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Neocon americano alla vigilia delle elezioni
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Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggiodalla crisi del 29 ne uscirono abbastanza ringalluzziti
Ad oggi ci sono degli "ammortizzatori", innazitutto politici, che hanno mutato molto gli scenari nei quali la crisi si realizza.Originariamente Scritto da Superfustakkion VS Maurox
però che coincidenza quel maledetto è peggio di una fattucchiera infatti il suo sguardo da strega è inqueitante e malefico, e la testa come il mago di OZOriginariamente Scritto da proxgis VS GOTMsenti tesoro io ho fatto il gigolo (nonostante non abbia il fisico ma sono bellino che ci devo fare?)
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interessante questo articolo di giulietto chiesa sul nuovo volto della Russia a liello mondiale e la conseguente perdita di potere degli USA
di Giulietto Chiesa
Quei giorni di agosto 2008 resteranno sicuramente nella storia come giorni di una svolta, di un drastico del quadro politico internazionale. La Russia non è più quella che, per 17 anni, l'Occidente aveva immaginato che fosse. È ben vero che, i primi anni dopo il crollo, l'euforia del trionfo dell'Occidente era stata corroborata da una leadership russa di Quisling, capitanati da un ubriacone rozzo e baro, come lo fu Boris Eltsin.
Ma dopo, con la sua dipartita dal potere russo, la musica aveva cominciato a cambiare.
I segnali erano tanti. Ma i vincitori erano convinti che Vladimir Putin facesse il muso duro solo per rabbonire i russi umiliati, mentre, in realtà, proprio lui stava - lentamente, ma con chiara progressione - mettendo le basi per un cambiamento. Solo che, come dice un antico proverbio coltivato sotto ogni latitudine, Dio acceca coloro che vuole perdere.
L'illusione sulla disponibilità dei russi a lasciarsi mettere ormai il piede sul collo in ogni occasione avrebbe dovuto assottigliarsi e dare spazio al realismo.
Da queste colonne ho scritto più volte - i lettori lo ricorderanno - che la Russia aveva smesso di ritirarsi e che sarebbe venuto il momento in cui tutti avremmo dovuto accorgercene.
Al giovane avvocato americano Saakashvili, e ai suoi consiglieri e amici americani e israeliani, agli europei che continuano a tenere bordone, è toccato di sperimentare che la ritirata della Russia è finita. Resta loro ancora da capire che è finita per sempre. Nel senso che, per un periodo di tempo oggi non prevedibile, l'Occidente, o quello che ne resta, dovrà fare i conti con una Russia tornata protagonista mondiale.
E non solo perché la Russia è oggi molto più forte di quello che era nel 1991, ma perché l'Occidente - e in primo luogo gli Stati Uniti d'America - è molto più debole di allora. Sotto tutti i profili. Otto anni di George Bush hanno logorato l'America, il suo prestigio.
Ma non è solo politica. La crisi della finanza internazionale è nata dalla "Grande Truffa" dei mutui facili, costruita da Wall Street. La crisi energetica, evidente a tutti salvo a chi non vuole vederla, incombe ormai sull'intera economia mondiale e determinerà contraccolpi drammatici in tutto il mondo, mentre la Russia si trova ad essere l'unica grande potenza che ha tutte le risorse al suo interno e non avrà alcun bisogno di andarsele a prendere, con la forza, fuori dai suoi confini. Il cambiamento climatico colpirà ogni area del pianeta, ma tra tutte la più avvantaggiata sarà proprio la Russia, mentre Europa e Stati Uniti dovranno difendersene in tempi relativamente rapidi.
L'Europa, in primo luogo, avrà un bisogno imperioso, non eliminabile, dell'energia russa per fronteggiare una transizione a una società che non sarà più quella della crescita dei consumi (che verrà resa impossibile dalle nuove condizioni di scarsezza relativa e assoluta di risorse).
Queste sono considerazioni di elementare realismo, alle quali molti dirigenti europei e entrambi i candidati alla presidenza americana, sembrano essere impermeabili.
La loro visione del mondo ha continuato, in questi diciassette anni, ad essere quella della guerra fredda, dei vincitori. E hanno assunto come bibbia per i loro pensieri il libretto che Zbignew Brzezisnki aveva scritto parecchio tempo prima della caduta dell'Unione Sovietica: obiettivo prossimo venturo, "dopo la liquidazione del comunismo", dovrà essere la liquidazione della Russia, la sua scomposizione, la sua trasformazione in tre repubbliche (Russia Europea, Siberia Occidentale, Estremo Oriente russo) prima "leggermente federate" e poi indipendenti. Con la parte europea assorbibile dall'Europa, la Siberia Occidentale in mano americana, e l'estremo oriente russo messo a disposizione di Giappone e Cina, a sua volta omogeneizzata alla globalizzazione americana.
Come sappiamo le cose sono andate molto diversamente su tutti i fronti.
Ma la pressione sulla Russia è stata mantenuta, continua, asfissiante. Basta guardare oggi alle immagini della manifestazione di Tbilisi, in cui Saakashvili ha cercato di rimettersi in piedi dopo la durissima lezione subita tra il 6 e il 9 agosto, e passare in rassegna i nomi degli "ospiti" alleati morali (l'Ucraina anche alleata materiale) dell'aggressione all'Ossetia del Sud, per avere il quadro dei risultati di quella politica di Washington. Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ucraina in fila, con i loro presidenti, di fronte alla folla georgiana: vista sulla carta geografica è la rappresentazione dell'accerchiamento, di una nuova, davvero insensata, irrealistica operazione di accerchiamento. Aggiungendo la Georgia ecco completato il semicerchio con cui tutte le frontiere della Russia diventano bastioni di un'offensiva politico-diplomatico-energetica-psicologica antirussa.
Mancavano, tuttavia, la Romania, la Bulgaria, perfino la Repubblica Ceca di quel reazionario con i fiocchi di Vaclav Klaus. Mancavano l'Ungheria la Slovacchia e la Slovenia, forse solo un tantino più prudenti, forse resesi conto che la corda era stata tirata troppo ed è giunto il momento di frenare se non si vogliono maggiori guai.
Mancava perfino l'Italia, figurarsi!
E il giorno dopo Varsavia firmava l'accettazione del nuovo sistema missilistico americano.
Primo atto, presentato come "di ritorsione" dai media occidentali, mentre era in preparazione da almeno due anni. E, a proposito dei media occidentali, resta solo da constatare che l'ondata di menzogne da essi prodotte (con rarissime eccezioni) , se ha dato l'impressione momentanea di un isolamento completo della Russia in tutto l'Occidente, ha rappresentato la classica vittoria di Pirro.
Non solo perché i fatti, gli avvenimenti sul terreno, hanno confermato le versioni che venivano date dalla Russia e dai suoi media, ma perché la falsificazione è stata così imponente, così sfacciata che negli anni a venire verrà ricordata da milioni di russi (e da miliardi di persone in tutto il mondo non occidentale) come la prova definitiva che il mainstream informativo occidentale è ormai diventato un megafono - attivo e passivo - dei centri imperiali del potere. Dunque non più affidabile.
Sono quelle cose che in politica si pagano, magari non subito, magari dopo anni, ma restano nella memoria dei popoli, nella psicologia collettiva.
Questa volta i bugiardi, gli aggressori non sono stati i russi, ma "i nostri". E non hanno mentito, imbarazzati, solo i portavoce. In quelle ore mentivano i numeri uno, sfilando, uno dietro l'altro davanti alle telecamere famose delle maggiori catene disinformative. Bush che annuncia il prossimo assalto a Tbilisi e il rovesciamento del "democratico governo della Georgia", McCain che ripete la giaculatoria, e via tutti gli altri, incluso Obama. Dio ci protegga da questo futuro presidente americano, chiunque sia, nero o bianco, vecchio o giovane, democratico o repubblicano. "La Russia ha occupato Gori"; "colonne di tank russi si dirigono su Tbilisi". Le vie di Tzkhinvali, devastate dall'assalto di un esercito di migliaia di uomini di centinaia di carri armati, di aerei e elicotteri, mostrate al pubblico come fossero le strade di Gori "selvaggiamente bombardate" dagli aerei russi. Notizie di bombardamenti dell'oleodotto Baku-Ceyhan date per certe, ma inventate, offrono spazio a decine di commenti sul nulla.
Ma il vertice dell'ipocrisia avviene quando i media occidentali, resisi conto che la Russia non punta affatto a conquistare Tbilisi e che si è fermata sulle frontiere dell'Ossetia del Sud e dell'Abkhazia, cominciano a stigmatizzare indignati i bombardamenti che la Russia ha effettuato fuori da quelle frontiere. Come se tutti si fossero dimenticati che gli aerei della Nato, nel 1999, andarono a bombardare Belgrado e decine di piccoli e medi centri urbani della Jugoslavia. Semplicemente per punire la popolazione, per democratizzarla, distruggendo ponti, infrastrutture, fabbriche, ospedali. E naturalmente uccidendo centinaia, anzi migliaia di civili. Due pesi e due misure, come al solito. Noi siamo i buoni, loro sono i cattivi. Punto e basta.
Punto e basta lo ha detto ora la Russia di Medvedev e Putin. L'Ossetia del Sud e l'Abkhazia saranno riconosciute formalmente come repubbliche indipendenti dalla Russia. Fino ad ora non era avvenuto. L'avventura sanguinosa di Saakashvili e di Washington lo ha reso inevitabile prima ancora che possibile. Medvedev ha detto, senza la minima ambiguità, che la Russia accetterà le decisioni dei due popoli e le trasformerà in atti politici e diplomatici, "uniformando la propria posizione internazionale a quelle decisioni". E non vi è dubbio quali saranno quelle decisioni. E non vi saranno passi indietro rispetto a quello che ossetini e abkhazi hanno già ripetutamente scelto nei referendum per la sovranità che hanno approvato.
L'"integrità territoriale" della Georgia - questa la formula difesa da diverse risoluzioni del Parlamento Europeo che io non ho mai votato - non sarà più possibile. Saakashvili è politicamente finito. Lo terranno in piedi ancora per qualche tempo, poi dovranno spiegargli che e meglio se torna a fare l'avvocato negli Stati Uniti. La Georgia nella Nato forse entrerà, se l'Occidente insiste nella sua offensiva antirussa. E forse entrerà anche l'Ucraina. Impossibile prevedere lo sviluppo di questi eventi perché le variabili sono troppo numerose per essere calcolate tutte.
Ma gli occidentali dovrebbero sapere che ogni passo che faranno in questa direzione sarà duramente contrastato dalla Russia che, come è evidente, ha smesso di ritirarsi. Georgia e Ucraina in Europa sembrano oggi, viste da Bruxelles, più difficili di prima.
La crisi georgiana ha mostrato che in Europa vi sono forze ragionevoli che non vogliono portarsi in casa una guerra e non vogliono creare una crisi di enormi proporzioni (con l'Ucraina spaccata in due).
L'operazione Saakashvili si è rivelata un vero disastro geopolitico per gli Stati Uniti. Le onde di risucchio andranno lontano. La guerra fredda è ricominciata, e non per colpa della Russia.
L'Europa dovrà decidere da che parte stare.
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Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza Messaggiointeressante questo articolo di giulietto chiesa sul nuovo volto della Russia a liello mondiale e la conseguente perdita di potere degli USA
di Giulietto Chiesa
Quei giorni di agosto 2008 resteranno sicuramente nella storia come giorni di una svolta, di un drastico del quadro politico internazionale. La Russia non è più quella che, per 17 anni, l'Occidente aveva immaginato che fosse. È ben vero che, i primi anni dopo il crollo, l'euforia del trionfo dell'Occidente era stata corroborata da una leadership russa di Quisling, capitanati da un ubriacone rozzo e baro, come lo fu Boris Eltsin...cut...
Io sono convinto che l'Europa, alla fine, tenderà ad est.
Primariamente per motivi energetici, ma soprattutto perché ci si sta rendendo conto che ad est non ci sono più solo i centri produttivi, ma anche un mercato con potenzialità di sviluppo ancora tutte da esplorare.
Da questo punto di vista, che poi è quello principale (senza girarci attorno...), gli Usa hanno "già dato".
Ci dovrebbe essere maggiore preoccupazione per gli Stati Uniti che per la vecchia Europa, dal momento che Washington non solo dovrà ricostruire e soprattutto rivedere la propria economia, ma anche il proprio ruolo in questo mondo.
Purtroppo sembrano non capirlo.
Concord, 19 ott. - (Adnkronos) - Nel tentativo di recuperare il tradizionale elettorato repubblicano che nella Carolina del Nord e in Virginia sembra aver tradito il partito, John McCain, paragona il suo rivale in netto vantaggio, Barack Obama a un leader socialista europeo, accusandolo di voler aumentare le tasse per devolvere assistenza ai poveri. Obama invece ieri si e' dedicato allo stato in cui la battaglia e' ancora aperta, il Missouri, che per due volte consecutive ha eletto Bush alla casa Bianca, rivolgendosi alle 100mila persone che lo avevano accolto al gateway Arch di St.Louis, una folla record anche per questa seguitissima campagna, e poi ad altre 70mila riunite a Kansas City per ascoltare il secondo discorso della giornata del candidato democratico. Obama ha accusato McCain di voler snaturare il suo programma fiscale e di voler invece porre gli interessi delle persone ben inserite su quelli di camerieri e bidelli.
Premettendo che negli Stati Uniti la parola "socialismo" è automaticamente accorpata all'idea di comunismo sovietico; si riesce ancora a difendere l'esasperazione di un modello, quello strettamente capitalistico, che sta mostrando proprio in questi giorni i propri limiti.
C'è chi insiste nell'agitare addirittura lo spauracchio di quello che, in chiave europea, altro non è che un sistema economico non perfetto, ma quantomeno improntato su princìpi di maggiore equità.
In una fase, che si preannuncia lunga, nella quale gli americani sono alla disperata ricerca di maggiore equità sociale, non riuscirlo a capire va dal folle al suicida.Originariamente Scritto da Superfustakkion VS Maurox
però che coincidenza quel maledetto è peggio di una fattucchiera infatti il suo sguardo da strega è inqueitante e malefico, e la testa come il mago di OZOriginariamente Scritto da proxgis VS GOTMsenti tesoro io ho fatto il gigolo (nonostante non abbia il fisico ma sono bellino che ci devo fare?)
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Interessante articolo..
Cmq io credo che il successo, la potenza di uno Stato sia strettamente dipendente da un equilibrio tra fattori geografici, demografici, economici e sociali.. nonchè trovo che siano determinanti le competenze tecnologiche, il tessuto sociale, lo stato di diritto, l'incoraggiamento al capitale etc.....
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Originariamente Scritto da Diegosfgt Visualizza MessaggioVa anche detto che il radicato antiamericanismo di Chiesa porta ad un deciso ridimensionamento del senso dell'articolo, che, tuttavia, per alcuni aspetti è ampiamente condivisibile.
Io sono convinto che l'Europa, alla fine, tenderà ad est.
Primariamente per motivi energetici, ma soprattutto perché ci si sta rendendo conto che ad est non ci sono più solo i centri produttivi, ma anche un mercato con potenzialità di sviluppo ancora tutte da esplorare.
Da questo punto di vista, che poi è quello principale (senza girarci attorno...), gli Usa hanno "già dato".
Ci dovrebbe essere maggiore preoccupazione per gli Stati Uniti che per la vecchia Europa, dal momento che Washington non solo dovrà ricostruire e soprattutto rivedere la propria economia, ma anche il proprio ruolo in questo mondo.
Purtroppo sembrano non capirlo.
Concord, 19 ott. - (Adnkronos) - Nel tentativo di recuperare il tradizionale elettorato repubblicano che nella Carolina del Nord e in Virginia sembra aver tradito il partito, John McCain, paragona il suo rivale in netto vantaggio, Barack Obama a un leader socialista europeo, accusandolo di voler aumentare le tasse per devolvere assistenza ai poveri. Obama invece ieri si e' dedicato allo stato in cui la battaglia e' ancora aperta, il Missouri, che per due volte consecutive ha eletto Bush alla casa Bianca, rivolgendosi alle 100mila persone che lo avevano accolto al gateway Arch di St.Louis, una folla record anche per questa seguitissima campagna, e poi ad altre 70mila riunite a Kansas City per ascoltare il secondo discorso della giornata del candidato democratico. Obama ha accusato McCain di voler snaturare il suo programma fiscale e di voler invece porre gli interessi delle persone ben inserite su quelli di camerieri e bidelli.
Premettendo che negli Stati Uniti la parola "socialismo" è automaticamente accorpata all'idea di comunismo sovietico; si riesce ancora a difendere l'esasperazione di un modello, quello strettamente capitalistico, che sta mostrando proprio in questi giorni i propri limiti.
C'è chi insiste nell'agitare addirittura lo spauracchio di quello che, in chiave europea, altro non è che un sistema economico non perfetto, ma quantomeno improntato su princìpi di maggiore equità.
In una fase, che si preannuncia lunga, nella quale gli americani sono alla disperata ricerca di maggiore equità sociale, non riuscirlo a capire va dal folle al suicida.
Il modello americano è sbagliato ed imperialistico e ne abbiamo le prove ogni giorno..ormai sono tutti schiavi dell'usa..ci vorrebbero un po' di palle nell'ue ma ,si sa, i politici sono burattini manovrati da altra gente molto più influente
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Originariamente Scritto da pina colada Visualizza MessaggioInteressante articolo..
Cmq io credo che il successo, la potenza di uno Stato sia strettamente dipendente da un equilibrio tra fattori geografici, demografici, economici e sociali.. nonchè trovo che siano determinanti le competenze tecnologiche, il tessuto sociale, lo stato di diritto, l'incoraggiamento al capitale etc.....
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La superiorità degli stati uniti è, semplicemente, una superiorità militare. Banalmente, il controllo della tecnologia del settore, la capacità di arrivare un minuto prima degli altri alla nuova evoluzione degli armamenti è il marcatore di questa leadership. Niente di nuovo sotto il sole, da quando esiste l'uomo la scoperta ed il possesso della tecnologia bellica più evoluta ed efficace hanno segnato l'egemonia di chi è arrivato per primo al traguardo dell'innovazione. Dal bronzo al ferro, dal moschetto all'aereo, al nucleare. Nel momento in cui gli USA ancora detengono questa leadership negli armamenti, potranno anche fare bancarotta ma saranno sempre lì, come gendarmi del mondo.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioLa superiorità degli stati uniti è, semplicemente, una superiorità militare. Banalmente, il controllo della tecnologia del settore, la capacità di arrivare un minuto prima degli altri alla nuova evoluzione degli armamenti è il marcatore di questa leadership. Niente di nuovo sotto il sole, da quando esiste l'uomo la scoperta ed il possesso della tecnologia bellica più evoluta ed efficace hanno segnato l'egemonia di chi è arrivato per primo al traguardo dell'innovazione. Dal bronzo al ferro, dal moschetto all'aereo, al nucleare. Nel momento in cui gli USA ancora detengono questa leadership negli armamenti, potranno anche fare bancarotta ma saranno sempre lì, come gendarmi del mondo.
Il gap tra la tecnologia bellica americana e quella russa e soprattutto cinese, è molto più sottile di quanto l'amministrazione americana non paventi.
Da un punto di vista numerico, invece, il paragone non è neanche fattibile; questo è comunque un discorso che andrebbe affrontato a parte.
Inoltre vorrei sottolineare una cosa che in molti ignorano, ossia il fatto che a livello di armamenti l'Europa non ha granché da invidiare a nessuno.
Quello che conferisce ancora un leggero margine di vantaggio alla macchina bellica statunitense è una organizzazione tecnico-logistica che ad est ancora non c'è.
Inoltre gli americani sbagliano quando vogliono dare un carattere "cooptativo" all'adesione di Paesi e paesini alla Nato.
Organizzazione che, dopo la caduta del Muro, ancora non ha trovato una sua piena ricollocazione strategica, mantenedo però inalterato il solco all'interno del quale si inserisce il grimaldello politico americano, da questa parte dell'Atlantico.
Per ulteriori delucidazioni sull'argomento vi consiglio "Soldati" del generale Fabio Mini e "La Nato" di Marco Clementi.Originariamente Scritto da Superfustakkion VS Maurox
però che coincidenza quel maledetto è peggio di una fattucchiera infatti il suo sguardo da strega è inqueitante e malefico, e la testa come il mago di OZOriginariamente Scritto da proxgis VS GOTMsenti tesoro io ho fatto il gigolo (nonostante non abbia il fisico ma sono bellino che ci devo fare?)
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Originariamente Scritto da Diegosfgt Visualizza MessaggioAnche questa è un'immagine archetipa che sta cadendo.
Il gap tra la tecnologia bellica americana e quella russa e soprattutto cinese, è molto più sottile di quanto l'amministrazione americana non paventi.
Da un punto di vista numerico, invece, il paragone non è neanche fattibile; questo è comunque un discorso che andrebbe affrontato a parte.
Inoltre vorrei sottolineare una cosa che in molti ignorano, ossia il fatto che a livello di armamenti l'Europa non ha granché da invidiare a nessuno.
Quello che conferisce ancora un leggero margine di vantaggio alla macchina bellica statunitense è una organizzazione tecnico-logistica che ad est ancora non c'è.
Inoltre gli americani sbagliano quando vogliono dare un carattere "cooptativo" all'adesione di Paesi e paesini alla Nato.
Organizzazione che, dopo la caduta del Muro, ancora non ha trovato una sua piena ricollocazione strategica, mantenedo però inalterato il solco all'interno del quale si inserisce il grimaldello politico americano, da questa parte dell'Atlantico.
Per ulteriori delucidazioni sull'argomento vi consiglio "Soldati" del generale Fabio Mini e "La Nato" di Marco Clementi.
Non sono convinto che sia solo un archetipo. Inutile avere, come la Russia, testate nucleari se non si hanno i soldi per fare ricerca tecnologica ed investimenti. Basta vedere quanto investono gli USA nel settore bellico (ricorderai senz'altro come alcuni sostengano che le numerose guerre intraprese dagli USA in giro per il mondo altro non siano che una sorta di grande campo di addestramento per i suoi soldati e per la tecnologia che di continuo si produce) per capire che la supremazia è tutta lì. Se dovessimo valutare il potere economico come indicatore principale di una leadership mondiale, non da oggi gli USA dovrebbero essere scesi dal trono.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioNon sono convinto che sia solo un archetipo. Inutile avere, come la Russia, testate nucleari se non si hanno i soldi per fare ricerca tecnologica ed investimenti. Basta vedere quanto investono gli USA nel settore bellico (ricorderai senz'altro come alcuni sostengano che le numerose guerre intraprese dagli USA in giro per il mondo altro non siano che una sorta di grande campo di addestramento per i suoi soldati e per la tecnologia che di continuo si produce) per capire che la supremazia è tutta lì. Se dovessimo valutare il potere economico come indicatore principale di una leadership mondiale, non da oggi gli USA dovrebbero essere scesi dal trono.
I cinesi tecnologicamente non sono secondi agli Stati Uniti, sono solo più discreti.
Parlare di armamento bellico non serve, sia a livello strategico che tattico, dal momento che, nonostante i documenti firmati e controfirmati, circa la non proliferazione di armamenti nucleari, ne sono provvisti tutti, in condizioni di sostanziale parità.
Anche questo, tuttavia, è un discorso un po' particolare.
Cosa rimane?
Rimane la necessità tutta americana di dotarsi dello "scudo stellare".
Tuttavia i russi sono già in posseso di missili in grado di intercettare i missili americani, per i quali le postazioni in Repubblica Ceca e Polonia sono state progettate.
Inoltre giova ricordare che gli americani sono schierati su due fronti, quello iracheno e quello afgano' fronti che fanno acqua da tutti i lati.
Non se ne vede la fine, il morale delle truppe è a pezzi, non si capisce bene quale atto possa mettere la parola "fine" a quelle guerre ed in America c'è una crisi nella "vocazione" a vestire la divisa come non si vedeva dal Vietnam.
La Cina da par suo ha un esercito enorme e la Russia sta vivendo un periodo di grande rinascita nazionalistica, che si traduce in un rinnovato entusiasmo dei ragazzi e delle ragazze nel vestire la divisa.
Questi non sono dettagli.Originariamente Scritto da Superfustakkion VS Maurox
però che coincidenza quel maledetto è peggio di una fattucchiera infatti il suo sguardo da strega è inqueitante e malefico, e la testa come il mago di OZOriginariamente Scritto da proxgis VS GOTMsenti tesoro io ho fatto il gigolo (nonostante non abbia il fisico ma sono bellino che ci devo fare?)
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Originariamente Scritto da Diegosfgt Visualizza MessaggioNo, ti posso assicurare che quella della superiorità bellica americana è una reale esagerazione.
I cinesi tecnologicamente non sono secondi agli Stati Uniti, sono solo più discreti.
Parlare di armamento bellico non serve, sia a livello strategico che tattico, dal momento che, nonostante i documenti firmati e controfirmati, circa la non proliferazione di armamenti nucleari, ne sono provvisti tutti, in condizioni di sostanziale parità.
Anche questo, tuttavia, è un discorso un po' particolare.
Cosa rimane?
Rimane la necessità tutta americana di dotarsi dello "scudo stellare".
Tuttavia i russi sono già in posseso di missili in grado di intercettare i missili americani, per i quali le postazioni in Repubblica Ceca e Polonia sono state progettate.
Inoltre giova ricordare che gli americani sono schierati su due fronti, quello iracheno e quello afgano' fronti che fanno acqua da tutti i lati.
Non se ne vede la fine, il morale delle truppe è a pezzi, non si capisce bene quale atto possa mettere la parola "fine" a quelle guerre ed in America c'è una crisi nella "vocazione" a vestire la divisa come non si vedeva dal Vietnam.
La Cina da par suo ha un esercito enorme e la Russia sta vivendo un periodo di grande rinascita nazionalistica, che si traduce in un rinnovato entusiasmo dei ragazzi e delle ragazze nel vestire la divisa.
Questi non sono dettagli.
Non so. Considera che se è vero che i cinesi si lanciano entusiasticamente nella vita militare è anche vero che gli americani sono pronti (in buona parte almeno) a votare McCain solo in nome della sua vicenda personale di ex prigioniero e dei suoi proclami di dominio del mondo (e torniamo al tema del 3d). Questo per dire che il nazionalismo sta di casa non solo in Cina. Ho il sospetto che noi abbiamo un'immagine distorta degli USA, perhè è l'immagine della sua parte liberal, da esportazione che però non è quella del Texas o dell'Alabama, la stessa che plaudiva a Kerry e ad Al Gore ma che non è servita a portare nessuno dei due alla casa Bianca.
Da ultimo ti faccio una domanda: pensi che se oggi un paese, USA o altri, possedesse un'arma bellica superiore a quelle degli altri paese, questo non ne farebbe, tout court, il gendarme del mondo?In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioNon sono convinto che sia solo un archetipo. Inutile avere, come la Russia, testate nucleari se non si hanno i soldi per fare ricerca tecnologica ed investimenti. Basta vedere quanto investono gli USA nel settore bellico (ricorderai senz'altro come alcuni sostengano che le numerose guerre intraprese dagli USA in giro per il mondo altro non siano che una sorta di grande campo di addestramento per i suoi soldati e per la tecnologia che di continuo si produce) per capire che la supremazia è tutta lì. Se dovessimo valutare il potere economico come indicatore principale di una leadership mondiale, non da oggi gli USA dovrebbero essere scesi dal trono.Quoto, avevo tralasciato l'importanza della superiorità militare nel mio post precedente..
E quoto anche l'ultima parte relativa all'attuale scarso potere economico statunitense.. basta guardare chi è il maggiore creditore degli Stati Uniti..
Inoltre aggiungo, rispondendo così anche a Diego, che il militarismo stantunitense lo trovo, diciamo "teatrale" e basato su 1. la perenne non risoluzione dei problemi per giustifiicare un intervento militare indefinito, su scala planetaria.. 2. l'affrontare micropotenze, attori minori per rimanere politicamente al centro dell'attenzione e per impedire o, almeno rimandare la presa di coscienza dei potenziali pretendenti, 3. una costante corsa agli armamenti (come diceva anche Ma).. Non so se il mio ragionamento è corretto però la penso così..
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioNon so. Considera che se è vero che i cinesi si lanciano entusiasticamente nella vita militare è anche vero che gli americani sono pronti (in buona parte almeno) a votare McCain solo in nome della sua vicenda personale di ex prigioniero e dei suoi proclami di dominio del mondo (e torniamo al tema del 3d). Questo per dire che il nazionalismo sta di casa non solo in Cina. Ho il sospetto che noi abbiamo un'immagine distorta degli USA, perhè è l'immagine della sua parte liberal, da esportazione che però non è quella del Texas o dell'Alabama, la stessa che plaudiva a Kerry e ad Al Gore ma che non è servita a portare nessuno dei due alla casa Bianca.
Da ultimo ti faccio una domanda: pensi che se oggi un paese, USA o altri, possedesse un'arma bellica superiore a quelle degli altri paese, questo non ne farebbe, tout court, il gendarme del mondo?
Partiamo da un presupposto.
I Paesi in possesso dell'arma atomica si equivalgono.
Se hai una testata o ne hai mille non cambia praticamente niente, perché le armi atomiche sono armi politiche.
Sono armi politiche ed è per questo che i documenti redatti contro l'incremento degli arsenali nucleari sono praticamente carta straccia.
Nessuno, neanche un Ahmadinejad, nonostante le minacce rivolte ad Israele, sarebbe così folle da utilizzarle.
Quindi parlare di armi atomiche, su di un piano diverso da quello strettamente politico, non dico che sia errato, ma è quantomeno affrettato.
La paura, semmai, non è verso l'arma nucleare fatta e finita, ma è piuttosto rivolta verso i cosiddetti "ordigni sporchi".
Che sono cosa diversa da una bomba nucleare e che eventualmente sarebbero appannaggio di gruppi terroristici, che se utilizzassero tale arma non riceverebbero, per tutta risposta, un attacco nucleare.
Per quanto riguarda il nazionalismo a stelle e strisce.
Sì, è vero, è una caratteristica storicamente e socialmente rilevante nel tessuto americano, ma non dimentichiamo che in questo periodo gli americani stanno vivendo una crisi economica tremenda.
La gente sta perdendo il lavoro, la casa, ma in compenso le guerre stanno drenando una quantità di risorse enorme, senza produrre risultati apprezzabili.
Intanto però i soldati americani continuano a morire.
Il nazionalismo americano è davvero così forte (o folle) da troneggiare intatto a fronte di questi attacchi?
Kerry o Gore, a loro tempo, hanno dovuto fronteggiare un situazione così tremenda?
Originariamente Scritto da pina colada Visualizza MessaggioQuoto, avevo tralasciato l'importanza della superiorità militare nel mio post precedente..
E quoto anche l'ultima parte relativa all'attuale scarso potere economico statunitense.. basta guardare chi è il maggiore creditore degli Stati Uniti..
Inoltre aggiungo, rispondendo così anche a Diego, che il militarismo stantunitense lo trovo, diciamo "teatrale" e basato su
1. la perenne non risoluzione dei problemi per giustifiicare un intervento militare indefinito, su scala planetaria..
Ne abbiamo già parlato, è una tattica molto 'Neocon', ma le condizioni sono cambiate e come ho già detto non credo che gli Usa possano continuare a sobbarcarsi l'onere di una tale strategia.
2. l'affrontare micropotenze, attori minori per rimanere politicamente al centro dell'attenzione e per impedire o, almeno rimandare la presa di coscienza dei potenziali pretendenti,
Questo in parte è condivisibile, ma se la loro voleva essere una dimostrazione di forza, nel corso di questi anni non ci hanno fatto proprio una bella figura.
3. una costante corsa agli armamenti (come diceva anche Ma).. Non so se il mio ragionamento è corretto però la penso così..
La corsa agli armamenti è una strategia innanzitutto politica, è bene non dimenticarlo, e se i burocrati di Washington vorranno continuare a foraggiare l'industria bellica dovranno cambiare strategia verso il popolo americano.
Originariamente Scritto da Superfustakkion VS Maurox
però che coincidenza quel maledetto è peggio di una fattucchiera infatti il suo sguardo da strega è inqueitante e malefico, e la testa come il mago di OZOriginariamente Scritto da proxgis VS GOTMsenti tesoro io ho fatto il gigolo (nonostante non abbia il fisico ma sono bellino che ci devo fare?)
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Originariamente Scritto da Diegosfgt Visualizza MessaggioNe abbiamo già parlato, è una tattica molto 'Neocon', ma le condizioni sono cambiate e come ho già detto non credo che gli Usa possano continuare a sobbarcarsi l'onere di una tale strategia.
2. l'affrontare micropotenze, attori minori per rimanere politicamente al centro dell'attenzione e per impedire o, almeno rimandare la presa di coscienza dei potenziali pretendenti,
Questo in parte è condivisibile, ma se la loro voleva essere una dimostrazione di forza, nel corso di questi anni non ci hanno fatto proprio una bella figura.
3. una costante corsa agli armamenti (come diceva anche Ma).. Non so se il mio ragionamento è corretto però la penso così..
La corsa agli armamenti è una strategia innanzitutto politica, è bene non dimenticarlo, e se i burocrati di Washington vorranno continuare a foraggiare l'industria bellica dovranno cambiare strategia verso il popolo americano.
2. Non hanno fatto una bella figura ma hanno raggiunto almeno l'obiettivo di esser sempre "presenti" e farsi vedere con le armi in mano.. C'è da dire solo che gli scenari in cui si sono mossi nn hanno certo offerto condizioni "ottimali" ai loro scopi..
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