"Non so quale paese avrà il coraggio di farlo uscire in versione integrale" by horror maniac
"Questa Volta si è andati davvero troppo oltre" by show review
YouTube - FRONTIERS -Il trailer italiano
in italia esce in versione integrale
Frontiers - la recensione
Della recente ondata di horror provenienti da oltralpe, Frontiers è stato uno dei più chiacchierati ed apprezzati. E se in generale il nouveau horror francese è caratterizzato da una radicalità visiva piuttosto accentuata, il film di Gens – che nelle sale italiane è distribuito nella sua versione uncut – spinge se possibile ancora di più sul pedale del gore.
Evidentemente e dichiaratamente derivativo del Non aprite quella porta di Hooper e di tutto quel che ne è seguito nel corso degli anni, Frontiers è un film truculento all’inverosimile, violento ai limiti del sadismo visivo. Tanto da sembrare a tratti piuttosto gratuito in queste sue scelte: ma si sa, i fan più hard core di questo genere di cinema apprezzano e apprezzeranno. Violenza e citazionismi a parte, quel che colpisce maggiormente del film di Gens è però il quadro “politico” nel quale la vicenda è calata e declinata: i protagonisti che fuggono da una rivolta nelle banlieues parigine che gli ha fornito la copertura per una rapina in banca, la famiglia di maniaci cannibali di turno che questa volta è nazista e non solo folle e geneticamente degenerata.
Come la violenza appare a volte gratuita, anche questo quadro politico di Frontiers sembra nel complesso superficiale e pretestuoso, così come alcune punteggiature con non giustificati simboli(smi) religiosi. E il cane si morde la coda: la tematica, esibita con una certa presunzione, vorrebbe appunto legittimare la violenza ma non ci riesce per via della sua (apparente) esilità. La qual cosa irrita anche un po’ chi magari non si accontenta del tripudio di carni - mai nude però, per uno strano e un po' ipocrita senso del pudore… - e sangue.
Quando però si tirano le fila del discorso e si arriva al finale (dilatatissimo, con tanto di parentesi chicks with gun), ecco che l’ultima inquadratura scombina le idee, e spinge a riflettere sull’effettiva pretestuosità del tutto. Perché tra un gesto che segnala una richiesta di aiuto ed uno che simboleggia la resa, la differenza è minima ma sostanziale. E Gens lo sa, e fa capire chiaramente di quale dei due volesse simboleggiare.
da comingsoon.it
appena posso corro a vederlo
"Questa Volta si è andati davvero troppo oltre" by show review
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in italia esce in versione integrale
Frontiers - la recensione
Della recente ondata di horror provenienti da oltralpe, Frontiers è stato uno dei più chiacchierati ed apprezzati. E se in generale il nouveau horror francese è caratterizzato da una radicalità visiva piuttosto accentuata, il film di Gens – che nelle sale italiane è distribuito nella sua versione uncut – spinge se possibile ancora di più sul pedale del gore.
Evidentemente e dichiaratamente derivativo del Non aprite quella porta di Hooper e di tutto quel che ne è seguito nel corso degli anni, Frontiers è un film truculento all’inverosimile, violento ai limiti del sadismo visivo. Tanto da sembrare a tratti piuttosto gratuito in queste sue scelte: ma si sa, i fan più hard core di questo genere di cinema apprezzano e apprezzeranno. Violenza e citazionismi a parte, quel che colpisce maggiormente del film di Gens è però il quadro “politico” nel quale la vicenda è calata e declinata: i protagonisti che fuggono da una rivolta nelle banlieues parigine che gli ha fornito la copertura per una rapina in banca, la famiglia di maniaci cannibali di turno che questa volta è nazista e non solo folle e geneticamente degenerata.
Come la violenza appare a volte gratuita, anche questo quadro politico di Frontiers sembra nel complesso superficiale e pretestuoso, così come alcune punteggiature con non giustificati simboli(smi) religiosi. E il cane si morde la coda: la tematica, esibita con una certa presunzione, vorrebbe appunto legittimare la violenza ma non ci riesce per via della sua (apparente) esilità. La qual cosa irrita anche un po’ chi magari non si accontenta del tripudio di carni - mai nude però, per uno strano e un po' ipocrita senso del pudore… - e sangue.
Quando però si tirano le fila del discorso e si arriva al finale (dilatatissimo, con tanto di parentesi chicks with gun), ecco che l’ultima inquadratura scombina le idee, e spinge a riflettere sull’effettiva pretestuosità del tutto. Perché tra un gesto che segnala una richiesta di aiuto ed uno che simboleggia la resa, la differenza è minima ma sostanziale. E Gens lo sa, e fa capire chiaramente di quale dei due volesse simboleggiare.
da comingsoon.it
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