                        la penna dell'anima mia:
                        "follia".
                        Son dunque un pittore?
                        Neanche.
                        Non ha che un colore
                        la tavolozza dell'anima mia:
                        "malinconia".
                        Un musico, allora?
                        Nemmeno.
                        Non c'è che una nota
                        Nella tastiera dell'anima mia:
                        "nostalgia".
                        Son dunque...che cosa?
                        Io metto una lente
                        Davanti al mio cuore
                        per farlo vedere alla gente.
                        Chi sono?
                        Il saltimbanco dell'anima mia.
                        ƒw≈i n ñdni øc

                        Onore, gloria e successo sono solo granelli di sabbia, le loro tracce diventano polvere sparsa sulle strade di Yamato calpestata per l'eternità

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                        • gorgone
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                          • nel cuore di chi è nel mio cuore
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                          #57
                          rot- bellissima, la amo tantissimo
                          vah osiamo:

                          La ballata degli impiccati-
                          De Andrè

                          Tutti morimo a stento
                          ingoiando l'ultima voce
                          tirando calci al vento
                          vedemmo sfumar la luce.

                          L'urlo travolse il sole
                          l'aria divenne stretta
                          cristalli di parole
                          l'ultima bestemmia detta.

                          Prima che fosse finita
                          ricordammo a chi vive ancora
                          che il prezzo fu la vita
                          per il male fatto in un'ora.

                          Poi scivolammo nel gelo
                          di una morte senza abbandono
                          recitando l'antico credo
                          di chi muore senza perdono.

                          Chi derise la nostra sconfitta
                          e l'estrema vergogna ed il modo
                          soffocato da identica stretta
                          impari a conoscere il nodo.

                          Chi la terra ci sparse sull'ossa
                          e riprese tranquillo il cammino
                          giunga anch'egli stravolto alla fossa
                          con la nebbia del primo mattino.

                          La donna che celò in un sorriso
                          il disagio di darci memoria
                          ritrovi ogni notte sul viso
                          un insulto del tempo e una scoria.

                          Coltiviamo per tutti un rancore
                          che ha l'odore del sangue rappreso
                          ciò che allora chiamamo dolore
                          è soltanto un discorso sospeso.


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                          • Rot-in-the-Core
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                            • Senza patria, eternamente esule
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                            #58
                            Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
                            rot- bellissima, la amo tantissimo
                            vah osiamo:

                            La ballata degli impiccati-
                            De Andrè




                            Gorga, ho aperto il thread per mettere proprio adesso una canzone di Fabrizio.

                            Parliamone.
                            ƒw≈i n ñdni øc

                            Onore, gloria e successo sono solo granelli di sabbia, le loro tracce diventano polvere sparsa sulle strade di Yamato calpestata per l'eternità

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                            • gorgone
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                              • nel cuore di chi è nel mio cuore
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                              #59
                              Originariamente Scritto da Rot-in-the-Core Visualizza Messaggio
                              Gorga, ho aperto il thread per mettere proprio adesso una canzone di Fabrizio.

                              Parliamone.
                              è una normale associazione di idee, credo, dalla poesia di palazzeschi.
                              ho sempre pensato a de andrè leggendola.

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                              • Rot-in-the-Core
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                                • Senza patria, eternamente esule
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                                #60
                                Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggio
                                è una normale associazione di idee, credo, dalla poesia di palazzeschi.
                                ho sempre pensato a de andrè leggendola.
                                Già pensavo a un legame cerebrale..

                                A questo punto ci dedico un suo brano, aprendo a caso il libro degli spartiti.

                                ...

                                La collina. Ottimo, dal mio album preferito.

                                Dove se n'è andato Elmer
                                che di febbre si lasciò morire
                                Dov'è Herman bruciato in miniera.

                                Dove sono Bert e Tom
                                il primo ucciso in una rissa
                                e l'altro che uscì già morto di galera.

                                E cosa ne sarà di Charley
                                che cadde mentre lavorava
                                dal ponte volò e volò sulla strada.

                                Dormono, dormono sulla collina
                                dormono, dormono sulla collina.

                                Dove sono Ella e Kate
                                morte entrambe per errore
                                una di aborto, l'altra d'amore.

                                E Maggie uccisa in un bordello
                                dalle carezze di un animale
                                e Edith consumata da uno strano male.

                                E Lizzie che inseguì la vita
                                lontano, e dall'Inghilterra
                                fu riportata in questo palmo di terra.

                                Dormono, dormono sulla collina
                                dormono, dormono sulla collina.

                                Dove sono i generali
                                che si fregiarono nelle battaglie
                                con cimiteri di croci sul petto

                                dove i figli della guerra
                                partiti per un ideale
                                per una truffa, per un amore finito male

                                hanno rimandato a casa
                                le loro spoglie nelle barriere
                                legate strette perché sembrassero intere.

                                Dormono, dormono sulla collina
                                dormono, dormono sulla collina.

                                Dov'è Jones il suonatore
                                che fu sorpreso dai suoi novant'anni
                                e con la vita avrebbe ancora giocato.

                                Lui che offrì la faccia al vento
                                la gola al vino e mai un pensiero
                                non al denaro, non all'amore né al cielo.

                                Lui sì sembra di sentirlo
                                cianciare ancora delle porcate
                                mangiate in strada nelle ore sbagliate

                                sembra di sentirlo ancora
                                dire al mercante di liquore
                                "Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"
                                ƒw≈i n ñdni øc

                                Onore, gloria e successo sono solo granelli di sabbia, le loro tracce diventano polvere sparsa sulle strade di Yamato calpestata per l'eternità

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