crollano le borse...

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    Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
    Sempre peggio..

    Vi invito alla lettura di questi due interessanti ma piuttosto preoccupanti articoli..
    E meno male che la situazione era sotto controllo e la crisi non ci avrebbe toccati..

    La JpMorgan: è lo Stato più a rischio nell'Eurozona. Ma Grecia e Irlanda sono escluse
    Rendimenti, tra i nostri titoli pubblici e i tedeschi ci sono 150 punti di differenza

    "Quale Paese fallirà per primo?"
    l'Italia in cima alle scommesse


    di VITTORIA PULEDDA


    MILANO - Con l'ingegneria finanziaria si può fare quasi tutto, anche scommettere su quante probabilità ha un paese di fallire. E l'Italia, secondo alcuni parametri, ne ha una piuttosto alta. Ma partiamo dall'inizio, dalla scommessa che implicitamente fanno gli investitori che acquisteranno i prodotti strutturati proposti Jp Morgan, chiamati appunto "First to default basket" a tre anni.

    Il meccanismo è complesso, ma la logica tutto sommato è semplice: il prodotto è, nella sostanza, un'obbligazione con una sua cedola trimestrale, che paga gli interessi a meno che uno degli otto paesi compreso nell'elenco - nel basket, appunto - fallisca (vada in default). Basta che un solo paesi salti, e da quel momento in poi tutto quello che l'investitore porterà a casa sarà limitato a quanto si riesce a prendere dalla procedura post default; un po' come è successo con i bond argentini. Il paese più a rischio all'interno del basket proposto da Jp Morgan è l'Italia.
    Il termometro che misura la febbre dei potenziali fallimenti si chiama Cds, Credit default swap: è una sorta di premio di assicurazione, quindi più si paga e più il rischio è alto (più è probabile che davvero un paese fallisca). Ebbene, il Cds dell'Italia - all'interno di questo paniere - è stato fissato a quota 130 mentre il paese più virtuoso, l'Olanda, ha una "febbre" solo di 60, meno della metà dell'Italia.

    Il peggior indicatore del rischio-paese è dunque dell'Italia, ma fuori dal paniere scelto da Jp Morgan almeno altri due stanno decisamente peggio: la Grecia e l'Irlanda. Rispetto al Cds a tre anni, Atene infatti ha un grado di rischio di 263 e Dublino di 358. Se poi ci spostiamo sulla durata dei cinque anni (molto più "popolare" per questo tipo di strumenti) il grafico della febbre mostra sempre due ammalati gravissimi, l'Irlanda e la Grecia, mentre al terzo posto troviamo l'Austria - con una "temperatura" di 255 - ma poi si arriva inevitabilmente all'Italia, con un 191. La Spagna invece viene fotografata a quota 140, il Portogallo a 130, la Francia a 88 e la Germania a 86.


    Un po' come c'è il termometro e il misuratore della pressione, ovviamente i Cds non sono l'unico modo di valutare la salute di un paese (o di una società). Un altro strumento molto usato dai mercati finanziari è il rendimento dei titoli di Stato, in particolare di quelli con una durata decennale. Ebbene, questi bond considerati appunto benchmark, valori di riferimento, si possono paragonare tra di loro, oppure si possono raffrontare con una specie di "pietra miliare", un tasso di riferimento di mercato particolarmente significativo (l'euro swap a 10 anni nel nostro caso). Ebbene, ieri questo valore - dopo il taglio dei tassi della Bce - era sceso al 3,386% ma chi volesse investire in un Bund tedesco guadagnerebbe di meno; 34 centesimi in meno per la precisione. Al contrario, un investimento in un titolo di Stato francese renderebbe 24 centesimi (punti base, nel gergo degli operatori) in più del tasso swap sull'euro; fino ad arrivare ai 116 punti base dell'Italia (passando per i 106 del Portogallo e i 72 del Belgio, a titolo di esempio). E gli ultimi della classe, Irlanda e Grecia? Il primo offre un rendimento aggiuntivo, sui suoi titoli, pari a 221 centesimi, il secondo arriva a 237. In fondo, è un solo un modo diverso di valutare il rischio-default.

    La favola del corvo

    di MASSIMO GIANNINI


    Ultimo venne il corvo. Alla fine anche Tremonti si è arreso all'uccello del malaugurio che già da settimane, secondo la vulgata governativa, volteggiava tra Confindustria e Bankitalia. Il 2009, dunque, sarà "un anno terribile". Noi lo sapevamo già. Come lo sapevano migliaia di cassintegrati rimasti senza lavoro, di precari rimasti senza sussidi, di piccole imprese rimaste senza ordinativi. Ora lo riconosce pubblicamente anche il ministro del Tesoro. La paura ha ceduto alla speranza. La resa di Giulio è verosimilmente dolorosa, e colpevolmente tardiva. Ma nessuno se ne può compiacere. Se anche lui ha capitolato, dopo mesi di cadornismo congiunturale, vuol dire che l'Italia è davvero messa male.

    Resta da chiedersi il perché, di tanta prolungata "resistenza" di fronte all'inesorabile asprezza della crisi e di tanta ostinata "renitenza" di fronte all'ineludibile principio di realtà. L'ottimismo di facciata imposto da Berlusconi all'intera squadra di governo spiega il rebus solo in parte. Il vero problema di Tremonti è la tenuta dei conti pubblici, e quindi l'affidabilità del marchio Italia sui mercati. Con un Prodotto lordo in picchiata al - 2,6%, il deficit lievita inevitabilmente verso quota 4%. Ma quello che è peggio, è che il debito esplode oltre il tetto del 110%, già pericolosamente stimato dalla Commissione Ue. In due mesi siamo tornati indietro di dodici anni. Formalmente l'Italia non figura tra i "Pigs": il Portogallo e l'Irlanda stanno peggio per crescita insufficiente, la Grecia per instabilità politica, la Spagna per emorragia occupazionale. Ma sostanzialmente l'Italia può rivelarsi il primo dei "Pigs": sta peggio di tutti per indebitamento.


    Per questo, a dispetto delle indubbie capacità previsive testimoniate dal suo fortunato bestseller pre-elettorale e al prezzo di un'apparente incoscienza dimostrata con il suo modesto pacchetto anti-crisi, Tremonti è stato così prudente e continua ad essere così restio ad aprire i cordoni della borsa. Proprio lui, il seducente modernizzatore della nuova destra politica, è diventato il sedicente conservatore del vecchio rigore contabile. Dice no al sussidio di disoccupazione proposto dal Pd, dice no all'aumento degli stanziamenti per nuovi ammortizzatori sociali, dice no a qualunque intervento sulle pensioni. Congela, ma non riforma. Ricama, ma non innova. Teme di non poterselo permettere. Se una sola posta di bilancio gli sfugge di mano, il Paese può imboccare il tunnel del default.

    Tremonti ha due incubi: gli spread, cioè i differenziali di rendimento tra i nostri titoli pubblici e quelli tedeschi, e le aste dei titoli di Stato. Se per effetto di un drastico peggioramento della nostra situazione finanziaria i primi salgono troppo, o le seconde attirano poco, l'Italia rischia la bancarotta. In questi ultimi giorni, dopo una fase di relativa quiete, gli spread sono tornati ad aggirarsi intorno ai 150 punti base. Non è un dramma: ma un po' di tensione è tornata. La scorsa settimana, all'ultima asta dei Btp, il Tesoro è riuscito a collocare oltre 10 miliardi di titoli, con una domanda del mercato a livelli record. Un segnale confortante: ma legato essenzialmente al buon rendimento offerto. L'equilibrio del mercato è fragilissimo. Basta un niente, e tutto può saltare. Sui "Cds" (le polizze che coprono dall'ipotesi di crack dei singoli Paesi) e sugli "swap" (prodotti assimilati che investono sul rischio-default degli Stati Sovrani) l'Italia resta ai primissimi posti. Nel primo caso siamo a 173 punti base, subito dopo i 350 dell'Irlanda. Nel secondo caso (come riferiamo a pagina 7 del giornale) a 116 punti base, subito dopo i 237 della Grecia e i 221 dell'Irlanda.

    Camminare a lungo, sull'orlo di questo precipizio, non è facile per nessuno. Tremonti non può sperare neanche troppo nell'Europa. È in atto un tentativo, che parte da Roma e incrocia altre cancellerie europee, per verificare se si possa attribuire alla Bce la facoltà di trasformarsi in acquirente di ultima istanza dei titoli del debito pubblico rimasti eventualmente invenduti alle aste indette dagli Stati Sovrani. Ma una prima istruttoria fatta in questi giorni a Francoforte ha già dato esito negativo: occorrerebbe una modifica del Trattato, e questo sbarra la strada a qualunque ipotesi di accordo, visti i dissidi che già caratterizzano il rapporto franco-tedesco su una proposta come quella dell'emissione di un eurobond europeo. Come ha detto in questi giorni lo stesso ministro a un interlocutore autorevole: "Non troviamo un'intesa nemmeno sulle date delle riunioni, figuriamoci se possiamo trovarla su robe del genere...".

    Insomma, l'Italia è senza rete. E come si dice in queste ore nel grattacielo dell'Eurotower, "praticamente non ha margini di manovra". Deve solo sperare che la crisi, benché così acuta, non sia troppo lunga. Che nel frattempo non crolli qualche banca, magari schiacciata dal macigno delle "zombie banks" dell'Est-Europa. Che il quadro sociale e politico regga, sotto il peso di un'emergenza occupazionale sempre più rovinosa. Tremonti lo sa, ma non può dirlo. Per questo sembra paralizzato, e vive come una minaccia ogni richiesta di "fare di più" contro la crisi. Per questo appare isolato, e vede come il fumo negli occhi Mario Draghi, l'ombra di Banco che incombe suo malgrado su Palazzo Chigi e su Via XX Settembre, nel malaugurato caso di un tracollo dell'economia. Ma per governare la madre di tutte le crisi servono realismo e coraggio. Il primo, finalmente, sembra arrivato. Il secondo, purtroppo, lo stiamo ancora aspettando.
    la cosa sconvolgente è questa.....permettere a delle banche di investimento di fare prodotti simili......fossi l'italia denuncerei questo istituto....

    sembra che la borsa sia diventata la snai

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      Originariamente Scritto da stylus Visualizza Messaggio
      la cosa sconvolgente è questa.....permettere a delle banche di investimento di fare prodotti simili......fossi l'italia denuncerei questo istituto....

      sembra che la borsa sia diventata la snai
      Mmmmh.. che sia un'errata corrige??..

      dal sito Borsa Italiana:
      Italia: Jp Morgan chiede a Consob di indagare su rumors merito credito Paese

      MILANO (MF-DJ)--Jp Morgan ha chiesto alla Consob di indagare sui rumors di mercato legati alla stabilita' del sistema finanziario italiano.
      Contrariamente allo speculazioni di mercato, si legge in una nota della banca d'affari, il dipartimento di ricerca non ha pubblicato un report sul debito che evidenzia come probabilmente l'Italia andra' in default.
      La banca sottolinea, infine, che contrariamente a quanto asserito da Repubblica, Jp Morgan non sta mettendo in vendita un prodotto strutturato che implica o indichi una negativa visione del merito di credito della Repubblica Italiana. Com/fus

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        L'america non è in crisi, è una mossa per destabilizzare i mercati europei e mondiali, il governo americano sta facendo "cassetto" da 5 anni, li nasconde, li imbosca e li accumula, non sono mancanti nel vero senso della parola, attendono ancora un paio di anni che tutti gli stati dell'Europa falliscono per venire in qua con due navi piene di contanti, vogliono comperare l'Europa intera cash



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          Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
          L'america non è in crisi, è una mossa per destabilizzare i mercati europei e mondiali, il governo americano sta facendo "cassetto" da 5 anni, li nasconde, li imbosca e li accumula, non sono mancanti nel vero senso della parola, attendono ancora un paio di anni che tutti gli stati dell'Europa falliscono per venire in qua con due navi piene di contanti, vogliono comperare l'Europa intera cash

          La crisi c'è anche in america, e l'europa non fallirà. Anzi...

          La crisi nel 2009/2010 sarà sentita soprattutto da chi ha fatto la cicala, la formica invece avrà un po di rossore dietro ma nulla che non si possa curare.
          E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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          • pina colada
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            La crisi c'è anche in america, e l'europa non fallirà. Anzi...
            Lo spero.. cosa te lo fa pensare?

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            • Sergio
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              La crisi c'è anche in america, e l'europa non fallirà. Anzi...

              La crisi nel 2009/2010 sarà sentita soprattutto da chi ha fatto la cicala, la formica invece avrà un po di rossore dietro ma nulla che non si possa curare.
              Era una battuta



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                Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                Lo spero.. cosa te lo fa pensare?
                le crisi precedenti, la bolla speculativa recente del petrolio.

                Un europa disgregata invece sarebbe una tragedia.

                Resisteremo...e diventeremo piu forti di prima.

                Anche se in questo periodo la nazionalizzazione appare come una via da seguire
                E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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                  Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza Messaggio
                  in realtà credo che se uno non abbia problema di liquidità immediato, potrebbe (dovrebbe) investire in maniera decisa sul mercato equity.


                  ok....ma devi avere un limite anche di tempo max in cui resti a mercato...e adesso 5 minuti sono una....eternità ( la parola cassettista....meglio dimenticarla per un pò )

                  ...discorso diverso i derivati..ttutta la mia ammirazione a chi va over con questi adesso ....io no ma va ben lo stess
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                    le crisi precedenti, la bolla speculativa recente del petrolio.

                    Un europa disgregata invece sarebbe una tragedia.

                    Resisteremo...e diventeremo piu forti di prima.

                    Anche se in questo periodo la nazionalizzazione appare come una via da seguire
                    Confido nelle tue parole.. però mi spaventa una reazione a catena qui in Europa.. Temo che la Bce non abbia gli strumenti necessari per frenarla se si verificasse..
                    Per quanto riguarda la nazionalizzazione non vedo altre alternative, purtroppo..

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                      Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza Messaggio
                      le crisi precedenti, la bolla speculativa recente del petrolio.

                      Un europa disgregata invece sarebbe una tragedia.

                      Resisteremo...e diventeremo piu forti di prima.

                      Anche se in questo periodo la nazionalizzazione appare come una via da seguire

                      mi sembra che già le misure prese ( poche ) siano diverse tra i vari membri della ue...l'euro resisterà...come non lo so....ma le politiche economiche/fiscali sono e (IMHO) diventeranno ancora più differenziate anche dentro la ue....mi sembra una guerra tra poveri..e noi siamo quelli che partono con il -10 ....grazie al debito pubbl.( che gli altri paesi ue non ci pagheranno maiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ...piuttosto....)

                      siamo molto molto diversi da paesi come gli usa....
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                        Originariamente Scritto da trader Visualizza Messaggio
                        mi sembra che già le misure prese ( poche ) siano diverse tra i vari membri della ue...l'euro resisterà...come non lo so....ma le politiche economiche/fiscali sono e (IMHO) diventeranno ancora più differenziate anche dentro la ue....mi sembra una guerra tra poveri..e noi siamo quelli che partono con il -10 ....grazie al debito pubbl.( che gli altri paesi ue non ci pagheranno maiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ...piuttosto....)

                        siamo molto molto diversi da paesi come gli usa....
                        Avevano paura di shock asimmetrici.. si arrovellavano per capire come si sarebbe dovuto reagire dinnanzi ad essi.. e adesso che si trovano davanti uno shock simmetrico non sanno più cosa fare e ognuno cerca di salvare se stesso a suo modo..

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                          Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                          Avevano paura di shock asimmetrici.. si arrovellavano per capire come si sarebbe dovuto reagire dinnanzi ad essi.. e adesso che si trovano davanti uno shock simmetrico non sanno più cosa fare e ognuno cerca di salvare se stesso a suo modo..


                          ...yes..ognuno deve salvare se stesso( ma io un pò di burocrati e banchiere della bce li manderei fuori a zappare...e sarebbe un bel risparmio per le finanza pubbliche)
                          ....avete idea dei soldi che la grande germania dovrà tirar fuori per le proprie banche ?!....anche il colosso della ue ha gatte da pelare...figurati chi è entrato nell'€ per la porta.... cioè noi

                          ...anche se in fondo...i schei non spariscono...vanno in altri paesi,e non da oggi....
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                            ...yes..ognuno deve salvare se stesso( ma io un pò di burocrati e banchiere della bce li manderei fuori a zappare...e sarebbe un bel risparmio per le finanza pubbliche)
                            ....avete idea dei soldi che la grande germania dovrà tirar fuori per le proprie banche ?!....anche il colosso della ue ha gatte da pelare...figurati chi è entrato nell'€ per la porta.... cioè noi

                            ...anche se in fondo...i schei non spariscono...vanno in altri paesi,e non da oggi....


                            Nel secondo articolo che ho postato lo spiega bene..

                            ..Il denaro "bruciato" non si volatilizza..

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                              Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio


                              Nel secondo articolo che ho postato lo spiega bene..

                              ..Il denaro "bruciato" non si volatilizza..

                              ops sorry ,sono vecchio....e lavoro come un matto ( adesso basta chiudo)

                              Vi lascio un grafico...che dice molto...meglio di tante parole...Mr Sp 500 index month
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                              • pina colada
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                                Originariamente Scritto da trader Visualizza Messaggio
                                ops sorry ,sono vecchio....e lavoro come un matto ( adesso basta chiudo)

                                Vi lascio un grafico...che dice molto...meglio di tante parole...Mr Sp 500 index month
                                No ma ti stavo dando ragione..

                                Ma lavori nel campo, giusto?

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