Reazione a catena..

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  • pina colada
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    Reazione a catena..

    Che casino... Proprio ieri a lezione il prof ci spiegava, a proposito della crisi dei mutui, dei grossi problemi che questa banca stava affrontando nelle ultime ore.. In quel momento stavo per chiedergli, ricordo, "Ma se dovesse fallire?!"...Ho taciuto però per timidezza.. Stamattina accendo il tg e...

    Lehman Brothers dichiara fallimento


    I possibili acquirenti si sono ritirati dopo il rifiuto del governo Usa di intervenire con fondi a sostegno

    NEW YORK - Lehman Brothers ha avviato la procedura fallimentare. La banca d'affari statunitense ha chiesto alle autorità americane di far ricorso al "Chapter 11" che le consentirà di procedere alla ristrutturazione, mentre vengono congelate le iniziative autonome dei suoi singoli creditori. Una decisione presa dopo che la banca d'affari non è riuscita a trovare un acquirente che si facesse carico dei suoi 60 miliardi di dollari di attività sull'immobiliare a elevato rischio. Ora i 26.000 dipendenti perderanno probabilmente il posto di lavoro. Lehman in Europa conta su 6 mila dipendenti. Nelle sedi italiane i dipendenti sarebbero complessivamente 140, di cui 120 operativi su Milano e i restanti 20 su Roma.

    FALLIMENTO RECORD - Il fallimento di Lehman è il più grande nella storia delle bancarotte mondiali. Lehman ha superato infatti il crac di WorldCom, il gruppo telefonico che finì in amministrazione controllata nel 2002. Lehman ha un debito pari a circa 613 miliardi di dollari.

    BUSH: LIMITARE I DANNI - «Siamo al lavoro per ridurre l'impatto della crisi finanziaria sull'economia», ha detto il presidente Usa George W. Bush in una breve conferenza stampa alla Casa Bianca. La situazione è critica, ha aggiunto, e «nel breve periodo l’impatto potrebbe essere grave», ma il governo americano «sta lavorando per ridurre l’effetto negativo delle turbolenze». Bush ha sottolineato di essere in continuo contatto con il segretario al Tesoro, Henry Paulson, e con la Securities and Exchange Commission (la Consob statunitense) allo scopo di «promuovere la stabilità». Il presidente si è detto «fiducioso» circa la capacità dell’economia americana, che «rimane solida», di «bilanciare aggiustamenti sui mercati finanziari».

    E BOFA COMPRA MERRILL - Il passo è diventato inevitabile dopo che gli ultimi potenziali acquirenti si sono defilati: la Bank of America si è infatti lanciata sull'acquisto della banca d'affari Merrill Lynch (accordo per 50 miliardi di dollari, con un premio del 70% rispetto alla chiusura della quotazione di Wall Street di venerdì scorso), mentre la britannica Barclays non ha voluto procedere dopo che il governo americano ha chiarito che non avrebbe garantito i debiti di Lehman.

    LA CRISI - Lehman Brothers, fondata 158 anni fa, è stata messa in ginocchio dalla crisi dei mutui. Il tracollo è anche il frutto della decisione del Tesoro e della Fed di concedere col contagocce i soldi dei contribuenti americani per Lehman, a differenza di quanto avevano fatto a marzo per Bear Stearns, il cui crac era stato attenuato, grazie ai 30 miliardi che la Fed aveva messo a disposizione di Jp Morgan accorsa a salvarla. Anche una settimana fa, di fronte alla crisi di insolvenza di Freddie Mac e Fannie Mae, le autorità avevano optato per una rete di salvataggio, che costerà non meno di 200 miliardi di dollari. In questi giorni però, di fronte al crac di Lehman, Fed e Tesoro si sono dimostrate restie ad intervenire.

    ESPOSIZIONE - L'esposizione di Lehman Brothers nel settore dei mutui residenziali ammontava alla fine di agosto a 13 miliardi di dollari, mentre quella sui mutui commerciali a 33 miliardi di dollari. Lo evidenzia il «Wall Street Journal» secondo cui la liquidazione di Lehman Brothers potrebbe provocare un'ondata di «fire sale» nei due settori abbattendo ulteriormente il valore degli asset detenuti dagli altri istituti di credito. Lehman, precisa il quotidiano finanziario Usa, è anche fortemente interconnesso con moltri altri mercati come quelli sui credit-default swap di cui è uno dei top 10 player.

    GOLDMAN SACHS E MORGAN STANLEY A RISCHIO - E ora l’attenzione è sulle due banche d’affari americane rimaste apparentemente in piedi, ovvero Goldman Sachs e Morgan Stanley. A questo punto, cosa accadra’ a Goldman Sachs e Morgan Stanley? Molti investitori ritengono che Morgan Stanley potrebbe essere costretta a una fusione con un’altra banca, come fa notare la stessa agenzia di stampa Dow Jones. Tuttavia altri esperti mettono in rilievo come non ci sia al momento un colosso che possa acquistare Morgan, se si considera che ormai Bank of America, con l’acquisto di Merrill Lynch, sara’ in effetti fuori gioco. Ci sarebbero si’ Wells Fargo e US Bancorp, ma nessuna delle due ha manifestato un interesse per rilevare una societa’ grande del calibro di Morgan Stanley. Ed e’ anche per questo motivo che secondo Nancy Bush, analista di NAB Research, l’unico potenziale acquirente potrebbe essere proprio Goldman Sachs. A meno che non si considerino le grandi banche straniere, tra cui Barclays, che aveva manifestato un interesse per Lehman, per poi fare dietrofront. Nessun commento e’ arrivato al momento da Goldman Sachs, sebbene il colosso abbia diffuso un comunicato in cui conferma la responsabilita’ per tutte le azioni quotate che per il loro trading hanno utilizzato Lehman Brothers.

    LICENZIAMENTI - La bancarotta di Lehman Brothers, oltre a mandare a picco le Borse, sta avendo gravi ripercussioni sul fronte occupazionale. Solo in Europa, riferisce l'Adnkronos, sono stati licenziati seimila dipendenti.

    FONDI - Per far fronte a una mancanza di liquidità, la Bce ha inserito nel mercato 30 miliardi di euro, più altri 6,4 la Banca d'Inghilterra. Dieci banche (Bank of America, Citibank, Barclays, Credit Suisse, Ubs, JpMorgan, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Deutsche Bank e Morgan Stanley) hanno dato vita a un fondo di 70 miliardi con il quale si assicurano liquidità aggiuntiva a sufficienza. Le risorse del fondo possono anche aumentare se altre istituzioni decidessero di aderire all'iniziativa. Non c'è nessun nome italiano tra i 30 maggiori creditori non garantiti di Lehman Brothers nel documento depositato al tribunale di New York. «La nostra esposizione con Lehman Brothers è limitata», ha riferito l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo.



    E ora cosa accardà..






    E aggiungo un articolo di Rampini, pubblicato su La Repubblica, che spiega meglio la situazione:

    La crisi finanziaria più grave da un secolo, la definisce l'ex banchiere centrale Alan Greenspan. Governi e banche centrali annaspano, non trovano un argine, un punto d'arresto che blocchi la spirale dei crac. Da Bush a Trichet arrivano generiche rassicurazioni che non convincono nessuno. Lehman Brothers, la prestigiosa merchant bank con 158 anni di storia, è costretta alla liquidazione fallimentare. Una rivale ancora più grande, Merrill Lynch, viene salvata per un pelo "svendendola" in extremis alla Bank of America, che paga la metà di quel che valeva un anno fa. Una delle maggiori compagnie assicurative del mondo, American International Group, domenica era condannata a "pochi giorni di sopravvivenza": la banca centrale Usa le ha praticato il massaggio cardiaco in camera di rianimazione con uno strappo alle regole per consentire un prestito d'emergenza di 70 miliardi di dollari.

    Un panorama di guerra ieri mattina ha accolto Wall Street al risveglio da uno dei weekend più disastrosi della sua storia. Il paesaggio bancario americano ne è emerso sfigurato, amputato, con dei lugubri vuoti al posto di istituzioni un tempo potenti e venerate. Centomila posti di lavoro sono spariti, nel solo settore bancario, dall'inizio di questa crisi. Merchant banking, investment banking, security houses: tutti i mestieri della finanza moderna coincidevano con quei soggetti spazzati via in 48 ore. Merrill Lynch era famosa per le gestioni patrimoniali da clientela facoltosa. L'ha mangiata in un boccone la "plebea" Bank of America, la banca fondata dall'emigrante italiano Giannini per prestar soldi ai pescatori di San Francisco, e che oggi ha la sua sede non a Manhattan ma nella provinciale Charlotte, North Carolina: un luogo disertato dai brillanti talenti con Master in Business Administration a Harvard.



    La lista delle vittime è destinata ad allungarsi, ora tutti speculano sull'imminente fallimento di Washington Mutual, la più grande cassa di risparmio degli Stati Uniti. Come le sue consorelle defunte, anche lei è affondata dal crac dei mutui, dal crollo del mercato immobiliare, e da un portafoglio-titoli pieno di strumenti derivati altamente speculativi, il cui valore è ormai indefinibile. Li chiamano "toxic assets", attivi finanziari tossici, come scorie contaminate di una discarica: dei mostri mutanti che si sono infilati anche nei portafogli di molti risparmiatori, e non solo americani.

    Nonostante la perdita record di 500 punti del Dow Jones, la Borsa americana poteva crollare di più. Ma le percentuali dei ribassi non dicono molto. I numeri delle perdite azionarie sono falsati dalla frenetica attività di intervento delle banche centrali e dei colossi privati del credito. Se il Tesoro Usa ha dovuto cessare i salvataggi pubblici a spese del contribuente, per l'esplosione del debito pubblico a due mesi dall'elezione presidenziale, la Federal Reserve invece sta usando tutte le risorse a disposizione per arrestare il contagio del panico. Il suo presidente Ben Bernanke quando faceva l'economista si specializzò nello studio della crisi del 1929. La sua teoria è nota: pur di evitare un bis della Grande Depressione la banca centrale può anche mandare degli elicotteri a sorvolare gli Stati Uniti gettando pacchi di banconote sulle città. In senso figurato è quello che sta facendo.

    Ha chiamato a raccolta anche le dieci maggiori banche mondiali per costituire un fondo d'emergenza di 70 miliardi. Missione: garantire liquidità al sistema. Ma la liquidità non basta, perché quando crolla la fiducia ognuno se la tiene stretta e il credito langue anche per le attività produttive. Se non il 1929, il rischio è la sindrome giapponese, la lunga depressione che paralizzò l'economia nipponica per dieci anni.

    L'Europa non è al riparo. Anche se il bubbone dei mutui scoppiò in America all'inizio dell'estate 2007, i germi della malafinanza sono ovunque e hanno già seminato danni in Europa: gli hedge fund Bnp Paribas chiusi per insolvenza; la bancarotta di Northern Rock a Londra; le voragini di perdite della svizzera Ubs. Perfino l'Asia è in difficoltà, perché le banche centrali cinese, giapponese e coreana per riciclare i loro immensi attivi commerciali si sono riempite le casseforti di titoli-spazzatura americani.

    Il terremoto finanziario strema l'economia reale. In America i licenziamenti di massa e la distruzione di risparmio inducono inevitabilmente a ridurre il tenore di vita. I consumatori Usa, già i più indebitati del mondo, sono come centinaia di milioni di piccole banche malate, costrette a tappare precipitosamente i loro buchi di bilancio. Lo spettro della deflazione era ben visibile ieri nell'ennesima caduta del prezzo del petrolio, un indicatore sensibile che prevede forti riduzioni dei consumi. Perfino la banca centrale di Pechino è stata costretta a tagliare i tassi per timore di un rallentamento della crescita. Tutti devono adeguarsi a un mondo dove i valori stanno sgonfiandosi. È un atterraggio tutt'altro che morbido.

    La risposta dei governi e delle banche centrali resta inadeguata. Questa crisi nella sua forma "acuta" è già vecchia di 15 mesi. È chiaro che un ruolo malefico è stato svolto dalla finanza parallela, il sistema bancario "ombra" in cui prosperavano le Bear Stearns e le Lehman Brothers: un settore assurto a immensa potenza eppure non regolato, spesso addirittura incomprensibile per gli addetti alla vigilanza. La finanza creativa si vantava di ridurre i rischi "spalmandoli" su miriadi di titoli complessi; al contrario ha nascosto una spaventosa dilatazione dei rischi. Da 15 mesi nei vertici internazionali si parla di una nuova architettura della governance finanziaria, di nuovi sistemi di controlli e sanzioni. Molte bancherotte dopo, siamo ancora al punto di partenza.

    Last edited by pina colada; 16-09-2008, 08:38:17.
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    #2
    Vedremo se ci sarà qualche altro cadavere io continuo a non essere ottimista :nono2:

    Mi sembra molto strano che Bank of America si compri a 1 prezzo così elevato Merrill... e come mai la Fed abbia salvato Bear Stearns ma non Lehman, ma evidentemente ci sono dei motivi dietro, il Tesoro americano sta cercando di amministrare la crisi
    Last edited by pumbaa; 16-09-2008, 08:51:11.

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      #3
      Originariamente Scritto da pumbaa Visualizza Messaggio
      Vedremo se ci sarà qualche altro cadavere io continuo a non essere ottimista :nono2:

      Mi sembra molto strano che Bank of America si compri a 1 prezzo così elevato Merrill... e come mai la Fed abbia salvato Bear Stearns ma non Lehman, ma evidentemente ci sono dei motivi dietro, il Tesoro americano sta cercando di amministrare la crisi
      A questo punto temo di averlo perso anch'io l'ottimismo.. E la domanda che ti poni tu sul comportamento della Fed me la stavo facendo anch'io tra me e me ieri a lezione.. Non so cosa pensare...

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        #4
        Ieri sentivo qualche commento a caldo (il Chapter 11 è stato reso noto ieri mattina presto), apparentemente Bear era insolvente a causa di impossibilità di avere cash a disposizione, mentre il problema di Lehman è di non poter riuscire a trovar capitale... secondo me c'è anche il fatto che han preferito salvare il primo crack (Bear) e voluto dare 1 segnale che invece per colpe diverse non vogliono entrarci usando soldi pubblici.
        Il segnale dato (considerando la nazionalizzazione di fatto di Fannie Mae e Freddie Mac) è sicuramente forte... ma dubito che sia finita qui.

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          #5
          Originariamente Scritto da pumbaa Visualizza Messaggio
          Ieri sentivo qualche commento a caldo (il Chapter 11 è stato reso noto ieri mattina presto), apparentemente Bear era insolvente a causa di impossibilità di avere cash a disposizione, mentre il problema di Lehman è di non poter riuscire a trovar capitale... secondo me c'è anche il fatto che han preferito salvare il primo crack (Bear) e voluto dare 1 segnale che invece per colpe diverse non vogliono entrarci usando soldi pubblici.
          Il segnale dato (considerando la nazionalizzazione di fatto di Fannie Mae e Freddie Mac) è sicuramente forte... ma dubito che sia finita qui.
          Aspetta non mi torna una cosa: per Bear li hanno utlizzati i soldi pubblici, e così per Fannie Mae e Freddy Mac (il tesoro mi pare sia intervenuto in questo caso).. Perchè per la Lehman no?! I motivi dell'insolvenza sono diversi certo, però forse la Fed avrebbe potuto fare qualcosina in più????

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          • pumbaa
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            #6
            Eh non lo so perché Lehman l'han lasciata partire penso che solo Paulson e compari sappiano perché...

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            • pina colada
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              #7
              Originariamente Scritto da pumbaa Visualizza Messaggio
              Eh non lo so perché Lehman l'han lasciata partire penso che solo Paulson e compari sappiano perché...
              ..Che ci siano motivi "politici" dietro?! Ma non voglio sbilanciarmi...

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              • pumbaa
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                #8
                Un blog che guardo spesso ha scritto questo:

                I have nothing to say about Lehman itself, except to say that I really and truly believe they could have remained solvent in a more normal market. I'll also say I'm surprised no deal emerged as it seemed to me like there were enough parts worth buying. But deep down, I think Barclays in particular was scared that if they bought "Lehman" assets, the market would have seen it as nothing more than "Lehman" assets. In other words, Barclays might have gotten away with buying the same assets from someone else, but the very fact that they were Lehman's would create a special stain. What would then stop them from coming for Barclays? Ultimately, it was too risky.

                On the market overall, it should be lower. Goldman and Morgan Stanley are going to have to merge with a bank. Period. Even if its a bank that's smaller (say a U.S. Bank), it will have to be done to diversify their funding sources.

                This also pushes back any kind of recovery for the economy for a long time. I was thinking 3Q 2009, but now I'm thinking at least a year beyond that. I could be convinced to move off that either way by incoming delinquency figures, but for now I'm thinking year-end 2010 before any improvement in the economy.

                So I've further reduced my credit underweight and increased Treasury exposure. The risk on Treasuries is the dollar. Most of the Treasury rally in September was dollar related up to today. For the moment we're getting a big rally on fear, which makes sense. But if the dollar starts to get pushed around, the Treasury market won't hold up.

                Right now I'm willing to bet on Treasuries because I don't think Europe is any better off, and in fact I'd expect interest rate differentials to favor the U.S. on the margins (i.e., Europe will cut rates). But the situation is fluid enough to where I'm watching everything very closely.

                This is truly uncharted territory.

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                  #9
                  Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                  ..Che ci siano motivi "politici" dietro?! Ma non voglio sbilanciarmi...
                  Ci sono sicuramente, ma quali...

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                  • pina colada
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                    #10
                    Adesso scappo in facoltà, quando torno leggo meglio l'articolo che hai postato Grazie

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                    • Conan
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                      #11
                      Le grandi crisi finanziare alla fine credo facciano bene visto che sono seguite da periodi di ricrescita e di occupazione.
                      Il pericolo però è che gli USa decidano come spesso hanno fatto, di risolvere la crisi facendoi qualche guerra......
                      sigpic"Ooh amore ooh amante
                      Che fai stasera ragazzo?
                      Tutto va bene, solo tienimi stretto
                      Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

                      Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)

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                      • Luna Caprese
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                        #12
                        è vero caro Conny

                        in effetti il capitalismo senza crisi periodiche non potrebbe andare avanti ; deve distruggere per forza delle risorse per poter ripartire...
                        "Ho preso il fucile e gli ho tirato due colpi di pistola" ( Aspirante velina )
                        sigpic

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                        • maigap
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                          #13
                          Originariamente Scritto da Luna Caprese Visualizza Messaggio
                          in effetti il capitalismo senza crisi periodiche non potrebbe andare avanti ; deve distruggere per forza delle risorse per poter ripartire...
                          si, ma questo "ciclo" può andare avanti all'infinito, oppure ha dei limiti?
                          da profano, ho l'impressione che la finanza sia cambiata tantissimo negli ultimi anni e che siano stati inventati mano a mano degli "stratagemmi" per tenere in piedi un castello di carte.
                          l'attuale modello economico è sostenibile ancora a lungo?

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                            #14
                            Dove mancano i soldi, sopratutto tanti, vuol dire che ce nè stata una fuga (o falla) da qualche parte. La cosa preoccupante è che il governo americano, nn ha messo mano a questa banca, ne organizzato piani di recupero, letteralmente fatta fallire. E ora che succede? Grosso rischio che salti qualcun'altro.....
                            http://bunkstrutts.files.wordpress.c...bing.gif?w=450
                            tutto ciò che scrivo sono deliri

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                            • Dan Master's
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                              • Jun 2008
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                              • liguria, west coast, dal verdummaro a parlare di giustizia.
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                              #15
                              Dopo la crisi del'29 ci fu il New deal di Roosevelt, una complessa manovra dello stato non una guerra di conquista.
                              Altre potenze reagirono alle crisi con guerre di conquista pochi anni dopo...
                              Serve mettere un po' di freno all' iper-liberismo degli ultimi anni.
                              Niente è necessario nel capitalismo, che non ha schemi rigidi come gli altri sistemi che hanno fallito, bisogna solo capire quanto deve essere presente lo stato. Forse in questo momento deve essere pìù presente.

                              Routine:
                              http://www.youtube.com/watch?v=ZX0KunkVOog

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