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Concordo. Il "chiedete" di Cristo ha come fine primo lo Spirito: non ha senso chiedere altro se prima non si è chiesto questo.
In Luca (Lc 11, 9-13) questo intento è assolutamente chiaro (notare la contrapposizione pane-pesce-uovo che danno i "padri", cose ovviamente "terrene", con lo Spirito Santo che dà il Padre).
Si, questo passaggio di Luca chiarisce tutto.
Ciò che Cristo promette è l'eternità, e promette di aiutare l'uomo in quel senso, ma è questi che deve tendervi, nudo e povero di ogni pretesa terrena.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Si, questo passaggio di Luca chiarisce tutto.
Ciò che Cristo promette è l'eternità, e promette di aiutare l'uomo in quel senso, ma è questi che deve tendervi, nudo e povero di ogni pretesa terrena.
Anche in Giovanni (Gv 14, 13-17), Vangelo non sinottico, troviamo l'accostamento tra il "chiedere" e lo Spirito.
13Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.
14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
16Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre,
17lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.
Anche qui l'oggetto del "chiedere" è riportato al Consolatore (che è spiegato essere lo Spirito di verità). Peculiare, a mio avviso, il fatto che lo Spirito venga appellato in tal modo proprio ad indicare il conforto (dal mondo) che opera in chi lo riceve. Ma, ancora una volta, lo Spirito non è del "mondo" (e non ha nulla a che fare con le "cose del mondo"): solo gli apostoli possono coglierlo poiché egli dimora presso di loro in Cristo e sarà in loro stessi, dono del "chiedere", Regno del Padre.
Il richiamo all' opera del Dio trino, cui ti riferivi nell'ultima parte dell'altro tuo post è, a mio avviso, in questi versetti evidentissimo.
Parlo sempre volentieri di queste cose infatti
Venendo a noi, mi pare - secondo la mia opinione - che il punto focale di tutto risieda in quel "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro", che spiega quanto detto prima da Gesù.
Non si deve infatti intendere quel "qualunque cosa" come fosse riferito a beni mondani, in quanto Cristo ha detto, e bisogna tenerlo sempre presente, che il suo Regno non è di questo mondo, perchè in questo mondo l'uomo e solo l'uomo vi abita ed agisce.
Ma l'uomo ha anche la possibilità di "creare" lo Spirito, e questo avviene sopratutto quando prega, quando cioè le sue energie spirituali vengono messe gratuitamente a disposizione di tutti, sopratutto di chi, come insegna il Vangelo, ne ha più bisogno.
Ecco allora che quando gli uomini pregano, Cristo è in mezzo a loro, tramite lo Spirito, che porta al Padre, colui che esaudisce questa "richiesta" spirituale , perchè l'anima che prega è già un'anima ordinata, volta al bene, replica il movimento che il Dio trino compie da sempre, relazionandosi attraverso il Figlio e lo Spirito, e dunque non può non riconoscere a quell'anima il dovuto.
quindi questo "chiedere qualunque cosa" implica il fatto che se siamo nella Sua grazia "non mancheremo di nulla".
Concordo. Il "chiedete" di Cristo ha come fine primo lo Spirito: non ha senso chiedere altro se prima non si è chiesto questo.
In Luca (Lc 11, 9-13) questo intento è assolutamente chiaro (notare la contrapposizione pane-pesce-uovo che danno i "padri", cose ovviamente "terrene", con lo Spirito Santo che dà il Padre).
grazie per le vostre preziose risposte ragazzi.. ora potrò dire al mio parroco che i miei dubbi spiritual-tologici vengono risolti su un forum di body builders
Si, questo passaggio di Luca chiarisce tutto.
Ciò che Cristo promette è l'eternità, e promette di aiutare l'uomo in quel senso, ma è questi che deve tendervi, nudo e povero di ogni pretesa terrena.
in quanto a te Sean concedimi un po' di stupore nel sentirti dire che non frequenti la Chiesa..
Si, questo passaggio di Luca chiarisce tutto.
Ciò che Cristo promette è l'eternità, e promette di aiutare l'uomo in quel senso, ma è questi che deve tendervi, nudo e povero di ogni pretesa terrena.
da qui ne consegue infatti che la ricchezza e' inconciliabile con la salvezza eterna. .
Anche in Giovanni (Gv 14, 13-17), Vangelo non sinottico, troviamo l'accostamento tra il "chiedere" e lo Spirito.
Anche qui l'oggetto del "chiedere" è riportato al Consolatore (che è spiegato essere lo Spirito di verità). Peculiare, a mio avviso, il fatto che lo Spirito venga appellato in tal modo proprio ad indicare il conforto (dal mondo) che opera in chi lo riceve. Ma, ancora una volta, lo Spirito non è del "mondo" (e non ha nulla a che fare con le "cose del mondo"): solo gli apostoli possono coglierlo poiché egli dimora presso di loro in Cristo e sarà in loro stessi, dono del "chiedere", Regno del Padre.
Il richiamo all' opera del Dio trino, cui ti riferivi nell'ultima parte dell'altro tuo post è, a mio avviso, in questi versetti evidentissimo.
Giovanni è il Vangelo dello Spirito, vi si trova una teologia, pochi decenni dopo la morte di Cristo, che spiega già tutto, come da te riassunto.
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da qui ne consegue infatti che la ricchezza e' inconciliabile con la salvezza eterna. .
La ricchezza in sè non il male, non preclude la possibilità di accedere alla vita eterna;
E' male quando tiene troppo schiacciata l'anima alle cose del mondo, da non permetterle quello slancio verso il senso del divino.
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