Io frequento La Sapienza (bella merda) e vi riporto la mia esperienza.
Ho tristemente constatato che molti studenti non hanno neanche idea di quello che sta accadendo. Da parte nostra (facoltà di filosofia, lettere, lingue) stiamo cercando di informare, andiamo di classe in classe, lasciamo volantini.
L'informazione è il primo, necessario, passo. E' r i d i c o l o che i diretti interessati non sappiano nulla, o, peggio, non vogliano sapere.
Trovo che le occupazioni occasionali (i 10 minuti sui binari della stazione) siano inutili, servono solo a scuotere, forse, l'opinione pubblica. Con che immagini poi... ho visto foto di studenti seduti, con birre alla mano...
Per spingere il governo ad ascoltare è necessario creare dei disagi a livello nazionale. Bisogna far diventare il movimento studentesco un movimento di livello nazionale.
I collettivi fanno ridere. La meta dovrebbe essere comune, eppure si scannano tra loro. Litigano, durante le assemblee, per minuzie, facendo perdere un sacco di tempo.
Sapete chi è il nuovo rettore della Sapienza, vero?
Frati gestisce il potere in maniera baronale, gestisce il policlinico come fosse casa sua. Questo, è il nostro rettore.
Qui c'è in gioco una ristrutturazione totale, vera e propria, dell'università, come non avveniva da decenni. Bloccare la didattica adesso, significa forse sbloccare l'università.
Ma per giungere a qualsiasi risultato ci deve essere unione e continuità. Per quanto riguarda l'occupazione... è un punto di arrivo, e la si può fare solo se è stato il movimento nazionale a volere il blocco.
Quello che vorremmo adesso fare è prendere contatti con tutti quelli che lavorano nell'istruzione, in tutte le scuole, con il movimento sindacale, con i ricercatori... etc.
E produrre poi un documento che faccia delle richieste al consiglio di facoltà, proporre un programma e chiedere al consiglio di firmare quel documento.
Stiamo inoltre scrivendo un documento in cui si chiede l'adesione all'iniziativa di fare insegnamento in piazza (si vedrà, per il momento abbiamo l'appoggio di molti professori).
A me, come singolo individuo, potrebbe anche non importare nulla, perchè non mi manca molto alla laurea e so già che dopo potrò continuare a studiare all'estero. Ma quello che c'è in ballo è troppo importante per tirarsene semplicemente fuori. (e in tutto questo continuo a preparare i miei esami, ma se fosse davvero possibile ottenere qualcosa, se si arriverà ad un'unione tra tutti gli studenti e tra studenti e professori, questa diventerà la priorità. L'istruzione è ciò che di più importante ci sia).
C'è troppa confusione. L'unica cosa sicura è che la Gelmini è un'idiota, le stronzate che emette dalla bocca mi danno il voltastomaco.
Ho tristemente constatato che molti studenti non hanno neanche idea di quello che sta accadendo. Da parte nostra (facoltà di filosofia, lettere, lingue) stiamo cercando di informare, andiamo di classe in classe, lasciamo volantini.
L'informazione è il primo, necessario, passo. E' r i d i c o l o che i diretti interessati non sappiano nulla, o, peggio, non vogliano sapere.
Trovo che le occupazioni occasionali (i 10 minuti sui binari della stazione) siano inutili, servono solo a scuotere, forse, l'opinione pubblica. Con che immagini poi... ho visto foto di studenti seduti, con birre alla mano...
Per spingere il governo ad ascoltare è necessario creare dei disagi a livello nazionale. Bisogna far diventare il movimento studentesco un movimento di livello nazionale.
I collettivi fanno ridere. La meta dovrebbe essere comune, eppure si scannano tra loro. Litigano, durante le assemblee, per minuzie, facendo perdere un sacco di tempo.
Sapete chi è il nuovo rettore della Sapienza, vero?
Frati gestisce il potere in maniera baronale, gestisce il policlinico come fosse casa sua. Questo, è il nostro rettore.
Qui c'è in gioco una ristrutturazione totale, vera e propria, dell'università, come non avveniva da decenni. Bloccare la didattica adesso, significa forse sbloccare l'università.
Ma per giungere a qualsiasi risultato ci deve essere unione e continuità. Per quanto riguarda l'occupazione... è un punto di arrivo, e la si può fare solo se è stato il movimento nazionale a volere il blocco.
Quello che vorremmo adesso fare è prendere contatti con tutti quelli che lavorano nell'istruzione, in tutte le scuole, con il movimento sindacale, con i ricercatori... etc.
E produrre poi un documento che faccia delle richieste al consiglio di facoltà, proporre un programma e chiedere al consiglio di firmare quel documento.
Stiamo inoltre scrivendo un documento in cui si chiede l'adesione all'iniziativa di fare insegnamento in piazza (si vedrà, per il momento abbiamo l'appoggio di molti professori).
A me, come singolo individuo, potrebbe anche non importare nulla, perchè non mi manca molto alla laurea e so già che dopo potrò continuare a studiare all'estero. Ma quello che c'è in ballo è troppo importante per tirarsene semplicemente fuori. (e in tutto questo continuo a preparare i miei esami, ma se fosse davvero possibile ottenere qualcosa, se si arriverà ad un'unione tra tutti gli studenti e tra studenti e professori, questa diventerà la priorità. L'istruzione è ciò che di più importante ci sia).
C'è troppa confusione. L'unica cosa sicura è che la Gelmini è un'idiota, le stronzate che emette dalla bocca mi danno il voltastomaco.
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