Non ho nulla contro i preti, non ho nulla contro i gay. Leggere certe cose però mi fa pensare... Da Corriere della Sera
La Congregazione per l'Educazione cattolica lo scrive in un documento
Il Vaticano ribadisce: «I gay
non possono diventare preti»
Verranno usati psicologi per valutare eventuali patologie e «ferite» psichiche dei candidati al sacerdozio
CITTÀ DEL VATICANO - Coloro che manifestano «tendenze omosessuali fortemente radicate» o un'identità sessuale «incerta» non posso entrare in seminario e diventare preti: lo riafferma esplicitamente un nuovo documento pubblicato dal Vaticano, che prevede l'uso di psicologi per valutare eventuali patologie e «ferite» psichiche dei candidati al sacerdozio. La tonaca deve essere negata anche a chi - spiega il testo - trova difficoltà «a vivere la castità del sacerdozio».
IL LIBRICCINO - Il documento, dal titolo «Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio», presentato dalla Congregazione per l'Educazione cattolica, è stato approvato da papa Benedetto XVI lo scorso 9 giugno 2008. Il libriccino suggerisce ai rettori dei seminari e ai vescovi di utilizzare psicologi, naturalmente di fede cattolica, per valutare eventuali problematiche non risolte dei candidati al sacerdozio. «Il cammino formativo - si avverte tuttavia - dovrà essere interrotto nel caso in cui il candidato, nonostante il suo impegno, il sostegno dello psicologo o la psicoterapia, continuasse a manifestare incapacità di affrontare realisticamente, se pure con la gradualità di ogni crescita umana, le proprie gravi immaturità (forti dipendenze affettive, notevole mancanza di libertà nelle relazioni, eccessiva rigidità di carattere, mancanza di lealtà, identità sessuale incerta, tendenze omosessuali fortemente radicate)». «Lo stesso - aggiunge - deve valere anche nel caso in cui risultasse evidente la difficoltà a vivere la castità nel celibato, vissuto come un obbligo così pesante da compromette l'equilibrio affettivo e relazionale». Inoltre, in un altro passaggio, il documento avverte che «non basta accertarsi della capacità di astenersi dall'esercizio della genitalità, ma è necessario anche valutare l'orientamento sessuale». Il documento presentato riprende e rafforza le indicazioni già contenute in una precedente nota del 2005, redatta dalla Santa Sede in seguito alla profonda crisi dei preti pedofili negli Stati Uniti e ai tanti casi di omosessualità attiva tra membri del clero.
GRILLINI: VATICANO RAZZISTA - «Il Vaticano dice no ai preti gay? Verrebbe da dire «e chi se ne frega...» se non fossimo in presenza di un vero e proprio razzismo e della solita ossessione omofoba propria degli apparati clericali». A dirlo è Franco Grillini, presidente di Gaynet, Associazione omosessuale d'informazione. «Se per fare il prete il requisito principale è la castità- aggiunge Grillini- ovvero la (impossibile) rinuncia a qualsiasi attività di carattere genitale l'orientamento sessuale dovrebbe essere irrilevante e invece no, se uno è gay niente sacerdozio. Siamo qui di di fronte ad una brutale discriminaione che contribuisce a diffondere il veleno dell'esclusione e del razzismo omofobico». Con ogni probabilità, spiega Grillini, «l'intento è quello di fugare il sospetto di essere un'organizzazione omosessuale di massa come accade inevitabilmente alle strutture monosessuali coatte basate sulla rigida separazione tra donne e uomini. La conseguenza sarà quel crollo nel numero dei preti cattolici che è già un dato di fatto sotto gli occhi di tutti perchè il celibato è, quello sì, decisamente e incontrovertibilmente contronatura».
30 ottobre 2008
Quindi per diventare preti l'identità sessuale "certa" conta? Affermare "i gay non possono diventare preti" è come affermare "ai preti deve piacere la sorca"? Perchè allora nella Chiesa cattolica s'impone il celibato ai preti?
La Congregazione per l'Educazione cattolica lo scrive in un documento
Il Vaticano ribadisce: «I gay
non possono diventare preti»
Verranno usati psicologi per valutare eventuali patologie e «ferite» psichiche dei candidati al sacerdozio
CITTÀ DEL VATICANO - Coloro che manifestano «tendenze omosessuali fortemente radicate» o un'identità sessuale «incerta» non posso entrare in seminario e diventare preti: lo riafferma esplicitamente un nuovo documento pubblicato dal Vaticano, che prevede l'uso di psicologi per valutare eventuali patologie e «ferite» psichiche dei candidati al sacerdozio. La tonaca deve essere negata anche a chi - spiega il testo - trova difficoltà «a vivere la castità del sacerdozio».
IL LIBRICCINO - Il documento, dal titolo «Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio», presentato dalla Congregazione per l'Educazione cattolica, è stato approvato da papa Benedetto XVI lo scorso 9 giugno 2008. Il libriccino suggerisce ai rettori dei seminari e ai vescovi di utilizzare psicologi, naturalmente di fede cattolica, per valutare eventuali problematiche non risolte dei candidati al sacerdozio. «Il cammino formativo - si avverte tuttavia - dovrà essere interrotto nel caso in cui il candidato, nonostante il suo impegno, il sostegno dello psicologo o la psicoterapia, continuasse a manifestare incapacità di affrontare realisticamente, se pure con la gradualità di ogni crescita umana, le proprie gravi immaturità (forti dipendenze affettive, notevole mancanza di libertà nelle relazioni, eccessiva rigidità di carattere, mancanza di lealtà, identità sessuale incerta, tendenze omosessuali fortemente radicate)». «Lo stesso - aggiunge - deve valere anche nel caso in cui risultasse evidente la difficoltà a vivere la castità nel celibato, vissuto come un obbligo così pesante da compromette l'equilibrio affettivo e relazionale». Inoltre, in un altro passaggio, il documento avverte che «non basta accertarsi della capacità di astenersi dall'esercizio della genitalità, ma è necessario anche valutare l'orientamento sessuale». Il documento presentato riprende e rafforza le indicazioni già contenute in una precedente nota del 2005, redatta dalla Santa Sede in seguito alla profonda crisi dei preti pedofili negli Stati Uniti e ai tanti casi di omosessualità attiva tra membri del clero.
GRILLINI: VATICANO RAZZISTA - «Il Vaticano dice no ai preti gay? Verrebbe da dire «e chi se ne frega...» se non fossimo in presenza di un vero e proprio razzismo e della solita ossessione omofoba propria degli apparati clericali». A dirlo è Franco Grillini, presidente di Gaynet, Associazione omosessuale d'informazione. «Se per fare il prete il requisito principale è la castità- aggiunge Grillini- ovvero la (impossibile) rinuncia a qualsiasi attività di carattere genitale l'orientamento sessuale dovrebbe essere irrilevante e invece no, se uno è gay niente sacerdozio. Siamo qui di di fronte ad una brutale discriminaione che contribuisce a diffondere il veleno dell'esclusione e del razzismo omofobico». Con ogni probabilità, spiega Grillini, «l'intento è quello di fugare il sospetto di essere un'organizzazione omosessuale di massa come accade inevitabilmente alle strutture monosessuali coatte basate sulla rigida separazione tra donne e uomini. La conseguenza sarà quel crollo nel numero dei preti cattolici che è già un dato di fatto sotto gli occhi di tutti perchè il celibato è, quello sì, decisamente e incontrovertibilmente contronatura».
30 ottobre 2008
Quindi per diventare preti l'identità sessuale "certa" conta? Affermare "i gay non possono diventare preti" è come affermare "ai preti deve piacere la sorca"? Perchè allora nella Chiesa cattolica s'impone il celibato ai preti?
Commenta